FOTO LESBO - CALDE LESBICHE - LESBICHE DEPILATE

 

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Racconto erotico

Sono circa tre anni che lavoro presso una nota agenzia di viaggi della capitale come venditore di crociere. Ai primi di luglio 2003, sento la mia vescica prossima all'esplosione. E' stata una di quelle matine in cui inizi alle 9 e fino alla pausa pranzo non hai un attimo di respiro. Sembra che tutta Roma debba partire in quei momenti e così quando alle 12,30 l'agenzia entra in pausa pranzo non mi unisco ai miei colleghi per la solita pizza e birretta, ma mi precipito al bagno del personale per risolvere quest'impellente problema. Entroe sbatto la porta dietro di me faccio appena in tempo a tirarlo a fuori per non bagnarmi i calzoni di lino. Ad un tratto sento la porta dietro me aprirsi e venire poi richiusa con il paletto. In quel momento non posso proprio voltarmi ma riconosco la voce della moglie del titolare, la signora Enrica di circa 50 anni non bella ma come molte della sua età e classe sociale,estremamente curata, una bambola di procellana " Avevi proprio bisogno di scaricarti, vero?" "Chissa come ha sofferto a stare chiuso lì dentro tutte queste ore?" e mentre pronunciava queste parole la signora aveva preso il mio uccello con la mano destra e cominciato a carezzarlo. " Mica vorrai rimetterlo subito via?" Fagli godere un po' di libertà" Adesso il movimento della mano della signora si faceva più veloce mi stava tirando una sega e il mio cazzo rispondeva "Presente!" Per un momento la signora Enrica smise di segarmi per togliersi la camicia e rimanere col solo reggiseno. Alla vista della piega tra i suoi seni il mio cazzo ebbe un sussulto e quando, dopo avere chiuso il coperchio del water ed essersi seduta, Enrica sfiorò con la punta della lingua la cima della cappella, il mio cazzo seguì le sue labbra come calamitato. "Allora è vero quel che mi dice mio marito che sei felice di lavorare con noi e che sai fare il gioco di squadra" Detto questo Enrica schioccò un bacio sulla cappella e poi dopoaver percorso con la lingua l'intera lunghezza della verga prese a succhiarmi. Io intanto avevo iniziato a carezzarle i grossi seni e a stuzzicarne i capezzoli che sentivo pian piano indurirsi sotto le mie dita. Iniziai a fantasticare mentre venivo ingoiato dalla vorace gola della titolare se avrei potuto venirle sulle tette ma ero anche preoccupato che il marito della signora potesse accorgersi che non ero uscito e chiedersi il perchè di questa prolungata visita in bagno. Enrica invece sembrava ormai padrona della situazione e del mio membro che cominciavo a sentir pulsare per tutta la sua lunghezza. Le dissi che stavo per venire e lei allora mi ordinò di sborrarle sulla faccia. Io l'accontentai ma parte degli schizzi raggiunsero i suoi capelli e la parete del bagno. "Grazie dell'aperitivo" mi disse "Adesso puoi tornare a lavorare". Uscii dal bagno furtivamente ma ancora non era rientrato nessuno. Lei si trattenne in bagno ancora qualche minuto per sistemarsi il trucco, il suo rossetto era tutto su di me, ed i capelli. Quando usciì, chiamò il marito e presolo sottobraccio andarono al ristorante. Io rimasi al lavoro senza mangiare ma ne era valsa la pena e chiedendomi se quella fantastica pompa sarebbe stata il preludio di qualcosa o solo una meravigliosa eccezione.
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E' comune difetto degli uomini non fare conto nella bonaccia della tempesta