by Tony Sasso (tonysasso@katamail.com) ©1999
Si può spingere lo sguardo in fondo
in fondo, quasi fino al mare. Le nuvole sono diafane e non riescono
a nascondere le stelle, che tremano come milioni di animelle indifese,
al freddo della sera.
Io in tutto ciò mi sento quasi a posto, quasi pulito.
Ho le tasche piene di sangue e di cenere: nessun compromesso tra
quello che si può e quel che si deve fare. Mi sono concesso
tutta la libertà che ero in grado di concepire, ed ecco
il risultato.
Adesso non posso più fermarmi.
Una volta sì, che vedevo tutto più chiaramente,
ed assolvevo i miei compiti senza troppi problemi.
Adesso invece necessito d'un preciso cerimoniale, che diviene
ogni giorno più complicato.
Ne sono schiavo - me ne rendo conto - ma tutte le vecchie abitudini,
prima o poi, prendono una forma ben definita.
C'è chi scende dal letto col piede sinistro, chi batte
la sigaretta prima di fumarla, chi DEVE vedere il tiggì
prima di andarsene a letto.
C'è pure chi piega i vestiti su una sedia, prima di fare
l'amore.
E questa era una cosa che proprio non sopportavo: perciò
la uccisi.
E una volta uccisa lei, perché non avrei dovuto uccidere
tutte le altre? A lei ci tenevo, e l'avevo uccisa: le altre chi
erano?
Erano il resto della serie. Ognuna di loro era un nuovo gradino
della stessa scala sulla quale mi ero avventurato.
Ed in cima vedevo qualcosa. Non so esattamente cosa - neanche
adesso lo so - però so che in cima c'è qualcosa;
so che vale la pena di salire.
Ho un animo estetico; per questo le uccido.
Io non riesco a pensare ad una estetica senza prassi. Non si tratta
solo di ciò che non è bello: anche il bello che
ostacola altro bello, così da opporsi alla realizzazione
del bello assoluto, anche quello io lo estirpo.
Perché non accada che si diffonda sul pianeta questo bello
d'ostacolo. Perché il bello invece sì, si diffonda
ed abbia la strada sgombra, per il suo diffondersi. Ci dovrà
pur essere qualcuno che si prenda carico di queste responsabilità...
Ecco che potrei sembrare pomposo, ma solo a prima vista, vi giuro!
Datemi ancora qualche riga per spiegarmi.
Il mio metodo consiste nello svitare le teste.
Come fossero solo delle lampadine bruciate, io arrivo di soppiatto
alle spalle e zac! Basta adoperare la giusta determinazione per
disincrostarle dal loro buco ed esse teste girano che è
una meraviglia.
Vengono via con facilità, senza sanguinare affatto.
Questa fu una delle mie prime scoperte: le teste erano avvitabili
(e quindi svitabili).
Una volta separate il corpo resta lì; si affloscia sul
posto - i condotti nervosi vuoti - non c'è più energia
per fare una qualunque cosa, prendere una qualunque decisione.
Si può dire che la donna sia morta a questo punto: ma non
se ne può accorgere nessuno, perché dopo aver sottratto
la testa originale io la sostituisco con una di legno, dotata
di batteria d'emergenza. Ed ecco che il corpo di nuovo alimentato
si rialza.
Non che poi faccia chissà che, ma in genere si mette a
sedere o se ne va a letto. Però insomma, almeno riprende
a respirare, e questo è già qualcosa: non si pretende
molto di più per non dare nell'occhio. Che poi dietro quegli
occhi di legno non ci sia alcun pensiero, che dietro le labbra
d'ebano non vi sia alcuna parola, chi volete che ci faccia caso?