30.01.06

PalaSanVittore

Carcere di San Vittore.jpg
foto: carcere di San Vittore

Divo Gronchi, direttore generale di Banca Popolare Italiana, ha segnato, ed era ora, una forte discontinuità con la gestione Fiorani.

Lo ha fatto sabato scorso proponendo un nuovo e superdotato consiglio di amministrazione, forte di ben 16 membri, di cui due in continuità con il glorioso recente passato della banca.
Infatti, due nuovi membri, Guido Duccio Castellotti e Giorgio Olmo erano già consiglieri durante la gestione Fiorani.

Ricordo che i consiglieri di amministrazione, oltre a prendere un po’ di soldi, hanno il compito di vigilare sulla società e responsabilità assimilabili a quelle dell’amministratore delegato.
Ora, Fiorani è in galera da quasi cinquanta giorni e questi suoi ex compagni di avventura sono rieletti?

Ma dove sono consobbancaditaliaborsaitalianaabi?
E a che cosa servono queste istituzioni se non garantiscono le regole del gioco e gli investitori?

Un consiglio a chi possiede azioni della BPI: vendetele e al più presto se non cambiano i due consiglieri.

L’elezione dei nuovi membri, tra cui Castellotti, è avvenuta a Lodi al PalaCastellotti.
Di questo passo la prossima la faranno al PalaSanVittore.

Ps: Domani parteciperò a Napoli insieme a Alex Zanotelli alla manifestazione contro la privatizzazione dell'acqua.
Tutte le informazioni sono disponibili sul gruppo MeetUp di Napoli.

Postato da Beppe Grillo alle 17:41 in Economia | Commenti (776)
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28.01.06

Incantesimi

specchio.jpg


Le dittature oggi si impongono con il controllo delle informazioni e della Rete. Le armi sono diventate inutili.
Se i cittadini sapessero la verità alcuni governi durerebbero cinque minuti.
Il controllo si ottiene con accordi economici con le società di tecnologia americane, con Yahoo!, Google, Microsoft.
Accordi che consentono alle dittature il controllo sui cittadini e alle società di fare soldi e di conquistare mercati.

Queste società sono quotate in Borsa negli Stati Uniti. Rispondono alle leggi scritte dell’economia e a quelle non scritte dell’etica e della morale di uno Stato democratico.
Leggi che però valgono solo a casa loro.

Fuori forse.
Dipende da quanto pagano.
In Cina ad esempio pagano bene!
E si possono vendere tecnologia e repressione incassando alti dividendi.
Come Google che ha accettato di eliminare i riferimenti all'indipendenza di Taiwan, a Tienanmen e al movimento Falun Gong, insieme ai servizi di chat, blog e mailing.

Simili alla strega di Biancaneve queste società tecnologiche si guardano allo specchio della loro linda società dominata dal capitale e si vedono belle, bellissime.
Come la loro pubblicità incantata.
Le mele rosse e lucenti le vendono fuori dal loro castello.
Mele rosse avvelenate, da vere esportatrici di democrazia.
Meglio ancora che in Iraq con le armi.

Postato da Beppe Grillo alle 16:36 in Economia | Commenti (1279)
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18.01.06

Metalmeccanici: dieci euro in comode tranche

sciopero metalmeccanici.jpg
foto: finanzaespressonline.it

Il contratto dei metalmeccanici è fermo da un anno.
Da quando ero bambino è sempre fermo! E’ uno dei misteri dell’universo.

Il contratto dei metalmeccanici è fermo perché i sindacati chiedono un aumento di 100 euro e la Federmeccanica vuole riconoscere 94,5 euro.

Il contratto dei metalmeccanici è fermo perché i sindacati vogliono un’integrazione di 25 euro per i lavoratori che non hanno contrattazione sindacale e quindi con stipendi bassi e la Federmeccanica ha offerto una integrazione di 10 euro in comode tranche annuali.

UN MILIONESEICENTOVENTIQUATTROMILASEICENTO PERSONE chiede da un anno un aumento ridicolo.
Non si chiude la trattativa per CINQUE EURO E CINQUANTA di differenza.
A una richiesta integrativa di 25 euro per chi ha uno stipendio di pura sussistenza si risponde con DIECI EURO in comode tranche annuali.

I metalmeccanici, una delle poche categorie che lavora in Italia, che ha di fronte esempi di arricchimento con le leggi dello Stato e anche cambiando quelle che non li consentono.
I metalmeccanici, una delle poche categorie che stringe la cinghia e produce cose vere, solide, che si possono toccare, non l’industria del nulla della finanzapubblicitàmedia.

I metalmeccanici si sono rotti e ieri hanno bloccato treni e autostrade in tutta Italia.

No! Questo non si deve fare.

Propongo un’alternativa: l’istituzione di un’Authority che valuti i guadagni dei finanzieri, dei capitalisti senza capitali, dei manager in questi anni.
Se le loro aziende si sono sviluppate e hanno creato occupazione i loro guadagni saranno confermati.
In caso contrario, si farà un piccolo esproprio dei loro guadagni per il rinnovo di questo contratto e di quelli futuri.
Basterebbe solo il tronchetto, in comode tranche annuali.

Postato da Beppe Grillo alle 15:15 in Economia | Commenti (1067)
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16.01.06

Latte alla spina

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A Roncadella, alle porte di Reggio Emilia, a ottobre è stato inaugurato in un’azienda agricola il primo distributore automatico dell'Emilia Romagna di latte appena munto.

Latte prodotto da mucche alimentate con prodotti no Ogm.
Il prezzo del latte fresco è di 1 euro al litro (30 centesimi in meno che nei supermercati a parità di prodotto).
Arrivi con la tua bottiglia di vetro carichi e via!
Puoi anche fare “cariche” da 25 centesimi e 50 centesimi.
Dopo 24 ore il latte non distribuito è riutilizzato per fare la ricotta e altri formaggi.

Peccato che in Emilia Romagna la legge regionale consente questi distributori solo presso le aziende agricole e non, come ha chiesto la Coldiretti, anche in supermercati, negozi, scuole, mense come avviene in Lombardia e nei Paesi del Nord Europa.

La durata del latte fresco è di due giorni se lo tieni in frigo e dopo, portandolo a bollitura, lo puoi bere per altri due.

E’ una grande idea: si eliminano i rifiuti con l’uso di bottiglie di vetro e si abbassano i prezzi.

Latte fresco alla spina fatto vicino a casa, mucche no Ogm, riduzione dei camion da una parte all'altra dell'Italia.

Partiamo dalle cose semplici, le rivoluzioni si fanno anche così, con nuove leggi regionali per avere latte fresco, sano e a basso prezzo.

Inizierei dalla Regione Liguria, così posso risparmiare subito qualcosina.


Postato da Beppe Grillo alle 18:47 in Economia | Commenti (1402)
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11.01.06

Capitani coraggiosi

capitani coraggiosi.jpg

Ho deciso di fare il capitano coraggioso, quello, che se un presidente del consiglio gli offre una grande azienda statale, la compra a debito con i soldi delle banche.
Il debito poi lo scarica sulla società e, in seguito, se la vende , ci fa pure i soldi, la plusvalenza.

Io il coraggio ce l’ho e chiedo a questo governo di vendermi la sua quota nell’ENI e a Banca Intesa, Unicredit e San Paolo IMI di prestarmi i soldi.

Non possono dirmi di no.
Lo fanno tutti.
Lo hanno fatto i capitani coraggiosi con la vendita di Telecom Italia, lo ha fatto il tronchetto con la ri-vendita di Telecom Italia.
Perché io no?

L’Italia è una terra di navigatori, santi e altre cose che non mi ricordo, ma anche di capitalisti senza capitali come ha scritto Newsweek.

Capitalisti con le pezze al culo che comprano le società indebitandole, che per rientrare del debito non fanno investimenti, che pensano solo al valore puntuale dell’azione in borsa, che vendono a pezzi la società per fare i risultati e alla fine, quando ci hanno guadagnato abbastanza, passano la mano.

Ebbene, io credo di essere capace di fare il capitano coraggioso senza alcun problema.
Mi manca solo un dalemino.

Postato da Beppe Grillo alle 17:44 in Economia | Commenti (1420)
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27.12.05

I cuculi aziendali

Cuculo.jpeg

Anticipiamo il Banco di Bilbao: compriamo le azioni della BNL e poi le rivendiamo, speculandoci sopra.
Perché lasciare ai soli capi azienda la possibilità di fare insider trading? Facciamolo anche noi.
Chiediamo in prestito i soldi alle banche agli stessi tassi di interesse concessi a politici e finanzieri dalla Banca Popolare Italiana.
Operazioni legittimate dalla Banca d’Italia e quindi applicabili a tutti i correntisti.

Comprando le azioni delle aziende, anche una sola, possiamo partecipare alle assemblee degli azionisti, fare delle domande, registrare le risposte e diffonderle su Internet.

E allora, perché non toglierci questa soddisfazione, iniziando da Telecom Italia, e trattare da dipendenti nella prossima assemblea questi capitalisti senza capitali.
Che usano le aziende dalle quali sono pagati come se fossero loro.

Non sono loro!

La Parmalat non era di Tanzi.
La BPI non era di Fiorani.
La Telecom Italia non è del tronchetto.
La Unipol non è di Consorte.
Capitalia non è di Geronzi.

Le aziende appartengono agli azionisti, hanno l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi, di accrescere il loro valore sul mercato.

I dirigenti devono fare questo e nient’altro.

La loro immagine personale non ci interessa.
Lavorino di più e rilascino meno interviste.
Ci interessano i risultati, se non ci sono se ne devono andare a casa.

Alle prossime assemblee degli azionisti facciamo sentire la nostra voce, a partire da quella di Telecom.

Postato da Beppe Grillo alle 18:48 in Economia | Commenti (793)
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17.12.05

Fazio e gli impotenti

grillo_17dic.jpg
Vignetta di: Davide Zamberlan

Berlusconi prima e Buttiglione dopo hanno dichiarato di essere impotenti a far dimettere Fazio.
Abbiamo un governo di impotenti, ma che ce lo venissero a dire non me lo sarei aspettato.

Ma noi, i loro datori di lavoro, possiamo fare qualcosa.

La Banca d'Italia è privata, posseduta da azionisti privati, non dallo Stato.

I principali azionisti sono:
Gruppo Intesa (26,81%), Gruppo San Paolo IMI (17,44%), Gruppo Capitalia (11,15%), Gruppo Unicredito Italiano (10,97%), Gruppo Assicurazioni Generali (6,33%), Banca Carige (3,96%), BNL (2,83%), Banca Monte dei Paschi di Siena (2,50%), Cassa di Risparmio di Firenze (1,85%).

Chiudiamo il nostro conto corrente o disdettiamo la nostra polizza assicurativa nel caso che i responsabili di queste società: Profumo, Geronzi, Modiano, Passera e gli altri non si pronuncino pubblicamente e subito per le dimissioni di Fazio.


Martedi prossimo si riunirà il Consiglio superiore della Banca d'Italia, che può decidere nomina e revoca del Governatore. Questo organismo si è già riunito dopo lo scandalo delle intercettazioni telefoniche tra Fazio e Fiorani e non ha mosso un dito.

Martedì può sfiduciare Fazio. Se non lo fa, credo che i suoi membri ( in elenco) dovranno risponderne al Paese.

Elenco:

- Blasi Paolo, docente fisica, Firenze
- De Feo Paolo, Ipm Group, Napoli
- De Ferra Giampaolo, avvocato, Trieste
- Ferreri Paolo, avvocato, Torino
- Laterza Paolo, editore, Bari
- Marsano Rinaldo, imprenditore, Genova
- Mirabelli Cesare, presidente emerito corte costituzionale, Roma
- Montanari Giovanni, armatore, Ancona
- Musu Ignazio, docente economia politica, Venezia
- Pirri Gavino, tributarista, Cagliari,
- Possati Stefano, presidente Marposs, Bologna
- Scavone Nicolò, ingegnere, Palermo
- Zucchi Giordano, industriale tessile, Milano

Chi nomina questi membri? In base a quali criteri? Sembra l'elenco delle Arti e dei Mestieri!

Postato da Beppe Grillo alle 19:12 in Economia | Commenti (832)
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13.12.05

Cronaca giudiziaria

un giorno in pretura.jpg

Apro MF, un giornale finanziario, di oggi.
Scorro i titoli.

In prima pagina:
Ricucci, offerta ai PM
Fazio ha danneggiato le banche italiane”

In seconda:
“Via libera di Bruxelles alla procedura di infrazione contro l’Italia per le norme sulle restrizioni alla libertà di movimento dei capitali”

In sesta:
“L’Antitrust multa l’ANIA

In nona:
Cirio, in aula il crack da 1 Miliardo, richiesti 25 rinvii a giudizio

In quattordicesima:
Parmalat, intimazione della Consob a Deloitte & Touche

In sedicesima:
Tango-bondisti in marcia su Roma”

In diciottesima:
Ricucci offre le plusvalenze ai PM”

In diciannovesima:
“Scalate, indagato Bellavista Caltagirone

In ventesima:
“Esposto per aggiotaggio e market abuse. Oggi Consorte in Bankitalia discute i tempi dell’ok”

Pensavo di leggere di finanza e invece mi sono ritrovato a leggere un casellario giudiziario.

C'è però una pagina consolatoria con i premi “MF Company Award” al top della finanza e dell’economia: Luca Cordero, Vittorio Mincato, Paolo Scaroni, Marco Tronchetti Provera e Andrea Guerra, che sono quelli che non si sono fatti ancora prendere.

Postato da Beppe Grillo alle 18:58 in Economia | Commenti (849)
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12.12.05

Gli scheletri dell'Unipol

scheletri-danzanti.jpg

L’Unipol è nella bufera. I suoi massimi dirigenti sono indagati per aggiotaggio con Giampiero Fiorani. Il piano per impossessarsi della BNL rischia di saltare, benché benedetto da Antonio Fazio, o forse proprio per questo.

Eppure si poteva capire da tempo che qualcosa girava storto nella compagnia d’assicurazioni delle cooperative rosse. Solo che quasi tutta la stampa italiana ha preso sotto gamba una vicenda che invece ha dell’incredibile.

Una vera vicenda "submarine".

Infatti nel 2002 l’Unipol aveva in cassa 408 miliardi di lire raccolti con due obbligazioni a tassi molto bassi, in gran parte addirittura al 2,25% annuo.
Perché decise di rimborsarle anticipatamente tre anni prima della scadenza? Bastava comprare titoli di Stato, allora al 4,65%, per guadagnare 27 miliardi di lire in tre anni, puliti puliti. Perché i dirigenti dell’Unipol diedero un calcio a tutti quei soldi?

Qualcuno, grazie a una soffiata, aveva comprato molti di quei titoli a 93 poco prima del rimborso a 100.

Ma questo si chiama insider trading ed è un reato.

Ovviamente sarà la Magistratura a stabilire se i colpevoli siano davvero Emilio Gnutti, Giovanni Consorte o altri. Il fatto inquietante è il rimborso stesso di quelle obbligazioni, dannoso per i soci dell’Unipol.

È come se il direttore di una banca prendesse dalla cassaforte mazzette di banconote e le gettasse dalla finestra. Certo che è peggio se, proprio in quel momento c’è un suo amico che passa lì sotto.
E comunque non va bene che butti via soldi di altri.

Ora l’Unipol ha chiesto e ottenuto dai suoi soci 2,59 miliardi di euro per scalare la Bnl. Se tanto mi dà tanto, viene da temere che butterà via anche quei soldi.

Gli scheletri negli armadi promettono molto bene.

Dati e riferimenti esatti sono disponibili all'indirizzo: http://www.dm.unito.it/personalpages/scienza/unipol.htm

Postato da Beppe Grillo alle 18:26 in Economia | Commenti (679)
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27.11.05

No alla legge delega pro mafia!

don Ciotti.jpg

Dedico il post della domenica a Don Ciotti, un prete di quelli veri che sta in mezzo alla gente e al suo appello per salvare la legge sui beni confiscati alla mafia.

"Nel 1995, “Libera” raccolse un milione di firme per spingere il Parlamento ad approvare una riforma della legge Rognoni - La Torre che introducesse la possibilità di destinare all’uso sociale i beni confiscati alle mafie. Prima dell’entrata in vigore della legge 109/96, i beni immobili “recuperati” si contavano davvero in poche decine. Oggi, degli oltre 6.500 beni confiscati ne sono stati destinati oltre 2.500. In Sicilia sono nate molte cooperative e altre ne stanno per nascere in altre regioni. In questi primi dieci anni abbiamo toccato con mano che la confisca e l'utilizzo sociale dei beni é certamente un problema che chiama in causa la politica, è certamente un problema sociale, con una dimensione culturale non indifferente, ma è anche un problema etico e educativo. Restituire alla collettività quello che è stato frutto di violenza, di illegalità, di traffici, di sfruttamento, di morte è fondamentale.

Oggi il nostro Parlamento rischia di approvare un disegno di legge delega che vanificherebbe i risultati ottenuti. Tra i molti aspetti discutibili si prevede la possibilità di revisione, “senza limiti di tempo” e su richiesta di chiunque sia titolare di un “interesse giuridicamente riconosciuto”, dei provvedimenti definitivi di confisca. Chi potrebbe gestire – sia esso Comune o cooperativa o associazione – un bene in una simile precarietà, dopo aver speso risorse pubbliche per la sua ristrutturazione? È un regalo che viene fatto alle mafie e ai mafiosi.

Un’altra scelta discutibile, presente nel nuovo disegno di legge, è dato dall’affidamento all’Agenzia del Demanio dell’intera gestione dei beni, dal sequestro alla confisca. Ci sembra un paradosso ulteriore: in passato, è stata proprio l’Agenzia del Demanio, per le gravi carenze strutturali che ha, ad aver rappresentato un freno a tutto il processo.

Il Parlamento può correggere ancora la rotta, se recepisce alcune proposte.
La prima proposta è quella di cancellare la possibilità di revisione della confisca e da parte di “chiunque”, prevedendo la revoca con equo indennizzo nel caso di vittime di errori giudiziari.
La seconda è l’istituzione di un’Agenzia ad hoc nella quale far confluire tutte le competenze e le professionalità costruitesi in questi anni e oggi disperse in mille rivoli.
Da ultimo, occorre valorizzare il ruolo dei cittadini e delle associazioni nella promozione della legalità e nel contrasto alle mafie. Sì, perché a parole, si fa continuamente appello alla “società civile”, alle associazioni, ai giovani, ma, nei fatti, se ne cancella il loro potenziale contributo, in termini di spinta, di accompagnamento, di verifica, di controllo, di vera partecipazione.

E’ per queste ragioni che l’associazione Libera (che raccoglie più di 1200 associazioni nazionali e locali, scuole, cooperative) e molti familiari delle vittime delle mafie chiedono con un appello un serio e approfondito ripensamento, in sede di dibattito parlamentare, del disegno di legge delega AC 5362, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di revisione dei provvedimenti definitivi di confisca, affinchè tutte le forze politiche sappiano trovare il corretto equilibrio tra la tutela dei diritti di chi subisce i provvedimenti di confisca e la necessità di sottrarre alle organizzazioni mafiose gli immensi patrimoni che accumulano ogni anno, nell’illegalità e nel sangue. Trasformando questi beni, come sta avvenendo faticosamente oggi, in segni tangibili di legalità e giustizia. "

Don Ciotti.

Aderite all'appello per email: libera@libera.it o per fax: 06/6783559

Postato da Beppe Grillo alle 18:19 in Economia | Commenti (701)
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21.11.05

Un futuro da disoccupati europei

stiglitz_ride.jpg
foto: Io e Joseph Stiglitz

Il capo della Banca Europea Jean Claude Trichet ha dichiarato che la Bce “è pronta a iniziare a rimuovere parte dello stimolo fornito all’economia” e quindi ad aumentare i tassi d’interesse sin da dicembre.

Che la Banca Europea avesse stimolato l’economia se ne sono accorti in pochi, soprattutto in Italia, ma che ora si proponga di rimuovere lo stimolo all’economia mi sembra una gag bancaria.
Il suo compito non dovrebbe essere esattamente l’opposto?
Se i tassi d’interesse aumentano, aumenta il costo del denaro, la possibilità di investimento, la capacità di pagare mutui e prestiti a tasso variabile ed anche la disoccupazione.

Questo però non è il parere di Trichet che considera la manovra “preventiva” per combattere l’inflazione nel caso questa aumenti, e che anzi darà un aiuto all’occupazione.

Peccato che questo non sia mai successo.

Me l’ha chiarito ieri a pranzo Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia, consigliere di Clinton e autore di un libro che vi consiglio: I ruggenti anni ‘90 a cui ho cercato, inutilmente, di spiegare perché Fazio è Governatore della Banca d’Italia.

“Ad una inflazione contenuta corrisponde un tasso di disoccupazione vicino al 10%.
Perché la Banca Centrale Europea aumenta i tassi di interesse?
Non è mai stato dimostrato che questa misura abbia un impatto positivo sull’inflazione.
L’aumento del tasso di interesse farà sì che la gente compri l’euro, aumentandone il suo valore, ma l’esportazione diminuirà.
Io penso che la BCE sta tentando di contrastare l’inflazione con gli strumenti sbagliati.
L’effetto sarà l’aumento della disoccupazione”.

L’aumento del tasso serve però sicuramente a contrastare il deficit di alcuni Paesi, e l’Italia è campione nello sforamento del deficit.
E allora consiglio alla BCE di cacciare Fazio invece di aumentare i tassi di interesse.
In caso contrario, quanti disoccupati dovranno dire grazie a Fazio?

Postato da Beppe Grillo alle 18:08 in Economia | Commenti (643)
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17.11.05

Il consigliere indipendente ha fatto l'uovo

uovo e gallina.gif

Autostrade, Enel, Eni, Mediaset e Telecom sono state definite monopoliste da Romano Prodi che ha aggiunto: “le uniche imprese che fanno soldi, tutte imprese che lavorano su tariffe” e “le Autorità di controllo lasciano uno spazio che nel resto d’Europa ci si sogna”.

Prodi ha detto cose ovvie, che sanno anche i bambini.
Alle sue parole chi si è sentito chiamato in causa poteva rispondere con un dignitoso silenzio.

Ma come sempre la prima gallina che canta ha fatto l’uovo.
E di chi è l’uovo di giornata?
Degli undici consiglieri indipendenti di Telecom:
Enzo Grilli, Pasquale Pistorio, Jean Paul Fitoussi, Guido Ferrarini, Francesco Denozza, Luigi Roth, Marco Onado, Luigi Fausti, Domenico De Sole, Robet Boas, Paolo Baratta.

Che dopo una giornata e mezza di consulto hanno prodotto una portentosa risposta a Prodi pubblicata martedì scorso sul Corriere della sera a tutta pagina .

Ma se loro sono indipendenti, gli altri consiglieri sono allora dipendenti? E da chi dipendono? E come si fa a dire che questi undici consiglieri sono indipendenti? Non devono comunque essere graditi a Tronchetti? E chi elegge i consiglieri indipendenti? E quanto guadagnano? E cosa fanno in realtà?

E poi, un consigliere non dovrebbe essere sempre, per sua natura, indipendente e fare solo il bene della società e dei suoi azionisti?

La Telecom si fa consigliare da voi indipendenti e raggiunge 42 miliardi di euro di debiti con un titolo che ieri perdeva il 24,7% da inizio anno.

Non è meglio che si faccia consigliare da qualcun altro?


Ps: Non voglio commentare l’articolo uscito ieri su Il Tempo e firmato con uno pseudonimo. Preciso però che il finanziamento infruttifero da me conferito alla società Gestimar è di 461.000 euro e non di 461 milioni di euro come invece è riportato nel testo per un “refuso”.

Postato da Beppe Grillo alle 17:46 in Economia | Commenti (872)
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15.11.05

Carne kamikaze

bomba.gif
immagine: www.austinblog.it

Chiunque abbia visto la trasmissione Report di Milena Gabanelli domenica sera dedicata alla Cremonini, con la denuncia della morte di un ragazzo di dodici anni a Mosca per intossicazione alimentare e di rimostranze formali del governo di Cuba per carne in scatola deteriorata importata dall’Italia, respinta al destinatario e dirottata in Africa, avrà pensato che l’Italia è arrivata al capolinea.
Tanto più che le scatolette a Cuba esplodevano, perché mandarle in Africa e non direttamente in Iraq come armi di distruzione di massa?

Credo che i fatti descritti dal programma ci facciano star male, ci spingano a pensarci altrove, in un Paese pulito, o almeno leggermente più pulito.

Leggetevi il testo della trasmissione e guardatevi il video.

Poi ascoltate le parole del dipendente Giovanardi Carlo, ministro della Casa della libertà provvisoria. Lui pensa a noi, alla nostra salute e a quella della Cremonini.

"Sono rimasto allibito del modo con il quale la trasmissione Report ha tentato di distruggere l'immagine di una grande azienda italiana come l'Inalca di Modena - ha affermato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi - dalla riesumazione delle paure dei consumatori per la mucca pazza alle forniture all'estero, dal fallimento di altre ditte al malizioso collegamento di singoli episodi, il tutto è stato affastellato per criminalizzare le società del gruppo. I danni economici e morali per l'azienda e per il nostro Paese rischiano di essere incalcolabili: rimane da scoprire a chi giovano queste trasmissioni, chi le suggerisce e chi pensa di lucrare profitti su un mercato nazionale ed internazionale, indebolendo un pericoloso concorrente in grado di reggere la competizione mondiale".

Che ci sia dietro il racket dei vegetariani?

Milena Gabanelli, conduttrice di Report, ha replicato: "come fa l'Onorevole Giovanardi a sostenere che quanto è stato raccontato non corrisponde al vero".
"L'inchiesta era molto documentata e l'azienda in questione è stata più volte invitata al contraddittorio, proprio per evitare ogni ombra sulla trasparenza delle operazioni, inviti sempre negati dal Gruppo Cremonini tramite il suo legale rappresentante, e attraverso missive di cui si è data lettura durante la trasmissione. Forse le Istituzioni del Paese non considerano il giornalismo serio una risorsa, ma solo una minaccia".

Invito la Cremonini, che ha rifiutato di partecipare alla trasmissione Report, a scrivere qualcosa di molto convincente a questo blog per rassicurare i cittadini che non sussistono problemi nel consumare i suoi prodotti, e ad evidenziare le inesattezze, se esistono, dei documenti portati come prova da Milena Gabanelli.

Ah, dimenticavo, metta anche per conoscenza il dipendente Giovanardi.

Postato da Beppe Grillo alle 19:41 in Economia | Commenti (1254)
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11.11.05

Calcio e cambiali

cambiale.jpg
Foto: Cambiale fiorentina del 1800

L'Inter di Moratti e del tronchetto dell'infelicità, quest'ultimo onnipresente sui giornali a spiegarci che la banda larga è il futuro dell'Italia quando negli altri Paesi è già presente, e nelle università ad ammorbare gli studenti con i suoi discorsi, ha avuto un lampo di genio.

Ha avviato un'operazione di "alta tecnica finanziaria". Ma vediamo i fatti.

L'Inter ha chiuso il bilancio in rosso per 118 milioni di euro. Mi immagino Moratti, Tronchetti, Buora e Facchetti chiusi nella stanza a chiedersi: "e adesso che si fa?"

Facile, basta un po' di finanza creativa:

• Si cede in leasing per 10 anni il marchio neroazzurro ad una banca (Banca Italease)
• Italease da' in cambio 160 miloni di euro all'Inter
• L'Inter si impegna a riprendersi il marchio con dieci comode rate e una commissione. E paga subito il 20% a Italease pari a 32 milioni.
• 160 milioni incassati, 32 milioni di euro pagati, marchio ceduto in leasing e un po' di cambiali da pagare e il rosso dello scorso anno non c'è più.

E bravi Moratti, Tronchetti. Avete aperto la strada ad un nuovo miracolo italiano basato sulle cambiali.


Massimo Moratti mi ha inviato questa lettera che pubblico e della quale lo ringrazio.

"Caro Beppe,

nel tuo Blog dell’11/11/05 ho trovato una notizia riguardante me, Tronchetti e l’Inter in generale, a proposito di una operazione di leasing con la Banca Italease. Mi permetto di risponderti personalmente per confermarti che abbiamo studiato questa possibilità, con la Banca da te citata, ma che non siamo arrivati a nessuna conclusione. Per quanto riguarda, invece, le perdite di bilancio dell’anno scorso, sono state già da me e dagli altri azionisti appianate e così anche quelle potenziali dei primi mesi dell’anno in corso. Rimane lo studio per valorizzare patrimonialmente il marchio dell’Inter, cosa che continuo a considerare una buona opportunità per la Società. Quindi, purtroppo, il miracolo finanziario a cui accennavi non è accaduto e non può accadere.

A presto. Grazie."

Massimo Moratti

Postato da Beppe Grillo alle 12:31 in Economia | Commenti (866)
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09.11.05

Italiani brava gente

shenzhen.jpg
Foto: http://chinaherald.net

In Cina, come riportato dalla CBC e dal Chinadaily, oltre a capitali e a industriali da esposizione, esportiamo anche picchiatori.

I dipendenti cinesi della societa' italiana DeCoro (fabbricante di divani esportati principalmente in America) hanno manifestato in strada a Shenzhen mercoledi 2 novembre contro i ripetuti pestaggi, subiti da diversi lavoratori in varie occasioni, da parte dei supervisori stranieri e l'abbassamentro dello stipendio.
I manifestanti sono stati dispersi dalla polizia in tenuta antisommossa.

Un record.
Siamo gli unici al mondo che picchiamo i cinesi perchè lavorano poco.
Dopo anni in cui hanno fatto neri i lavoratori italiani, le aziende ora fanno neri anche i cinesi.

Ma in Africa come faranno?
Lì non puoi far nero un nero.

Ci toccherà esportare in Cina anche la triplice sindacale...

Fonti:
http://www.china-labour.org.hk/public/contents/news?revision%5fid=18724&item;%5fid=18718
http://www.china-labour.org.hk/public/contents/news?revision%5fid=18798&item;%
5fid=18796

Postato da Beppe Grillo alle 15:58 in Economia | Commenti (898)
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31.10.05

A volte ritornano

banca%20transilvania.jpg
Foto: www.joe-ks.com


Marco Travaglio mi manda questo pezzo per la notte di Halloween.

Per ringraziarlo faccio un po’ di pubblicità al suo libro "Berluscomiche" che raccoglie gli articoli "Bananas" degli ultimi tre anni.


Quello che l’altro giorno assicurava agli italiani che la ripresa economica è dietro l’angolo e la legge finanziaria Berlusconi-Tremonti è una meraviglia non è un sosia, o un imitatore. E’ proprio il governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio.

Lo stesso “Tonino” che quest’estate riceveva “baci in fronte” da quel galantuomo di Gianpiero Fiorani e lo invitava a “passare dal retro” per non dare nell’occhio.

Lo stesso Gianpiero che la Procura di Milano accusa di aver accumulato tesori nascosti in mezzo mondo, in barba ai risparmiatori. Ora, spogliato da tutte le cariche prima che spogliasse definitivamente la Popolare Italiana, Fiorani passa il suo tempo negli uffici dei pm milanesi.
Fazio invece siede saldamente a Palazzo Koch, da dove annuncia che non si schioderà almeno per i prossimi cinque anni. Anche perché nessuno glielo chiede più.

Solo un mese fa se ne stava da separato in casa nello stesso hotel di Tremonti a New York. Ora si dice che i due abbiano fatto la pace, o almeno la tregua. Infatti Tremonti non lo attacca più e Fazio apprezza molto la sua finanziaria, già corretta tre volte prim’ancora di essere approvata. Un mese fa Berlusconi annunciava che “il governatore non ha più la fiducia del governo né la credibilità per restare al suo posto”. Ora ha riconquistato fiducia e credibilità non si sa bene come. O forse lo si sa fin troppo bene.

Il 5 ottobre 2004 Fiorani, d’accordo con Fazio, rileva e ingloba nel suo istituto lodigiano la Credieuronord: la banchetta della Lega nata nel gennaio 2001 e finita nel giro di tre anni sull’orlo del crac, con tanti saluti ai 3 mila ingenui risparmiatori padani che ci erano cascati. In più, secondo l’accusa, la banchetta è stata utilizzata per riciclare decine di miliardi provenienti da una distrazione di fondi dal Tribunale di fallimentare.

Ora, ai vertici della banca colabrodo sedevano insigni esponenti leghisti, fra cui tre parlamentari: il tesoriere Maurizio Balocchi (incredibilmente sottosegretario e membro del Cda dell’istituto), Stefano Stefani e Giancarlo Giorgetti.

Rischiavano grosso: un processo penale per l’eventuale bancarotta e una multa miliardaria da Bankitalia per riciclaggio
Ma Sant’Antonio sistema tutte cose: risparmia loro la multa, e intanto Fiorani salva la banca.

Qualche anno prima, l’ottimo Gianpiero aveva fatto lo stesso con due banche molto vicine al Cavaliere: la Rasini, dove lavorava papà Luigi e dove la mafia (lo rivelò Sindona) riciclava i soldi sporchi; e l’Efibanca, la merchant della Bnl pesantemente inquinata dalla P2 che negli anni 80 prestò una barcata di miliardi a Berlusconi per dare l’assalto alle tv.
Ora la Rasini e l’Efibanca sono inglobate nella Popolare di Lodi, con i rispettivi archivi.
Quanto alla Bnl, sta per essere acquisita dall’Unipol che tanto sta a cuore a Fassino e D’Alema, con la benedizione dello stesso Fazio.

Davvero qualcuno trova strano che Sant’Antonio sia ancora lì?”

Marco Travaglio

1° Ps: domani 1° novembre sarò al Palafiera di Forli alle 20 per sostenere il comitato anti-inceneritore. Insieme a me ci saranno Dario Fo, Filippo Solibello e Massimo Cirri (conduttori di Caterpillar/Radiodue)e gli esperti Maurizio Pallante e Ganni Tamino. L'ingresso al Palafiera sarà a offerta libera.
Invito i Meetup della zona a partecipare anche con loro banchetti, per farlo devono mettersi in contatto con l’organizzazione Clan-destino a mio nome.

2° Ps: è stata ritrovata la mia borsa con la biancheria a Napoli.

Postato da Beppe Grillo alle 14:13 in Economia | Commenti (562)
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19.10.05

Parmalat: da principi-obbligazionisti a rospi-azionisti

principe rospo.jpg


Il 6 ottobre gli obbligazionisti della Parmalat hanno smesso di essere tali. È così giunta a un giro di boa una vicenda amara, solo in parte simile a quella dell’Argentina. Infatti in quel caso gli investitori, accettando il concambio, hanno ricevuto altre obbligazioni.
Qui invece gli obbligazionisti sono diventati per forza azionisti.

Possiamo ragionare oggi sulle quotazioni delle nuove Parmalat intorno ai 2,6-2,7 euro.
Ciò significa che i possessori delle tre obbligazioni quotate in Italia recuperano un misero 15%, mentre con la maggior parte dei titoli del cosiddetto euromercato possono riportare a casa circa il 33% del valore nominale; inoltre riceveranno alcuni warrant, che per molti saranno poco più di un contentino.

Ma attenzione: anche chi non aveva mai voluto rischiare con le azioni, ora si trova ad averne. È una differenza radicale, che impone un ripensamento. Per i vecchi obbligazionisti Parmalat è incominciata una storia nuova.

Se come regola non vogliono azioni, è logico che vendano le Parmalat che hanno ricevuto o riceveranno a breve ed è assolutamente imprevedibile se sia meglio o peggio farlo subito, fra un mese o fra un anno.
Se invece preferiscono avere un po’ di azioni in portafoglio, possono anche tenersi le Parmalat. Ma sono scelte del tutto indipendenti dall’essere stati in passato obbligazioni della famigerata società di Collecchio.
Obbligazioni e azioni sono comunque due bestie molto diverse.

Per chi volesse approfondire la questione, è disponibile una pagina in Internet all’Università di Torino: http://www.dm.unito.it/personalpages/scienza/parmalat.htm

Inoltre è scaricabile un file in Excel per verificare che sia corretto il numero di azioni che si otterranno a fronte delle obbligazioni Parmalat possedute: http://www.dm.unito.it/personalpages/scienza/documenti/Parmalat-az-da-ob.xls


Ps: ieri sera alla trasmissione radiofonica Zapping un nostro concittadino che segue il blog ha, correttamente, definito Berlusconi come nostro dipendente.
Il dipendente Forbice, conduttore del programma, non l’ha presa molto bene.
Strano, in fondo un suo datore di lavoro che gli paga lo stipendio alla Rai, ha soltanto detto la parola giusta:dipendente!

Ditela anche voi la parola giusta alla Rai e ai vari media: dipendente.
Le parole possono cambiare il mondo.

Postato da Beppe Grillo alle 16:48 in Economia | Commenti (1287)
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16.10.05

La via italiana all'ipoteca

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L’Alitalia sta negoziando un’ipoteca di 485 milioni di dollari sui suoi aerei con una finanziaria statunitense.
Vi ricordate il piano di rilancio dello scorso anno?
Quello che vide la partecipazione attiva del ministro Maroni insieme alle tasse dei cittadini italiani servite a tenere in vita la compagnia?
Beh, non deve essere servito a molto, ma i nostri soldi dovrebbero restituirceli.
Non c’è scritto da nessuna parte che si debbano pagare le tasse per i debiti dell’ Alitalia.
L’ipoteca comunque non basta, è necessario anche un aumento di capitale di 1,2 miliardi di euro forniti da Banca Intesa (ma i suoi correntisti lo sanno?) e da Deutsche Bank.

Comunque non lamentiamoci troppo, la finanza creativa di questo governo ha prodotto un’iniziativa di avanguardia: l’ipoteca.
Potremmo ipotecare case, monumenti, ministeri, auto blu, tutto il demanio dello Stato, il Colosseo, il Duomo di Milano, la Torre di Pisa, le spiagge, le strade statali, le caserme dei carabinieri e i tribunali.
Ci arricchiremmo senza fare rinunce.

Ma qual é il nostro bene più prezioso? Quello che il governo incrementa giorno dopo giorno tenendo fede alla parola data ai suoi elettori?
E’ il debito pubblico!

Un debito come il nostro ce l’hanno in pochi. Vogliamo lasciarlo lì e non sfruttarlo?
Ipotechiamolo. Metti che ci diano anche solo il 20/30% (ed è poco) e risaniamo l’Italia.

Se poi gli investitori fossero troppo diffidenti e non volessero concederci un’ipoteca, il governo potrebbe comunque cedere il credito del debito pubblico a qualche organizzazione criminale di livello internazionale che, in futuro, potrebbe rivalersi con comodo sui cittadini italiani.

Però, a me che sono solo un comico, viene un dubbio: se per salvare l’Alitalia bisogna ipotecare la sua flotta, e se si tagliano del 40% i contributi per gli artisti, dove li trovano i 3,88 miliardi di euro per il ponte di Messina?
Forse nella banca della Lega, quella salvata da Fiorani?

Postato da Beppe Grillo alle 16:37 in Economia | Commenti (676)
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01.10.05

Basta con i pensionati

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Per andare in pensione bisogna sperare in due cose:
- vivere a lungo
- che l’INPS non fallisca.

Di fatto oggi i pensionati sono pagati dai contributi dei lavoratori, i versamenti fatti a suo tempo da chi è in pensione non ci sono più.

Noi non mettiamo da parte i contributi per la pensione, ma stiamo pagando la pensione a qualche vecchietto, se lo vedete ai giardinetti chiedetegli i soldi indietro.

All’italiano toccagli tutto, ma non la pensione.

Ma se chi lavora, vorrà, giustamente, mettersi da parte i soldi e non darli più all’INPS cosa succederà?
L’INPS con le casse vuote e senza gettito come farà? Il numero dei pensionati aumenta e le quote contributive diminuiscono.

Io prevedo tra pochi anni una guerra tra poveri, tra chi tira avanti con lavori precariaprogettoatermine, insomma la nuova occupazione a 6/700 euro di cui va fiero questo governo, e i pensionati che si vedranno ridurre drasticamente la pensione.

Per risolvere il problema si può spostare, piano piano, l’età pensionistica fino a 85 anni e sperare nella legge di natura, o affrontare il problema di petto.

Il governo di certo non si tirerebbe indietro e potrebbe, dopo la finanza creativa, cercare di risolvere il problema con una soluzione finale.

Postato da Beppe Grillo alle 17:41 in Economia | Commenti (1016)
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26.09.05

La festa del pane

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Festa del Creato


Don Gianni Fazzini ha organizzato ieri a Mestre la festa del pane.
C’erano un tavolo con del pane e sedici gazebo dedicati a un tema sul pane.
Uno diceva che il pane non deve più essere un rifiuto.

Mezzo mondo è grasso, mezzo mondo è magro.
Entrambi con la pancia piena, d’aria o di chimica.
Oggi il pane ti dà una caloria, ma ce ne sono volute 500 per sbiancarlo, aromatizzarlo, trasportarlo, confezionarlo. Aggiungerci antiossidanti, conservanti.
Mangiamo tre chili di chimica all’anno solo nel pane.

Don Gianni ha creato i Bilanci di Giustizia per consumare in modo diverso, equo e sostenibile, leggeteli.
Ecco la lettera che mi ha mandato.



“Caro Beppe,

domenica 25 a Mestre c’è stato un evento straordinario.
Nelle spiazzo centrale del Parco della Bissuola la gente di Mestre ha passato il pomeriggio: in ascolto del Pane. C'è stata la Festa del Creato.
E’ stata la rivincita dell'oggetto che siamo soliti mordere e trangugiare sempre più in fretta.
Ha avuto tante cose da dirci: come viene trattato quand'è ancora semino, come se la passa quando messo nella culla-terra si sente arrivare addosso la doccia chimica, Quando, raccolto, deve fare due volte il giro del globo, prima di trovare chi accetta di lavorarlo e farlo diventare pane.
I buddisti ci hanno raccontato cos'è il cibo per loro, una manifestazione del Creato, una ragazza islamica ci ha spiegato che, ogni tanto, bisogna stare lontani dal cibo.
Le famiglie che fanno i Bilanci di Giustizia, e riescono a far in modo che il pane non finisca mai nei rifiuti, ci hanno svelato la loro ricetta.

don Gianni“.


Comincio a preoccuparmi, è il terzo post di preti che faccio, cosa mi starà succedendo?

Postato da Beppe Grillo alle 15:56 in Economia | Commenti (208)
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21.09.05

Banche armate

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C’è un settore nel quale l’Italia non è in recessione e, anzi, è cresciuta del 16% in un anno.
E’ il settore della Difesa, detto anche delle Armi.

Nel 2004 il volume di affari è stato di 1.489 milioni di euro.

Da quali banche italiane è stato gestito nel 2004 questo commercio?

Tre banche da sole rappresentano il 67% di tutto il mercato delle armi:
- Banca di Roma, 395 milioni di euro (30,04%)
- Gruppo Bancario San Paolo IMI, 366 milioni di euro (27,78%)
- Banca Popolare Antoniana Veneta, 121 milioni di euro, (9,19%)

Vedrete che andando avanti così Geronzi, a Natale, invece dell’agenda vi regalerà un kalashnikov con manico in cuoio (per i clienti scarsi una fionda in titanio).

Le organizzazioni Pax Christi, Nigrizia e Missione Oggi hanno lanciato una campagna chiedendo alle persone di scrivere alle banche coinvolte in questo commercio, per chiederne le ragioni.

Se volete, fatelo anche voi.

Avviso per l’appello Parlamento Pulito.

Chiunque voglia partecipare può fare un versamento sul conto corrente:
Intestato a Beppe Grillo
ABI 05018
CAB 12100
c/c 116276
Swift: CCRTIT2T84A
Iban: IT35B0501812100000000116276
CIN B
BANCA POPOLARE ETICA
Causale: Parlamento Pulito

Postato da Beppe Grillo alle 16:47 in Economia | Commenti (634)
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13.09.05

MILLECINQUECENTOQUARANTADUEMILIARDI VIRGOLAQUATTRO

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Fonte: www.antoniodecurtis.com

Il debito pubblico dell’Italia cresce allegramente, senza porsi troppi problemi, da maggio è cresciuto di 25,2 miliardi di euro ed è arrivato a quota 1.542,4 miliardi di euro.
Il numero è così grande che ormai non ci si fa più caso, miliardo di euro in più o in meno cosa cambia?
Cambia, cambia…

Le nostre tasse, le tasse pagate dalle imprese, coprono il debito pubblico, in pratica le tasse servono per pagare gli interessi sui debiti contratti da chi ci governa e ci ha governato.

Soldi per infrastrutture, per la spesa sociale, per innovare il Paese non ce ne sono.
Prima dobbiamo pagare il mutuo dello Stato, ma è un mutuo eterno, in cui il valore della rata aumenta invece di diminuire.

Ognuno di noi ha un debito pubblico di circa 26.000 euro, neonati compresi.
Quando sbarcano i clandestini a Lampedusa non lo sanno, ma appena mettono piede sull’isola sono già indebitati…

Se tutti noi perdiamo dalla crescita del debito pubblico, chi ci guadagna da questa situazione?
I politici, il debito pubblico è finanza elettorale, al politico serve a mantenere il suo posto di lavoro.

Ma se non ho i soldi come faccio a spenderli? Chi mi autorizza a indebitare le generazioni future?
Possibile che non ci sia una legge che proibisca di spendere soldi pubblici in assenza di fondi?

E intanto oggi la Banca Mondiale ci ha retrocesso al settantesimo posto mondiale per la capacità di attrarre investimenti per nuove imprese. Solo lo scorso anno eravamo tra i primi quaranta Paesi.


Postato da Beppe Grillo alle 17:02 in Economia | Commenti (1027)
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28.08.05

I proprietari della Banca d'Italia

La fattoria degli animali.jpg


La Banca d'Italia è una società per azioni, anche se con uno statuto un po' particolare riguardo ai i diritti e al tipo di partecipazione dei soci. Le quote sono di varie banche e, in misura minore, di compagnie d'assicurazioni e dell'INPS.

L’Ufficio Studi di Mediobanca ha identificato il 90,17% della proprietà della Banca d'Italia.

Notare che tre banche da sole "controllano" la Banca d'Italia: Intesa, San Paolo IMI e Capitalia.
Ma se loro "controllano" la Banca d'Italia, come fa la Banca d'Italia a controllarle?

A questo punto, vista l’assenza di governo e opposizione, rivolgiamoci agli azionisti per far dimettere Fazio.

Suggerisco a chiunque abbia un conto corrente presso una di queste banche di inviare una mail con la richiesta di dimissioni di Fazio.

Principali azionisti della Banca d'Italia (90,17%).

Gruppo Intesa (26,81%)
Gruppo San Paolo IMI (17,44%)
Gruppo Capitalia (11,15%)
Gruppo Unicredito Italiano (10,97%)
Gruppo Assicurazioni Generali (6,33%)
INPS (5%)
Banca Carige (3,96%)
Banca Nazionale del Lavoro (2,83%)
Banca Monte dei Paschi di Siena (2,50%)
Cassa di Risparmio di Firenze (1,85%)
RAS-Riunione Adriatica di Sicurtà (1,33%)

Fonte: R & S (Ricerche & Studi) di Mediobanca, 2004, p. 1160

Postato da Beppe Grillo alle 17:31 in Economia | Commenti (631)
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27.08.05

Fazio vattene!

Fazio_vattene.jpg

Dalla relazione del governatore Fazio davanti al Comitato interministeriale per il credito ed il risparmio:

"[...] La correttezza dei provvedimenti e dei comportamenti non può che derivare dalla loro conformità alla legge. Non sussistono altri parametri. Ciò che fuoriesce da questo ambito, non attiene ai fattori da prendere in esame, soprattutto in Sedi istituzionali, come questa. La Banca d'Italia ha scrupolosamente osservato le norme dell'ordinamento comunitario e di quello italiano, le norme regolamentari, le disposizioni di vigilanza.[...]"


Qualche settimana prima dai dialoghi tra Fazio e Fiorani:

"Vieni in Bankitalia ma come al solito passa da dietro"

"Ah... Tonino, io sono commosso, con la pelle d'oca. Guarda... ti darei un bacio in questo momento, sulla fronte ma non posso farlo... ".


Ho creato un'immagine con "Fazio vattene!" sulla barra laterale destra (diffondetela sui vostri siti) che contiene le informazioni per l'acquisto della pagina sulla Repubblica, il cui costo è 15 mila euro più iva.

Offerta libera sul conto corrente:

Beppe Grillo ABI 05018 – CAB 12100 - c/c 116276 - CIN B - BANCA POPOLARE ETICA - causale: Fazio.

Postato da Beppe Grillo alle 23:39 in Economia | Commenti (605)
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24.08.05

Conati

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Mi viene da vomitare e sto pensando anche di cambiare Paese.
Due persone perbene, Clemente e Castaldi, direttori della Vigilanza della Banca d’Italia, esprimono a luglio parere fortemente contrario alla Opa della Banca Popolare Italiana di Fiorani sulla Antonveneta e informano i magistrati della situazione facendo fallire l’operazione.

Un’operazione, la Fazio-Fiorani, che ci ha resi ridicoli e inaffidabili agli occhi del mondo, soprattutto attraverso le intercettazioni telefoniche tra Fazio, la moglie di Fazio e Fiorani, pubblicate su tutta la stampa mondiale.


Risultati:

- Sputtanamento del Paese
- Fazio non si dimette
- Il Governo non chiede le sue dimissioni
- L’opposizione tira finalmente fuori le palle e con alcuni belati esercita il suo fiero dissenso
- Berlusconi propone di mettere un limite alle intercettazioni telefoniche con una legge che scriverà di suo pugno.

Infine, preparatevi, questa è fantastica, un vero colpo di scena:
Fazio chiede un’inchiesta su Clemente e Castaldi con un’ispezione interna in Banca d’Italia.

Cosa succederà a Clemente e Castaldi, cosa gli si può imputare?
Di aver avuto il coraggio civile di denunciare le pastette di Fazio? Li pensioneranno? Gli verrà erogata un’ammenda, tolte le loro responsabilità per evitare altri incresciosi episodi e, allo stesso tempo, per educare gli altri?

In tutto questo schifo dove sono le voci dei grandi imprenditori, dei grandi banchieri, di quelli che tutti i giorni ci spiegano le loro strategie del c..o sui giornali?

Solo Luca Cordero di Montezemolo si è espresso chiaramente dicendo a Fazio di andarsene.

Lo chiedo anch’io.
Spero che lo chiediate anche voi, amici del blog.
E per favore, inviate ai vostri amici, a tutti i vostri amici, questo post.

Postato da Beppe Grillo alle 10:40 in Economia | Commenti (937)
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18.08.05

Il cliente è come il maiale: non si butta via niente!

maiale.jpg


Questa è una lettera vera che ho ricevuto e che ho deciso di pubblicare.
Esprime le cose che avrei voluto dire sulle banche come non sarei riuscito a fare io.


“Maledetto il 1995!!
Perché? Perché nel 1995 è morto mio padre di cancro ed io ho mi sono fatto assumere in banca al suo posto. Nel giro di 5 anni sono diventato operatore di borsa (come amo definirmi io) o meglio gestore clienti (come ama definirmi la banca). Ed è da allora, da quel lontano 2000 (ho cominciato la mia carriera di operatore ad aprile 2000, il primo mese in cui i mercati hanno cominciato a crollare - qualcuno quando mi vede si tocca i co…ni) che non vivo il mio lavoro in modo sereno. Sono vessato dal Budget!!!
A volte mi faccio l'esame di coscienza per vedere se sono io eccessivamente critico. In effetti la banca è un'associazione a scopo di lucro, deve guadagnare e quindi non c'è niente di male a dare i budget alla propria forza vendite. Quindi ho sempre subito in silenzio, cercando di modificare il mio eccessivo scetticismo nei confronti dei miei diretti superiori. Finchè...
...finchè un bel giorno, durante la consueta riunione settimanale, ci viene dato l'ennesimo budget: bisognava collocare un'obbligazione strutturata indicizzata all'inflazione Europea, epurata dalle variazioni del tabacco, maggiorata di uno spread dello 0,10% (quindi con un rendimento lordo del 2,10%) della durata di cinque anni. Il prezzo era 100%. Il budget era di due milioni di euro da fare in un mese. Commissioni implicite (nascoste al cliente a cui bisognava dire che l'investimento non aveva costi) 4% Up Front.

Mi sono permesso di alzare la mano per far notare che nello stesso periodo i clienti potevano comprare allo stesso prezzo dei titoli di stato al 3,50% con scadenza tre anni, quindi più corti, più sicuri e con un rendimento maggiore.
Mi è stato detto che non era mio compito studiare il mercato:
quello era il compito dell'ufficio marketing. E se l'ufficio marketing aveva studiato quell'obbligazione strutturata era perché, dopo lunghe e attente indagini, i clienti non ne potevano fare proprio a meno, le volevano ed erano impazienti di sottoscriverle.

Mi sono subito pentito. Il problema ero io, stupido e ignorante, che non capivo le meravigliose strategie di marketing della mia banca. Così, visto che chi teneva la riunione aveva tante cose da insegnarmi, ho rialzato la mano per esporre un altro dubbio e imparare qualcos'altro.

Non capivo infatti perché, se nei manuali di finanza c'è scritto che un emittente più rischioso deve pagare più di un emittente meno rischioso, la strutturata della banca (rating A) rendesse meno dei titoli di Stato (AA-).

Mi è stato detto che il mio compito era solo quello di collocare
l'obbligazione
. E basta!! E che se non mi andava bene fare il gestore
potevo sempre scegliere un altro incarico. Naturalmente lo stormo di lec..lo annuiva sorridendo...
Giusto per fare una ripicca a questi ultimi, mentre il direttore spiegava il sistema di retrocessione alla filiale delle commissioni occulte - e quindi da non dire ai clienti - e dei benefici al conto economico, ho alzato la mano per la terza volta per dire che, se mi fossi messo dietro a un angolo di una strada con la pistola e avessi rubato 100 ? ai clienti al posto di rifilargli 10.000 ? di obbligazione strutturata col 4% di costi occulti, in fin dei conti, li avrei fatti risparmiare. Mi hanno fatto un c..o così!!!

Dopo sei mesi ho dovuto cambiare banca! (ne ho scelta una più piccola
pensando che le cose andassero meglio ma non è stato così - ma questa è un'altra storia). Giuro che tutto quello che ho scritto è vero! E in una banca che si rispetti di scenette come quelle sopra ne accadono tutti i giorni.

Anche Tanzi è stato una vittima del sistema bancario (che gli rifilava derivati su cui speculare per pareggiare le perdite industriali incassando cifre mostruose che hanno portato alla rovina la Parmalat; il ParmaCalcio, l'aereo privato, etc... sono furtarelli da poche centinaia di milioni di euro).

Vogliamo cominciare a fare un po' il c..o alle banche?”

Postato da Beppe Grillo alle 13:21 in Economia | Commenti (699)
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13.08.05

I grandi debitori

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Fonte: www.thehand.it

In una tabella semplice-semplice il Sole 24 Ore ha riportato i debiti finanziari delle più importanti società italiane al 31 marzo del 2005.
Vediamo cosa dice la tabellina partendo dai debiti finanziari, una piccola classifica delle società più indebitate:

1a Telecom Italia, 50.756 milioni di euro (non dubitavo),
2a Fiat, 32.121 milioni di euro (lo sapevo),
3a Enel, 25.666 milioni di euro (ho capito perché è andata in Borsa!),
4a Autostrade, 10.049 milioni di euro (tutti debiti dei Benetton?)

Telecom, Enel e Autostrade si reggono (con le stampelle) su tre fattori:
- monopolio di fatto,
- incassi continui,
- tariffe superiori alla media europea.

Ma, lo capisce chiunque, non possono durare con questi debiti e con questi manager.

Infatti, se l’indebitamento viene confrontato con il capitale netto delle società (in altri termini quanto valgono) si ha la seguente classifica:

1a Fiat con un mostruoso 594,4%,
2a Autostrade con un altrettanto mostruoso 538,5%,
3a Telecom Italia con 239,5%,
4a Enel con il 128,1%.

Forse questo è l’ordine in cui nel tempo queste società falliranno. Ma in realtà sono già tutte fallite.

Postato da Beppe Grillo alle 15:13 in Economia | Commenti (316)
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08.08.05

Ho scritto t’amo sulla sabbia

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Il patto per il rilancio delle medie imprese non si fa più. L’Ingegner De Benedetti, con salto mortale a triplo avvitamento carpiato con coefficiente pari all’aumento azionario della società Cdb Web Tech registrato in questi giorni, ha rifiutato, per il bene del Paese, i 50 milioni di euro del Cavalier Berlusconi.

Lo ha fatto con un articolo sulla Repubblica al quale ha replicato ieri con una lettera Berlusconi.

Se la contano e se la cantano tra di loro.

Meglio del duo Franco I e Franco IV in: “Ho scritto t’amo sulla sabbia”.
Le medie imprese tireranno un sospiro di sollievo.

L’Italia è rappresentata dall’Ingegnere (sinistra) e dal Cavaliere (destra), dai loro media, dai loro giornalisti e, come è giusto, dai loro interessi.
Cosa accomuna in modo plateale queste due persone? I soldi. Tanti soldi.

L’Italia è diventata una plutocrazia. Per fare politica, per influenzare l’opinione pubblica ci vogliono i capitali.
Chi li ha diventa presidente del consiglio o alfiere dell’opposizione, chi non li ha ascolta le loro verità attraverso i loro media e quindi li conferma nel ruolo.

Io avrei una proposta, una leggina popolare.
Chi ha un capitale personale superiore a, diciamo 10 milioni di euro, non può fare il deputato, il senatore, il ministro, il presidente del consiglio, il presidente della Repubblica.

E per i reati valutari di una certa importanza proporrei, come avviene in Svizzera, una perizia psichiatrica a carico dello Stato.

Postato da Beppe Grillo alle 17:03 in Economia | Commenti (348)
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06.08.05

Debiti in salotto

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Fonte: www.thehand.it

Gnutti e Ricucci certificano, in un loro dialogo telefonico intercettato, quello che dico da tempo del tronchetto, ascoltateli:

Ricucci: “…ma tu l’hai letta stamattina l’intervista di quel defi..nte di Tronchetti Provera su “la Repubblica” di stamattina?”

Gnutti: “No”

Ricucci: “E leggitela, va! Che parla de me e de te
C’è tutta l’intervista del dottor Tronchetti Provera, che loro sono il salotto sano…”

Gnutti: “Ah, ah!”

Ricucci: “Cià quarantacinque miliardi di euro di debiti… il salotto sano lui cià!”

Gnutti: “Pensa te”

Ricucci: “Ma è una roba incredibile, no?”

Gnutti: “Eh sì, ma viene, viene a miti consigli anche lui, eh?”

Ricucci: “Ah sì? E quando però?”

Gnutti: “Eh, l’anno prossimo.”

Ricuccci: “Ah, l’anno pro… cominciamo a dirglielo subito…”

(dal Corriere della Sera di giovedi 4 agosto 2005)

Chi verrà l’anno prossimo dopo il tronchetto? Non sarà forse lui, proprio lui, il portatore nano di telefonia?
Certo dopo le elezioni un’occupazione dovrà pur trovarsela…

Postato da Beppe Grillo alle 15:36 in Economia | Commenti (279)
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04.08.05

Fazio "cubista"

fazio.jpg
Fonte: www.haverford.org

Tutti parlano di Fazio in questi giorni e così per non deluderlo ne parlo un po’ anch’io, anche se non è necessario: la sua fisiognomica da quadro cubista parla per lui.

Il suo faccione riportato in prima pagina sul Wall Street Journal e sul Financial Times ha esposto l’Italia a una delle peggiori figure della sua storia.

Io lo denuncerei non per i fatti relativi alla Banca Antonveneta, ma per lo sputt…mento del Paese. Poco o molto che valga la nostra reputazione di italiani, Fazio ci deve risarcire. Togliamogli la pensione, così per iniziare…

I suoi "compagnucci der quartierino" sono, se possibile, più impresentabili di lui.
Guardatele le facce di Ricucci, di Gnutti, di Fiorani, di Boni.
Sono così impresentabili che, per l’appunto, hanno deciso di non presentarsi, oggi, davanti ai giudici di Milano che li aspettavano per interrogarli.

I giudici volevano sapere da loro alcune "cosucce" sull’aggiotaggio (operazione che si esplica nella diffusione di notizie false, effettuata al fine di generare un movimento al rialzo o al ribasso dei titoli quotati in Borsa), sull’ostacolo all’attività della Consob e sull’insider trading.

Ma gli imputati non erano abbastanza preparati a una linea difensiva in così poco tempo.
Il legale di Gnutti, Giuseppe Frigo, ha dichiarato con stile sobrio e forbito:
“Presenteremo una nota scritta in cui specificheremo che la complessità del materiale probatorio, 24 faldoni, richiede tempo per la sua cognizione e valutazione”.

E intanto i compagnucci che fanno? Vanno in vacanza!
E i giudici?

I giudici comunque qualcosa hanno portato a casa.
Il ministro Castelli avrebbe infatti aperto oggi un’azione disciplinare sul giudice Clementina Forleo per un suo diverbio con una pattuglia di agenti che aveva fermato un immigrato a Milano.

Clementina Forleo è il gip di Milano dell’inchiesta Bpi-Antonveneta.

Postato da Beppe Grillo alle 16:45 in Economia | Commenti (621)
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29.07.05

Il rilancio delle medie imprese

nave_rilancio.jpg


CDB Web Tech, la società di Carlo De Benetti quotata in Borsa ha lanciato un fondo per il rilancio delle medie imprese.
Alla colletta partecipano oltre all'Ingegnere, il Cavalier Berlusconi con 50 milioni di euro, Della Valle con 50 milioni di euro, 25 milioni di euro vengono dai fratelli Magnoni della Sopaf, 5 milioni da Luca Cordero di Montezemolo, 5 milioni da Nerio Alessadri di Technogym. L'elenco è provvisorio.

Volevo mettere qualcosa anch'io. Un milioncino, tanto per giocare con i ragazzi. Ma il "timoniere della gestione", Corrado Ariaudo, mi lascia un po' perplesso. Non sarà mica quell'Ariaudo già direttore generale di Olivetti e sotto processo ad Ivrea per bancarotta per distrazione?

Care medie imprese, un consiglio: navigate a vista senza timoniere.

Postato da Beppe Grillo alle 17:30 in Economia | Commenti (195)
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27.07.05

I soldi nel materasso

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Pubblico una lettera, in forma anonima, inviata da un piccolo azionista Fiat a Mario Maglione e alla società di revisione Deloitte & Touche in cui esprime, dati alla mano, forti preoccupazioni sul futuro prossimo della Fiat, insieme ad una notizia di questi giorni di una linea di credito data alla Fiat di 1,5 miliardi di euro da un gruppo di banche.

Ora gli azionisti Fiat è un po’ che si preoccupano, ma ora sono in compagnia dei clienti e degli azionisti di Banca Intesa e Unicredit.

Quali sono le garanzie che questi soldi torneranno indietro? Oggi molto poche a vedere i numeri Fiat. Le banche non dovrebbero, prima di tutto, garantire i risparmiatori?

Che senso ha tutto questo? Qual è ruolo delle banche? Sostituirsi alla politica?

Mettiamo i soldi sotto il materasso!


"Torino 27.07.2005

INVIO CON EMAIL A: mario.maglione@fiat.com

AL PRESIDENTE DEL COLLEGIO SINDACALE FIAT SPA DR.CESARE FERRERO
P.C SOCIETA’ DI REVISIONE FIAT DELOITTE & TOUCHE
CDA FIAT SPA E FIAT AUTO SPA.

Il sottoscritto XXXXX socio della Fiat spa (controllante la Fiat Auto spa) ritiene censurabile la gestione FIAT, e pregiudicante la continuità aziendale della stessa, per cui sensi art.2408 c.c denunzia NUOVAMENTE al Collegio Sindacale, richiamandone i doveri sensi art.2403 cc, che senza urgenti aumenti di capitale la Fiat spa dovrà essere posta in liquidazione.
A supporto di tale denuncia rileva che da un’esame della:

TABELLA Mb PIANO INDUSTRIALE -
FIAT AUTO CONSOLIDATO

tabella-fiat.jpg

Il patrimonio netto della FIAT AUTO e’ negativo per –2,7 miliardi di euro (-237,5%), e la posizione finanziaria netta e’ peggiorata del 103%.

Suggerisco approfondimenti sulle conseguenze possibili di tutto cio’ sul patrimonio netto della FIAT SPA ….

Per tutto cio’ invito, cortesemente ma fermamente e formalmente , Lei Signor Presidente del Collegio sindacale, a compiere gli adempimenti di legge.
XXXXX
"

Postato da Beppe Grillo alle 18:20 in Economia | Commenti (526)
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19.07.05

Zucchero di Stato

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Il 14 luglio 400.000 persone hanno dimostrato contro l'abbassamento delle sovvenzioni allo zucchero imposto dal WTO all'Europa.
Anche il nostro Ministro Alemanno era in prima fila a difendere i 70.000 sovvenzionati in italia.

Produrre zucchero in Europa costa il triplo del prezzo internazionale, però l'Europa è uno dei maggiori esportatori.

Com'è possibile?

Secondo la teoria economica se da noi è così faticoso e costoso produrre zucchero, dovremmo importarlo dai Paesi dove i costi di produzione sono più bassi.

Questo lo insegnava Antonio Martino prima di essere modificato geneticamente da Berlusconi.

Continuare a produrre zucchero in Europa è come continuare a produrre le banane in Svezia o gli abeti in Congo.

Come potrebbe la Svezia diventare un esportatore di banane cresciute nelle serre del Circolo Polare sotto gli occhi delle renne?

Con le sovvenzioni.

Ogni 3 euro di zucchero europeo venduto, 1 euro lo mette il mercato, 2 euro li mette lo stato.

Così l'Europa può invadere il mercato con le sue eccedenze (10 milioni di tonnellate l'anno), rovinando i Paesi come il Brasile più adatti a produrre zucchero perchè hanno più sole, terra migliore e più manodopera.

A causa delle sovvenzioni ai produttori di zucchero, il Brasile ogni anno perde un miliardo di euro.

Questo è un effetto della globalizzazione. Domanda, offerta, competizione, libero mercato... sono termini ormai senza senso.

La famosa "mano invisibile" che regola il mercato di Adamo Smith, è ormai un pugno con il dito medio teso verso l'alto.

Postato da Beppe Grillo alle 19:07 in Economia | Commenti (496)
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15.07.05

L'esternalizzato

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fonte: www.esternalizzati.it


Il termine esternalizzato mi ricorda parole come ospedalizzato, intubato.

Il fascino del termine: esternalizzato.

Io, azienda, ti esternalizzo, tu, lavoratore, sei più libero, leggero, non fai più parte di un grande gruppo.
Acquisti dimensioni umane, il tuo rapporto con la nuova e più piccola proprietà ti consente di essere cassintegrato, licenziato in modo lieve.
Senza la pesantezza dei sindacati, senza i riflettori dei media.

Piano, piano, nel suo piccolo cono d’ombra, l’esternalizzato può ridursi e scomparire senza disturbare i grandi manager.

Ma quanti sono gli esternalizzati?
Tanti, un esercito.

Esiste anche un sito dedicato a loro, www.esternalizzati.it , “Il portale dei lavoratori trombati dall’articolo 2112 del Codice Civile”.

Esternalizzati d’Italia, fatevi sentire.

Postato da Beppe Grillo alle 18:35 in Economia | Commenti (290)
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14.07.05

Imprenditoria all'asta

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Mi sembra già di sentirla, la signora Bracco della Bracco farmaceutici, proprietaria da soli 2 anni dell'ESAOTE di Genova.

Parlare agli industriali dell' Assolombarda, di cui è Presidente, per dire che le istituzioni sono carenti, che non c'è flessibilità, che c'è bisogno di più incentivi per la Ricerca e Sviluppo, in un settore dove l'Italia è sempre stata all'avanguardia ma che oggi sta perdendo colpi sotto l'influsso cinese e coreano... bla bla bla...

E brava la signora Bracco per l'idea di mettere all'asta una chicca come la società ESAOTE, azienda leader, nel mondo, nelle tecnologie biomediche, per la costruzione di macchinari per risonanze magnetiche, TAC,etc..

Una società sana, competitiva e in attivo (sogno del tronchetto dell'infelicità.) che destina il 10% del suo fatturato alla Ricerca e Sviluppo.

Con 210 supertecnici su 1100 dipendenti, gestita dalle ultime persone serie, nel panorama squallido e disonesto della nostra imprenditoria, come il suo Presidente Dott. Castellano e il suo Staff dirigenziale.

Brava signora Bracco che venderà ESAOTE, società che va benissimo, per sanare la sua azienda, che va malissimo, e forse la venderà alla General Electric, multinazionale americana concorrente.

Il finale è scontato e quasi imbarazzante: ci sarà la delocalizzazione del lavoro, ci saranno degli esuberi e si verificherà il livellamento della concorrenza.

Assisteremo alla distruzione di una piccola grande azienda genovese, ma soprattutto saranno eliminate persone qualificate e in gamba.

Grazie di cuore.

Verso la catastrofe ma con ottimismo


Fonti:
Il Corriere Sestrese
Il Secolo XIX

Postato da Beppe Grillo alle 16:07 in Economia | Commenti (230)
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04.07.05

Do ut des

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E' bello vedere i cantanti impegnati socialmente utilizzare il loro talento e bravura per aiutare chi ne ha bisogno.
Ci credono veramente e sperano di poter fare qualche cosa per cancellare il debito dei PVS (paesi in via di sviluppo).

Sarebbe bello se fosse possibile.

Ma il debito non si può eliminare, si può solo spostare, cambiare o trasformare.

Che cos'è il debito?
Il debito di chi verso chi?

I soldi versati ai PVS, loro non li hanno mai visti, si perdono attraverso la cooperazione allo sviluppo che è diventata lo sviluppo della cooperazione. Il 90% dei soldi vengono utilizzati per mantenere apparati giganteschi come uffici, spese di viaggio, seminari, alberghi, aerei, ecc.

Quello che dovremmo fare è ripensare il libero mercato.

Continuano a parlarci di libero commercio e di globalizzazione che farà tutti più ricchi grazie al libero commercio.
Ma quale libero commercio. Se il commercio fosse davvero libero, noi europei, insieme agli americani, saremmo già falliti da tempo.

E' solo grazie ai dazi, alle barriere doganali e ai protezionismi statali che le nostre economie stanno in piedi.

I dazi italiani sono dazi doganali su prodotti dei paesi meno industrializzati.

Alcuni esempi:



Prodotto importato
Dazio imposto
Caffè
grezzo
0%
torrefatto
7%
decaffeinato
9%
Ananas
fresco
2%
succo
15%
liofilizzato
30%
Cotone
grezzo
0%
tshirt
10%


Più un prodotto dei PVS ha valore aggiunto, più noi lo tassiamo impedendo che loro sviluppino una industria di trasformazione. Li chiamiamo in via di sviluppo, ma siamo noi che gli impediamo di svilupparsi.

E' stato calcolato che i PVS perdono ogni anno 20 miliardi di euro per le mancate esportazioni dovute ai nostri dazi. Ogni anno i paesi industrializzati versano ai PVS 50 miliardi di euro per lo sviluppo. Se i PVS potessero aumentare le loro esportazioni solo del 5% guadagnerebbero 350 miliardi di euro, cioè 7 volte l'importo di tutti gli aiuti allo sviluppo che gli mandiamo.

E' bello vedere l'impegno per cercare di dare di più, ma in realtà non dovremmo dare di piu, dovremmo togliere di meno.


Postato da Beppe Grillo alle 16:36 in Economia | Commenti (580)
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25.06.05

PARMALAT: vota NO!

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Parmalat è stato il crack finanziario più grande della storia. Che io l’abbia detto per primo, io che faccio il comico, dovrebbe far pensare al clima di omertà in cui, da tempo, è immerso il nostro Paese.
Ricevo e pubblico, sperando di fare un servizio, la lettera ricevuta dall’avvocatessa Anna Campilii di Parma che difende un gruppo di piccoli risparmiatori.

“Sul concordato Parmalat si potrà votare fra il 28 giugno e il 26 agosto.
Gli obbligazionisti dovranno votare tramite le banche che detengono i titoli. Il decreto del Tribunale lo dice infatti in modo chiaro: «I titolari dei prestiti obbligazionari dovranno votare per il solo tramite dei rispettivi intermediari aderenti ai sistemi di clearing presso i quali ciascun obbligazionista detiene il conto titoli». Gli altri creditori di Parmalat ammessi nominativamente, invece, voteranno tramite alcune schede predefinite.
I risparmiatori hanno convenienza a votare NO al concordato Parmalat perché solo in tal caso la procedura si convertirebbe nel fallimento e proseguirebbero le azioni intraprese dal commissario straordinario Enrico Bondi contro Bank of America e contro City Group (e altre banche), finalizzate al recupero di oltre 20 MD di dollari, recupero idoneo a sanare tutto il passivo Parmalat (che ammonta a 14 MD di euro).
Se invece venisse approvato il concordato (anche con il silenzio-assenso), esiste il pericolo che le suddette banche diventino socie di riferimento e votino una transazione delle cause a prezzo vile, con evidente danno dei piccoli risparmiatori.
Esiste una alternativa, sdegnosamente respinta dalle banche venditrici dei bond: esse si riprendano i bond al prezzo di vendita e poi saranno libere di votare come vogliono.
Occorre votare no con comunicazione scritta da conservare con il timbro di ricevuta della banca”.

Avv. Anna Campilii, legale di alcuni piccoli risparmiatori.

Postato da Beppe Grillo alle 13:45 in Economia | Commenti (339)
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24.06.05

Il paese di Bengodi

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La società D&B; ha pubblicato un Rapporto sull’economia italiana ed europea insieme al Sole 24 Ore che conferma il declino del nostro Paese, già riportato in queste settimane dai pericolosi comunisti americani del Wall Street Journal, dal settimanale anglo/sovietico The Economist e da David Hale, economista americano (di formazione marxista?) di fama mondiale.
Sono tutti d’accordo: L’Italia va a picco.
Per i prossimi 10 anni si può sperare in una crescita dell’1,5% annua, se va bene, se il debito pubblico non crescerà, se rimarremo dentro ai parametri europei (ma già adesso siamo fuori), se l’inflazione rimarrà stabile, se, se…
Il resto del mondo cresce al ritmo del 3-15%, ogni anno perdiamo terreno e tra cinque anni i rumeni saranno più ricchi di noi, come lo sono ora gli spagnoli e tutta l’Europa occidentale.
Se nulla cambierà ci aspetta un futuro di nuova povertà.
Secondo l’economista Hale, presente la scorsa settimana a Venezia all’incontro per le relazioni tra Italia e Stati Uniti, in Italia non aumenta la produttività, l’export è calato del 25% in due anni e il costo del lavoro è in aumento.
Per Hale “L’Argentina è l’esempio più calzante di quello che l’Italia sta diventando”.
Come cambiare questa tendenza, ammesso che sia ancora possibile?
Denunciandola, guardandola in faccia, prendendo misure efficaci, subito, anche se dure e impopolari.

Ma non preoccupatevi, questa è solo propaganda anti governativa.
Secondo le fonti informative nazionali, infatti, siamo tutti occupati, abbiamo un rapporto auto pro capite molto alto e più telefonini di tutti in Europa.

Postato da Beppe Grillo alle 13:26 in Economia | Commenti (826)
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01.06.05

Fascio-capitalismo

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Marco Tronchetti Provera sta agonizzando nei debiti (circa 80 mila miliardi di vecchie lire) e agonizzante ha dichiarato, al public hearing organizzato a Bruxelles dal Parlamento Europeo quanto segue:

“…valutazione sul piano regolamentare della natura dei nuovi servizi su IP (i cosiddetti SOIP) e in particolare quelli vocali (VOIP).
Innanzitutto, va ricordato che tali servizi presuppongono l’esistenza di un accesso a banda larga alla rete. Essi fanno parte quindi di una nuova famiglia di servizi a valore aggiunto di tipo personale che comprende il trattamento innovativo di voce, dati, immagini, suoni e consente anche una parziale mobilità. Deve essere chiaro che non si tratta pertanto di servizi di telefonia vocale tradizionali, i cosiddetti Public Available Telephone services (PATS).
I nuovi servizi su IP (SOIP e VOIP) sono le conseguenze positive delle strategie innovative, potremmo dire uno dei possibili “dividendi” della banda larga...”

Il VOIP non è una tecnologia di proprietà della Telecom. Tronchetti vuole guadagnare su una tecnologia che non è sua.

La grande balla:
il VOIP non richiede la banda larga come connessione, è sufficiente una normale linea telefonica. La prova è data dagli spettacoli della mia tournèe 2005, dove decine di spettatori hanno telefonato dall’altra parte del mondo usando il VOIP con una normale connessione.

Questa gente è andata, morta, hanno ucciso l’innovazione tecnologica in Italia. Prima hanno bloccato la diffusione del Wi Fi, adesso stanno cercando di arginare il fenomeno del VOIP.
Gente che con il libero mercato fallirebbe in 24 ore.

Siamo un paese semi libero. Che sta annegando nel fascio-capitalismo. Qualcosa va fatto! Io ci sto pensando, pensateci anche voi.

Postato da Beppe Grillo alle 18:42 in Economia | Commenti (491)
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28.05.05

L'albero delle banane

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Alfred Kahn, professore emerito alla Cornell University, ha ancora molto da insegnare a tutti noi e a quanti continuano a rappresentare il nostro paese in "recessione" (come riportato la settimana scorsa dall'Economist e dall'Istat).

Gli economisti sono, infatti, dei "medici" strani: ti osservano come paziente e ti dicono: "sai che c'e'? Che sei morto sei mesi fa". Ma non lo capiscono dalla puzza. E' la statistica a rivelarglielo.

Cosi' la recessione e' definita come un periodo di crescita negativa per 2 trimestri.

Come e' accaduto da noi 2 volte durante gli anni del Berlusconi boom.

Quando Kahn era uno dei consiglieri del presidente Carter, ebbe la malagurata idea di segnalare al Presidente ed ai suoi ministri che il paese rischiava la recessione. Carter e i suoi lo ammonirono: non usare mai piu' quella parola, porta sfiga.

Kahn non si scoraggio' e disse: bene, vuol dire che anziche' recessione usero' il termine "banana" (è tutto vero).
"Tra il 1973 ed il 1975 - pote' dichiarare in termini politicamente corretti - il paese ha avuto la piu' grande "banana" dagli anni della Grande Depressione".

Ma poiche' le parole hanno un senso, e le multinazionali piu' peso dei produttori dei paesi sottosviluppati, i distributori di banane iniziarono a lamentarsi.

Tanto che Kahn dovette cambiare il termine "banana" con "kumquat", un piccolo frutto simile all'arancio originario dell'Indocina.

Le parole dovrebbero essere brevettate con il loro senso originario e tutelate come le grandi invenzioni.
La benzina è diventata verde, il gasolio bianco, un inceneritore viene chiamato termovalorizzatore, i rifiuti materie prime.

Non c'è niente di male ad immaginarsi dei castelli in aria, il problema è quando ci si vuole vivere dentro.


Ringrazio per le informazioni inviate il Professor Mauro Gallegati, dell' Universita' Politecnica delle Marche, Dipartimento di Economia.

Postato da Beppe Grillo alle 15:26 in Economia | Commenti (285)
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24.05.05

Il vero malato d'Europa

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Il più importante settimanale economico del mondo, l’Economist, ci ha dedicato la copertina di questa settimana.

Riporto alcuni passi dell’articolo, di cui rendo disponibile la traduzione completa.

Il vero malato d'Europa.
"L'economia italiana è stagnante, il business depresso e le riforme moribonde".

Lo zar Nicola I di Russia creò la frase: "Il malato d'Europa" per descrivere l'impero Ottomano. Da allora molti altri stati sono stati definiti "il malato d'Europa". omissis. è emerso un nuovo paziente: l'Italia.

omissis. Le notizie della scorsa settimana sull’Italia in recessione nel primo quarto del 2005, con Francia e Germania in miglioramento, suggeriscono che l’Italia ha problemi più seri delle altre due nazioni.
omissis. E le aziende italiane stanno perdendo quote di mercato rispetto ai rivali cinesi non solo in Europa, ma anche nel resto del mondo.

omissis. Le cose cominciarono a peggiorare visibilmente due anni fa, quando i problemi (ancora irrisolti) esplosero in Fiat, la società costruttrice di auto di bandiera, e quando le banche italiane si arrogarono il diritto di vendere bond ad alto rischio ai loro clienti come se fossero immuni da rischi. I bond furono rilasciati dall’Argentina e da due società italiane, Cirio e Parmalat. L’Argentina entrò in crisi, mentre le due società alimentari fallirono. La frode che fece fallire la Parmalat dimostrò che il sistema di corporate governance delle società era marcio. omissis. Sebbene la Parmalat sia stata salvata, i procedimenti giudiziari contro coloro che arrivarono quasi a distruggerla non hanno brillato per zelo.

La corporate governance continua a soffrire grossi rovesci, ma nessuno più evidente del licenziamento da parte del governo di Vittorio Mincato, amministratore dell’Eni, la sesta compagnia modiale gas-petrolifera. Non soltanto questo brillante e apolitico amministratore è stato rimpiazzato da una persona con nessuna conoscenza specifica(Paolo Scaroni, amministratore dell’Enel, la compagnia elettrica italiana); ma questa ignoranza è ora condivisa dall’intero consiglio dell’Eni. omissis. gli investitori stranieri stanno aspettando di vedere se la straordinaria saga dei due tentativi di scalata di banche italiane da parte di banche estere abbia un lieto fine (cioè che le banche estere vincano) o finisca in una farsa.

omissis. Gli scarsi risultati dell’Italia non hanno danneggiato solo il business; hanno anche minato gli standard di vita degli italiani. omissis. L’Economist non fece mistero delle sue valutazioni su Berlusconi nel 2001. omissis.

Berlusconi ha prodotto troppe poche riforme (sebbene i suoi personali interessi di business abbiano prosperato). omissis. la notizia veramente negativa è che, se Berlusconi perdesse le elezioni politiche della primavera del 2006, l’opposizione di centro-sinistra, guidata da Romano Prodi, in precedenza primo ministro ed ex presidente della Commissione Europea, non ha in apparenza politiche economiche innovative e riforme da offrire. Il nuovo titolo dell’Italia (malata d’Europa, ndr) può rimanere senza sfidanti per un lungo periodo.

(traduzione dall’articolo di copertina: “The real sick man of Europe” dell’Economist del 21-27 maggio 2005).


Non vorrei sembrare presuntuoso, ma queste cose le dico da diversi anni, e mi accusano di essere un catastrofista.

E' come prendersela con il termometro se hai 40 di febbre.

Postato da Beppe Grillo alle 15:29 in Economia | Commenti (679)
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21.05.05

Direzione del WTO: accetto!

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Alcune organizzazioni italiane hanno avuto un'idea che mi ha fatto un grande piacere: "Beppe Grillo direttore generale della Organizzazione Mondiale per il Commercio (in inglese: WTO World Trade Organization)".

Come potete immaginare, io penso di fare bene il mio mestiere, ma non pretendo di farne altri. Quindi, state tranquilli, non lascerò i teatri e i palazzetti per un ufficio a Ginevra.

Le mie chance di convincere Bush e Chirac ad accettare la mia candidatura del resto non sono altissime.

Sono invece migliori le mie chance di convincere molta gente a porsi qualche domanda sulle cose che compra e che sono dettate dalle attuali regole del commercio mondiale:

- perché dobbiamo mangiare cibi contaminati da organismi modificati geneticamente senza avere il diritto di saperlo, se la contaminazione è meno dello 0,9%?
- perché a Genova costa meno fare il pesto con il basilico del Vietnam che con quello ligure?
- perché nel bergamasco la polenta si fa con il mais argentino, ma nessuno ce lo dice?
- come mai un litro di petrolio costa la metà di un litro di acqua minerale?

Se chi governa il commercio mondiale ha creato una situazione dai risvolti tragici e comici, allora anche un comico può portare il suo contributo.

Accetto volentieri, come provocazione, la candidatura, anche per ringraziare tutti coloro che mi hanno seguito in questa splendida tournèe e che mi leggono e che mi scrivono sul blog.

Postato da Beppe Grillo alle 15:34 in Economia | Commenti (323)
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18.05.05

Un comico a capo del WTO?

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Pubblico il comunicato stampa realizzato da alcune delle principali associazioni del terzo settore per proporre la mia candidatura a Direttore Generale del WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio).

WTO: METTIAMO UN GRILLO NELLA TESTA DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE!

Beppe Grillo alla carica di direttore generale della WTO, la nostra alternativa all'ultraliberista Pascal Lamy.

Roma, 17 maggio 2005 - Il 26 e 27 maggio i rappresentanti dei 148 paesi membri dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto in inglese) si riuniranno nella sede di Ginevra per nominare il prossimo Direttore generale dell’organizzazione maggiormente responsabile della svendita al mercato dei servizi pubblici essenziali, della liberalizzazione e privatizzazione dell’acqua, della trasformazione dell’agricoltura e del cibo da diritto umano in merce.

Tradewatch, l’Osservatorio italiano sul commercio internazionale promosso da Campagna Riforma Banca Mondiale, Crocevia, Fondazione Culturale Responsabilità Etica, Gruppo d'Appoggio al Movimento contadino dell'Africa occidentale, Mani Tese, Rete Lilliput e Roba dell'Altro mondo fair trade, con l’ARCI e Legambiente hanno individuato il loro candidato ideale.

Alla guida della WTO vogliamo una persona in grado di trasformarla nell’organizzazione mondiale dell’ambiente, dei diritti sociali e del commercio giusto, fissando regole vincolanti che subordinino il libero mercato alla qualità, alla difesa dell’ambiente e degli interessi delle comunità locali, alla promozione di uno sviluppo sostenibile con un riguardo particolare ai Paesi poveri, liberato dall’ossessione di proteggere gli interessi e i profitti di poche multinazionali.

Dopo la nomina di Paul Wolfowitz - di certo non un filantropo pacifista - a capo della Banca mondiale, istituzione che dovrebbe aiutare i poveri del pianeta, sembra ormai deciso che alla guida della WTO debba andare Pascal Lamy. E' l’ex commissario europeo al Commercio, il principale responsabile del fallimento dei negoziati al vertice ministeriale del WTO che si è tenuto a Cancun nel settembre 2003. Fallimento dovuto alla testardaggine dell’Unione Europea, che non ha voluto ascoltare le richieste dei Paesi del Sud del mondo. Lamy è anche lo stesso che diceva di non volere aprire il “mercato” europeo dell’acqua e della fornitura dei servizi idrici alla concorrenza estera, mentre nello stesso tempo chiedeva a molti dei paesi più poveri del pianeta di aprirsi alle multinazionali Europee.

Questo mondo non e’ in vendita, e va governato collettivamente, non da poche lobby affaristiche che influenzano segretamente i negoziatori senza considerare gli interessi di miliardi di persone. Un Direttore Generale illuminato, ambientalista e democratico potrebbe finalmente riconoscere che il commercio non può prescindere dal rispetto e la tutela dei diritti umani, sociali, dei lavoratori e dell’ambiente. Che il Wto deve essere sottoposto ad un controllo esterno democratico e rispettare le decisioni delle agenzie specializzate dell’ONU che si occupano di queste stesse tematiche. Come primo passo, sarebbe necessario far entrare trasparenza e democrazia nelle stesse stanze del Wto, per fare in modo che nei momenti cruciali i rappresentanti dei paesi poveri non siano più esclusi ma siano finalmente ascoltati.

E’ giunto il momento di iniziare a parlare di esclusione di alcuni servizi essenziali, quali l’educazione, la salute e l’acqua dai negoziati commerciali, così come le questioni agricole non possono obbedire solamente ad una logica di puro commercio che distrugge i mercati locali in nome del “grande è bello”.

Nel corso degli anni, Beppe Grillo ha ampiamente dimostrato la propria attenzione e competenza riguardo all’ambiente, ai problemi economici e finanziari, alle innovazioni in economia, alle politiche di consumo critico.
In un club di ossessionati dal libero commercio c’e’ bisogno di un comico per tornare ad essere seri e guardare lontano per proteggere l’ambiente ed i diritti fondamentali di tutti sull' unico pianeta che abbiamo.

Per maggiori informazioni sul Wto ed il commercio internazionale: www.tradewatch.it


Ore 17.30 aggiornamento di Beppe Grillo:
Sono felice di questa provocazione da parte di queste associazioni che ha l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle Organizzazioni Internazionali, che cambiano la vita a miliardi di persone e rimangono enti semisconosciuti.

Postato da Beppe Grillo alle 13:51 in Economia | Commenti (576)
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13.05.05

Mediapolis o Magnapolis?

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Fonte: www.i-gloo.org

Giulia Maria Mozzoni Crespi, presidente del FAIFondo per l’Ambiente Italiano, mi ha fatto avere in copia una lettera inviata alla presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso.

La lettera, di cui riporto alcune parti, riguarda la distruzione di uno dei pochi spazi incontaminati del Piemonte per costruire nuovi centri commerciali.


“Gentile Presidente

come Lei sa, il FAI si oppone da anni ad un progetto di insediamento commerciale chiamato "Mediapolis", destinato a distruggere un angolo fra i più belli e intatti del Canavese, e rappresentato dalla Conca fra Albiano di Ivrea e Caravino.
Con altre Associazioni di tutela ambientale, il FAI ha anche presentato un ricorso al T.A.R. Piemonte, nel quale sono elencate diverse illegittimità delle procedure sin qui seguite.

Questo ricorso dovrebbe essere deciso dal T.A.R. dopo una udienza del prossimo Giugno. omissis.
Abbiamo sottolineato sin dall’inizio che l’iniziativa Mediapolis ha scelto di collocarsi nella bellissima conca collocata fra Albiano e Caravino, omissis ,molto semplicemente perché l’area non costava nulla. I sessanta ettari già di proprietà Olivetti non solo erano inedificabili anche per vincolo idrogeologico, ma sono stati acquisiti all’iniziativa (per quanto é noto) senza alcun corrispettivo in danaro.
omissis.
Agli enti pubblici Piemontesi é stato detto che si sarebbe realizzato un “parco tematico”: vale a dire una iniziativa nel campo del tempo libero e della cultura.
Nonostante questa copertura, sembrava chiaro trattarsi di una gigantesca operazione immobiliare, basata su destinazioni di mero interesse privato e non certo culturali. Era anche evidente che l’iniziativa avrebbe coinvolto prima o poi cospicue risorse degli enti pubblici maggiori, costretti ad intervenire per evitare agli enti locali (i primi araldi di Mediapolis)impegni troppo gravosi.
omissis.
i lavori di Mediapolis non sono stati ancora avviati, ma viene ormai detto apertamente che il vero centro nevralgico dell’operazione sarà costituito da un enorme centro commerciale (si parla di 50.000 mq.), con annessi servizi di carattere commerciale tra i quali la consueta multisala cinematografica “multiplex”.

Nessuno ha condotto studi approfonditi sulla ricaduta di questa iniziativa sulla occupazione locale. E’ certo che il centro commerciale, i ristoranti, la multisala produrranno una domanda di posti di lavoro; ma contemporaneamente i nuovi posti saranno compensati dalle perdite occupazionali dovute alla crisi inevitabile che la nuova iniziativa provocherà al tessuto tradizionale del commercio e dei servizi.
omissis
Si aggiunge che le istituzioni pubbliche del Piemonte (prima ancora che i promotori investissero alcunché, al di fuori delle spese promozionali) sono state chiamate a sottoscrivere un protocollo d‘intesa con il quale si fanno carico di tutte le opere viabilistiche all’intorno, ivi compreso (forse) l’adeguamento del nodo autostradale, nonché di tutte le opere idrauliche per rendere il terreno concretamente utilizzabile (come é noto, i 60 ettari dove verrà collocata Mediapolis sono soggetti a periodiche inondazioni e per questo motivo sono indicati dai piani regionali come utilizzabili solo per salvaguardia idrogeologica).
omissis
Ci chiediamo se sia legittimo che un grande centro commerciale privato debba essere autorizzato disattendendo piani e prassi amministrative, ed essere aiutato con vaste risorse finanziarie da tutti gli enti pubblici del Piemonte anche se ubicato nel posto sbagliato, ed anche se richiede la distruzione dei caratteri storici, naturali e geologici di un luogo così bello e caro alla identità del Canavese. omissis

Giulia Maria Mozzoni Crespi.


Chi sta dietro a questa ennesima operazione di distruzione? I centri commerciali non producono ricchezza, sono figli di una cultura consumistica e globalistica che distrugge realtà locali, come gli artigiani, insieme al territorio.
Io ho sei figli, di questo passo cosa rimarrà a loro dell’Italia: multisale cinematografiche con due spettatori e supermercati pieni di roba con la gente che guarda la merce da fuori? Le pentole argentine si avvicinano sempre di più.

Postato da Beppe Grillo alle 13:42 in Economia | Commenti (278)
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11.05.05

Il rilancio della Olivetti

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Lo storico marchio piemontese Olivetti torna in auge. E’ stato infatti deliberato il cambio di denominazione sociale di Olivetti Tecnost in Olivetti Spa.

Il rilancio del marchio Olivetti è stato accompagnato dallo spostamento della produzione di stampanti in Cina con una conseguente diminuzione di 210 posti di lavoro e da una diminuzione dei ricavi (scesi a 108 milioni) di 31 milioni di euro nei soli primi tre mesi del 2005 rispetto al primo trimestre dello scorso anno.

Il senatore Panattoni ha dichiarato: “Il declino industriale del Canavese preoccupa ogni giorno di più, così come l’atteggiamento cinico nei confronti del territorio dimostrato dal gruppo Pirelli-Telecom-Olivetti”.

Perché non delocalizziamo il management in Cina e teniamo le nostre aziende in Italia?

Postato da Beppe Grillo alle 17:01 in Economia | Commenti (413)
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05.05.05

Ipse dixit

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Il Segretario Generale della Fiom Gianni Rinaldini


Giornalista Angelo Faccinetto:"Lei venerdì ha criticato anche Telecom. Perchè?"

Segretario Generale della Fiom Gianni Rinaldini: "Perchè è un altro tipico esempio di come una privatizzazione realizzata in assenza di un'idea di politica industriale si riveli un'operazione sbagliata. Si è regalato a Tronchetti Provera il monopolio della telefonia fissa. Tronchetti Provera, con poche risorse si è costruito un impero ed ha vissuto, e vive, questa situazione di rendita non giocando sugli investimenti e sull'innovazione, bensì puntando esclusivamente sul rientro del debito attraverso una politica selvaggia che è arrivata fino agli installatori degli impianti. Cosa che ha contribuito a determinare una espansione abnorme del lavoro nero come fatto strutturale. Anche questo è segno di come viene interpretata nel nostro Paese la politica industriale".

Per una volta sono d'accordo con la Fiom.

Postato da Beppe Grillo alle 19:21 in Economia | Commenti (274)
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29.04.05

Il grande dubbio

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Ho ricevuto numerose segnalazioni su un sondaggio che ci riguarda tutti e che scade domani.

"Un articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore alcuni giorni fa spiegava tre cose importanti:

1 - In Europa non è obbligatorio, per le merci importate da paesi extra-UE, l'indicazione del paese di origine;

2 - Gli intelligentissimi politici che sono a capo del Parlamento Europeo hanno il DUBBIO se sia utile o meno istituire l'obbligo di tale indicazione per tutte le merci importate in Europa;

3 - Tali intelligentissimi individui hanno istituito un sondaggio via internet per sapere da imprese e da privati se sia utile istituire questo obbligo.
Il problema è che questo sondaggio è sconosciuto penso a chiunque.


Siccome la mancata indicazione del paese d'origine può comportare alcuni spiacevoli effetti come:

- comprare carne che si pensa italiana invece è thailandese e ha il morbo della mucca pazza (è successo, anche recentemente, a Milano);

- comprare medicinali con il marchio CE pensando siano europei invece sono cinesi (CE sta anche per "China Economy", ci hanno clonato il marchio);

- comprare frutta e verdura che si pensa coltivata in un agriturismo toscano invece è un prodotto OGM canadese;

- comprare vestiti anche di marche famose che si pensano fatti in Italia (e si paga per questo uno zero in più) invece sono stati prodotti nelle Filippine da bambini di nove anni;


Per motivi di morale, etica, politica, economia, consiglio di rispondere al sondaggio per togliere anche l'ultimo DUBBIO a quegli "intellettuali dubbiosi".
"

Il sondaggio scade domani.

Postato da Beppe Grillo alle 16:56 in Economia | Commenti (297)
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22.04.05

Tra poco le pentole in strada

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Nei primi tre mesi di quest'anno il disavanzo della bilancia commerciale italiana extra-UE è stato di 3.743 milioni di euro.

Le quote italiane di esportazioni di manufatti, a prezzi correnti, hanno perso l'1%, dal 6% al 5% (dato 2004), sul commercio mondiale.

Importiamo miliardi di euro di prodotti ed abbiamo perso negli ultimi anni circa 35 miliardi di euro di attivo nel saldo tra merci importate ed esportate.

In compenso esportiamo lavoro, delocalizziamo...

Importiamo prodotti ed esportiamo lavoro, quanto potrà durare prima di un crack?

A quando le pentole in strada?
Chi ci guadagna?

I grandi gruppi industriali che invece di rischiare, investire capitali ed innovare i prodotti, trovano più economico mantenerli come sono ed abbassare il costo del lavoro esportandolo in Cina o in Romania.
Gli stessi gruppi impongono i costi strutturali (trasporti, telecomunicazioni, energia, ecc) più alti d’Europa alle piccole/medie imprese italiane, strozzandole.

Francia e Germania, entrate insieme a noi nell’euro, hanno aumentato le loro esportazioni del 6,9% e dell’11,4% annuale. Il problema della nostra competitività non è l’euro.

Solo grazie all’euro abbiamo rimandato la pentolata argentina.

Qualcuno in questi anni si è fregato l’argenteria degli Italiani: ricchi sempre più ricchi e Paese impoverito.
Ma forse chi si è fregato l'argenteria dovrà restituirla...

Postato da Beppe Grillo alle 16:35 in Economia | Commenti (250)
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18.04.05

Pubblicità: non bisogna aggiungere, bisogna sostituire

Secondo The Economist le spese mondiali per pubblicità sono state di 370 miliardi di $ nel 2004 (+ 7%). Aggiungendo marketing e promozioni si arriva a 1000 miliardi di $.

Ma la gente non ne può più di pubblicità. Così la evita, cerca di difendersi e cerca le informazioni altrove.

Buona parte di quel trilione di dollari causano quindi solo tormento ai cittadini e nessun beneficio alle aziende.


Se a questo bombardamento ora si aggiunge anche internet siamo fritti. Non bisogna aggiungere, bisogna sostituire!


La mia proposta: ridurre gradualmente il bombardamento pubblicitario dei cittadini alla stessa velocità con cui aumenta la loro capacità di cercarsi da soli in internet le informazioni che davvero desiderano.


Non sarebbe bello se fra 10 anni le aziende ci bombardassero con 100 invece che con 1000 miliardi di dollari? E se fra 10 anni smettessero semplicemente di bombardarci e di considerarci bambini deficienti di 11 anni?


Da The Economist, 2.4.2005, editoriale a p. 9 e inserto p. 1-16:

L’americano medio è esposto a 3000 messaggi di marketing ogni giorno (…). Due terzi dei consumatori si sentono “costantemente bombardati” da troppo marketing e pubblicità. (…)


Il mondo della pubblicità sta reagendo a un madornale inconveniente, la divergenza tra i dollari e le pupille. Nonostante i maggiori investimenti pubblicitari vadano alla tv e alla stampa, molta gente non le guarda. (…)


Molte persone passano ora in internet tanto tempo quanto ne dedicano alla televisione e ai giornali. Molti si stanno armando per evitare i messaggi di marketing con programmi che filtrano la pubblicità in internet o con videoregistratori che saltano gli spot pubblicitari. (…)


Prima era la pubblicità a fornire gran parte dell’informazione sui prodotti. Per buona parte del secolo scorso la pubblicità ha parlato a un pubblico coatto, limitandosi a pochi canali radio o tv o giornali. Ora la scelta dei media è esplosa e i consumatori selezionano ciò che vogliono da una varietà molto maggiore di fonti – specialmente con pochi click di un mouse. Grazie a internet il consumatore sta finalmente prendendo potere. (…)


Presto sarà possibile controllare prodotti e offerte concorrenti non solo usando i computer ma anche con i telefoni cellulari. Quando questo accadrà i consumatori saranno veramente re e solo le aziende pronte a servirli sopravvivranno. (…)


Otto clienti su dieci della Ford si sono serviti di internet per decidere che auto comprare. (…)


Per la prima volta il consumatore è il capo. Ciò affascina e spaventa perché tutto ciò che eravamo abituati a sapere e a fare non funzionerà più. Kevin Roberts (CEO Saatchi & Saatchi).


Postato da Beppe Grillo alle 17:42 in Economia | Commenti (183)
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16.04.05

Italiani brava gente?

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Fonte: www.oecd.org/dataoecd/59/51/34700392.pdf


1969 – Il governo italiano s’impegna, insieme agli altri governi dei Paesi più industrializzati, a portare gli aiuti ufficiali allo sviluppo allo 0,7 % del PIL.

2001 – Il capo del governo italiano raccomanda a tutti i Paesi più industrializzati di portare gli aiuti ufficiali allo sviluppo all’ 1,00 % del PIL (Roma, vertice della FAO).

2002 – Il capo del governo italiano promette di portare gli aiuti ufficiali allo sviluppo (ODA) italiani allo 0,33 % del PIL per il 2006.

2004 – Gli aiuti ufficiali allo sviluppo italiani scendono dallo 0,17 allo 0,15 % del PIL, strappando agli Stati Uniti la maglia nera del Paese meno generoso del mondo.

Se andiamo avanti così, gli chiederemo noi dei soldi in prestito.


Fonti:
www.oecd.org/dataoecd/59/51/34700392.pdf
www.oecd.org/document/3/0,2340,en_2649_201185_34700611_1_1_1_1,00.html

Postato da Beppe Grillo alle 15:57 in Economia | Commenti (94)
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12.04.05

Imprenditori di ieri e di oggi

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Ieri mi hanno colpito due notizie: Adriano Olivetti e i salari industriali.

Ieri era il compleanno di Adriano Olivetti, un imprenditore che fece anche politica. Ma che imprenditore e che politica.
Provate a confrontare la sua biografia e i suoi successi con quelli degli imprenditori che si sono buttati in politica adesso.

L’Herald Tribune di ieri ha pubblicato uno studio dell’OCSE sui salari nei paesi industriali. Nel 1975 andavano ai dipendenti il 73 % dei ricavi industriali, nel 2003 il 64%. Da 30 anni la fetta della torta per i dipendenti continua a diminuire, quella per i manager e gli azionisti continua a crescere.

Gli imprenditori veri come Olivetti erano quelli che creavano ricchezza e progresso per sé e per gli altri, mettendo in gioco il loro nome e i loro soldi. Quando facevano cultura e politica era per cercare di migliorare il Paese, non per evitare la galera.

Oggi invece nelle grandi società dominano gli speculatori, gli incompetenti, i campioni del falso in bilancio, dell’evasione fiscale e delle società offshore.

Nel 1956 Adriano Olivetti riduceva l’orario di lavoro a parità di salario. Oggi invece vogliono solo che la gente lavori più in fretta e più a lungo, ma guadagnando meno.

Per saperne di più:
Biografia completa: www.fondazioneadrianolivetti.it
Iniziative di manager: www.managerzen.it/Parliamo/aziende/network.htm

Postato da Beppe Grillo alle 18:11 in Economia | Commenti (159)
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10.04.05

Tasse a prescindere

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Giuliano Urbani Ministro dei Beni Culturali vigila ogni giorno sulla SIAE della quale designa tre consiglieri di amministrazione.

La SIAE con i suoi 1400 dipendenti, 700 milioni di euro all’anno di incassi, 560 milioni di euro in cassa e 135 milioni di euro investiti in titoli, ci tutela, tutela noi consumatori.
Da dove viene questo fiume di denaro? Dalla riscossione dei diritti di autore.

Ma la SIAE non si fida degli Italiani e i suoi soldi li vuole, come direbbe Totò, a prescindere.

I dvd e i cd vergini, anche se utilizzati solo per scopi personali, sono stati tassati dalla SIAE con un’imposta che varia da 30 a 87 centesimi e che ne fa raddoppiare il prezzo.

L’italiano viene tassato sull’ipotesi di reato di duplicazione.

L’italiano ha reagito non comprando più dvd e cd, crollati del 41,8% nel 2004 rispetto al 2003.

L’ASMI, Associazione Sistemi e supporti Multimediali Italiana, che ha visto crollare le sue entrate, ha avviato un’azione legale contro la SIAE.

Urbani e la SIAE hanno aperto una nuova strada per la fiscalità: la tassa sull’illegalità presunta.

Postato da Beppe Grillo alle 16:49 in Economia | Commenti (195)
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06.04.05

Chi frena lo sviluppo dell’Italia?

Beppe Grillo 14.jpg

La competizione si gioca con i costi strutturali che le aziende devono sostenere ogni giorno per energia, trasporti, connettività.

Più sono alti i costi, meno si compete nel mercato internazionale.

Telecom Italia ha adottato una politica dei prezzi per aiutare gli italiani.

L'associazione Anti Digital Divide ha denunciato in sede europea Telecom Italia con l'accusa di praticare prezzi più svantaggiosi in Italia rispetto a Francia e Germania, e di non garantire la copertura della banda larga in molte zone del nostro Paese.

Ecco i prezzi Telecom Italia per l’accesso ADSL, ALICE, a clienti residenziali:

  • Italia: 36,95 euro/mese linea 1,2 Mb/s
  • Germania: 21,95 euro/mese linea 1,5 Mb/s, pari al 41% in meno
  • Francia: 15,95 euro/mese linea 8,0 Mb/s, pari al 57% in meno

Ma non è che ci sia una correlazione con la competitività degli stipendi di Telecom Italia del 2004?

  • Riccardo Ruggiero 7,3 milioni di euro (di cui 5 di bonus)
  • Carlo Buora 3,4 milioni di euro
  • Marco Tronchetti Provera 3,1 milioni di euro.
Già che ci siamo, mettiamo all' Authority Tanzi e Cragnotti.

Postato da Beppe Grillo alle 17:03 in Economia | Commenti (196)
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25.03.05

Pensionati rapaci

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Una coppia di anziani "speculatori" verranno risarciti del loro investimento di 315.000 bond argentini.

Il Tribunale di Mantova, Sezione II, ha condannato, con una sentenza del 18/03/2004, la B.A.M. (Banca Agricola Mantovana) a restituirgli i soldi investiti, con gli interessi.

La sentenza si basa sulla nullità dell'ordine d'acquisto di titoli obbligazionari quando, in violazione degli art. 21 t.u.l.f., 28 e 29 reg. CONSOB, l'intermediario non abbia agito con la diligenza dell'operatore particolarmente qualificato, considerata come precetto imperativo ex art. 1418 c.c., a tutela del pubblico risparmio, così come sancito dall'art. 47 della Costituzione.

Il testo integrale della sentenza è stato pubblicato sulla rivista "La responsabilità civile", edito da UTET, nel marzo 2005... dopo più di un anno dalla emissione.

Roba da pazzi questi giudici comunisti...

Meno male che non si sanno queste cose, se no il 99% dei risparmiatori potrebbe ricevere a restituzione quanto investito...rovinando così le povere banche che si sono fidate di loro.


Fonti:
www.dirittobancario.it
www.dirittobancario.it/public/Materiale_Maggio_20044811413.pdf
La Responsabilità civile, ed. UTET, marzo 2004

Postato da Beppe Grillo alle 16:31 in Economia | Commenti (124)
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20.03.05

Lo smilzo terrorizza anche l'occidente

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Fonte: http://utenti.lycos.it/gisus/

La Ferrania S.p.A.,grande società storica italiana situata in Valle Bormida, che produce materiale fotografico, nel 2003 è stata messa in amministrazione straordinaria con i suoi 700 dipendenti e 70 milioni di debiti.

Il 14 febbraio 2004, con l'applicazione della "Prodi-bis", che consente alle aziende di non disperdere tutto con un fallimento, sono state aperte le buste delle offerte vincolanti per l'acquisto della società.

Su quattro offerte:

- due sono state scartate subito per inadeguatezza.

- una, fatta da una "squadra" di alcune decine di imprenditori italiani operanti in diversi settori (dai trasporti a ex manager, da magnati delle autostrade alla finanza pubblica, a incubatori di impresa), richiede sovvenzioni pubbliche, la necessità di costruire una centrale termoelettrica e un centro intermodale e prevede la riduzione da 700 a 450 posti di lavoro.
Valore dell'offerta: 10 milioni di euro.

- una, fatta da un uomo solo, un asiatico smilzo che rappresenta una famiglia asiatica benestante.
Offre 650 posti di lavoro complessivi, promette investimenti immediati di 37 milioni di euro, afferma di voler creare sinergie tra Asia e Italia, sostiene di voler mantenere la produzione in Italia e di non avere tra i suoi programmi la costruzione di una centrale o di un centro intermodale... e non vuole assolutamente finanziamenti pubblici.
Valore dell'offerta: 1 euro (successivamente aumentata a 5 milioni).

Questo è il modello della nuova imprenditoria Italiana.
Imprenditori senza capitali che non rischiano nulla e che si muovono solo con i contributi dello Stato.

Questi sono i veri COMUNISTI in Italia.


Postato da Beppe Grillo alle 19:04 in Economia | Commenti (143)
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17.03.05

Tronchetti Provera/Concorrenza vera

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Il Corriere della Sera di lunedì 14 marzo 2005 ha ospitato un contributo del dott. Marco Tronchetti Provera, detto il tronchetto dell'infelicità, dal titolo:

"Altro che rifugio, le telecomunicazioni sono concorrenza", richiamato in prima pagina con un box "Telecomunicazioni, concorrenza vera".
(vedi l'articolo)

Il 16 novembre 2004 l'Antitrust ha irrogato a Telecom Italia una multa da 152 milioni di euro (la più alta multa mai fatta) per "abuso di posizione dominante", contro la quale ha fatto ricorso al Tar del Lazio.
(vedi l'articolo)  

La quota di mercato di Telecom Italia nel fisso, inclusa la interconnessione, è intorno all' 80%.

Il "Tronchetto" detiene il record come uomo più indebitato al mondo, con un debito di circa 44 miliardi di euro.

Si può parlare di concorrenza con un operatore dominante di questo livello?

Le privatizzazioni dovevano servire per aumentare la competizione e il servizio al cittadino o a introdurre un monopolio privato "de facto"?

Caro Tronchetti, piano piano stiamo scoprendo chi sei veramente...

Postato da Beppe Grillo alle 20:30 in Economia | Commenti (108)
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08.03.05

Capitali senza capitalisti

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Foto: www.virginatlanticglobalflyer.com

Il 3 marzo il miliardario statunitense Steve Fossett ha aggiunto un altro record alla sua carriera di circumnavigatore globale solitario.

Dopo essere stato il più veloce intorno al globo in barca a vela e in pallone aerostatico, ora lo ha circumnavigato in 67 ore su un aeroplano monomotore, il Virgin Atlantic Global Flyer (foto).

Le imprese di Fossett hanno giocato su cinque carte:

1) era in solitaria;
2) rischio totale personale;
3) più veloce di chiunque altro;
4) nessun aiuto dallo stato;
5) globalità dell'impresa.

Vi ricorda qualche cosa?

E' il POKER del capitalismo. Quello vero.

Quello dove il capitalista:

1) è solo al vertice. La sua azienda porta il suo nome;
2) investe tutto se stesso, si mette in gioco;
3) è migliore e più veloce dei sui concorrenti;
4) non si fa aiutare o proteggere dallo stato
5) gioca in tutto il mondo, non solo al riparo dei confini nazionali.

In Italia, con qualche eccezione del passato, i principali capitalisti sono il contrario di Fossett.
Le loro navigazioni più avventurose sono da Porto Cervo a Porto Rotondo, i loro profitti e la loro sopravvivenza sono garantiti da decenni di corruzione e dalla protezione dei governi e dei partiti politici.
Gran parte o la totalità del loro fatturato sono in Italia, al riparo della concorrenza globale.

Sono gli imprenditori senza capitali, che esistono grazie alle sovvenzioni del governo, ad operazioni in Borsa della quale hanno il controllo e a leggi fatte su misura.

Altro che Poker, sono imprenditori della BRISCOLA truccata.

Postato da Beppe Grillo alle 10:11 in Economia | Commenti (115)
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25.02.05

Morti di fame

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La Sentinella del Canavese, 21/02/2005

Nell' ex-ricco Canavese della ex-informatica ormai si ruba per fame.

Padre e figlio costretti a rubare pane e fette biscottate per sopravvivere e la spesa nell'ultima settimana si fa a credito.

Nessuno parla della fine dell'Olivetti e dell'informatica italiana.

Ridateci gli Olivetti, riprendetevi i Tronchetti.

Postato da Beppe Grillo alle 12:53 in Economia | Commenti (88)
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18.02.05

FORZA ITALIA! MA DAVVERO!

Caro Montezemolo, caro Marchionne,
perché non sapete più parlare?
Perché avete scritto sull’ultima pagina del Corriere del 15 febbraio sette parole quando ne basterebbero due?

Invece di scrivere:
“DEDICATO A TUTTI I TIFOSI DELL’ITALIA”

dovevate scrivere:
“FORZA ITALIA!”

O non ve la sentite?

Avete fatto automobili popolari che sono passate alla storia, avete fatto le auto da corsa più belle e più forti del mondo.
Voi sì che potreste gridare “FORZA ITALIA!”.
O dobbiamo lasciare queste due parole a questo governo?

Perchè il capo del governo e i ministri si fanno vedere in televisione solo su auto tedesche?

Sono come i miliardari sauditi: predicano il Corano e velano le donne e investono miliardi nelle distillerie di whisky o nelle televisioni porno.

Montezemolo, Marchionne,
fate una linea di automobili che consumano la metà e inquinano un decimo di quelle attuali. Si può, ve lo giuro.
Chiamatela “Forza Italia!”.
Vi faccio io la pubblicità gratis con la mia faccia.
E cominciamo a risollevare questo Paese.
Ma per davvero.

Postato da Beppe Grillo alle 15:40 in Economia | Commenti (34)
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14.02.05

L'invenzione della partita nulla: Nega-prezzi per Nega-aziende

mirafiori1h.jpg


Dopo aver inventato la partita doppia e la partita truccata, ecco una nuova grande invenzione dell'economia italiana: la partita nulla.

La partita nulla è quella che si riceve in cambio del Nega-prezzo.
Il Nega-prezzo è quello che un compratore è disposto a pagare pur di non ricevere la merce.
Fiat, da 100 anni emblema dell'industria italiana, è cosi ridotta che c'è gente disposta a pagare una fortuna pur di non averla.
General Motors pagherà a Fiat 1,5 miliardi di euro pur di avere la certezza di non possedere Fiat.

Complimenti a Elkann e a Montezemolo. Siete riusciti a spillare agli americani un sacco di dollari in cambio di niente. Siete meglio dei magliari napoletani.
Se le Nega-aziende sono una delle maggiori risorse del Paese, il nuovo miracolo economico dell'Italia è assicurato.

Statunitensi, Giapponesi, Cinesi, quanto siete disposti a pagare perchè ci teniamo la Parmalat, la Fininvest, la Telecom e tutte le altre?????

Postato da Beppe Grillo alle 17:50 in Economia | Commenti (57)
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01.02.05

Un economista incontra Dio.

Un economista incontra Dio.
“Tu sei Dio?” gli chiede.
“Si” dice Dio.
“E’ vero che un secondo dei tuoi sono mille anni dei miei?”
“Si, è vero”.
“Ed è vero che una lira delle tue sono 1000 miliardi per noi?”
“Si, è vero”
L’economista dice “Mi puoi prestare 5000 lire?”
“Si, se mi aspetti 10 minuti te le vado a prendere”.

L’economista è quello che aspetta.

Postato da Beppe Grillo alle 16:30 in Economia | Commenti (25)
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28.01.05

Il mondo rovesciato

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L’economia, la forza del PIL...
Un signore sta tranquillamente leggendo nel suo salotto quando all’improvviso un mattone gli entra in casa sfondando il vetro.
Il mattone è avvolto da un foglio su cui c’è scritto: “ Se hai bisogno di cambiare un vetro rivolgiti a noi della SventroLux”.

Postato da Beppe Grillo alle 17:59 in Economia | Commenti (319)
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