Klaus Schulze

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
« Auguro a tutti una piacevole esplorazione di se stessi, non riesco a esprimerlo al meglio con le parole, perché non sono un poeta ma un musicista. »
(Klaus Schulze[1])
Klaus Schulze
Klaus Schulze (a destra) e Lisa Gerrard (a sinistra) durante un concerto.
Klaus Schulze (a destra) e Lisa Gerrard (a sinistra) durante un concerto.
Nazionalità Germania Germania
Genere Krautrock[2]
Musica elettronica[2]
Berlin School[3]
Periodo di attività 1969 – in attività
Etichetta Ohr Records
Brain Records
Virgin Records
Metronome
Manikin Records
Island Records
IC
Inteam
ZYX Records
WEA
Rainhorse
Synthetic Symphony
Gruppi e artisti correlati Tangerine Dream, Ash Ra Tempel
Sito web

Klaus Schulze (Berlino, 4 agosto 1947[4]) è un musicista e compositore tedesco. Oltre ad essere considerato uno dei musicisti più rappresentativi dello stile krautrock,[5] Schulze è riconosciuto per essere stato un pioniere di molti generi e stili della musica elettronica popolare[6] nonché membro fondatore del gruppo Ash Ra Tempel.[7]

Biografia[modifica | modifica sorgente]

Dopo aver studiato chitarra classica, suonato in alcuni gruppi skiffle berlinesi, e aver fondato il trio di musica beat degli Psy Free durante gli anni sessanta, incise il suo primissimo materiale da solista (in realtà soltanto demo), e divenne membro prima dei Tangerine Dream, poi degli Ash Ra Tempel, formazioni con le quali inciderà rispettivamente un album (Electronic Meditation dei primi e Ash Ra Tempel dei secondi) suonando la batteria.[5][7][8]

La carriera solista di Schulze iniziò con Irrlicht, ambiziosa "sinfonia quadrifonica per orchestra e macchine elettroniche" in cui suonò apparecchiature elettroniche, organo, chitarra e percussioni. L'album, caratterizzato da sonorità irrequiete e magniloquenti, ricevette giudizi molto positivi da parte della stampa specializzata che lo reputò una pietra d'angolo della nuova musica elettronica tedesca.[7] Sempre nello stesso anno, Schulze organizzò il suo primo concerto a Parigi.[8]

Dopo essere tornato brevemente negli Ash Ra Tempel per pubblicare Join Inn, uscito nel 1973, il compositore pubblicò Cyborg nello stesso anno.[7] Nonostante siano state riprese le atmosfere vagamente classiche e gotiche dell'esordio, questo secondo capitolo si distingue dal precedente per composizioni più astratte e "fantascientifiche". Nello stesso periodo pubblicò i tre album dei Cosmic Jokers (includenti Manuel Göttsching degli Ash Ra Tempel)[7] e realizzò Picture Music (1973), distinto da sonorità meno "sperimentali" e più ritmiche rispetto a quelle di Irrlicht e Cyborg.[1]

Dopo la pubblicazione di Blackdance (1974), comprendente un brano accompagnato da una voce tenorile, Schulze pubblicò Timewind nel 1975. Dedicato al compositore Richard Wagner, Timewind è una sorta di angosciante "sinfonia barocca"[8] che ricevette il plauso della critica.[7] Moondawn (1976) segnò l'inizio di una lunga collaborazione con il batterista Harald Grosskofp, Mirage (1977) fu il suo primo album composto interamente con apparecchiature elettroniche[6] mentre il seguente Body Love (1977) è la colonna sonora dell'omonimo film pornografico diretto da Lasse Braun.[7]

Nello stesso periodo, Schulze godette di un aumento di notorietà, iniziò una serie di concerti in Europa ed Asia, ed entrò in contatto con le due formazioni giapponesi dei Go, un progetto al quale parteciparono Stomu Yamash'ta, Stevie Winwood, Michael Shrieve e Al Di Meola, e i Far East Family Band, comprendenti l'ancora sconosciuto Kitaro.[7]

Nel 1978 il musicista compose "X", album contenente alcune suite "drammatiche" dedicate a grandi personaggi del passato,[1] e fondò con Michael Haentjes la sua etichetta Innovative Communication, chiusa cinque anni più tardi per difficoltà economiche.[7][9] Durante l'anno seguente pubblicò Dune, includente per la prima volta nella sua carriera un brano cantato (la voce è quella di Arthur Brown),[10] e partecipò alle sessioni del primo album del progetto Richard Wahnfried, Time Actor. Della stessa formazione, che vide Schulze l'unico membro permanente, vennero successivamente pubblicati altri album, tutti stilisticamente differenti fra loro.[7][10]

Il primo album in studio di Schulze uscito nel decennio seguente fu lo sperimentale Dig It, pubblicazione in cui adoperò, per la prima volta della sua carriera, le tecnologie digitali.[1][9]

Nel 1983 aprì la nuova etichetta discografica Inteam che, come la precedente Innovative Communications, rimase attiva per poco tempo.[9]

Dopo Audentity (1983), probabilmente uno dei suoi album più accessibili,[1] Schulze pubblicò una serie di titoli includenti Dziekuje Poland Live '83 (1984), contenente brani registrati durante un tour in Polonia,[9] Inter*Face (1985), ed En=Trance (1987).

Il nuovo decennio vide uscire per primi Miditerranean Pads (1990) che, secondo le testimonianze, "confermò l'interesse di Schulze verso le nuove tecnologie MIDI e i campionatori", e The Dresden Performance (1990), un lungo album live registrato a Dresda.[7] I seguenti Royal Festival Hall vol. 1 (1992), Royal Festival Hall vol. 2 (1992) e The Dome Event (1993) furono i suoi primi dischi a presentare riferimenti alla musica orientale.[6]

Nel 1994 Schulze pubblicò Silver Edition, il primo di una serie di cofanetti includenti inediti in studio e dal vivo;[7] The Dark Side of the Moog, una collaborazione con Pete Namlook che inaugurò l'omonima serie;[7] Totentag, la sua prima opera; e Das Wagner Desaster (1994), includente il materiale tratto da due concerti tenuti nel 1994 a Parigi e Roma.[11]

Stile e ispirazione[modifica | modifica sorgente]

Sebbene la musica di Schulze sia spesso cambiata lungo il corso della sua carriera, perché passata dalla proto-ambient degli esordi, alle sonorità ritmiche degli anni ottanta, a quelle più surreali ed eclettiche degli anni novanta, il critico musicale Piero Scaruffi è riuscito a riassumere i tratti distintivi dello stile del musicista in questo modo:

« Schulze cesellò... un'estetica che eredita dai raga il senso del tempo, dal jazz la spontaneità e dai sinfonisti tardo-romantici un vizio di grandeur... Con lui l'organo da cattedrale, i ritmi sintetici, i timbri del synth, la suite di mezz'ora e più, diventano non più esperimenti d'avanguardia, ma stereotipi di consumo. »
(Piero Scaruffi[6])

Discografia[modifica | modifica sorgente]

Album solisti[modifica | modifica sorgente]

Anno Titolo
1972 Irrlicht
1973 Cyborg
1974 Blackdance
1975 Picture Music
1975 Timewind
1976 Moondawn
1977 Body Love (Colonna sonora)
1977 Mirage
1977 Body Love Vol. 2
1978 "X"
1979 Dune
1980 ...Live... (Live)
1980 Dig It
1981 Trancefer
1983 Audentity
1983 Dziękuję Poland Live '83 (Live)
1984 Angst (colonna sonora)
1985 Inter*Face
1986 Dreams
1988 En=Trance
1990 Miditerranean Pads
1990 The Dresden Performance (Live)
1991 Beyond Recall
1992 Royal Festival Hall Vol. 1 (Live)
1992 Royal Festival Hall Vol. 2 (Live)
1993 The Dome Event (Live)
1994 Le Moulin de Daudet (Colonna sonora)
1994 Goes Classic
1994 Totentag
1994 Das Wagner Desaster Live (Live)
1995 In Blue
1996 Are You Sequenced? (Live)
1997 Dosburg Online (Live)
2001 Live @ KlangArt (Live)
2005 Moonlake
2007 Kontinuum
2010 Big in Japan: Live in Tokyo 2010 (Live)
2013 Shadowlands

Album attribuiti ai Richard Wahnfried[modifica | modifica sorgente]

Anno Titolo
1979 Time Actor
1981 Tonwelle
1984 Megatone
1986 Miditation
1994 Trancelation
1996 Trance Appeal
1997 Drums 'n' Balls (The Gancha Dub)

Cofanetti[modifica | modifica sorgente]

Anno Titolo Numero di dischi
1993 Silver Edition 10
1995 Historic Edition 10
1997 Jubilee Edition 25
2000 The Ultimate Edition 50
2000 Contemporary Works I 10
2002 Contemporary Works II 5

Antologie di brani recuperati dai cofanetti[modifica | modifica sorgente]

Anno Titolo Da
2005 Vanity of Sounds Contemporary Works I (2000)
2006 The Crime of Suspense Contemporary Works I (2000)
2006 Ballett 1 Contemporary Works I (2000)
2006 Ballett 2 Contemporary Works I (2000)
2007 Ballett 3 Contemporary Works I (2000)
2007 Ballett 4 Contemporary Works I (2000)
2008 Virtual Outback Contemporary Works II (2002)
2009 La Vie Electronique 1 The Ultimate Edition (2000)
2009 La Vie Electronique 2 The Ultimate Edition (2000)
2009 La Vie Electronique 3 The Ultimate Edition (2000)
2009 La Vie Electronique 4 The Ultimate Edition (2000)
2010 La Vie Electronique 5 The Ultimate Edition (2000)
2010 La Vie Electronique 6 The Ultimate Edition (2000)
2010 La Vie Electronique 7 The Ultimate Edition (2000)
2010 La Vie Electronique 8 The Ultimate Edition (2000)
2011 La Vie Electronique 9 The Ultimate Edition (2000)
2011 La Vie Electronique 10 The Ultimate Edition (2000)
2012 La Vie Electronique 11 The Ultimate Edition (2000)
2012 La Vie Electronique 12 The Ultimate Edition (2000)
2013 La Vie Electronique 13 The Ultimate Edition (2000)

La serie The Dark Side of the Moog[modifica | modifica sorgente]

The Dark Side of the Moog è una collaborazione con Pete Namlook (alla quale prese parte anche Bill Laswell in alcuni titoli).[12] Ciascun titolo è una distorsione di canzoni e album dei Pink Floyd.[11]

Anno Titolo Titolo del brano o album dei Pink Floyd
1994 The Dark Side of the Moog: Wish You Were There Wish You Were Here
1994 The Dark Side of the Moog 2: A Saucerful of Ambience A Saucerful of Secrets
1995 The Dark Side of the Moog 3: Phantom Heart Brother Atom Heart Mother
1996 The Dark Side of the Moog 4: Three Pipers at the Gates of Dawn The Piper at the Gates of Dawn
1996 The Dark Side of the Moog 5: Psychedelic Brunch Alan's Psychedelic Breakfast
1997 The Dark Side of the Moog 6: The Final DAT The Final Cut
1998 The Dark Side of the Moog 7: Obscured by Klaus Obscured by Clouds
1999 The Dark Side of the Moog 8: Careful With the AKS, Peter Careful with That Axe, Eugene
2002 The Dark Side of the Moog 9: Set the Controls for the Heart of the Mother Set the Controls for the Heart of the Sun
Atom Heart Mother
2005 The Dark Side of the Moog 10: Astro Know Me Domina Astronomy Domine
2008 The Dark Side of the Moog 11: The Heart of Our Nearest Star Set the Controls for the Heart of the Sun

Collaborazioni[modifica | modifica sorgente]

Anno Titolo Collaboratore/i
1970 Electronic Meditation Tangerine Dream
1971 Ash Ra Tempel Ash Ra Tempel
1973 Tarot Walter Wegmüller
1973 Join Inn Ash Ra Tempel
1973 Lord Krishna von Goloka Sergius Golowin
1974 The Cosmic Jokers The Cosmic Jokers
1974 Planeten Sit-In The Cosmic Jokers
1974 Galactic Supermarket The Cosmic Jokers
1974 Sci Fi Party The Cosmic Jokers
1974 Gilles Zeitschiff The Cosmic Jokers
1974 Planet of Man Code III
1976 Go Go
1976 Go Live from Paris Go
1977 Go Too Go
1979 French Skyline Earthstar
1984 Aphrica Rainer Bloss e Ernst Fuchs
1984 Drive Inn Rainer Bloss
1984 Transfer Station Blue Michael Shrieve e Kevin Shrieve
1987 Babel Andreas Grosser
2000 Friendship Ash Ra Tempel
2000 Gin Rosé at the Royal Festival Hall Ash Ra Tempel
2008 Rheingold (Live) Lisa Gerrard
2009 Come Quietly Lisa Gerrard
2009 Dziękuję Bardzo (Live) Lisa Gerrard
2013 The Schulze-Schickert Session Günter Schickert

Promozionali[modifica | modifica sorgente]

  • 2003 Andromeda
  • 2004 Ion
  • 2009 Hommage à Polska (con Lisa Gerrard)

Antologie[modifica | modifica sorgente]

  • 1991 2001
  • 1994 The Essential 72–93
  • 1999 Trailer
  • 2002 The Evolution of the Dark Side of the Moog

Note[modifica | modifica sorgente]

  1. ^ a b c d e Klaus Schulze - biografia, recensioni, discografia, foto :: OndaRock
  2. ^ a b Klaus Schulze - Biography - AllMusic. URL consultato il 22 marzo 2014.
  3. ^ Encyclopedia of Electronic Music - sub-genres. URL consultato il 22 marzo 2014.
  4. ^ Klaus Schulze - Biography
  5. ^ a b Antonino Antonucci Ferrara, Top Music '77, Arcana Editrice, 1977, p. 203.
  6. ^ a b c d The History of Rock Music. Klaus Schulze. URL consultato l'8 marzo 2014.
  7. ^ a b c d e f g h i j k l m Cesare Rizzi, Enciclopedia della musica Rock - 1970-1979, Giunti, 1998, pp. 486-487).
  8. ^ a b c Cesare Rizzi, Enciclopedia Rock anni '70 (terzo volume), Arcana Musica, 2002, pp. 475-476.
  9. ^ a b c d Cesare Rizzi, Enciclopedia della musica Rock - 1980-1978 (terzo volume), Giunti, 1998, pp. 493-494.
  10. ^ a b Polly Marshall, The God of Hellfire: The Crazy Life and Times of Arthur Brown, SAF Publishing, 2005, p. 37.
  11. ^ a b Riccardo Bertoncelli, Chris Thellung, Paolo Madeddu, 24.000 dischi, Zelig, 2004, p. 872.
  12. ^ 2350.org - Releases by Bill Laswell. URL consultato il 22 marzo 2014.

Altri progetti[modifica | modifica sorgente]

Collegamenti esterni[modifica | modifica sorgente]

Controllo di autorità VIAF: 22938501 LCCN: n82102317