Beatificazione

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
bussola Disambiguazione – "beato" rimanda qui. Se stai cercando altri significati di beato o "beata", vedi Beato (disambigua).
Bozzetto per il ciclo di affreschi in San Bernardino alle Ossa a Milano. Scena: Apoteosi di un beato, 1693-1694, Collezione Molinari Pradelli, Bologna

La beatificazione è, nel Cattolicesimo, l'atto mediante il quale la Chiesa riconosce l'ascensione di una persona defunta al Paradiso e la conseguente capacità di intercedere a favore di fedeli che lo pregano. Il titolo autorizza il culto pubblico del "beato" nell'ambito di una Chiesa particolare e, frequentemente, anche di un ente ecclesiastico (istituto religioso, ecc.)

La beatificazione è una tappa obbligata del processo di canonizzazione, al termine del quale un servo di Dio è riconosciuto santo.

Evoluzione storica[modifica | modifica wikitesto]

Nel primo millennio e fino al XII secolo i vescovi potevano autorizzare il culto di un cristiano defunto nella loro diocesi o in una sua parte. Tuttavia, frequenti abusi e disparità da parte dei vescovi già alla fine dell'XI secolo convinsero i papi a limitare il potere dei vescovi e raccomandarono l'esame di miracoli e virtù a un concilio. In particolare questa linea fu seguita dai papi Urbano II, Callisto II ed Eugenio III. A rivendicare la giurisdizione papale sulle beatificazioni fu per primo papa Alessandro III a metà del XII secolo, sebbene sia dibattuta l'importanza e l'applicazione del suo decretale che proibiva il culto di persone non autorizzato dalla Sede Apostolica. Lo stesso Alessandro III non solo permise, ma ordinò il culto del beato Guglielmo di Malavalle nella diocesi di Grosseto.

Nel XIV secolo, il Papa[non chiaro] cominciò ad autorizzare il culto di alcuni santi solo in ambito locale prima che fosse completato il processo di canonizzazione. Tale pratica è all'origine della procedura di beatificazione, in cui una persona è detta beata. Il culto pubblico del beato è universale nella recita del martirologio[1], mentre le altre celebrazioni liturgiche, l'Eucaristia e la liturgia delle Ore, sono approvate in ambiti più ristretti (singole diocesi o famiglie religiose).

Il 25 gennaio 1525, papa Clemente VII concesse un indulto ai Domenicani del Convento di Forlì per celebrare la messa del beato Giacomo Salomoni ogni volta che, durante l'anno, la loro devozione li spingesse a farlo. Questo indulto è considerato importante nella storia delle celebrazioni liturgiche dedicate ad un beato, tanto da risultare come il più antico citato da papa Benedetto XIV nel documento De canonizatione[1].

Per il papa è possibile operare una beatificazione equipollente: il papa approva, con un semplice decreto, un culto spontaneo ed esistente da vario tempo, senza indagini specifiche e senza attendere il verificarsi di un miracolo. Questa procedura è stata seguita ad esempio da Pio IX nel 1868 per il vescovo bresciano Guala de Roniis.

Riguardo al valore dell'atto pontificio, mentre la maggior parte dei teologi cattolici attribuisce alla canonizzazione il carattere dell'infallibilità, lo si esclude senz'altro per la beatificazione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Conferenza stampa di presentazione del nuovo Martirologio Romano, intervento del cardinale Jorge Medina Estévez

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autorità GND: (DE4054458-8
Cattolicesimo Portale Cattolicesimo: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Cattolicesimo