Talco

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
bussola Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Talco (disambigua).
Talco
Talc.jpg
Classificazione Strunz 8/H.09-40
Formula chimica Mg3Si4O10(OH)2
Proprietà cristallografiche
Gruppo cristallino trimetrico
Sistema cristallino monoclino
Classe di simmetria prismatica
Parametri di cella a = 5,27
b = 9,12
c = 18,85
Gruppo puntuale (2/m)
Gruppo spaziale C 2/c
Proprietà fisiche
Densità 2,82 g/cm³
Durezza (Mohs) 1
Sfaldatura perfetta secondo {001}
Frattura  
Colore bianco, verde pallido, brunastro, giallastro, grigio chiaro, nero o con chiazze nere, rosa.
Lucentezza vitrea, madreperlacea
Opacità traslucido
Striscio bianco
Diffusione abbondante
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale

Il talco è un minerale, un fillosilicato di magnesio molto diffuso sulla Terra e noto sin dall'antichità. Il nome deriva dall'arabo talq.

Abito cristallino[modifica | modifica wikitesto]

Cristalli tabulari. La struttura cristallina del talco è come quella della pirofillite con l'unica differenza che i siti ottaedrici del reticolo sono occupati dal magnesio invece che dall'alluminio, pertanto il talco è un fillosilicato triottaedrico.

Nella sua composizione chimica possono essere presenti, talora, l'alluminio, il titanio, il ferro ferroso e il manganese, che sostituiscono rispettivamente il silicio e il magnesio.

Origine e giacitura[modifica | modifica wikitesto]

Il talco è un minerale di origine secondaria, presente sia nelle rocce eruttive, sia, frequentemente, in quelle metamorfiche, nelle quali può anche essere il componente principale e in questo caso si parla di talcoscisti.

Invece la genesi dei suoi giacimenti può essere dovuta a metamorfismo regionale di rocce basiche o di dolomie silicee, oppure di calcari dolomitici a silicati magnesiaci.

Infine i giacimenti possono essersi originati anche per apporto di fluidi ricchi in anidride carbonica e di silice, su rocce ultrabasiche, oppure per metamorfismo di contatto in rocce sedimentarie.

Forma in cui si presenta in natura[modifica | modifica wikitesto]

Il talco si rinviene in scaglie, piccoli cristalli, masse compatte scagliose o granulari, lamine a contorno pseudoesagonale riunite in aggregati a rosetta oppure in gruppi globulari stellati.

Caratteri fisico-chimici[modifica | modifica wikitesto]

Viene preso come valore di riferimento per la durezza, avendo valore 1 nella scala di Mohs. Untuoso al tatto, cattivo conduttore di calore. La variazione più o meno accentuata delle proprietà ottiche del talco può essere prodotta dalle piccole quantità di ioni sostituenti (titanio, manganese, ecc.) oppure dall'acqua assorbita. Ha luminescenza a volte bianca, bianco-verdastra, gialla, crema, bruna, verde, blu, rosa. Le lamine di talco sono flessibili ma non elastiche.

È inattaccabile dagli acidi, anche se concentrati ed è infusibile al cannello. Per riscaldamento a 900 °C perde completamente l'acqua, che contiene tutta in forma ossidrilica. È inoltre un potente assorbente di grassi.

Località di ritrovamento[modifica | modifica wikitesto]

Talco botrioidale - Liguria, Italia

Ricchi giacimenti di talco si hanno nella Stiria, in Austria; a Madras, in India; in Canada; nei Pirenei; nell'Australia meridionale e in vari stati degli USA: Vermont, Massachusetts, New York, Carolina del Nord, New Jersey.

Giacimenti italiani di talco, la cui produzione sfiora le 100.000 tonnellate annue di minerale, si trovano nella miniera di Malzas a Perrero e in quella di Fontane a Salza di Pinerolo nella Valle Germanasca (provincia di Torino); a Verrès e a Emarèse, in Valle d'Aosta; a Lanzada nella Miniera della Bagnada e a Torre di Santa Maria, in provincia di Sondrio; nella Malga di Monte Grande, in Val di Vizze, presso Vipiteno, e in masserelle alla Zosen Alpe, sopra la Valle dei Mulini, in provincia di Bolzano; al Monte Dragnone, comune di Zignago, in provincia della Spezia; al Monte della Brugiana, sopra Massa, in Toscana; infine a Orani, in provincia di Nuoro.

Usi[modifica | modifica wikitesto]

Il talco è largamente impiegato nell'industria delle materie plastiche come carica: un paraurti di un'auto può infatti contenere fino al 40 % di talco. È largamente usato come carica, come assorbente delle peci e come patina nell'industria della carta; come lubrificante secco e come carica nell'industria della gomma; come agente fluidificante nell'industria ceramica; come additivo nella produzione di mangimi. Viene adoperato nella preparazione di pitture, vernici e stucchi nonché nella cosmesi e nella farmacopea quando è di elevata purezza.

Il comune nome borotalco identifica un prodotto a base di talco e acido borico, il cosiddetto talco borato.

Varietà[modifica | modifica wikitesto]

La varietà compatta di talco prende il nome di steatite o pietra saponaria ed è stata utilizzata fin dai tempi più remoti in Cina per produrre oggetti ornamentali.

Saggi di riconoscimento[modifica | modifica wikitesto]

È possibile riconoscere il talco col metodo della fusione alcalina. Si prende un campione di talco in polvere e lo si mescola in rapporto 1:1 con bisolfato di potassio in forma solida; si fa quindi riscaldare la miscela solida su fiamma con l'ausilio di un coccio termoresistente fino a fusione (le due sostanze hanno un punto di fusione molto differente; con l'ausilio di una spatola da laboratorio si mescola la fase solida di talco altofondente con la fase liquida di KHSO4 bassofondente per velocizzare ed ottimizzare il processo). Una volta fatta raffreddare la miscela si riprende con HCl diluito e si filtra il tutto. Il saggio va eseguito sul filtrato che conterrà cationi Mg2+ in soluzione acquosa a cui si aggiungono poche gocce di magneson e NaOH diluito fino a basicità; se compare un precipitato aggregato in fiocchetti color fiordaliso il test è positivo[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]