Impressionismo

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Categoria:Storia dell'arte
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Armand Guillaumin (1841–1927), Tramonto ad Ivry, 1873, Museo d'Orsay

L'Impressionismo è una corrente artistica nata in Francia, a Parigi, nella seconda metà dell'Ottocento, precisamente tra il 1860 e il 1870 e durata fino ai primi anni del Novecento. Una precisa esperienza di gusto, un momento caratteristico e storicamente definito, identificano questa tendenza nella civiltà artistica moderna.

Le premesse[modifica | modifica wikitesto]

Fondamentali per la nascita dell'Impressionismo furono le esperienze del Romanticismo e del Realismo, che avevano rotto con la tradizione, introducendo importanti novità: la negazione dell'importanza del soggetto, che portava sullo stesso piano il genere storico, quello religioso e quello profano; la riscoperta della pittura di paesaggio; il mito dell'artista ribelle alle convenzioni; l'interesse rivolto al colore piuttosto che al disegno; la prevalenza della soggettività dell'artista, delle sue emozioni che non vanno nascoste o camuffate, con rapidi colpi di spatola, creando un alternarsi di superfici uniformi e irregolari, che divenne il punto di partenza per le ricerche successive degli impressionisti.

Nuovi stimoli vennero anche dall'Esposizione universale di Parigi del 1889, dove trovò sfogo l'interesse per l'arte esotica, in particolare quella giapponese e quella cinese. Hokusai e la scuola Ukiyo-e rappresentavano scene di vita quotidiana molto vicine al realismo che andava diffondendosi in Francia e in Europa. Già Charles Baudelaire, alcuni anni prima, aveva distribuito agli amici delle stampe giapponesi, che presto divennero una moda e furono apprezzate e acquistate anche dai pittori impressionisti. Si deve però ricordare che, nonostante l'allontanamento dalla tradizione, essa restava il punto fermo delle opere dei grandi artisti del passato, custodite al Louvre.

Infine, importanti novità vennero dalle scoperte della scienza, come la macchina fotografica e le Leggi sull'accostamento dei colori di Eugène Chevreul: queste furono alla base della teoria impressionista sul colore, che suggeriva di accostare i colori senza mescolarli, in modo tale da ottenere non superfici uniformi ma "vive" e in movimento. Un'altra importante invenzione fu il tubetto di colore che consentiva agli artisti di poter spostarsi ed immortalare dal vivo i propri soggetti. Prima i pittori dovevano creare i colori tramite polveri di pigmento e quindi erano costretti a rimanere fermi nei loro laboratori dando ai quadri un'illuminazione artificiale che rendeva il quadro poco realistico. La fotografia per gli artisti impressionisti rappresentava un ulteriore mezzo per creare il proprio dipinto: gli artisti usavano la fotografia di un paesaggio per ricalcarne a mano i contorni e dargli una struttura di base; per poi sbizzarrire la loro creatività nella modifica di un paesaggio di cui aveva già una base più precisa e più vicina alla realtà.

Gli artisti[modifica | modifica wikitesto]

Eugène Boudin, Trouville, 1864

Gli impressionisti dipingevano "all'aria aperta", con una tecnica rapida che permetteva di completare l'opera in poche ore. Essi volevano riprodurre sulla tela le sensazioni e le percezioni visive che il paesaggio comunicava loro nelle varie ore del giorno e in particolari condizioni di luce, lo studio dal vero del cielo, dell'atmosfera, delle acque, eliminò il lavoro al chiuso, nell'atelier, lo studio nel quale venivano completati i quadri più grandi o eseguiti i ritratti; molti ritratti erano però anche realizzati all'aperto. Lo sfondo, il paesaggio, non è qualcosa di aggiunto, ma avvolge le figure. Oggetti e persone sono trattati con la stessa pennellata ampia e decisa. Gli artisti più importanti dell'impressionismo sono: Edouard Manet, Claude Monet, Edgar Degas, Pierre-Auguste Renoir, Alfred Sisley, Camille Pissarro e Jean-Frédéric Bazille.

Gli inizi[modifica | modifica wikitesto]

La storia dell'impressionismo nasce ancora prima che si possa parlare di un vero e proprio movimento: nel 1863 Napoleone III inaugurò il Salon des Refusés, per ospitare quelle opere escluse dal Salon ufficiale. Vi partecipò, tra gli altri, Édouard Manet con Le Déjeuner sur l'herbe, che provocò un notevole scandalo e che venne definito immorale. Due anni più tardi, lo stesso Manet scandalizzò nuovamente l'opinione pubblica con Olympia. La prima manifestazione ufficiale della nuova pittura si tenne il 15 aprile 1874, presso lo studio del fotografo Felix Nadar, alla quale parteciparono Claude Monet, Edgar Degas, Alfred Sisley, Pierre Auguste Renoir,

La mostra del 1874 fu di per sé un'azione eversiva in quanto, al di là dell'estrema modernità delle singole opere che sconvolse la critica, venne compiuta in risposta e contro il Salon, che le aveva rifiutate, e gli studi accademici in generale. Il nome di battesimo del nuovo movimento si deve ai critici d'arte dell'epoca, che definirono la mostra Exposition Impressioniste, prendendo spunto dal titolo di un quadro di Monet, Impression, soleil levant. Inizialmente questa definizione aveva un'accezione negativa, che indicava l'apparente incompletezza delle opere, ma poi divenne una vera bandiera del movimento. Caratteristiche della pittura impressionista erano i contrasti di luci e ombre, i colori forti, vividi, che avrebbero fissato sulla tela le sensazioni del pittore di fronte alla natura.

Il colore stesso era usato in modo rivoluzionario: i toni chiari contrastano con le ombre complementari, gli alberi prendono tinte insolite, come l'azzurro, il nero viene quasi escluso, preferendo le sfumature del blu più scuro o del marrone. Fondamentale era dipingere en plein air, ovvero al di fuori delle pareti di uno studio, a contatto con il mondo. Questo portò a scegliere un formato delle tele più facile da trasportare; si ricorda che risale a questo periodo anche l'invenzione dei tubetti per i colori a olio e al cavalletto da campagna, facile da trasportare. Il pittore cerca di fissare sulla tela anche lo scorrere del tempo, dato dal cambiamento della luce e dal passare delle stagioni. Si ricordano a questo proposito le numerose versioni della Cattedrale di Rouen, riprodotta nelle diverse ore del giorno e in diverse condizioni climatiche, di Claude Monet verso la fine del 1890.

Nonostante un filo rosso molto evidente colleghi tutti gli artisti impressionisti, sarebbe un errore considerare questo movimento come monolitico. Ogni artista, infatti, secondo la sua sensibilità lo rappresenta in modo diverso. Per esempio Monet non si interessò principalmente alla rappresentazione di paesaggi urbani, ma soprattutto naturali, arrivando, negli ultimi anni della sua vita, a ritrarre moltissime volte lo stesso soggetto (le Ninfee) in momenti diversi, per studiarne i cambiamenti nel tempo. Altri, come Renoir o Degas, si interessarono invece alla figura umana in movimento. Molti sono gli artisti che non si possono definire del tutto impressionisti, ma che dell'Impressionismo sono evidenti precursori, molti quelli che, nati in seno all'Impressionismo, se ne distaccheranno per intraprendere nuove strade. L'unico artista che sempre, per tutta la sua vita, rimase impressionista fu Monet. In sintesi, si può affermare che l'Impressionismo sia ai suoi inizi con Manet, culmini con Monet e si chiuda con Cezanne, che poi ne uscirà.

Linea del tempo degli impressionisti

La diffusione[modifica | modifica wikitesto]

L'Impressionismo si diffuse in Europa (grazie alla facilità con cui un'opera poteva essere eseguita, a molti impressionisti non occorrevano più di 15 minuti per realizzare un dipinto, era facile trovare nelle case borghesi dell'epoca diversi quadri): in Italia ebbe uno sviluppo non molto particolare, dato dalle esperienze di Federico Zandomeneghi e Giuseppe De Nittis e dei Macchiaioli, più vicine, tuttavia, alla tradizione quattrocentesca.

L'eredità[modifica | modifica wikitesto]

La teoria del colore impressionista viene esasperata nel pointillisme di Georges-Pierre Seurat: i colori non vengono mescolati, ma semplicemente accostati in punti minuti, in modo che sia l'occhio a creare le tinte intermedie. Paul Cézanne, pur contemporaneo del movimento, sviluppò in modo indipendente la propria ricerca, che da alcuni viene considerata premessa del Cubismo. Vincent Van Gogh compì una svolta proprio grazie agli impressionisti, ma da loro si discostò, precorrendo l'Espressionismo.

L'impressionismo nella scultura[modifica | modifica wikitesto]

L'età dell'oro (1886), Medardo Rosso.

I principi dell'impressionismo si estesero anche alla scultura, cambiandone fortemente motivi e forme, e dando vita a un modellato vivo e sensibile, che tende a fondere forma e spazio. Opere scultoree impressioniste degne di nota vennero create da Degas e Renoir[1]. Molti principi e segni di questa vasta corrente sono presenti anche nelle sculture di Rodin e Bourdelle oltre che nell'opera dell'italiano Medardo Rosso[1].

« Come la pittura, anche la scultura ha la possibilità di vibrare in mille spezzature di linee, di animarsi per via di sbattimenti d'ombre e di luci, più o meno violenti, d'imprigionarsi misteriosamente in colori caldi e freddi - quantunque la materia ne sia monocroma »
(Medardo Rosso)

L'Impressionismo nella letteratura[modifica | modifica wikitesto]

Non si può precisamente parlare di Impressionismo in letteratura, piuttosto di incontro tra due modi di sentire e di vedere la realtà, e di critica alla tradizione, da una parte in pittura, dall'altra in letteratura. Tuttavia il romanziere e critico d'arte Octave Mirbeau, amico di Claude Monet, può essere qualificato come impressionista. Comunque, sono molti i punti in comune con la corrente letteraria del naturalismo, in particolare con uno dei suoi esponenti, Emile Zola, che affermava che il vero compito dell'artista fosse quello di riprodurre la vita, e sostenne gli impressionisti nei suoi numerosi scritti.

L'Impressionismo nella musica[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Impressionismo musicale.

Anche nella musica si verificò un abbandono delle forme tradizionali come la sonata e la sinfonia. Si ricordano: Claude Debussy, Erik Satie, Maurice Ravel, Paul Dukas, Alexander Scriabin, Frederick Delius. Per quanto riguarda l'Italia, si accostò alle novità europee quando già queste si erano pressoché esaurite e trasformate in nuove tendenze: è opportuno, tuttavia, ricordare Ottorino Respighi. Come i pittori impressionisti escono all’aperto per dipingere, fuori dagli studi e dagli atelier, i musicisti rappresentano la natura e comunicano all’ascoltatore le loro "impressioni". A differenza dei sentimenti forti del Romanticismo, queste impressioni sono evanescenti, oniriche, irreali.

Allo stesso modo dei contorni pittorici sfumati, i contorni musicali sono sfuggenti e comunicano un’atmosfera immaginaria. Le prime avvisaglie presero spunto dal Parsifal wagneriano ma l’Impressionismo nacque in Francia e il suo maggiore rappresentante fu Debussy, considerato dopo Wagner il “padre” della musica moderna. Egli cercò di polemizzare contro i dogmi della musica tradizionale, per affermare un nuovo metodo compositivo. L’impressionismo è antiromantico, nel senso dell’affermazione dell’impressione subitanea e momentanea. I colori pittorici impressionisti corrispondono ai colori timbrici strumentali.

L'impressionismo nel cinema[modifica | modifica wikitesto]

L’estetica del cinema risentì del movimento impressionista soprattutto tramite il regista Jean Renoir, figlio del grande pittore, elemento di spicco del cosiddetto Realismo poetico.

L'impressionismo italiano[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Macchiaioli.

La situazione italiana è in questo periodo post-unitario difficile e lenta nello sviluppo della nuova corrente artistica francese. Per questo motivo molti pittori italiani furono affascinati dal nuovo stile e dall'apertura del pensiero parigino, in cui riscontrano una modernità introvabile nella loro patria. Nondimeno il lavoro di macchiaioli come Sernesi, Cabianca, Borrani e poi Fattori degli anni Sessanta e Settanta dell'Ottocento, in contemporanea agli albori dell'impressionismo, è paragonabile nei metodi, nelle tematiche d'attualità e nello stile che persegue la luminosità naturale attraverso l'uso della macchia, e ne costituisce il movimento parallelo, con le dovute differenze di contesto sociale e di territorio.

I macchiaioli italiani conoscono Delacroix, Corot, Courbet e i Barbizonniers, e, come gli impressionisti, partono dalle ricerche di questi pittori[2]. Dopo la stagione dei Boldini, degli Zandomeneghi e dei De Nittis, che potremmo chiamare impressionisti franco-italiani viste le loro lunghe permanenze parigine, permane in Italia una tradizione tardo impressionista che si protrae nei primi tre-quattro decenni del Novecento, legata ora a Monet, ora a Renoir ora a Cezanne, espressa nell'opera di pittori come Emilio Gola, Arturo Tosi, Armando Spadini[3]. Una “declinazione” particolare e personale dell’impressionismo di tradizione francese viene inoltre introdotta dal pittore ferrarese Galileo Cattabriga (Bondeno, 1901-1969)[4].

Film sull'impressionismo[modifica | modifica wikitesto]

La BBC ha mandato in onda nel 2011 un docufilm in tre parti intitolato The Impressionists, in cui si ripercorre la storia del movimento attraverso la vita di Monet, Renoir, Cézanne, Manet e Degas.[5][6][7]

Impressionisti italiani[modifica | modifica wikitesto]

Galleria[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Impressionismo su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 15 marzo 2011. URL consultato il 25 gennaio 2015.
  2. ^ "I Macchiaioli" a. c. di R. Degrada 1967 pp. 9-11
  3. ^ Maltese, Storia dell'arte in Italia 1785-1943 pp.355-6
  4. ^ http://bonzagni.comune.cento.fe.it/index.php?it/21/news-eventi/15/omaggio-a-galileo-cattabriga-a-cura-di-daniele-biancardi
  5. ^ YouTube
  6. ^ YouTube
  7. ^ YouTube

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giulio Carlo Argan, L'arte moderna, 1994
  • Bernard Denvir, L'impressionismo, Art Dossier n° 73
  • Gioia Mori, Impressionismo, Van Gogh e il Giappone, Art Dossier n° 149
  • Maria Teresa Benedetti, Impressionismo: le origini, Art Dossier n° 159

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