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Piazza Naqsh-e jahàn

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Coordinate: 32°39′28″N 51°40′38″E / 32.657778°N 51.677222°E32.657778; 51.677222

Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall’UNESCO
UNESCO World Heritage Site logo.svg Patrimonio dell'umanità
Piazza Naqsh-e jahàn
(EN) Meidan Emam
Esfahan-shah-sq.jpg
Tipo architettonico
Criterio i, v, vi
Pericolo non in pericolo
Riconosciuto dal 1979
Scheda UNESCO (EN) Scheda
(FR) Scheda

La piazza Naqsh-e jahān (in persiano: Meidān Naqsh-e jahān, میدان نقش‌ جهاﻥ, ossia "L'immagine del mondo"[1]) - chiamata anche Meidān-e Shāh o, più di recente, Meidān-e Emām (Piazza dello Scià e Piazza dell'Imam) - è un luogo di notevole importanza storica e culturale che si trova nella città di Efahān, in Iran. Nel 1979 è stata inserita nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

Intorno alla piazza sorgono numerosi edifici risalenti all'epoca safavide:

La Moschea dello Sceicco Lotf Allah[modifica | modifica wikitesto]

Moschea dello Sceicco Lotf Allah, vista dalla piazza

La moschea venne eretta fra il 1602 ed il 1619, durante il regno dello scià 'Abbas I il Grande, dall'architetto Muhammad Reza Esfahani. L'edificio è sormontato da una grande cupola il cui diametro interno è di 12 metri, con appoggio su mura spesse 170 centimetri. Essa rappresenta l'aspetto più caratteristico della moschea: il suo particolare interno (che richiama la coda del pavone) è costituito da piastrelle di diverse forme e dimensioni, alcune levigate altre ruvide, che vanno a formare un notevole effetto ottico con la luce penetrante dalle finestre del sottostante tamburo.

La moschea venne così nominata in onore dello Sceicco Lotfallah Maisi al-Amili, un dotto del XVI-XVII secolo che venne in visita nella città di Esfahan su invito dello scià regnante, il safavide ʿAbbās I e che si stabilì in questi luoghi.

Palazzo Ali Qapu[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo Ali Qapu segna l'ingresso al vasto quartiere residenziale dei sovrani safavidi, che si sviluppa oltre la piazza. La parola Qapu deriva infatti dalla lingua turca e significa "soglia reale". Esso venne eretto agli inizi del XVII secolo su ordine dello scià 'Abbas I il Grande, che lo utilizzò per gli incontri con i visitatori importanti e con gli ambasciatori. L'edificio, a pianta rettangolare, si sviluppa su sei piani (per circa 48 metri di altezza) ed ha un vasto terrazzo nella sua parte frontale, con soffitto intarsiato sostenuto da colonne.

All'interno del palazzo vi sono ricchi affreschi di Reza Abbasi (il pittore di corte di ʿAbbās I) e della sua scuola, con numerosissimi motivi a soggetto naturalistico. Le porte e le finestre del palazzo erano in origine estremamente decorate, ma esse vennero quasi tutte saccheggiate o distrutte durante i periodi di anarchia sociale che si sono succeduti nei secoli, con l'eccezione di un'unica finestra al terzo piano. L'edificio venne restaurato durante il regno dello Scià Sultan Husain, ma cadde nuovamente in stato di abbandono durante il breve regno degli invasori afghani.

Una vista della piazza

Durante il regno di Nasser al-Din Shah, della dinastia Qajar (XIX secolo), le piastrelle e cornici che sormontavano il portale (risalenti all'epoca safavide) vennero sostituite da piastrelle con iscrizioni.

Lo Scià 'Abbas II era entusiasta della perfezione di ʿAli Qapu e volle lasciare il segno con la costruzione della grande sala, che si trova al terzo piano. Le 18 colonne della sala sono ricoperte di specchi ed il soffitto è decorato con grandi affreschi.

Al sesto piano del palazzo si tenevano i ricevimenti reali e i banchetti. Qui si trovano le stanze più grandi di tutto il palazzo, con quella dedicata ai banchetti che abbondava in stucchi rappresentanti vasi e coppe di tutte le forme. Qui si trovava anche la cosiddetta sala della musica, dove gruppi musicali e solisti erano soliti suonare e cantare. Dalla galleria superiore poi i Safavidi assistevano alle partite di polo ed alle corse di cavalli che si tenevano nella sottostante piazza Naqsh-e jahān.[2]

Moschea dello Scià[modifica | modifica wikitesto]

Una vista della Moschea dello Scià

La Moschea dello Scià, rinominata in Moschea dell'Imam dopo la rivoluzione iraniana del 1979, venne costruita nel 1611. Il portale dell'edificio è alto 27 metri ed è affiancato da due minareti di 42 metri. Tutte le mura dell'edificio sono decorate con tessere di mosaico di sette colori con un notevole effetto ottico.

La porta di accesso, in legno ricoperto da strati di oro e argento, è decorato con alcuni poemi scritti in caratteri calligrafici nasta'liq. La moschea è dotata di 4 iwān o mihrab, dei quali il più grande è quello che indica la direzione della Mecca. Dietro di esso si apre uno spazio ricoperto dalla più grande cupola della città, alta 52 metri.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'espressione Naqsh-e jahānin lingua persiana viene usata come sinonimo della città di Ifahān, considerata da sola bella come metà dell'intero mondo.
  2. ^ Valutazione dell'UNESCO

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