Giovanni Arpino

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Giovanni Arpino

Giovanni Arpino (Pola, 27 gennaio 1927Torino, 10 dicembre 1987) è stato uno scrittore e giornalista italiano.

Biografia[modifica | modifica sorgente]

Giovanni Arpino nasce a Pola (all'epoca ancora italiana), dove il padre, ufficiale di carriera, era di guarnigione. Si trasferisce prima a Bra, città d'origine di sua madre, dove sposa Caterina Brero, e poi a Torino, dove rimane per il resto della sua vita. Laureatosi presso l'Università degli Studi di Torino (facoltà di Lettere) con una tesi su Sergej Aleksandrovič Esenin nel 1951, nell'anno successivo esordisce nella letteratura con il romanzo Sei stato felice, Giovanni, pubblicato da Einaudi.

Fa conoscere in Italia lo scrittore Osvaldo Soriano, e vince il Premio Strega nel 1964 con L'ombra delle colline, il Premio Moretti d'oro nel 1969 con Il buio e il miele, il Premio Campiello nel 1972 con Randagio è l'eroe e il Super Campiello nel 1980 con Il fratello italiano. I suoi romanzi sono caratterizzati da uno stile asciutto e ironico. Scrive anche drammi, racconti, epigrammi e novelle per l'infanzia. Nel 1982 vince il Premio Cento per Il contadino Genè.

Grande appassionato di calcio, nel 1977 pubblica il romanzo Azzurro tenebra. Nel 1978 segue i Mondiali in Argentina per il quotidiano torinese La Stampa. Nel 1980 comincia una collaborazione con il quotidiano milanese il Giornale, scrivendo di cronaca, costume e cultura. È stato molto amico di Indro Montanelli, al quale ha presentato il giovane Marco Travaglio.[1]

Scompare a Torino il 10 dicembre 1987, a 60 anni, a causa di un carcinoma. Era particolarmente legato alla città della sua giovinezza, Bra, la quale gli ha dedicato un Centro culturale polifunzionale e un Premio di letteratura per ragazzi.
La città di Torino gli ha intitolato una via nel nuovo quartiere ricavato nell'area ex-Venchi Unica, vicino a Piazza Massaua.

Opere[modifica | modifica sorgente]

Giovanni Arpino ha scritto sedici romanzi, quasi duecento racconti; è stato autore di raccolte di poesie e di libri per ragazzi. Nel 2005 la Mondadori gli ha dedicato un Meridiano.

Romanzi e racconti[modifica | modifica sorgente]

Biografie[modifica | modifica sorgente]

  • Giovanni Arpino e Roberto Antonetto, Vita tempeste, sciagure di Salgari: il padre degli eroi. Rizzoli, Milano 1982.

Teatro[modifica | modifica sorgente]

  • L'uomo del bluff (1967)

Poesie[modifica | modifica sorgente]

  • Dov'è la luce? (1946)
  • Barbaresco (1954)
  • Il prezzo dell'oro (1954)
  • Fuorigioco (1970)

Libri per ragazzi[modifica | modifica sorgente]

  • Rafè e micropiede (1959)
  • Le mille e una Italia (1960)
  • L'assalto al treno ed altre storie (1966)

Nel 2005 la casa editrice Mondadori ha pubblicato una selezione di "Opere scelte" a cura di Rolando Damiani. Nel 2007 la casa editrice Graphot - Spoon River ha ripubblicato "Azzurro tenebra" a cura del giornalista Massimo Novelli. Nel 2011 la casa editrice Lindau, di Torino, in occasione nelle celebrazioni per il 150º anniversario dell'unità d'Italia, ha ripubblicato "Le mille e una Italia". In seguito ha ripubblicato "Racconti di vent'anni", che include "La babbuina e altre storie", "I ventisette racconti" ed altre venticinque opere brevi.

Filmografia[modifica | modifica sorgente]

Note[modifica | modifica sorgente]

  1. ^ Luigi Mascheroni, Ma che piacevole imbarazzo riascoltare la voce stonata di quel cantastorie di Arpino in il Giornale, 29 luglio 2011.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica sorgente]

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