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Bahrein

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Bahrein
Bahrein – Bandiera Bahrein - Stemma
(dettagli) (dettagli)
Bahrein - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completo Regno del Bahrein
Nome ufficiale مملكة البحرين
(Mamlakat al-Baḥrayn)
Lingue ufficiali arabo
Capitale Manama  (157 474 ab. / 2010 )
Politica
Forma di governo Monarchia costituzionale
Capo di Stato Hamad bin Isa Al Khalifa
Capo di Governo Khalifa bin Salman Al Khalifa
Indipendenza 1783 dalla Persia
16 dicembre 1971 dal Regno Unito
Ingresso nell'ONU 21 settembre 1971
Superficie
Totale 750 km² (175º)
 % delle acque 0 %
Popolazione
Totale 1.261.835 ab. (2012) (151º)
Densità 1.643 ab./km²
Tasso di crescita 2,652% (2012)[1]
Nome degli abitanti Bahreiniti[2]
Geografia
Continente Asia
Confini Nessuno
Fuso orario UTC +3
Economia
Valuta Dinaro del Bahrein
PIL (nominale) 27 117[3] milioni di $ (2012) (96º)
PIL pro capite (nominale) 23 555 $ (2012) (33º)
PIL (PPA) 33 029 milioni di $ (2012) (105º)
PIL pro capite (PPA) 28 691 $ (2012) (34º)
ISU (2011) 0,806 (molto alto) (42º)
Fecondità 2,5 (2011)[4]
Consumo energetico 1,16 kWh/ab. anno
Varie
Codici ISO 3166 BH, BHR, 048
TLD .bh
Prefisso tel. +973
Sigla autom. BRN
Inno nazionale Bahrainona
Festa nazionale 16 dicembre
Bahrein - Mappa
 

Coordinate: 26°04′03″N 50°33′04″E / 26.0675°N 50.551111°E26.0675; 50.551111

Il Bahrein[2][5][6][7][8][9] o Bahrain[10], ufficialmente Regno del Bahrein (in arabo: مملكة البحرين‎, Mamlakat al-Baḥrayn), è un piccolo Stato situato su un arcipelago di 33 isole vicino alle coste occidentali del Golfo Persico, la sua capitale è Manama. La lingua ufficiale è l'arabo.

Il Bahrein, in precedenza un emirato, è diventato un regno nel 2002, costituito come monarchia costituzionale. Lo Stato è retto dalla famiglia reale Āl Khalīfa e il re è Ḥamad bin ʿĪsā Āl Khalīfa, mentre il governo è presieduto da Khalifa bin Salman Al Khalifa.

La sua superficie è di 750 km² ed è abitata, secondo le stime fatte nel 2010, da 1.214.705 abitanti, di cui 235.108 sono stranieri. Le sue acque territoriali confinano a ovest con quelle dell'Arabia Saudita e a sud con quelle del Qatar. L'isola più importante è Bahrein, che insieme alle isole Sitra e Muharraq forma il nucleo più importante dell'arcipelago. Si ricordano anche le piccole isole di Nabih Saleh, il penitenziario di Jidda, Umm al-Nasan. A sud-est si estende, inoltre, l'arcipelago Hawar.

Noto per il suo petrolio e per le sue perle, il Bahrein è anche sede di molte grandi strutture, tra cui il Bahrain World Trade Center e il Bahrain Financial Harbour, in cui dovrebbe essere costruita la Murjan Tower (1.022 m). Il Gran Premio di Formula 1 del Bahrein si svolge presso il Bahrain International Circuit.

Etimologia e significato del nome[modifica | modifica wikitesto]

In lingua araba, Bahrayn è la forma duale del sostantivo arabo Baḥr ("mare"), perciò al-Bahrayn significa "Regno Dei Due Mari". Tuttavia, che il termine sia stato inizialmente destinato all'odierno Bahrein è oggetto di contestazione. Il termine compare cinque volte nel Corano, ma non si riferisce all'isola moderna. Originariamente Awal si riferiva a delle oasi situate nell'odierna Arabia Saudita. Non è chiaro quando il termine cominciò a riferirsi esclusivamente alle isole del Bahrein, ma fu probabilmente dopo il XV secolo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del Bahrein.

L'Arcipelago del Bahrein sin dal secondo millennio a.C. è stato una tappa dei commerci fra la Mesopotamia e l'India. Fino all'inizio dell'età moderna le isole Awāl appartenevano alla provincia del Bahrein insieme alla costa araba del Golfo Persico.

Nel 1521 le isole furono conquistate dai Portoghesi, e la loro storia si separò da quella della terraferma araba. Da questo momento l'espressione Bahrein cominciò ad indicare solamente le isole (in precedenza Awāl), mentre la costa fra Kuwait e Qatar fu chiamata al-Hasa.

Nel 1602 i Portoghesi furono cacciati da una rivolta e il Bahrein divenne una dipendenza diretta della Persia. Fra il 1717 ed il 1735, a causa del collasso della dinastia safavide in Persia, l'arcipelago si sottrasse al dominio persiano e rimase indipendente sotto la tribù Huwala. Nel 1736 la nuova dinastia persiana dei Cagiari riconquistò il Bahrein e nel 1753 ne divennero governatori ereditari, sotto sovranità persiana, i membri della dinastia al Madhkur.

Nel 1783 il Bahrein insieme al Qatar, sotto la guida della tribù Bani Utub, si ribellò agli Al Makhtūr e divenne definitivamente indipendente dai Persiani. L'indipendenza fu tuttavia breve e l'arcipelago fu conquistato dal sultanato di Oman, allora al suo apogeo, nel 1802.

Nel 1822 una nuova rivolta, capitanata questa volta dalla famiglia degli Al Khalīfa, ripristinò l'indipendenza dello Stato. In questo periodo vennero stipulati dei trattati con la Gran Bretagna in base ai quali il Bahrein rinunciava alla pirateria ed in cambio la Gran Bretagna s'impegnava a difenderne l'indipendenza da eventuali aggressioni esterne (plausibilmente omanite e saudite). Tuttavia non si trattava ancora di un vero protettorato.

Nel 1869 gli Ottomani estesero il loro dominio lungo la costa araba del Golfo Persico e, con la mediazione britannica, ottennero che il Bahrein si riconoscesse formalmente loro vassallo.

Con il collasso dell'Impero ottomano, nel 1916, il Bahrein divenne un vero e proprio protettorato britannico e lo rimase fino al 1971. Questa è la data della definitiva indipendenza del Bahrein.

L'orientamento politico interno è improntato a un tradizionalismo islamico analogo a quello dell'Arabia Saudita. Il Bahrein ha concesso una base navale agli Stati Uniti per dimostrare la sua politica filo occidentale. Il suo assetto istituzionale, che era disciplinato dalla Costituzione del 1973, il 27 agosto 1975 venne "sospeso temporaneamente".[11] Nel marzo del 2011, l'attuale Re di Bahrein, Haman Bin Isa Al Khalifa, dichiara uno stato di emergenza della durata di tre mesi a seguito di richieste della maggioranza sciita, presente nel Paese. Numerosi gli scontri e i feriti: 200 feriti, 3 morti (tra cui anche un poliziotto). Lo scontro mobilita le due compagini religiose: sciiti e sunniti. I primi sono appoggiati dall'Iran e si localizzano principalmente nell'isola di Sitra, viceversa i secondi hanno l'appoggio dell'Arabia Saudita. I Carmati furono anche chiamati i Fruttivendoli (al-Baqliyya) per le loro abitudini alimentari strettamente vegetariane e sono un gruppo ismailita millenarista stanziato nel Bahrein e nell'Arabia orientale (al-Hasa). Comunque il processo rivoluzionario, tuttora in corso, non ha un carattere esclusivamente confessionale, l'opposizione infatti chiede riforme di carattere economico, sociale e soprattutto politico-costituzionale e relative alle libertà civili. Non vi è nei movimenti rivoluzionari (pur composti in prevalenza da sciiti) alcun senso di solidarietà con l'Iran, che anzi sarebbe probabilmente danneggiato, a livello di possibile contagio rivoluzionario, dalla nascita di una monarchia costituzionale su modello europeo o da una repubblica democratica, dalla popolazione sciita, a così poca distanza dalle sue coste.

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia del Bahrein.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di un piccolo arcipelago situato nel golfo Persico, nell'insenatura formata dalla penisola del Qatar. Composto da 33 isole, molte di esse per caratteristiche morfologiche e ambientali risultano inabitabili. seguita dall'arcipelago di Hawar, vicino alle coste del Qatar e conteso territorialmente con quest'ultimo, e dall'isola di Muharraq.

Il maggior rilievo è alto 122 metri, mentre il resto delle isole è caratterizzato da pianure desertiche.

Le estati sono molto calde (si arriva a 50 °C) mentre le piogge sono scarsissime (meno di 80 mm annui[12]). Si ritrovano palme da datteri.

È bagnato a nord e a est dal Golfo Persico e a sud e a ovest dal Golfo del Bahrein. Non ci sono corsi d'acqua o laghi di rilievo.

Geografia umana[modifica | modifica wikitesto]

Panoramica notturna di Manama.

La popolazione del Bahrein è di 1.234.596 abitanti. La popolazione urbana è pari al 92,5%. Le città principali sono Madinat Hamad (166.824 abitanti), Manama, la capitale (157.474), Riffa (121.566) e Al Muharraq (109.695).

La popolazione del Bahrein è composta per il 60% da bahreiniti[2][13], il restante 40% è rappresentato da immigrati, per lo più di provenienza asiatica.

La lingua ufficiale del Regno è l'arabo. L'inglese è molto diffuso. Inoltre gli abitanti locali parlano anche un dialetto persiano influenzato dall'arabo. Tra gli immigrati sono diffusi l'hindi, l'urdu e il tagalog.

Religione[modifica | modifica wikitesto]

La religione ufficiale del Bahrein è l'Islam che è la religione maggiormente praticata. Secondo il censimento del 2001, l'80% della popolazione è composta da musulmani, il 65-75% dei quali di orientamento sciita,[14][15][16][17][18] il 10% da cristiani[19] ed il restante 10% pratica altre religioni. Nel paese vi è anche una piccolissima comunità ebraica.

Ordinamento dello Stato[modifica | modifica wikitesto]

Il Bahrein è una monarchia costituzionale; il sovrano è Hamad bin Isa Al Khalifa. Il Primo ministro è Khalifa bin Sulman Al Khalifa, che presiede un gabinetto di ventitré membri. Il Bahrein ha due camere, una bassa, il Majlis al-nuwāb (lett. "Assemblea dei deputati"), eletta a suffragio universale, ed una camera alta di nomina regia, il Majlis al-shura ("Assemblea del consiglio").

Suddivisione amministrativa[modifica | modifica wikitesto]

Mappa dei governatorati

Dal settembre 2014[20] Bahrein è diviso in quattro governatorati (muḥāfaẓa), in precedenza erano cinque:
1. Capitale
2. Centrale (abolito nel settembre 2014)
3. Muharraq
4. Settentrionale
5. Meridionale

Il territorio dell'ex Governatorato Centrale è stato suddiviso fra i governatorati confinanti.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

L'importanza e la ricchezza di questo piccolo Stato arabo sono dovute ai consistenti giacimenti petroliferi. La vendita e la raffinazione del petrolio estratto sono la principale fonte di reddito per il paese.

Iran e Bahrein hanno firmato un memorandum d'intesa nel 2008, secondo il quale il Bahrein importerebbe 1 miliardo di metri cubi di gas naturale dall'Iran ogni anno. Era stato previsto che l'accordo entrasse in vigore nel 2015. Il governo del Bahrein ha annunciato nel febbraio 2009 l'annullamento dei colloqui con i rappresentanti del governo iraniano per l'importazione di gas naturale. I dirigenti del Bahrein sono stati offesi da osservazioni fatte da un consulente del leader supremo iraniano, l'ayatollah Ali Khamenei, il quale ha affermato come il Bahrein in passato facesse parte dell'Iran.[21] Bahrein è considerato un paradiso fiscale. Il sistema fiscale italiano, col Decreto Ministeriale 04/05/1999, l'ha inserita tra gli Stati o Territori aventi un regime fiscale privilegiato, nella cosiddetta Lista nera, ponendo quindi limitazioni fiscali ai rapporti economico commerciali che si intrattengono tra le aziende italiane ed i soggetti ubicati in tale territorio. Nel 2012 a seguito di aggiornamento il paese si è poi conformato agli standard internazionali ed è stato quindi rimosso dalla lista.

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Il Bahrain International Circuit

Dal 2004 in Bahrein si svolge il Gran Premio di Formula 1 nel Circuito "Sakhir" di Manama (nome ufficiale Bahrain International Circuit), costruito nel deserto a 25 km a sud della capitale Manama. Nel 2011, a causa del conflitto civile in atto nel Paese, il Gran Premio che avrebbe dato inizio alla stagione il 13 marzo, è stato annullato.

Il Bahrein non è riuscito a qualificarsi per i Mondiali di calcio 2006 per poco, venendo sconfitto negli spareggi da Trinidad e Tobago, dopo un doppio confronto emozionante contro l'Arabia Saudita, risoltosi grazie ad una rete di Latif al 94'.
Stessa sorte è capitata nelle qualificazioni ai Mondiali di calcio 2010, infatti è stata eliminata nella gara di spareggio contro la Nuova Zelanda, dopo aver pareggiato 0-0 la gara di andata in casa, è arrivata la sconfitta in trasferta per 1-0.

Dal 2011 vi si svolge il Volvo Champions, torneo di golf che dal 2012 ha un field riservato unicamente ai vincitori dello European Tour dell'anno precedente.


Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Population growth rate su CIA World Factbook. URL consultato il 28 febbraio 2013.
  2. ^ a b c Cfr. il Manuale interistituzionale di convenzioni redazionali dell'Unione europea
  3. ^ Dati dal Fondo Monetario Internazionale, ottobre 2013
  4. ^ Tasso di fertilità nel 2011. URL consultato il 12 febbraio 2013.
  5. ^ Nomi di paesi in italiano
  6. ^ Cfr. in Calendario Atlante De Agostini 2013, Istituto geografico De Agostini, Novara.
  7. ^ Cfr. al vol. II, pp. 137-138 in Enciclopedia della Geografia, Istituto geografico De Agostini, Novara.
  8. ^ Cfr. alle pp. 578-579 in Nuova Enciclopedia Universale Rizzoli Larousse.
  9. ^ Cfr. sul sito dell'Istituto Geografico Militare, ente cartografico ufficiale dello Stato.
  10. ^ Sfr. sull'Enciclopedia Treccani.
  11. ^ Testo parzialmente tratto dalla Grande Enciclopedia Curcio, Vol. 3, p. 1165
  12. ^ Bahrain Weather
  13. ^ In arabo il termine è bahraini.
  14. ^ Amir Taheri, Why Bahrain blew up in New York Post, 17 febbraio 2011. URL consultato il 22 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 3 ottobre 2012).
  15. ^ Glen Carey e Mohammed Hatem, Bahrain Shiites May Rally After Funeral for Protester, Bloomberg, 16 febbraio 2011. URL consultato il 5 marzo 2012.
  16. ^ Bahrain: it may be small, but it matters – Channel 4 News, Channel4.com, 17 febbraio 2011. URL consultato il 22 febbraio 2011.
  17. ^ UK FCO, UK FCO. URL consultato il 3 marzo 2012. [collegamento interrotto]
  18. ^ |title= Mapping the Global Muslim Population |href="http://www.pewforum.org/2009/10/07/mapping-the-global-muslim-population/" target="_blank">Mapping the Global Muslim Population|date= October 7, 2009|
  19. ^ Il 9 luglio 2008 re Khalifa bin Salman Ali Al Khalifa è stato ricevuto nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo da Papa Benedetto XVI.
  20. ^ (EN) Central Governatorate dissolved. URL consultato il 22 marzo 2015.
  21. ^ Bahrein annulla colloqui con l'Iran su importazione gas, Doron Peskin, Infoprod 24.02.09

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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