Lingua luvia
Luvio † | |
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Parlato in | Anatolia |
Periodo | II millennio a.C.-VIII secolo a.C. |
Classifica | estinta |
Scrittura | Alfabeto luvio cuneiforme e Alfabeto luvio geroglifico |
Filogenesi | Indoeuropeo Lingue anatoliche Luvio |
Il luvio è una lingua indoeuropea appartenente al sottogruppo luvio del ramo anatolico parlata a sud ovest della capitale dell'impero ittita, Ḫattuša. Le attestazioni più antiche risalgono al II millennio a.C., ma la lingua è attestata sino al I millennio a.C. e precisamente all'ottavo secolo. Compare in attestazioni sotto forma di scrittura cuneiforme ed anche sotto forma di geroglifici (nel I millennio esclusivamente in questa seconda forma).
Caratteristiche[modifica | modifica sorgente]
Molto simile all'ittita, il luvio presenta alcune caratteristiche significative che lo differenziano dalla parlata di Hattusa.
Il sistema nominale presenta un numero di casi limitato: Nominativo, Dativo, Ablativo, Accusativo e un Genitivo non sempre attestato e spesso sostituito da un Aggettivo Genitivale in generale con desinenza -asi-.
Il sistema verbale prevede due tempi (presente e passato), due modi (indicativo e imperativo), e un solo sistema di coniugazione.
Le particelle di inizio frase, tipiche dell'Anatolico sono presenti anche in luvio, e anche il sistema pronominale è piuttosto simile a quello dell'ittita.
Genealogicamente il luvio è strettamente imparentato alle altre lingue anatoliche, e tra queste in particolare al licio, al cario e al lidio; ipotesi di un suo legame con l'etrusco vengono avanzate a intervalli regolari da diversi studiosi, ma permangono numerosi problemi.
Esempi[modifica | modifica sorgente]
Esempi di lessico luvio[2]:
- waiana- ("vino", luvio geroglifico), cfr. ittita wijana- ("id."), arabo ed etiopico wain ("id."), assiro īnu ("id."), ebraico jajin ("id."), proto-semitico *wainu ("vino"), prestito all'indoeuropeo attestato in numerose famiglie.
Note[modifica | modifica sorgente]
Bibliografia[modifica | modifica sorgente]
- Francisco Villar, Gli Indoeuropei e le origini dell'Europa, Bologna, Il Mulino, 1997, ISBN 88-15-05708-0.
- Heinrich Otten, Luvische Texte in Umschrift, Berlin, Akademie-Verlag, 1953.
- John David Hawkins, Anna Morpurgo Davies e Günter Neumann, Hittite Hieroglyphs and Luwian: New Evidence for The Connection, Göttingen, Vandenhoeck and Ruprecht, 1974.
- Frank Starke, Die keilschrift-luwischen Texte in Umschrift, Wiesbaden, Otto Harrassowitz, 1985.
- Massimiliano Marazzi, Il geroglifico anatolico. Problemi di analisi e prospettive di ricerca, Roma, Il calamo, 1990, ISBN 88-85134-23-8.
- Clelia Mora, Sull'origine della scrittura geroglifica anatolica in Kadmos, vol. 30, 1991, pp. 1-28.
- Rudolf Werner, Kleine Einführung ins Hieroglyphen-Luwische, Göttingen, Vandenhoeck and Ruprecht, 1991.
- John David Hawkins, Corpus of Hieroglyphic Luwian Inscriptions. Volume I. Inscriptions of the Iron Age, Berlin-New York, Walter de Gruyter, 2000.
- Harold Craig Melchert, The Luwians, Leiden-Boston, Brill, 2003.
- Suzanne Herbordt, Die Prinzen- und Beamtensiegel der hethitischen Grossreichszeit auf Tonbullen aus dem Nişantepe-Archiv in Hattusa, Mainz, Philipp von Zabern, 2005.
- Annick Payne, Hieroglyphic Luwian. An Introduction with Original Texts, 2ª ed., Wiesbaden, Otto Harrassowitz, 2010.
Voci correlate[modifica | modifica sorgente]
Altri progetti[modifica | modifica sorgente]
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