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Letture 2005:

J. Austen, Northanger Abbey
P. Maurensig, La variante di Luneburg
W. Shakespeare, Otello
W. Shakespeare, La dodicesima notte
D. Barthelme, Atti innaturali, pratiche innominabili
D. Barthelme, Ritorna, dott. Caligari
A. Camus, L'Etranger
D. Buzzati, Il Deserto dei Tartari
V. Woolf, The voyage out (La crociera)
I. Brodskij, Dall'esilio
Ovidio, Tristia
V. Woolf, Gli Anni
A. Nothomb, Robert des noms propres
S. de Beauvoir, Mémoires d'une jeune fille rangée
J. Coe, La casa del sonno
J. Dos Passos, Il 42° parallelo
J. Marias, L'uomo sentimentale

Letture 2004

Letture 2003

Fitzgerald F.S. Il grande Gatsby
Hemingway H. Addio alle armi
Kundera M. Il libro del riso e dell'oblio
Parks T. Lingue di fuoco
Platone Fedone
Calvino I. Marcovaldo
Mc Grath P. Follia
Queneau R. Icaro involato
Mazzantini M. Non ti muovere
Hornby N. Alta fedeltà
Serrano M. Quel che c'è nel mio cuore
Woolf V. La stanza di Jacob
Pratolini V. Il quartiere
Allende I. Eva Luna
Kundera M. Jacques e il suo padrone
Bradbury R. Farenheit 451
Marias J. Domani nella battaglia pensa a me
Vàsquez Montalbàn M. Il centravanti è stato assassinato verso sera
Stendhal Vanina Venini
Ibsen H. Casa di bambola
Forster E.M. Camera con vista
Woolf V. Leggere, recensire
Cattaneo A. Il trionfo della memoria
Kundera M. Il valzer degli addii
Hawthorne N. La lettera scarlatta
Forster E.M. Casa Howard
Gadda C.E. Il guerriero, l'amazzone, lo spirito della poesia nel verso immortale del Foscolo


*loading* lettori

Sul comodino

Virginia Woolf Momenti di essere

Work in progress

James Joyce, Ulisse

Sono:

studiosa
ballerina
anglista
innamorata
amata

felice

Voglio:

essere ciò che desidero

Temo:

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giovedì, novembre 17, 2005

Sono viva, sto bene, stiamo tutti bene... ho solo appena consegnato la tesi in copisteria, ma tornerò! Next on Tigro: Virginia Woolf for Dummies


appunto di ilTigro alle 14:23 | link | commenti (3)


mercoledì, ottobre 19, 2005

NULLA DA ECCEPIRE

"Secondo me, i veri mussulmani, il Ramadan lo fanno come Cristo comanda".

Arianna David, Isola dei famosi


appunto di ilTigro alle 09:28 | link | commenti (9)


giovedì, ottobre 06, 2005

Ciao Tigro.


appunto di ilTigro alle 10:49 | link | commenti (4)


martedì, settembre 20, 2005

Ecco uno dei bellissimi regali che ho ricevuto per il mio compleanno. Devo dire che se ne sentiva proprio il bisogno!

miss k


appunto di ilTigro alle 14:11 | link | commenti (3)


giovedì, settembre 08, 2005

Simone de Beauvoir, Mémoires d’une jeune fille rangée.

Bene, partiamo da Simone perché non ho ancora nemmeno accennato ai libri letti quest’estate e finirò per dimenticarmi tutto ciò su cui mi hanno fatto riflettere senza aver annotato nemmeno due righe.
La cosa più straordinaria con Simone è stata riscoprire una serie di emozioni e di sentimenti del passato. Mi ha riportato alla mente un certo modo di pensare, di essere, che avevo da bambina. In lei però l’aspetto magnifico è il ragionamento. Il ragionare e farsi domande incessantemente, su tutto. Mi sono domandata se in fondo, il segreto per questo può essere il non sapere. Il fatto di vivere nell’ignoranza su tutto porta la mente (o almeno le menti dotate di una certa intelligenza) a farsi mille domande su ciò che accade. I ragionamenti che fa su di sé, sull’adolescenza, si possono fare solo se non si conosce il concetto di pubertà, di maturità, se non si sa nulla del sesso. E tutto questo deve acuire immensamente la curiosità. Oggi si sa tutto talmente in fretta: le nostre curiosità sanate ancora prima di nascere si sta disimparando a porsi domande.
Ho un ricordo vago del giorno in cui iniziai a domandarmi e a cercare di capire chi fossi. In Simone è tutto così lucido. Arriva ad una totale compiutezza di percezioni e sentimenti a soli 17 o 18 anni. Io, ancora oggi, sulla soglia dei ventisette anni, trovo difficile non solo rispondere alla domanda “chi sono” ma anche a quella ancora più semplice “chi vorrei essere”?
Vivo immersa in una serie di contraddizioni che non ho voglia, forza e coraggio di affrontare. La letteratura, paradossalmente, mi tiene attaccata alla realtà e quindi a me. In questo mi trovo simile a Simone, sebbene lei avesse iniziato il cammino anni prima di quando l’ho intrapreso io. Mi manca il coraggio delle riflessioni e delle scelte, di dire a Dio che in lui ci credo, anche se non so perché e nonostante tutto, e al contempo mi manca il coraggio di portargli il dovuto rispetto. Mi manca il coraggio di rileggermi, e vorrei che fossero sempre gli altri a leggermi e correggermi.
Questo volume di memorie mi ha fatto riflettere a lungo, come dovrebbe fare tutta la buona letteratura, sull’arte e su di me, e così ora sto cercando di sfogliare le pagine che ancora nascondono il disegno che mi ritrae. Lo posso vedere attraverso i fogli bianchi, non manca molto, quindi, solo poche pagine da voltare e poi dovrei riuscire a non essere più solo un contorno indefinito, un immagine abbozzata e sfuocata.
Anche l’idea dell’uomo da amare di Simone è così meravigliosa e mi vede così d’accordo: un doppio che non si annulli per noi. È questo: due entità distinte, una lo specchio dell’altra, che mantengano però la propria singolarità. Questo, almeno, credo di averlo trovato.

Ecco, queste le riflessioni che vengono da quest’opera stupenda. Non credo ci sia bisogno di alcun riassunto né di alcuna spiegazione ulteriore.


appunto di ilTigro alle 13:03 | link | commenti (2)


giovedì, agosto 25, 2005

Holiday Pie

Ingredienti:
5 o 6 letture molto mature
300 g. di Pigrizia
300 g. di Divertimento
200 g. di Golosità
un bicchiere abbondante di Relax
un pizzico di gossip
Snobismo q.b.

Difficoltà: facile
Tempo di preparazione: tre settimane

Sfogliate con attenzione le letture, fate attenzione a quelle molto mature poiché sono difficili da maneggiare e tendono a sfaldarsi. Mettetele in una ciotola con 50 g. di Divertimento e lasciate riposare.
A parte impastate la Pigrizia, il resto del Divertimento e la Golosità aggiungendo Relax durante la lavorazione in modo che la pasta risulti sempre soffice. Stendete il composto ottenuto su quattro lettini pieghevoli, o, in alternativa, su quattro teli spiaggia, e lasciate rosolare lentamente (fate attenzione a girare la pasta di tanto in tanto perché non si bruci) per due settimane, o fino a quando tutte e quattro gli strati avranno raggiunto un discreto colore ambrato.
Quindi rimpastate gli ingredienti e cambiate ambiente, spostandovi possibilmente in uno più caldo che favorisca quindi la lievitazione dell’impasto.
Una volta pronta la base, guarnite con le letture, una spolverata di gossip e lo snobismo sufficiente affinché la torta mantenga la giusta compostezza.
Lasciate riposare per un’altra settimana e accompagnate con mozzarelle, riso-patate-e-cozze e panzerotti.




appunto di ilTigro alle 15:45 | link | commenti (10)


martedì, luglio 26, 2005

Virginia Woolf, Gli anni

"The worst book she ever wrote"

Così lo definì il marito Leonard negli anni '50, "forse l'unico libro che avesse davvero scritto pensando alla critica". E la critica apprezzò, quella inglese, almeno, ché quella italiana non fu mai convinta fino in fondo da questo romanzo troppo convenzionale e tradizionale, tanto da far pensare al Bennet, o a Galswothy (terribile accusa per Virginia che vedeva in loro i suoi acerrimi nemici giurati). Come scrisse Dettore nel '38, però, questo libro, se non aggiunge niente all'arte di Virginia Woolf, nulla le toglie. La descrizione dei luoghi è impressionista ma quella dei personaggi è stabile e solida come un Cezanne, così che nell'insieme si ha più una sensazione di pienezza e solidità che non di tratteggi abbozzati. E' la storia della famiglia Pargiter, narrata in nove anni, dal 1880 al 1937. I personaggi crescono, si evolvono, invecchiano, e il loro invecchiare è senz'altro l'aspetto che ho più amato in questo volume, ma è forse anche quello che gli toglie più merito. Vi si sente, infatti, in modo preponderante, la presenza dell'autrice: si sente la sua voce in sottofondo a tutte le riflessioni sulla vita dei personaggi, e per quanto io abbia amato questo procedimento, devo ammettere  che l'autrice avrebbe dovuto essere più discreta, e tacere quando parlano gli altri. Ma il personaggio di Eleanor è così perfetto nel rappresentare il vero "io" woolfiano, che leggiamo di lei quasi come ascoltiamo un'amica che ci narra dei suoi problemi sotto il nome di terzi, per non mettersi troppo in discussione, ma poi ci accorgiamo che è di lei che ci racconta, come quando Eleanor si trova a riflettere "Ma perché osservo sempre tutto? Perché dover sempre riflettere? Non voleva più riflettere. Le sarebbe piaciuto che esistessero delle tendine, come quelle dei vagoni ferroviari, che si potessero abbassare e incappucciassero la mente". Povera Virginia, è sfinita, mentre scrive e legge e rilegge questo romanzo. Nel 1934 è morto Roger Fry e per lei è stato un colpo atroce, dal quale si può dire non si riprenderà mai. Da lui aveva imparato a cercare la forma della mente, senza di lui le crisi tornano così vicine. Inoltre il nazismo dilaga, e nonostante il cocciutissimo rifiuto a parlarne tutta questa follia la terrorizza. Lei stessa, durante la revisione del romanzo scrive "Sono sull'orlo della pazzia, credo. Mi ritrovo nello Strand che parlo ad alta voce da sola". Quello di cui ha sempre avuto bisogno era davvero una pausa dai suoi pensieri che le affollavano la mente e non volevano saperne di mettersi in ordine su di un pezzo di carta. Stupisce ancora di più quindi la perfezione formale di quest'opera, a cui manca certo la musicalità di To the Lighthouse e il misticismo di The Waves, ma che è un meraviglioso viaggio nella specie umana, fatta di semplici fatti, di ricordi, di riflessioni, di assilli e di rapporti fra esseri umani che si passano accanto senza poter mai vedere cosa accade dentro ai loro simili.


appunto di ilTigro alle 16:23 | link | commenti (5)


lunedì, luglio 18, 2005

INDOVINA CHI VIENE IN FERIE

Quest'anno la questione dei libri da portarmi in vacanza è più annosa che mai. Non so davvero spiegarmi il perché, ma ci sono una marea di libri che ho il desiderio di leggere ma non avverto una particolare fretta verso nessuno.
Inoltre ci sono seri problemi di spazio, dato che 4 fashion victims (chi più chi meno, ma quelli più molto "più") dovranno far stare tuttti i propri bagagli in una Yaris Verso e attraversare l'Italia in lungo e in largo.
Comunque, elenco le ipotesi, chiedo consigli, e soprattutto chiedo ai miei compagni di viaggio di indicarmi eventuali volumi che li potrebbero interessare per intrattenerci in giocondi scambi e trasformare la nostra villetta in un covo di book-crosser:

Simone de Beauvoir, Mémoires d'une jeune fille rangée (ormai ho iniziato a leggerlo e certo non lo finirò in tempo)
Jane Austen, Persuasione
John Dos Passos, Il 42° parallelo
Georges Perec, La vita, istruzioni per l'uso (se non lo leggo in vacanza non lo leggo più)
Javier Marìas, Nera schiena del tempo
Javier Marias, L'uomo sentimentale
David Lodge, Dura, la vita dello scrittore (me lo hanno regalato a settembre e ancora non l'ho letto)
Jonathan Coe, La casa del sonno
Daj Sijie, Muo e la vergine cinese
James Joyce, Le gesta di Stephen (è una traduzione assolutamente vintage di Carlo Linati con saggio di Melchiori)

Tutti non li leggo, ma quali elimino?


appunto di ilTigro alle 18:32 | link | commenti (14)


mercoledì, luglio 13, 2005

Il favoloso Aelred mi passa un testimone preziosissimo, che mi offre l’opportunità di dilettarmi nel mio sport preferito: parlare dei miei libri. Ecco:

Libri della mia biblioteca


Dunque, l’ultimo libro schedato ha come segnatura SGO604, questo significa che è un saggio e che è il 604° volume ad entrare in libreria. Da allora devo aver comprato almeno un’altra trentina di volumi che non ho ancora avuto il tempo di schedare, quindi direi che i miei libri sono circa 635, segnati e timbrati con ex libris (una matrice liberty che porta come epigrafe “Art defeats time”), catalogati come Letteratura Inglese, Italiana, Francese, Spagnola, Russa e Varia; Poesia delle suddette nazionalità e Saggistica. C’è il ripiano Woolf, il ripiano Modernismo (solo saggistica), il ripiano in lingua e il ripiano Meridiani. Il resto (1 libreria Visdalen-Ikea) è in ordine alfabetico per autore e a seguire per titolo.
L’ultimo libro che ho comprato


Filosofia della Danza, una raccolta di saggi di Mallarmé, Valéry, Fechner e Otto. Oggi avrei dovuto comprare Bliss di Katherine Mansfield, ma me ne sono dimenticata, non so se vale. Inoltre oggi il professore, facendo pulizia, mi ha regalato un volume di saggi sul sé nella scrittura femminile e un volume con quattro saggi sul Romeo and Juliet. Diamo loro il benvenuto a casa.
Il libro che sto leggendo ora


Ho appena concluso (5 minuti fa) Gli anni di Virginia Woolf. Ora devo iniziarne un altro, pensavo a Bliss, ma mi sono scordata di comprarlo, dunque forse mi prendo una pausa dai modernisti e mi leggo Le Robert des noms propres, di Amélie Nothomb.
Tre libri che consiglio


Scritto sul corpo, di Jeanette Winterson, L’immortalità, di Milan Kundera, Domani nella battaglia pensa a me, Javier Marias (e poi Palomar di Calvino, Un cuore così bianco, sempre di Marias, Maurice di Forster e un altro centinaio, ma come si fa a sceglierne solo tre?) 


Cinque blogger cui passo il testimone
Jorma
Minerva
Sèverine
Albertaccione
Fiottolino


Chi vorrei essere se dovessi rinascere
Ecco, ora tutti si aspettano che io dica Virginia Woolf. No, non mi va di essere depressa, di uccidermi, di non fare sesso con mio marito, anche se questo vuol dire avere la padronanza assoluta del ritmo e della scrittura. Pensavo piuttosto a Jane Austen, che ha saputo prendere in giro tutto e tutti con estrema eleganza o anche a Simone de Beauvoir, però meno incazzata, dato che si è già incazzata lei anche per me. Grazie, a proposito.


appunto di ilTigro alle 17:41 | link | commenti (6)


martedì, luglio 05, 2005

Ridefinirsi

Sto ripensando a tutta questa faccenda della razionalità. Sì insomma del fatto che sono sempre stata definita ( e - di conseguenza? - mi sono sempre definita) una persona molto razionale. Mi sto chiedendo quanto ci sia di vero in tutto ciò. Sono razionale perché amo sentire le emozioni a livello del cervello anziché a livello dello stomaco? Non è nemmeno del tutto vero, sento molte emozioni, troppe, forse, nello stomaco, nel cuore, nella gola. Ma devo ammettere che quelle che preferisco sono a livello cerebrale.
Prendiamo l'arte: quello che mi sconvolge davvero, che mi inquieta e mi fa perdere la ragione non è un Van Gogh o un Munch, ma un Magritte, un Mondrian, un Malevic. Ora, questo potrà anche sembrare contradditorio: ad un'analisi superficiale l'arte di Magritte, Mondrian e Malevic è molto più razionale di quella di Van Gogh, ma invece è l'esatto contrario! Tutto il malessere che in Van Gogh è così palese in Mondrian è talmente nascosto da non poter lasciare indifferenti. Per entrare in quei colori, anonimi, imitabilissimi, bisogna attraversare una serie infinita di tunnel e ad ognuno corrisponde un'emozione. La stessa cosa dicasi per la poesia. Non è che non mi piacciono Neruda, o Prévert. Sono meravigliosi. Ma T.S.Eliot, e tutto ciò che le sue parole significano... Tutti quegli stimoli che non hanno nulla di razionale ma hanno invece tutto a che vedere con l'inconscio, col sapere le cose, conoscere le paure, quelle esatte sensazioni... il correlativo oggettivo di Eliot, e di Montale:
"I will show you fear in a handful of dust". Può un verso suscitare un maggior numero di emozioni, così devastanti che il cervello interviene ma non per bloccarle, ma per non farci impazzire?
No, credo proprio che tutta questa faccenda della razionalità sia una gran cazzata. E' solo un'intensità diversa, una dimensione differente. E come diceva Aristotele, nessun piacere eguaglia il piacere dell'intelletto. E questo, con la razionalità, non ha proprio nulla a che vedere.


appunto di ilTigro alle 20:16 | link | commenti (7)