Vi chiedo due minuti, c'è un'isola da salvare. Si chiama Giftun, sta al largo della costa del Mar Rosso, 40 minuti di barcozzino da Hurghada. E' stata finora zona protetta. Ospita al massimo cento persone per notte in una piccola struttura ecologica. Si mangia il pesce che gli altri divers pescano. Ha fondali unici. E' un paradiso e noi abbiamo bisogno di sapere che ne esistono, ma qui e ora.

Il governo egiziano ha deciso di venderla a un imprenditore italiano. Si chiama Ernesto Preatoni. Non ho niente contro di lui. Anni fa andò in vacanza a Sharm, quando c'erano solo tre alberghi costruiti dagli israeliani e ora c'è il negozio "Il Papiro del Grande Fratello". Quello che sta in mezzo l'ha fatto, per lo più, lui. Ha i suoi estimatori, anche. In un articolo si dice che ha "colonizzato", oltre l'Egitto, il Kenya e poi si è spinto nell'Est europeo. In Estonia ha aperto la "Preatoni Bank". In un'intervista dice che diffida dei giornalisti e fa bene. Che mangia solo prodotti coltivati intorno alla sua casa sul lago e fa benissimo. La sua impresa di costruzioni per case vacanze si chiama Domina e ogni anno premia Miss Domina. Champagne. Siti Internet avanzano dubbi sul suo passato. Mi preoccupa solo il futuro. Non suo, di Giftun.

L'intenzione sarebbe di fare un grande ponte d'acciaio per collegarla alla terraferma e poi di costruire tante villette, una specie di "ritiro per pensionati italiani". Non commento né l'idea in sé né la figura di pensionato che, con la previdenza italiana, può ritirarsi in mezzo al Mar Rosso. Migliaia di divers, free spirits, rompiballe, stanno provando a dire no. Hanno avuto il National Geographic, hanno avuto copertura stampa in mezza Europa, hanno bisogno, anche, della tua firma. Tuffati su www.petiononline.com/GIFTUN/petition.html. Grazie.

L'indice della rubrica

Invia questo articolo