Colonia (Germania)

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Colonia
Città extracircondariale
(DE) Stadt Köln
Colonia – Stemma Colonia – Bandiera
Colonia – Veduta
Localizzazione
Stato Germania Germania
Land Renania Settentrionale-Westfalia
Distretto Colonia
Circondario Non presente
Amministrazione
Sindaco Jürgen Roters (SPD)
Territorio
Coordinate 50°57′N 6°58′E / 50.95°N 6.966667°E50.95; 6.966667 (Colonia)Coordinate: 50°57′N 6°58′E / 50.95°N 6.966667°E50.95; 6.966667 (Colonia)
Altitudine 37,5-118,04 m s.l.m.
Superficie 405,15 km²
Abitanti 1 057 327 (31-12-2014)
Densità 2 609,72 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale 50441 – 51149
Prefisso 0221, 02203, 02232, 02233, 02234, 02236
Fuso orario UTC+1
Codice Destatis 05 3 15 000
Targa K
Patrono San Pietro
Cartografia
Mappa di localizzazione: Germania
Colonia
Colonia
Colonia – Mappa
Sito istituzionale

Colonia (ted. Köln ascolta[?·info], in dialetto locale Kölle, in francese Cologne) è una città extracircondariale (1 017 155 abitanti, con l'agglomerato urbano 1 800 000 abitanti) della Germania, la quarta per numero di abitanti e la più grande del Land della Renania Settentrionale-Westfalia. È considerata la capitale economica, culturale e storica della Renania, quasi completamente ricostruita dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

La città si trova nella parte sud-occidentale della Renania Settentrionale-Westfalia, sulle rive del fiume Reno ed è il maggior centro della grande Regione metropolitana Reno-Ruhr, un'area altamente urbanizzata di oltre 11 milioni di abitanti. Tra le grandi città più vicine vi sono Bonn a sud, Leverkusen (urbanisticamente una città satellite), Düsseldorf e Duisburg a nord.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Vista aerea di Colonia Agrippina (la moderna Colonia) in epoca romana. Si noti, in basso a destra, la fortezza costantiniana di Divitia (Deutz, un quartiere della moderna Colonia), sulla sponda opposta del Reno. Le sue funzioni principali erano di sorvegliare l'accesso al nuovo ponte (310) e di proteggere il traffico fluviale; molti forti a cavallo di fiumi come questo furono costruiti lungo la frontiera renano-danubiana nel tardo impero. Colonia fu saccheggiata e occupata dai Franchi nel 355 e ripresa da Giuliano nel 356.
Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Colonia Agrippina.

Nel 39 a.C. la tribù degli Ubi si accordò con le autorità romane per insediarsi sulla sponda sinistra del Reno; l'insediamento romano prese allora il nome di Ara Ubiorum o Oppidum Ubiorum, divenendo poi un'importante base militare romana. Nel 49 Agrippina minore, la moglie dell'imperatore Claudio e figlia di Germanico, chiese che il villaggio in cui era nata fosse innalzato al rango di colonia: fu allora istituita Colonia Claudia Ara Agrippinensium ("la colonia di Claudio e l'altare di Agrippina") o, più semplicemente, Colonia Agrippina.[1] Nell'80 fu costruito un acquedotto, l'acquedotto Eifel, uno dei più lunghi dell'Impero romano, con una portata di 20 000  di acqua al giorno. Dieci anni dopo la colonia divenne la capitale della provincia romana della Germania inferiore, raggiungendo una popolazione di 45 000 abitanti.

Nel III secolo appena 20 000 persone abitavano nella città e nei suoi dintorni. Nel 260 il generale ribelle Postumo fece di Colonia la capitale del suo Impero delle Gallie, che includeva i territori nord-occidentali dell'Impero romano; lo stato fondato da Postumo durò, però, solo quattordici anni. Nel 310 l'imperatore Costantino I fece costruire un ponte sul Reno, difeso da un forte posto sull'altra sponda e noto come castellum Divitiae (il moderno sobborgo di Deutz). Nel 355 la città fu assediata dagli Alemanni per 10 mesi: catturata, fu ripresa alcuni mesi dopo dal futuro imperatore Giuliano.

Infine, nel 455 i Franchi Sali conquistarono Colonia definitivamente e ne fecero la propria capitale.

Tarda antichità e basso Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Vista notturna del duomo di Colonia

La sua posizione sulle rive del Reno (Rhein in tedesco), in prossimità di uno dei principali itinerari commerciali fra Europa orientale ed occidentale, rese la sua fondazione di importanza capitale. Nel Medioevo, inoltre, crebbe la sua importanza come centro ecclesiastico, d'arte e di cultura. Colonia divenne presto una diocesi e godette di una posizione politicamente privilegiata sul finire dell'Impero romano, anche per la sua vicinanza a Treviri. La continuità come sede episcopale non è certa, a causa della carenza di fonti scritte durante le cosiddette invasioni barbariche. In ogni caso Colonia, prima capitale di un regno franco, poi incorporata nel regno dei Merovingi da Clodoveo I all'inizio del VI secolo, divenne presto una diocesi importante. Verso la fine dell'epoca merovingia Colonia divenne anche una residenza reale.

A partire dall'epoca carolingia è attestata con certezza l'importanza di primo rango a livello imperiale dell'arcivescovo (prima vescovo) di Colonia. Nel 1164 l'arcivescovo Rainald von Dassel si appropriò delle reliquie dei tre magi, che fino ad allora si trovavano a Milano; parte delle reliquie che si trovavano a Milano si trovano tuttora nel nord Italia, sulle Prealpi Varesine nella frazione di Induno Olona, Olona. La costruzione delle mura del 1180 (certificata in documenti del 27 luglio e del 18 agosto), prova che fu (e rimase probabilmente a lungo) la più grande città tedesca. Le mura erano infatti più grandi di quelle fatte costruire da Filippo II di Francia a Parigi. Dal XII secolo infatti Colonia fu definita "Sancta", al pari solo di Gerusalemme, Costantinopoli e Roma: «Sancta Colonia Dei Gratia Romanae Ecclesiae Fidelis Filia». Fu deciso quindi di costruire una chiesa di irraggiunta grandezza per onorare in giusto modo le reliquie dei tre magi: nel 1248 fu posata la prima pietra del duomo di Colonia. Ben presto la città divenne città imperiale ed immediata, cioè indipendente e solamente soggetta all'alta potestà dell'imperatore, mentre il suo arcivescovo avendo costituito un principato elettorale nell'ambito dell'Arcidiocesi di Colonia, pose la propria sede a Bonn non potendo soggiornare in città per più di tre giorni senza il permesso del Magistrato cittadino. Nel 1349, la notte del 23/24 agosto, avvenne il pogrom della notte di San Bartolomeo. Nel 1424 fu proclamato la espulsione di tutti gli ebrei; bando che dette inizio alla diaspora degli ebrei verso l'est europeo.

Epoca moderna[modifica | modifica wikitesto]

Soldato americano a Colonia nell'aprile 1945 (sullo sfondo la cattedrale)

Colonia fu distrutta per oltre il 90% durante l'ultima guerra mentre oggi è la sede di un'importante università e di un arcivescovado della Chiesa cattolica. Il duomo di Colonia, la più grande chiesa gotica del Nord-Europa, che ospita quelle che secondo la tradizione sono le reliquie dei Re Magi, e che è stata indicata come patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1996, è il luogo principale e il simbolo della città.

La popolazione di Colonia è al 43% cattolica, al 18% protestante e al 39% aconfessionale o di altra fede. Nell'agosto 2005 la città ha ospitato la XX Giornata mondiale della gioventù richiamando oltre un milione di giovani provenienti da tutto il mondo.

Le distruzioni della seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

A Colonia, i bombardamenti mediante il maximum use of fire (ovvero le tempeste di fuoco) progettate dal Bomber Command inglese non ebbero effetto immediato. L'uso delle bombe dirompenti che penetravano nel sottosuolo serviva a distruggere le condutture dell'acqua onde impedire ai pompieri lo spegnimento degli incendi, ma nei primi attacchi del 30 maggio 1942 la vicinanza del Reno impedì lo scatenarsi di un'unica grande nube di fuoco. In quell'occasione, 1700 piccoli incendi appiccati da 12000 focolai distrussero “solo” 3300 edifici. Ci vollero i 261 attacchi successivi per ottenere lo sbriciolamento del 90% del centro cittadino durante tutta la durata della guerra. In un periodo così lungo, Colonia divenne anche la “discarica” delle bombe in eccesso durante i viaggi di andata e ritorno dei bombardieri inglesi sul territorio della Germania.
Durante gli attacchi avvenuti tra il 16 giugno e il 9 luglio 1944, la seconda incursione uccise 4377 persone e distrusse un patrimonio storico di 1900 anni in 77 minuti. (Citazioni dal libro: La Germania bombardata, di Jorg Friedrich).

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

L'imponente facciata del Duomo di Colonia.
S. Maria in Campidoglio.
  • Basilica di San Gereone, è la chiesa più antica di Colonia, le cui fondazioni risalgono al IV secolo. La chiesa odierna fu realizzata a più riprese dal 1069 fino al 1227. Presenta una struttura a pianta centrale decagonale, risalente alla costruzione romana, e mescola forme tardo romaniche e primo-gotiche.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

La città ospita il carnevale più famoso della Germania. Durante tutta la settimana gli abitanti scendono in strada a ballare, bere e cantare mascherati insieme alla sfilata dei carri. La scuola si sospende per alcuni giorni della festività, ma si possono trovare persone di tutte le età che festeggiano. Il giorno più importante è il lunedì che viene chiamato "lunedì delle rose" - Rosenmontag.

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Museo del cioccolato


Persone legate a Colonia[modifica | modifica wikitesto]

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Suddivisione amministrativa[modifica | modifica wikitesto]

Colonia è suddivisa in 9 distretti urbani (Stadtbezirk), i quali a loro volta si suddividono in quartieri (Stadtteil) per un totale di 86.

Koeln bezirke 1innenstadt.png
  • Chorweiler (6)
    • Blumenberg, Chorweiler, Esch/Auweiler, Fühlingen, Heimersdorf, Lindweiler, Merkenich, Pesch, Roggendorf-Thenhoven, Seeberg, Volkhoven/Weiler, Worringen
  • Porz (7)
    • Eil, Elsdorf, Ensen, Finkenberg, Gremberghoven, Grengel, Langel, Libur, Lind, Poll, Porz, Urbach, Wahn, Wahnheide, Westhoven, Zündorf
  • Kalk (8)
    • Brück, Höhenberg, Humboldt/Gremberg, Kalk, Merheim, Neubrück, Ostheim, Rath/Heumar, Vingst
  • Mülheim (9)
    • Buchforst, Buchheim, Dellbrück, Dünnwald, Flittard, Höhenhaus, Holweide, Mülheim, Stammheim

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Colonia è il maggior centro economico del Nord-Reno Westfalia, e trae beneficio da una sviluppata economia di mercato.[2] Come nella vicina Düsseldorf, basa la propria ricchezza nelle assicurazioni e nei media,[3] ed ospita i quartieri generali di molte altre grandi aziende.

Tra le maggiori compagnie mediatiche di Colonia si annoverano Westdeutscher Rundfunk Köln, Deutschlandradio, RTL Television e le sue sussidiarie, Brainpool e le case editrici J. P. Bachem, Taschen, Tandem Verlag e M. DuMont Schauberg. La città è un importante centro di produzione artistica, culturale e televisiva, e spesso anche il Land di cui fa parte contribuisce a queste attività. Vi sono anche gruppi assicurativi come Central, DEVK, DKV, e le filiali tedesche di Zurich Financial Services, AXA ed Assicurazioni Generali, quest'ultima nota come Generali Deutschland.

Colonia ospita anche la Ford[4] Europe e la divisione sportiva della Toyota.

Colonia ospita anche il quartier generale di Lufthansa, la principale compagnia aerea della Repubblica Federale,[5]. Vi sono anche REWE Group, TÜV Rheinland, Deutz AG ed anche alcune fabbriche di birra Kölsch, come Reissdorf, Gaffel e Früh.

Colonia è anche il maggior centro di scambio ed intrattenimento del Nord-Ovest,[6] in parte grazie ai cinque porti sul Reno. Il quotidiano più importante è il Kölner Stadt-Anzeiger.

Trasporti ed infrastrutture[modifica | modifica wikitesto]

Ferrovia[modifica | modifica wikitesto]

La stazione centrale di Colonia è il nodo ferroviario internazionale più occidentale di tutta la Germania. Da qui diverse linee portano a Treviri (ted. Trier) (Eifelbahn), Aquisgrana (ted. Aachen) (LAV Colonia–Aquisgrana), Parigi, Mönchengladbach, Neuss via Bergheim (Erftbahn), NeussKrefeld via Dormagen (riva sinistra del Reno), Düsseldorf/Regione della Ruhr (riva destra del Reno), Wuppertal, Bergisch Gladbach, Marienheide (Aggertal-Bahn), Siegen (Siegstrecke) e Francoforte sul Meno (ted. Frankfurt am Main) (Treno ad alta velocità Colonia-Francoforte) così come due linee, su ciascuna sponda del Reno, in direzione sud.

Trasporto pubblico regionale[modifica | modifica wikitesto]

Colonia è servita da una rete di S-Bahn gestita dalla Deutsche Bahn.

Vi è una rete di metropolitana leggera (Stadtbahn), costituita di 11 linee, proveniente dal potenziamento (con interramento delle tratte centrali) della vecchia rete tramviaria.

Vi sono diverse linee di bus offerte dalla società Kölner Verkehrs-Betriebe e da altre. Tutti i mezzi di trasporto a Colonia possono essere utilizzati con un solo biglietto in quanto sono legati al consorzio di trasporti Rhein-Sieg (VRS).

Aeroporti[modifica | modifica wikitesto]

A sudest della città, a Porz, si trova l'aeroporto di Colonia-Bonn. È uno dei più grandi aeroporti merci tedeschi (650 000 t nel 2005), hub europeo per la UPS e il più importante aeroporto tedesco per i voli low cost (9,4 milioni di passeggeri nel 2005). Offre voli per 139 destinazioni in 38 paesi. Dal 1994 porta il nome di Aeroporto Konrad Adenauer. È l'unico aeroporto tedesco, insieme a quello di Lipsia/Halle, che non ha limitazioni di volo notturno.

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

La principale squadra di calcio della città è il FC Colonia, altalenante fra la Bundesliga e la Zweite Bundesliga ma con alle spalle anni di gloria a livello nazionale e internazionale. La squadra gioca al RheinEnergieStadion, campo che ha ospitato alcune gare dei Mondiali di calcio 2006.

Ciclismo[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1973 Colonia è stata sede di arrivo della 1ª tappa del Giro d'Italia.

Tappe del Giro d'Italia con arrivo a Colonia
Anno Tappa Partenza km Vincitore di tappa Maglia rosa
1973 Verviers 137 Belgio Eddy Merckx Belgio Eddy Merckx

Hockey su ghiaccio[modifica | modifica wikitesto]

La squadra di hockey su ghiaccio della città sono i Kölner Haie noti come KEC. La squadra gioca nella Lanxess Arena.

Pallacanestro[modifica | modifica wikitesto]

La squadra di pallacanestro della città sono i Köln 99ers noti come KEC.

Galleria fotografica[modifica | modifica wikitesto]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Colonia è gemellata con le seguenti città:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Publio Cornelio Tacito, Annales, xii.27. Publio Cornelio Tacito, Germania, xxviii.5.
  2. ^ stadt-koeln.de Cologne Business Guide
  3. ^ (EN) Cologne su Encyclopædia Britannica. URL consultato l'11 luglio 2015.
  4. ^ (DE) Über Ford - Standorte su Ford Germany. URL consultato il 20 giugno 2009.
  5. ^ Directory: World Airlines in Flight International, 3 aprile 2007, p. 107.
  6. ^ koeln.de/economy, Koeln.de. URL consultato l'8 agosto 2010.
  7. ^ Piazza del Vecchio Mercato.
  8. ^ Piazza Municipio.
  9. ^ città gemellate con Pechino dal sito ufficiale. URL consultato il 7 novembre 2010.
  10. ^ città gemellate dal sito di Volgograd. URL consultato il 30 dicembre 2010.
  11. ^ (PL) città gemellate con Katowice, katowice.eu. URL consultato il 18 maggio 2010.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Geschichte in Köln. Zeitschrift für Stadt- und Regionalgeschichte (erscheint jährlich mit einem Band; 2006 erscheint Band 53, SH-Verlag, Colonia)
  • Jahrbuch des Kölnischen Geschichtsvereins e. V. (erscheint jährlich mit einem Band, 2006 erscheint Jahrbuch 77, SH-Verlag Köln; in unregelmäßigen Abständen erscheinen Beihefte)
  • (DE) Manfred Groten (a cura di), Hermann Weinsberg (1518–1597). Kölner Bürger und Ratsherr. Studien zu Leben und Werk (Geschichte in Köln. Beiheft 1), Colonia, SH-Verlag, 2006, ISBN 3-89498-152-0.
  • Norbert Trippen: Josef Kardinal Frings (1887–1978). Band II: Sein Wirken für die Weltkirche und seine letzten Bischofsjahre (Veröffentlichungen der Kommission für Zeitgeschichte Reihe B, Band 104). Schöningh Verlag, Paderborn u. a. 2005; Recensione di Wolfgang Löhr. In: Geschichte in Köln. Zeitschrift für Stadt- und Regionalgeschichte Band 53, dicembre 2006, S. 206–208 „Buchbesprechungen“.
  • (DE) Paul Wietzorek, Das historische Köln. Bilder erzählen, Petersberg (Assia), Michael Imhof Verlag, 2006, ISBN 978-3-86568-115-7.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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