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Mazzetta nera
Nelle inchieste in corso alla Regione Lombardia coinvolti anche due consiglieri vicini a CasaPound
Elisabetta Salandra  -  Osservatorio democratico  -  19/03/2012





































I camerati di CasaPound non hanno grande fortuna nella scelta dei loro padrini e protettori politici. Tra i numerosi personaggi coinvolti in vicende giudiziarie, in questi ultimi mesi, ci sono infatti alcuni esponenti del Popolo delle Libertà vicini all’associazione di estrema destra, due dei quali addirittura consiglieri della Regione Lombardia eletti anche grazie ai voti e all’appoggio di CasaPound. I due, non proprio di secondo piano, sono Massimo Buscemi, ex assessore alla Cultura e alle politiche giovanili e Angelo Giammario, vice presidente della Commissione ambiente nonché delegato ai rapporti con l’area metropolitana (incarico ora abbandonato a seguito dell’inchiesta che lo ha coinvolto) che avrebbe intascato una mazzetta di 10mila euro da alcuni imprenditori attivi nel settore del verde pubblico.
Grande sponsor istituzionale di CasaPound, Massimo Buscemi, negli ultimi tempi è incappato in una serie di disavventure che ne stanno minando la carriera politica. Dopo aver dovuto cedere il posto di assessore alla cultura della Regione per il “rimpasto” voluto dal presidente Roberto Formigoni in persona, si è visto tirare in ballo nell’indagine su Davide Boni, presidente del Consiglio regionale accusato di essere al centro di un imponente sistema di corruzione. Non indagato ma comunque con una posizione da chiarire, è stato ascoltato dai magistrati Alfredo Robledo e Paolo Filippini ai quali ha fornito, da testimone (quindi costretto a dire la verità), importanti elementi di indagine. Durante la campagna per le elezioni regionali del 2010 Buscemi ricevette un appoggio esplicito da CasaPound.
In un comunicato pubblicato il 17 marzo di quell’anno sul sito ufficiale della formazione di estrema destra, Marco Arioli, responsabile per la Lombardia, dichiarava: «CasaPound Italia per il rinnovo del Consiglio regionale sostiene Massimo Buscemi, candidato del Pdl. Diamo fin da subito pubblicamente il nostro supporto a Buscemi perché lo riteniamo l’unico esponente politico, attualmente, in grado di sostenere nelle istituzioni la nostra proposta di legge sul Mutuo sociale». Annuncio seguito da un incontro tenutosi il qualche giorno dopo con “la comunità militante milanese”. Appuntamento che aveva sollevato alcune proteste alle quali lo stesso Buscemi rispondeva: «Ho incontrato i responsabili di Casa Pound, così come incontro ogni giorno centinaia di cittadini... Tengo comunque a precisare che io non faccio promesse a nessuno». In realtà sul forum d’area Vivamafarka, durante una lunga discussione sull’argomento, l’utente Marzio aveva smentito questa frase.
Parlando dell’incontro con il candidato pidiellino il forumista aveva scritto: «C'è di più. Dopo che tu te ne eri andato, sul finire Buscemi ha detto (più o meno): "Io però non posso credere che le vostre esigenze si esauriscano sulla questione del "mutuo sociale". Esiste un disagio e una necessità per le giovani formazioni culturali e politiche di agibilità sul territorio e di spazi ove esercitare l'iniziativa. Io mi impegno a trovare e a cedervi questi spazi, ad agire affinché possiate avere agibilità su Milano».
In effetti, mentre sul mutuo sociale non s’è più parlato, pare che Buscemi abbia sostenuto le battaglie dei camerati in altri modi. Un paio d’anni fa, infatti, nell’ambiente girava la voce che un certo “signor B” avrebbe saldato un debito di alcune migliaia di euro accumulati nell’anno di vita di Cuore nero, poi CasaPound. Un debito, che come abbiamo scritto all’epoca, era dovuto in gran parte a fusti di birra consumati e mai pagati. Il “signor B” in questione pareva essere proprio Buscemi che fino a oggi non ha mai smentito la notizia. L’anno seguente, nel 2011 l’assessorato alla Cultura della regione, patrocinava, con tanto di logo sul manifesto, un convegno di CasaPound presso l’Hotel Lombardia di Milano.
Gli affari non vanno bene nemmeno per Angelo Giammario, sostenitore dei “fascisti del terzo millennio” tramite il pupillo Marco Clemente. Dalle ultime notizie risulta indagato con l'accusa di corruzione e finanziamento illecito ai partiti. L’inchiesta è partita dal tribunale di Monza e passata poi a quello di Milano, dove, ironia della sorte, Giammario ha svolto per molti anni l’incarico di cancelliere. Diecimila sui 30 mila promessi, gli euro intascati fino a oggi per garantire appalti del verde pubblico a 3 imprenditori del “Consorzio Stabile Litta”. Per ora il politico risulta solo indagato, vale quindi la presunzione di innocenza, ma per dovere di cronaca non è la prima volta che Giammario finisce sotto la lente della magistratura.
Nel 2010, nel corso di un’indagine sulle infiltrazioni dei clan calabresi nella sanità nel Nord Italia era spuntato un incontro, il 12 gennaio 2010, tra esponenti della ‘ndrangheta e il direttore sanitario della Asl di Pavia Carlo Chiriaco proprio nel suo comitato elettorale. E sempre a proposito di elezioni Giammario era anche il mentore di Marco Clemente, candidato alle amministrative dello scorso anno con qualche rapporto di troppo con i boss delle ‘ndrine. Nipote di Gianfranco Miccichè e apprezzato da Marcello dell’Utri Clemente è legato a doppio filo con Giammario che lo ha messo a capo della sua segreteria politica e ne ha spinto la candidatura alle scorse comunali. Sostenuto con ardore da CasaPound Milano Clemente alle elezioni ha ottenuto un pessimo risultato: 458 voti e addio scranno in Comune. Giammario,Clemente, Buscemi: tre carriere politiche che si sono intrecciate con la giustizia e che ora sono al palo. Viene da chiedersi: non è che CasaPound porti sfiga?




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