Alfredo Binda
Alfredo Binda | ||
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Dati biografici | ||
Nazionalità | Italia | |
Ciclismo | ||
Dati agonistici | ||
Specialità | Strada, pista | |
Ritirato | 22 marzo 1936 | |
Carriera | ||
Squadre di club | ||
1922 | Nice Sport | |
1923-1924 | La Française | |
1925-1927 | Legnano | |
1928 | Legnano Mifa |
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1929-1936 | Legnano | |
Nazionale | ||
1927-1933 | Italia | |
Palmarès | ||
Mondiali | ||
Oro | Nürburgring 1927 | In linea |
Bronzo | Zurigo 1929 | In linea |
Oro | Liegi 1930 | In linea |
Oro | Roma 1932 | In linea |
Alfredo Binda (Cittiglio, 11 agosto 1902 – Cittiglio, 19 luglio 1986) è stato un ciclista su strada e pistard italiano. Professionista dal 1922 al 1936, vinse cinque Giri d'Italia, tre campionati del mondo su strada, quattro Giri di Lombardia, due Milano-Sanremo e quattro Campionati nazionali su strada. Inoltre vinse, tra le altre classiche, due Giri del Piemonte e due Giri di Toscana. Forte sia in pianura che in salita, è considerato uno dei ciclisti più grandi di sempre.[1]
Indice
Carriera[modifica | modifica sorgente]
Crebbe a Nizza, dove iniziò l'attività professionistica nel 1922; rimase in Francia fino al 1924, quando aveva già vinto 30 corse. Nel 1925 passò alla Legnano con cui vinse cinque edizioni del Giro d'Italia (1925, 1927, 1928, 1929 e 1933), record assoluto condiviso con Fausto Coppi ed Eddy Merckx; nell'arco della carriera conquistò complessivamente 41 tappe al Giro, record mantenuto fino al 2003, quando fu superato da Mario Cipollini.[2] In tutto rimase in testa alla classifica generale per 60 tappe. Nel 1927 vinse 12 delle 15 tappe del Giro[1] e nel 1929 ben otto tappe consecutive: entrambi record imbattuti.
A causa della sua manifesta superiorità, nel 1930 fu pagato dagli organizzatori per non partecipare al Giro, ottenendo 22.500 lire, una cifra corrispondente al premio per la vittoria finale e ad alcune vittorie di tappa.[1] Nel 1933 fu il vincitore della prima cronometro della storia del Giro: 62 km da Bologna a Ferrara.
Non ottenne invece mai risultati di rilievo al Tour de France, al quale partecipò di rado anche negli anni del suo dominio in campo internazionale. Affrontò il Tour nel 1930 (anno della sua forzata rinuncia al Giro), vincendo due tappe consecutive, a Pau e a Luchon, avviandosi a dominare la corsa insieme al suo compagno di squadra Learco Guerra; tuttavia, dei dissidi con la federazione italiana, che ancora non gli aveva versato l'indennizzo promesso per non aver partecipato al Giro, lo spinsero ad abbandonare. Nel suo ricco palmarès figurano anche tre campionati del mondo (record), due Milano-Sanremo, quattro Giri di Lombardia[1] e quattro campionati italiani.
Lasciò l'attività nel 1936, dopo un incidente che gli provocò la frattura del femore. Diventò commissario tecnico della Nazionale italiana, ruolo che ricoprì per ben dodici anni, in cui accumulò fama e successi degni della sua carriera da corridore: guidò infatti le trionfali spedizioni alla Grande Boucle con Bartali nel 1948, Coppi nel 1949 e 1952, e Nencini nel 1960. La sua riconosciuta abilità tecnica e diplomatica[1] fu alla base dell'accordo fra Bartali e Coppi e del massimo rendimento della squadra.
Palmarès[modifica | modifica sorgente]
Strada[modifica | modifica sorgente]
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Altri successi[modifica | modifica sorgente]
- Circuito Vélo-Sport di Cannes
- Brevet
- Criterium degli Assi
- Criterium degli Assi di Ginevra
Pista[modifica | modifica sorgente]
- Prix Dupré-Lapize (con Domenico Piemontesi)
Piazzamenti[modifica | modifica sorgente]
Grandi Giri[modifica | modifica sorgente]
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Classiche monumento[modifica | modifica sorgente]
Competizioni mondiali[modifica | modifica sorgente]
- Nürburgring 1927 - In linea: vincitore
- Budapest 1928 - In linea: ritirato
- Zurigo 1929 - In linea: 3º
- Liegi 1930 - In linea: vincitore
- Copenaghen 1931 - In linea: 6º
- Roma 1932 - In linea: vincitore
- Montlhéry 1933 - In linea: 6º
Riconoscimenti[modifica | modifica sorgente]
- Inserito nella Top 25 della Cycling Hall of Fame
Note[modifica | modifica sorgente]
- ^ a b c d e Angelo De Lorenzi, Il collezionismo nel mondo della bicicletta, Editore Ediciclo, 1999, pagg. 124-127, ISBN 9788885318335.
- ^ Cipollini, record avvelenato in La Gazzetta dello Sport, 20 maggio 2003. URL consultato il 26 gennaio 2010.
Bibliografia[modifica | modifica sorgente]
- Giancarlo Pauletto, a cura di, La testa e i garun. Alfredo Binda si confessa a Duilio Chiaradia, Ediciclo Editore, 1998, ISBN 978-88-85327-88-7.
Altri progetti[modifica | modifica sorgente]
- Wikiquote contiene citazioni di o su Alfredo Binda
- Commons contiene immagini o altri file su Alfredo Binda
Collegamenti esterni[modifica | modifica sorgente]
- Alfredo Binda in Sitodelciclismo.net, de Wielersite.
- (FR) Alfredo Binda in Memoire-du-cyclisme.eu.
- Paolo Mannini (a cura di), Alfredo Binda in Museodelciclismo.it.
- Profilo su Ibrocco.com
- Alfredo Binda sul sito del comune di Cittiglio
- Foto: Alfredo Binda fora al Giro del 1928
Controllo di autorità VIAF: 62484039