Se riscontri problemi nella visualizzazione dei caratteri, clicca qui

Tre Regni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
I Tre Regni nel 262, alla vigilia della conquista da parte dell'impero di Wei

Il periodo dei Tre Regni (cinese semplificato: 三国; cinese tradizionale: 三國; pinyin Sānguó) è l'intervallo temporale della storia della Cina, tra la fondazione del Regno Wei nel 220 e la conquista del Regno Wu da parte della Dinastia Jin nel 280.[1]

Comunque, molti storici cinesi fanno risalire l'inizio di questo periodo all'insurrezione dei Turbanti Gialli nel 184.[2] Il periodo è descritto nel testo storico Cronache dei Tre Regni.[3][4]

Insurrezione dei Turbanti Gialli[modifica | modifica wikitesto]

Dopo anni di corruzione nella corte degli Han, un pretore dell'impero, Zhang Jiao, decise di porvi fine supportando un nuovo imperatore che avrebbe dato alla Cina e al suo popolo maggior sicurezza e una crescita stabile.[5] Insieme ai suoi due fratelli pellegrinò in tutto il territorio imperiale per assoldare un esercito che avrebbe potuto ribellarsi e rovesciare gli Han. L'imperatore emanò un decreto che sanciva che qualunque nobile o cittadino che avesse contribuito a fermare i Turbanti Gialli (il nome che presero i rivoltosi per il turbante giallo che portava sulla testa il loro capo Zhang Jiao) sarebbe stato in larga misura ricompensato. Molti signori risposero alla chiamata dell'imperatore, Dong Zhuo da ovest, Sun Jian da est, dal nord Gongsun Zan, Liu Yan e Ding Yuan; al comando delle armate imperiali era He Jin cognato del sovrano.[6]

La guerra indebolì il potere imperiale che passò di fatto al generale militare He Jin il quale, fallito il suo tentativo di assassinare gli eunuchi che tramavano per il potere, fu da loro assassinato. Questo diede l'opportunità a Dong Zhuo di ascendere al potere: mentre Sun Jian ed i generali imperiali Yuan Shao e Cao Cao domavano la ribellione, occupò la capitale col suo esercito, uccise gli eunuchi e fece uccidere Ding Yuan dal suo stesso figlio adottivo Lu Bu, il quale fu poi adottato dal tiranno, infine fece in modo che a salire al trono fosse il debole imperatore Xian, per potersi impadronire definitivamente del potere.[6]

Ascesa di Cao Cao[modifica | modifica wikitesto]

Contro il tiranno Dong Zhuo, nell'anno 190 i signori feudali formarono una coalizione che aveva come comandante Yuan Shao, e fra i suoi membri spiccavano Cao Cao e Sun Jian. Nel 191 la coalizione ebbe ragione sul tiranno, che ritirandosi dalla capitale Luo Yang fu tradito e ucciso dal suo figlio adottivo Lu Bu, come era successo a Ding Yuan.[2][7]

Le forze della coalizione iniziarono a sfaldarsi, e Cao Cao ebbe modo di occupare i territori centrali sottratti a Dong Zhuo, anche perché era riuscito a impadronirsi della persona dell'imperatore, mentre Yuan Shao conquistò i territori del He Bei a nord.[7] Sun Jian entrò in conflitto con Liu Biao per il dominio dei territori centrali meridionali, il Jing, finendo per morire in battaglia.[7] Aumentava inoltre in questo periodo la fama di un uomo ancora privo di grande potere, ma destinato ad un futuro illustre: Liu Bei il quale con l'aiuto di Cao Cao aveva sconfitto Lu Bu per il controllo dei territori ad est.[6]

La svolta in quello che si proponeva come un lungo periodo di guerre intestine avvenne nel 200: i maggiori signori della guerra, Cao Cao e Yuan Shao, si sfidarono a Guan Du. Nonostante l'esercito di Yuan Shao fosse numericamente maggiore (700.000 contro 200.000) Cao Cao prevalse congiungendo sotto il suo dominio una porzione immensa della Cina: le piane centrali ed i territori ad est sottratti a Liu Bei, alleato di Yuan Shao, ed i territori del nord, sottratti a quest'ultimo. Questo successo venne ottenuto anche grazie alla colpevole neutralità di Liu Biao, l'unico altro signore della guerra che in quel periodo era loro pari.[7]

Sistemati i confini a nord Cao Cao si rivolse ora a Sud: Sun Jian era morto in guerra contro Liu Biao, il figlio Sun Ce aveva però conquistato gran parte dei territori costieri del sud est, ottenendo un esercito da Yuan Shu, fratellastro di Yuan Shao in cambio del sigillo imperiale trovato dal padre, per poi morire e lasciare questo dominio al fratello Sun Quan.[7] Cao Cao sconfisse definitivamente Liu Bei (A Guan Du si era alleato con Yuan Shao) il quale si ritirava verso sud portandosi dietro circa 100.000 sostenitori civili, e pianificò un'invasione ai territori di Sun Quan, che gli aveva dato rifugio.[5]

Nel 208 si svolse la battaglia cardine che avrebbe consacrato il periodo spaccando la Cina in tre frazioni: Chibi. Questa battaglia navale si svolse sul fiume Yangtze, fra le truppe di Cao Cao, non abituate alla battaglia in acqua e quelle di Sun Quan che invece ne facevano un punto di forza, alleate con quelle di Liu Bei. Grazie ai numerosi stratagemmi di Zhuge Liang, stratega di Liu Bei ed all'abilità del comandante di Sun Quan, Zhou Yu gli eserciti del sud riuscirono a sconfiggere Cao Cao, che dovette almeno per il momento rinunciare ai territori del sud.[8] In seguito, alla morte di Liu Biao, Liu Bei riuscì ad impossessarsi della provincia di Jing apporfittando delle divisioni dei vassalli di questi, e nel 214 invase il territorio di Shu nel sud ovest conquistandolo al suo parente Liu Zhang; Cao Cao a nord ovest conquistò lo Xi Liang facendo assassinare Ma Teng e domando la ribellione del figlio, Ma Chao, che si unì a Liu Bei. La Cina era dunque divisa in tre: a nord del fiume Yangtze Cao Cao, a sud ovest nel Jing ed a Shu Liu Bei, a sud est, a Wu, Sun Quan.[6]

Caduta dei Tre Regni[modifica | modifica wikitesto]

  • Tre Regni 220 d.C.-266 d.C.
  • Jin occidentali 265 d.C.-316 d.C.

Alla morte di Cao Cao, il figlio Cao Pi depose l'ultimo imperatore Han autonominandosi imperatore della nuova dinastia Cao-Wei, in risposta Liu Bei, parente dell'imperatore, fece lo stesso, diventando il primo imperatore della dinastia Shu-Han. Sun Quan, invece tradì l'alleanza che lo legava a Liu Bei e approfittando di un conflitto per l'unificazione del Jing fra le forze di Shu e quelle di Wei, colpì alle spalle i suoi alleati conquistando parte di quei territori e uccidendo Guan Yu, fratello giurato di Liu Bei. Di lì a poco perse anche l'altro fratello giurato, Zhang fei, perché venne assassinato.[9]

Subito questi si lanciò in una spedizione punitiva contro il traditore: dopo numerose vittorie, penetrando profondamente nel territorio nemico, fu sconfitto dal giovane stratega Lu Xun ad Yi Ling perché Liu Bei si era ritirato nella foresta con i suoi e lo stratega ne approfittò per bruciargli il riparo. Liu Bei morì per l'umiliazione pochi mesi dopo, nel 223. Sun Quan si nominò imperatore di Wu nel 229. Zhuge Liang, stratega e reggente di Shu dovette domare la ribellione dei popoli barbari a sud guidati da Meng Huo e ripristinare l'alleanza con Wu prima di poter riprendere la guerra contro Wei. Lui e Jiang Wei, il suo successore al comando delle forza armate, organizzarono con alterne fortune molte spedizioni contro il nemico a nord, 5 il primo, 9 il secondo. L'ultima spedizione di Zhuge Liang giunse alle piane di Wu Zhang nel cuore del regno di Wei, dove morì di malattia, causando la ritirata dell'esercito.[9]

Jiang Wei combatté con alterne fortune contro generali formidabili quali Sima Zhao, Chen Tai, Guo Huai, Deng Ai e Zhong Hui, ma le sue spedizioni fallirono non solo a causa dell'accanita resistenza dell'esercito di Wei ma soprattutto per colpa degli eunuchi della corte di Shu che per screditarlo lo fecero più volte tornare alla capitale durante le campagne militari con falsi messaggi dell'imperatore Liu Chan, figlio di Liu Bei.[5] Approfittando dei gravi dissidi di corte di Shu, Deng Ai e Zhong Hui riuscirono infine a conquistare la capitale di Shu senza aver bisogno di combattere, poiché Liu Chan si arrese senza combattere nel 264.

Un colpo di Stato da parte del clan Sima nel 265, il cui maggiore esponente era lo stratega di Wei, Sima Yi, grande rivale di Zhuge Liang, pose fine alla dinastia Wei fondando la Dinastia Jìn. Jiang Wei ne approfittò organizzando una rivolta contro Jin convincendo Zhong Hui a seguirlo ed a rifondare il regno di Shu-Han: i rivoltosi fecero assassinare Deng Ai, ma una volta scoperti vennero sconfitti dalle forze di Jing: Zhong Hui fu assassinato e Jiang Wei si suicidò. Approfittando della tirannia e dell'incapacità dell'ultimo imperatore Wu, Sun Lin, gli eserciti di Jin dell'imperatore Sima Yan conquistarono l'ultimo dei tre regni unificando la Cina nel 280.[6]

Nei media[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Three Kingdoms Period, History of China. URL consultato il 20 luglio 2011.
  2. ^ a b (EN) Three Kingdoms, Britannica.com. URL consultato il 20 luglio 2011.
  3. ^ Roberts1991, pg. 947
  4. ^ (EN) Records of Three Kingdoms, History.cultural-china.com. URL consultato il 20 luglio 2011.
  5. ^ a b c (EN) Kingdom Shu, History of China. URL consultato il 20 luglio 2011.
  6. ^ a b c d e (EN) Three Kingdoms Period, Travelchinaguide.com. URL consultato il 20 luglio 2011.
  7. ^ a b c d e (EN) Cao Cao, History of China. URL consultato il 20 luglio 2011.
  8. ^ (EN) Zhuge Liang, History of China. URL consultato il 20 luglio 2011.
  9. ^ a b (EN) Kingdom Wei, History of China. URL consultato il 20 luglio 2011.
  10. ^ Vedi: Scheda su IMDb
  11. ^ Tiscali.it

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Roberts, Moss, tr. Three Kingdoms: A Historical Novel (1991) University of California Press. ISBN 0-520-22503-1

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]