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Tutt'altro che la veritàRaiSat Extra ha trasmesso la presentazione del libro “Nient'altro che la verità” di Giulia Bongiorno, ( palazzo Wedekind, Roma, il 5 dicembre scorso ). Pippo Baudo, Francesco Cossiga e Cesare Romiti, seduti a destra della Bongiorno, ne hanno approfittato per assolvere Andreotti dal reato di partecipazione all'associazione a delinquere Cosa nostra, facendo finta che la Bongiorno avesse vinto la causa relativa. L'avvocatessa Bongiorno, spiega Pippo Baudo, lesse ogni carta processuale ben 5 volte ciascuna ( -E sono decine di migliaia!- ) per comprendere appieno il loro significato. ( Le avesse lette 6 volte, magari ci arrivava davvero, al loro significato: Andreotti, fino all'80, ha fatto parte dell'associazione a delinquere Cosa nostra. E' stato provato infatti che Andreotti incontrò i capi dell'ala moderata della mafia, Bontate e Provenzano, tramite Salvo Lima, che era capo della sua corrente in Sicilia. Andreotti “dialogava coi mafiosi”, “chiedeva loro qualche favore”, “ inducendoli a fidarsi di lui e a parlargli di fatti gravissimi come l'assassinio di Mattarella nella sicura consapevolezza di non essere denunciati.” Fino all'80, quando della mafia nessuno sapeva nulla, dato che Buscetta cominciò a parlare con Falcone a partire dall'85. Il processo non era quindi basato su teoremi, come la tv e la stampa di regime hanno sostenuto. Solo che il reato commesso è caduto in prescrizione. Con coerenza, qualcuno si è incaricato poi di fare una legge per impedire al giudice Caselli, che istruì il processo, di diventare capo della Superprocura antimafia ! Andreotti, con la stessa faccia con cui negava di conoscere i Salvo, andò in tv a parlare di manipolazione dei pentiti ( falso: nessun pentito che lo accusa è stato denunciato per calunnia ); e a dire che la Cassazione non poteva annullare la prescrizione ( falso: poteva annullarla, come fece nel caso Pecorelli. Invece ha confermato. ) Cossiga, per non essere da meno, attacca Rita Borsellino! -Sciascia mi spiegò i professionisti dell'antimafia. E qui taccio perché è un fatto di queste ore. Adesso non abbiamo solo l'ucciso, ma anche la sorella dell'ucciso. Poi avremo il nipote dell'ucciso e così via.- Baudo, che ha appoggiato pubblicamente la Borsellino, tace, ma fa una faccia come se avesse in bocca un bignè di diarrea. ( Avessi un mio programma tv, parlerei volentieri di queste cose, ma non è più possibile. Cossiga disse di Satyricon:- La storia dello spettacolo non potrà mai giustificare la volgarità e la violenza politica e morale di un varietà indecente come quello condotto dal signor Luttazzi. -) Romiti spiega invece perché il libro non lo ha scritto Andreotti: perché "Andreotti sente così aliena da sé l'intera vicenda che è come se fosse capitata a un altro". ( ! ) Andreotti, che sembra sempre arrivato giovedì scorso, se la godeva, seduto in prima fila. Se pensate che una sentenza come quella che lo riguarda basti a smontarlo, vi sbagliate di grosso. Nei perigli, ha un asso nella manica: Ercole Aldrovandi. Pingue, rubizzo, tonante, Aldrovandi ha tutto l'aspetto di un principe del Foro: e lo è. Classe 1920, bolognese, da più di 30 anni è il talento comico nascosto dietro le battute più belle del Divo Giulio. Avete presente “ Il potere logora chi non ce l'ha?” E' sua. Come ha cominciato, avvocato Aldrovandi? Ercole Aldrovandi: Non ricordo. Ah, ah, ah! Questa è buona! EA: Vero? L'ho fatta dire ad Andreotti vent'anni fa al maxi-processo di Catanzaro. Funzionò a meraviglia. Rischiammo grosso, però. Andreotti infatti avrebbe voluto pronunciarla accompagnandosi con tutta una serie di smorfie tipo Petrolini nello sketch di Nerone. “Non ricordo. Bravo! Grazzie!” Io invece ritenevo indispensabile un'interpretazione più adeguata ai tempi: labbra irrigidite sulle gengive, sguardo sfuggente, corpo immobile, secondo il modello di Archie Rich nel finale dell'Entertainer di Osborne. Per fortuna riuscimmo a convincerlo. Riuscimmo chi? EA: Io e Walter. ( Walter Chiari, per il quale Aldrovandi scrisse fra l'altro la scenetta del Sarchiapone e la commedia musicale "Non è vero che tutto fa brodo", NdR. ) A proposito di Walter, vorrei ricordare un episodio. Nel film Il signore sì che se ne intende, che è del '57, gli facevo fare la parte di un presidente del Consiglio che invitato a un ricevimento dal dittatore dell'Argentina ci va pensando a una festa con mille invitati e invece vi incontra due sole persone: Peròn e il capo della P2, che Walter scambiava per il presidente della Permaflex. Quando, più di vent'anni dopo, Andreotti si cacciò in un guaio simile, per allontanare tutta la cattiva stampa che gli si accaniva contro mi fu sufficiente fargli riciclare quella vecchia gag. E quando, con prova fotografica, lo hanno accusato di aver incontrato uno dei cugini Salvo… EA: … Andreotti dice che l'aveva scambiato per il direttore dell'albergo. Esatto, la gag è la stessa. Quali comici la divertono? EA: Danny Kaye. Tutti i film di Danny Kaye sono variazioni sul grande tema del doppio. Ogni volta che sono un po' in difficoltà, tiro fuori Danny Kaye. Infatti quando hanno rinfacciato ad Andreotti la sua amicizia pericolosa con Sindona, lui ha risposto… EA: …”C'è un Sindona 1 e un Sindona 2. Io ho avuto rapporti col Sindona 1.” Sì, questo è puro Danny Kaye. E se per caso mi accusano di conoscere Salvo Lima, figlio del boss mafioso Vincenzo Lima, appoggiato da Stefano Bontate e legatissimo ai cugini Salvo, mi basterà rispondere che conoscevo Salvo Lima l'europarlamentare. EA: Il Salvo Lima 1. Vedo che sta imparando. In passato, c'è chi ha ipotizzato anche un Andreotti vero capo della P2 che bloccò la liberazione di Moro perché questi stava denunciando gli affari di Andreotti, come sarebbe attestato dai verbali delle Brigate rosse finiti in mano a Mino Pecorelli e al generale Dalla Chiesa, entrambi assassinati, il primo dalla banda della Magliana, il secondo dalla mafia. Un medico di Rieti, Adriano Monti, che partecipò al golpe Borghese, ha rivelato a Giovanni Minoli ( La storia siamo noi, Raitre, 5 dicembre 05 ) che se il golpe fosse andato in porto, il capo del governo militare sarebbe stato Andreotti, su indicazione della CIA. ( -Sono stati gli americani,- commenta Andreotti parlando del suo processo per mafia. Una coincidenza? ) Stando al memoriale postumo di Antonio La Bruna, ufficiale del Sid, Andreotti approvò la ripulitura dei nastri magnetici in cui alcuni protagonisti parlavano del golpe Borghese, di Licio Gelli e di ufficiali piduisti che partecipavano a riunioni Nato. La contromossa? EA: Categorica smentita di Andreotti:-Non sono Andreotti.- By Daniele Luttazzi at 11 Dic 2005 - 01:29 | Politica | blog di Daniele Luttazzi | accedi o registrati per inviare commenti | letto 3357 volte
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