Chiesa di San Giorgio in Poggiale (Bologna)

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Coordinate: 44°29′50.8″N 11°20′21.3″E / 44.497444°N 11.33925°E44.497444; 11.33925

Chiesa di San Giorgio in Poggiale
Stato Italia Italia
Regione Emilia-Romagna Emilia-Romagna
Località Bologna-Stemma.pngBologna
Religione Cristiana cattolica di rito romano
Titolare San Giorgio
Diocesi Arcidiocesi di Bologna
Sconsacrazione 1943
Stile architettonico Tardo manierista

La chiesa di San Giorgio in Poggiale è una chiesa sconsacrata di Bologna che sorge in via Nazario Sauro 20.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Di origini molto probabilmente longobarde, la sua esistenza è documentata dal 1237. Deve il suo nome a un piccolo rilievo posto nella zona, denominato appunto Il Poggiale, che per estensione indica il quartiere e fino al 1919 dava anche il nome alla strada in cui sorge.

L'attuale edificio religioso fu costruito dall'architetto Tommaso Martelli tra il 1589 e il 1633, mentre l'attiguo convento fu realizzato solo più tardi tra il 1641 e il 1642. La chiesa è costituita da una navata unica con volta a botte e dieci cappelle laterali (cinque per lato).

Il complesso fu ulteriormente rimaneggiato tra il 1760 e il 1763 con la costruzione dell'attuale campanile e la cappella della sacrestia.

Nel 1797 a seguito delle guerre napoleoniche il convento e la chiesa furono soppressi ma dopo la restaurazione furono di nuovo consacrati e affidati dapprima ai Frati Minori Conventuali (1824-1842) e in seguito ai Gesuiti (dal 1882).

Il 25 settembre 1943 la chiesa venne bombardata e molti delle opere d'arte che conteneva vennero distrutte. Nel dopoguerra si decise di non ristrutturare più la chiesa che da allora rimase sconsacrata.

Dopo circa 30 anni di improprio utilizzo, alla metà degli anni sessanta la chiesa fu acquisita dalla Cassa di Risparmio di Bologna che la destinò a sede della propria raccolta d'arte. Venne quindi eseguito un primo approfondito restauro che terminò nel 1977. Da allora al 2005 è stata usata per eventi pubblici come mostre, concerti e convegni.

Nel 2007 è iniziato un secondo restauro del complesso, dal 1992 di proprietà della Fondazione della Cassa di Risparmio di Bologna, con l'obbiettivo di trasformarla nella sede della Biblioteca d'Arte e Storia.

Dal 2009 la chiesa è di nuovo aperta al pubblico e fa parte del circuito museale Genus Bononiae.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marcello Fini, Bologna sacra: tutte le chiese in due millenni di storia, Bologna, Edizioni Pendragon, 2007.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]