Dionigi di Alicarnasso

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Dionigi d'Alicarnasso

Dionigi d'Alicarnasso, o Dionisio (60 a.C. circa – 7 a.C.), è stato uno storico e insegnante di retorica greco antico, vissuto durante il principato di Augusto. La sua opera principale è Antichità romane.

Biografia[modifica | modifica sorgente]

Arrivò a Roma dopo la fine delle guerre civili e spese ventidue anni a studiare la lingua e la letteratura latina nonché a preparare i materiali per la sua storia. In questo periodo diede lezioni di retorica, ed ebbe la possibilità di frequentare molte persone importanti. La data della sua morte non è nota, si suppone poco dopo il 7 a.C., anno di pubblicazione delle "Antichità romane".

La sua opera maggiore, intitolata Ῥωμαική ἀρχαιολογία (Rhomaikè archaiología, Antichità romane), abbraccia la storia romana dal periodo mitico fino all'inizio della Prima guerra punica.

L'opera era divisa in venti libri, di cui rimangono interi i primi nove; il decimo e l'undicesimo sono quasi completi e degli altri libri rimangono frammenti negli estratti di Costantino Porfirogenito ed una epitome scoperta in un palinsesto da Angelo Mai a Milano. I primi tre libri di Appiano di Alessandria e la Vita di Camillo di Plutarco incorporano molto del lavoro di Dionigi.

Il suo obiettivo principale fu riconciliare i Greci con l'Impero Romano, mettendo in risalto le buone qualità dei conquistatori. Secondo lui, la storia è un insegnamento filosofico che procede per esempi, concetto preso dalla visione dei retori Greci. Tuttavia Dionigi ha consultato accuratamente le migliori autorità: la sua opera e quella di Livio sono gli unici resoconti ancora esistenti che siano coerenti e dettagliati.

È spesso citato, nelle bibliografie, come Dion. Halic. o Dionys. Hal..

Opere di retorica[modifica | modifica sorgente]

Dionigi è stato anche autore di diversi trattati di retorica, con i quali dimostra di aver studiato approfonditamente i migliori modelli attici:

  • "Sulla disposizione delle parole" (Περὶ συνθέσεως ὀνομάτων - Perì synthéseōs onomátōn), dove tratta la combinazione delle parole secondo i diversi stili dell'oratoria.
  • "Sulla mimesi" (Περὶ μιμήσεως - Perì mimēseōs), sui migliori modelli ed il modo in cui possono essere imitati - un'opera frammentaria.
  • "Sugli oratori attici" (Περὶ τῶν Ἀττικῶν ῥητόρων - Perì tôn Attikôn rhētórōn), un trattato sui dieci oratori secondo il canone di Cecilio di Calatte: ci è giunto per intero il primo libro, contenente le parti che riguardano Lisia, Isocrate ed Iseo; del secondo libro ci è giunta una breve parte che riguarda Demostene: "Sul mirabile stile di Demostene" (Περὶ λεκτικῆς Δημοσθένους δεινότητος - Perì lektikês Dēmosthénous deinótētos), con l'analisi stilistica.
  • "Sul carattere di Tucidide" (Περὶ Θουκυδίδου χαρακτῆρος - Perì Thoukydídou charaktêros); un breve saggio sull'opera di Tucidide con una disamina dettagliata ma nel complesso ingiusta.
  • "Su Dinarco" (Δείναρχος - Deínarchos), un altro degli oratori del canone.
  • "Arte retorica" (Τέχνη ῥητορική - Téchne rhētorikē), un insieme di saggi sulla teoria della retorica: probabilmente l'opera è posteriore.

Oltre ai trattati abbiamo una lettera scritta a Pompeo Gemino e due ad Ammeo.

Bibliografia[modifica | modifica sorgente]

  • Emilio Gabba, Dionigi e la storia di Roma arcaica, Bari, Edipuglia, 1996.

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