Un'ascesa fulminante. Che dal nulla, nel giro di poche settimane, porta Silvio Berlusconi e il suo movimento a colmare il vuoto politico lasciato dal terremoto di Tangentopoli. E a conquistare il governo del Paese.

Il partito-azienda nasce ufficialmente il 18 gennaio 1994, quando alla presenza di un notaio il Cavaliere e gli altri soci fondatori (Antonio Tajani, Luigi Caligaris, Antonio Martino, Mario Valducci) danno vita al Movimento politico Forza Italia.
Pochi giorni dopo, l'annuncio al Paese: videocassetta registrata e consegnata ai Tg, atmosfera flou (ottenuta grazie alla famosa calza sulla telecamera), e un incipit attentamente studiato: "L'Italia è il paese che amo".

La sinistra prende la faccenda sottogamba. I politologi sono scettici. I giornalisti sembrano più che altro incuriositi. E invece, nel giro di due mesi, Berlusconi e Forza Italia stringeranno alleanze (con Fini al sud, con la Lega al nord e con il Ccd in tutta Italia): vinte a mani basse le elezioni del 27 marzo 1994.

La gioiosa macchina da guerra di Achille Occhetto è dispersa. Così le truppe centriste di Segni e Martinazzoli. Forza Italia, con il 20% dei voti, è il partito di maggioranza relativa. L'11 maggio 1994 Berlusconi è il nuovo presidente del Consiglio. E il successivo 13 giugno, Fi raggiunge quota 30,6% alle elezioni europee.

E' l'estate dell'euforia, che però è destinata a durare lo spazio di un solo autunno. Il 22 dicembre il Cavaliere si dimette da premier, e in seguito dirà sempre che la causa della fine del suo primo governo è stato l'avviso di garanzia che lo aveva raggiunto a Napoli un mese prima. In realtà, il Berlusconi I va in crisi a causa delle tensioni sociali (Cgil, Cisl e Uil organizzano una manifestazione oceanica contro la riforma
delle pensioni) e dello sfilarsi della Lega di Bossi, che fa venir meno la sua maggioranza.

A Palazzo Chigi va Lamberto Dini, sostenuto da una maggioranza di centrosinistra. Per Forza Italia e il suo leader inizia una opposizione che finirà solo sei anni dopo. Il 21 aprile 1996 l'Ulivo di Romano Prodi vince le elezioni. Molti pensano che Forza Italia, dopo la sconfitta, sia destinata a una rapida dispersione. E che il centrodestra vada verso un processo di ristrutturazione che preveda, anche, la fine della leadership del Cavaliere.

Non è così. Sia Berlusconi che il suo partito reggeranno alla lunga traversata nel "deserto". Anche grazie all'aiuto di un centrosinistra che via via si spacca, e cambia tre premier nel corso della legislatura.

Il 18 aprile 1997 Berlusconi chiude in piazza del Duomo il primo congresso di Forza Italia. E due anni dopo, il 13 giugno 1997, le elezioni europee dicono che per il partito è finita la quaresima: 25,2%, e i forzisti sono di nuovo primo partito.

Il successo alle regionali del 2000 - con la conquista da parte del centrodestra di 8 amministrazioni - provoca le dimissioni del governo D'Alema ed è il preludio al ritorno al governo. Il 13 maggio 2001 la Casa delle libertà (stavolta l'alleanza è organica e non divisa geograficamente come nel '94) vince le elezioni, e Forza Italia è il primo partito con il 29,8% dei consensi.