Slavi

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Stati in cui è adottata come principale lingua ufficiale una lingua di un popolo slavo.

██ Slavi occidentali

██ Slavi orientali

██ Slavi meridionali

Distribuzione degli slavi per lingua

I popoli slavi (in greco: Σκλαβηνοι, in latino: Sclaveni, in antico slavo ecclesiastico: Slověne) sono un ramo etno-linguistico dei popoli indoeuropei che vivono principalmente in Europa, dove costituiscono circa un terzo della popolazione. A partire dalla loro terra natia (principalmente l'Europa orientale) nel VI secolo, si sono spostati anche verso l'Europa centrale e verso i Balcani. Molti si sono in seguito stabiliti nell'Asia settentrionale o sono emigrati in altre parti del mondo.

Gli emigranti slavi si unirono alle popolazioni locali, pertanto i moderni popoli slavi mostrano pochi tratti genetici comuni. Sono uniti perché parlano tutti le lingue slave e per il fatto che hanno un comune senso d'identità slava, sebbene intesa in modo assai differente tra i vari popoli.

I popoli slavi sono tradizionalmente divisi lungo linee linguistiche in slavi occidentali (che comprendono i cechi, gli slovacchi, i polacchi, i casciubi ed i sorbi), slavi orientali (che comprendono i bielorussi, i russi e gli ucraini) e slavi meridionali (tra cui i serbi, i bulgari, i croati, i macedoni, i montenegrini, i bosniaci e gli sloveni).

Origine del termine "slověne"[modifica | modifica wikitesto]

Tolomeo identifica le tribù chiamate Stavanoi e Soubenoi. I nomi sono scritti con grafie differenti, come Sklabenoi, Sklauenoi, o Sklabinoi in greco, e Sclaueni, Sclauini, o Sthlaueni in latino. I più antichi documenti scritti in antico slavo, che risalgono al IX secolo, utilizzano il nome "slověne". È da notare la prima vocale "o", al posto della "a" come in greco e latino.

  • slovo significa ("parola, discorso, lettera") quindi slověne significherebbe "popoli che parlano (la stessa lingua)", cioè "popoli che si capiscono".
  • slava significa "gloria" (in relazione a slovo, perché la gloria passa da uomo a uomo attraverso la parola), pertanto slaviane significa "popoli che sono famosi, gloriosi", perché in tempi antichi le tribù slave erano composte da grandi guerrieri la cui fama passava di tribù in tribù.
  • "Il Nome SLAV", saggio della Storia russa, sostiene che la parola sláva abbia avuto il significato di praticante, cioè frequentatore di una comune religione slava, similmente alle attuali accezioni di cristiano e musulmano.
  • Max Vasmer suggerisce che la parola sia nata dal nome di un fiume, comparandola a parole simili della lingua latina come cluo ("lavare"); la radice sarebbe sconosciuta, ma è apparsa anche nelle lingue slave e che appare ancora nelle lingue baltiche con lo stesso significato.
  • Sicura invece è l'etimologia della parola schiavo (e dell'italiano ciao, da s-ciao, contrazione dal veneto). Indica l'ampiezza dell'asservimento degli slavi settentrionali. Nel latino medievale del secolo XIII, il vocabolo sclavus è calco diretto su slavus/sklavus, cioè slavo. Nella forma sklavus, o più esattamente sklavos, deriverebbe dal greco bizantino e corrisponderebbe al generico Sklavenes, appellativo con il quale gli storici dell'impero d'Oriente del secolo VI designavano gli Slavi che, varcato il Danubio, iniziavano a infiltrarsi nella penisola balcanica. Assai rapidamente e in tutti i paesi europei un etnonimo si mutò in sinonimo di popolo asservito, tanto più che l'accoglimento del termine sclavus nelle lingue medievali venne facilitato dall'universale considerazione degli Slavi, ritenuti all'epoca gli schiavi per eccellenza. Passato allora a indicare uno stato giuridico in sostituzione di mancipium e di servus, da sclavus sono discesi lo spagnolo esclavo, il portoghese escravo, il catalano esclau, il francese esclave, il tedesco Sklave, l'olandese slaaf...

Nel X secolo gli slavi meridionali dell'Istria e della Dalmazia vennero assoggettati dai Sassoni, tanto che il termine sclavus ("slavo") iniziò a significare "schiavo", una parola che sostituì il latino servus. La parola slavo, infatti, deriva dal latino medievale sclavus e dal greco Sklabenoi[questa affermazione contraddice la precedente, su quale delle due parole sia derivata dall'altra]. Con un processo simile, le lingue finniche utilizzano la parola orya con il significato di schiavo, derivandola da Arya, il nome dei loro antichi nemici.

Insediamenti originari[modifica | modifica wikitesto]

Prima della grande migrazione gli Slavi abitavano i territori delle paludi del Pripjat'. Sono state comunque formulate diverse teorie relativamente alla "Patria originaria degli Slavi"[1].

Società[modifica | modifica wikitesto]

La società degli Slavi era di tipo tribale e lo rimase per molto tempo. Ogni tribù aveva un proprio territorio, i campi erano posseduti in comune e la proprietà privata era molto limitata.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Gli Slavi erano degli abilissimi agricoltori, che coltivavano i propri appezzamenti di terra con il lavoro di famiglia e sfruttavano ampiamente le foreste e le risorse naturali dei territori da loro abitati.

L'insediamento nei Balcani e l'estinzione del popolo trace[modifica | modifica wikitesto]

Verso il 600 gli slavi occuparono i territori dell'Europa centrale lasciati vuoti dai Germani, che si erano spostati all'interno di quello che era l'Impero romano. Evitando la pianura Pannonica, brulicante di Avari, attraverso la Polonia giunsero fino alla Pomerania e poi scesero attraverso la "porta di Moravia" e valicarono il Danubio a Vindobona, attraversando la Serbia giunsero fino in Dobrugia e nel Pindo, sovrapponendosi alle popolazioni preesistenti quali Illiri, Daci e Traci, oppure mescolandosi a loro come con i Bulgari, ed alla fine s'infransero sulle mura di Bisanzio, cosicché dovettero sedentarizzarsi.

La cristianizzazione degli Slavi[modifica | modifica wikitesto]

Nel IX secolo i frati bizantini Cirillo e Metodio cristianizzarono le tribù slave. Essi infatti, per far comprendere le Sacre Scritture a questi popoli, inventarono un nuovo alfabeto, il cosiddetto alfabeto glagolitico.

« “Se furono gli Slavi nel secolo VI ad abbattere il ponte che collegava l’Oriente e l’Occidente cristiani, si può dire che dai secoli IX e X in poi il loro compito storico sarebbe stato quello di ricostruirlo. Li attendeva il destino difficile dei popoli cerniera, la prospettiva di partecipare, secondo le epoche e le circostanze, a riavvicinamenti e osmosi parziali o viceversa a separazioni e incomprensioni fra l’Oriente ortodosso e l’Occidente cattolico, fra due modi di concepire il mondo e le sue strutture, leggi e finalità, e il ruolo che l’uomo viene chiamato a svolgervi volontariamente o suo malgrado." »
((3) Francis Conte, Gli slavi, pag. 37 ))

Lingua proto-slava[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Lingua proto-slava.

L'antenata della lingua proto-slava nacque in un'epoca incerta dalla lingua proto-indoeuropea (probabilmente dopo essere passata attraverso uno stadio proto-baltico-slavo). Secondo la visione popolare, "gli indoeuropei che rimasero dopo le migrazioni iniziarono ad utilizzare la lingua balto-slava". L'effettivo proto-slavo, definito come ultimo stadio della lingua che precede la divisione delle lingue slave storiche, risale al VII secolo, ed era probabilmente parlato durante il V e VI secolo.

Il gruppo delle lingue slave è categorizzato con il satem, o isoglossa orientale della famiglia delle lingue indoeuropee, insieme ai gruppi baltici e indo-iraniani. Questo avviene in contrasto alla divisione occidentale, o centum, che include il germanico e il celtico.

Correlazioni con frequenze genetiche[modifica | modifica wikitesto]

Recenti ipotesi genetiche sul popolamento dell'Europa, in via di elaborazione, propongono una teoria almeno in parte alternativa sull'origine degli Slavi. Osservando la frequente ricorrenza di un determinato aplogruppo del cromosoma Y tra gli eredi storici degli Slavi, e constatandone la particolare frequenza in Pomerania, tale ipotesi individua nell'area compresa tra le attuali Germania e Polonia la culla ancestrale della lingua e della cultura slava, che da lì si sarebbe irradiata verso sud e verso est.

Una vaga reminiscenza di questa origine autoctona potrebbe essere presente nella leggenda di Lech, Čech e Rus, che narra in varie forme la storia di tre fratelli che in seguito si divisero generando le nazioni Polacca, Ceca e Russa.

Dubbi sull'origine autoctona dell'idioma[modifica | modifica wikitesto]

L'origine dei parlanti del pre-protoslavo e del protoslavo è oggetto di grandi dibattiti[1]. Le candidate più credibili sono le culture dei territori delle attuali Bielorussia, Polonia e Ucraina.

  1. Ipotesi della cultura Lusaziana: I pre-protoslavi erano presenti nel nord-est dell'Europa Centrale almeno dalla fine del secondo millennio a.C., ed erano i portatori della cultura Lusaziana e più tardi della cultura di Przeworsk (parte della cultura di Chernyakhov).
  2. Ipotesi della cultura di Milograd: I pre-protoslavi (o baltoslavi) erano i portatori della cultura di Milograd.
  3. Ipotesi della cultura Chernoles: I pre-protoslavi erano i portatori della cultura Chernoles, dell'Ucraina settentrionale.

A partire dal diciannovesimo secolo, il dibattito assunse una valenza politica, particolarmente in relazione alla storia delle divisioni polacche, e all'imperialismo tedesco conosciuto come Drang nach Osten. In generale, sia i tedeschi che gli slavi vogliono essere gli autoctoni della terra lungo il fiume Vistola.

La teoria autoctona (i Proto-Slavi sono nativi dell'area dell'attuale Polonia, già prima del V secolo).

La teoria alloctona (gli Slavi sono immigrati nell'area della moderna Polonia dopo il V secolo).

Il dibattito è stato sfruttato a scopo di propaganda politica e ha spesso assunto toni emotivi e intrisi di proto archeologia e misticismo nazionalista.

Oggi gli stati di lingua Slava sono: Bielorussia, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Repubblica di Macedonia, Montenegro, Polonia, Federazione Russa, Serbia, Slovacchia, Slovenia e Ucraina

Religione e alfabeto degli Slavi moderni[modifica | modifica wikitesto]

Gli slavi adottarono gradualmente il Cristianesimo tra il VI e il X secolo, e conseguentemente fu soppressa l'antica religione slava. Le due principali divisioni cristiane negli slavi sono gli ortodossi e i cattolici, cui si affiancano minoranze di religione protestante e islamica. In molti gruppi etnici slavi la grande maggioranza dei credenti condivide la stessa religione, sebbene molti siano atei o agnostici; in quest'ultimo caso le persone possono tuttora identificarsi con una particolare religione in senso culturale e storico.

1. Coloro che sono principalmente ortodossi:

2. Coloro che sono principalmente cattolici con piccole minoranze protestanti:

3. Coloro che sono principalmente musulmani:

4. Mescolanza di religioni:

  • Sorbi (cattolici/protestanti)

Le divisioni tra ortodossi e cattolici si acuirono per l'uso dell'alfabeto cirillico dagli ortodossi e i greci cattolici e dell'alfabeto latino da parte dei cattolici romani. La lingua serba, la lingua bosniaca e la lingua montenegrina possono essere scritte sia in alfabeto cirillico che latino.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Urheimat (Patria originaria) degli Slavi. [1].

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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