giovedì 29 novembre 2012

Focaccia con Lievito "Fujuto" - Senza Glutine

"Fujuto" = fuggito, scappato, vedi "fujitina/scappatella". Insomma dovrebbe significare che il lievito in questo impasto non c'è.
In verità, ovviamente, non è proprio così: non c'è lievito di birra, ma ci sono i fermenti lattici contenuti nel siero di filatura e/o governo della mozzarella, che innescano la fermentazione dell'impasto.

Dove ho trovato questo esperimento, (da loro fatto ovviamente con glutine)?
Esattamente qui: La pizza senza lievito, anzi col lievito “fujuto” e poi qui: Un esperimento (riuscito) di lievitazione atipica. Vi aggiungo anche questo, così potete vedere altre foto di realizzazione sempre con glutine: La “pizza al lievito fujuto”

Vi invito a leggerli, soprattutto i commenti al primo link, dove è spiegato bene da dove nasce l'esigenza di questo esperimento e soprattutto che differenza c'è tra l'usare l'acqua di filatura della mozzarella, o il suo liquido di governo.
Vi invito anche a visitare il blog di Teresa De Masi dove c'è la storia di questa idea, visto anche che ne è la mamma :)
E comunque se cercate in giro vedrete che già qualche blog ha provato a replicare l'esperimento (con glutine).

Io per fare il mio esperimento ho usato (credo) il liquido di governo di una eccellente mozzarella di bufala. Acquistata da Eataly Roma, freschissima, fatta sul momento e sicuramente anche questo avrà giocato a favore.
Documentandomi da circa 1 mesetto o poco più e leggendo e rileggendo, diciamo che ci ho fatto l'occhio ed il cervello (nel senso che molto spesso un concetto per radicarsi ha bisogno di sedimentare e solo così può tradursi in pratica), pertanto:


  • ho fatto in modo che il liquido e la mozzarella si parlassero per bene per almeno due giorni. 
  • Poi ho consumato la mozzarella e lasciato il liquido solo soletto, ben coperto in frigorifero, 1 settimana.
  • inoltre ho idratato l'impasto al 100%. Se con glutine idratano molto, anche noi dobbiamo aumentare ancora la quota di idratazione rispetto a ciò che facciamo di solito.

©Focaccia Senza Glutine Con Lievito Fujuto©





  1. Dentro una bella ciotola, versate il liquido di governo portato a temperatura ambiente e scioglieteci il sale, unite le farine, iniziate a mescolare con una forchetta ed aggiungete l'olio. Mescolate ancora fino ad ottenere un composto omogeneo, sostenuto e appiccicoso.
  2. Tappate la ciotola e lasciatela lì fino a sera. 
  3. Arrivati alla sera, quindi, infilatela in frigorifero. Se controllate l'impasto vi sembrerà che non si è mosso  per nulla, non vi fate impressionare e procedete.
  4. Alla mattina successiva tirate fuori la ciotola dal frigorifero e lasciatela lì sul piano della cucina fino alle tre, quattro del pomeriggio circa. Anche in questo caso l'impasto vi sembrerà "quasi" immobile, ma è quel "quasi" che fa la differenza.
  5. Preparate un foglio di carta da forno e versateci sopra tutto l'impasto, ungetevi le mani e stendetela per una ampiezza di quasi tutta la leccarda del forno (quella da 60 cm). 
  6. Infilatela in forno spento con solo la lucina accesa e fatela riposare per 4 ore. 
  7. Per cui con questi tempi l'avrete pronta per la cena.
  8. Quando manca mezz'ora alla fine del riposo, arroventate il forno a 250° con la refrattaria dentro. Arrivato a temperatura, posateci sopra la focaccia con tutta la carta forno e fate cuocere per circa 25 minuti. Se la volete più unta fate ancora un giro d'olio.
  9. Dopo 5 minuti che stava in forno la mia era diventata così



La focaccia è di una morbidezza straordinaria, mai mangiata più morbida di così. Ed è morbida anche adesso che siamo al giorno dopo.
Molto leggera e tanto gustosa :)
Alla prossima prova faccio proprio la pizza e fotografo l'impasto

Vi abbraccio :)

p.s. è la seconda prova che faccio. La prima volta avevo usato il liquido di governo delle bufale che si comprano al supermercato e non aveva funzionato allo stesso modo.

mercoledì 28 novembre 2012

Biscotti Alla Melagrana

Oggi qui a Roma c'è un tempo da lupi ululanti, il cielo è scurissimo, vento forte, tuoni e lampi.
Le mie micie si sono rintanate per paura dei tuoni ed io mi aggiro sola per casa...
Avevo in frigorifero l'impasto di questi biscotti e pertanto complice il tempaccio, sono entrata ufficialmente in aria "biscottifero-natalizia".

La ricetta con glutine che mi ha ispirato la trovate QUI, io nel riadattarla qualcosina l'ho dovuta aggiustare.
Più correttamente sulle foto doveva esserci scritto "alla Melagrana" che è il frutto appunto del melograno, ma la forza dell'abitudine e tant'è...



©Biscotti Alla Melagrana©

200 g di farina senza glutine per dolci (io ho usato 80 g di mix di farine naturali per crostate e biscotti e 120 g di farina per pizza dell'Altro Gusto)
50 g  di mandorle tritate in modo grossolano (le mie erano non spellate)
40 g di fiocchi di riso (io ho usato il Bio Breakfast per porridge senza glutine da Agricoltura biologica Heron Food)
100 g di zucchero di canna
semini di mezza bacca di vaniglia
qualche goccia di estratto di vaniglia
100 gr. di burro fuso freddo
1/4 di cucchiaino di lievito per dolci (da verificare in prontuario o riportante la scritta senza glutine come da Dir.UE 41/2009)
1 uovo
150 g di chicchi di melagrana (quando li ho aggiunti all'impasto mi sembravano troppi, a biscotto cotto e finito mi sono resa conto che la quantità è giusta, al limite potete metterne 100 g)


  • Pulite e sgranate (una parola!) la melagrana. 
  • Operazione odiosa, ma resa molto più facile da questo metodo: Come pulire la melagrana
  • Intanto che i semini rossi scolano, mescolate dentro una ciotola tutti gli ingredienti secchi.
  • Unite i semini e mescolate. Alla fine aggiungete il burro fuso e l'uovo.
  • Otterrete un impasto che non si presenta molto asciutto, per questo io l'ho lasciato riposare in frigorifero una notte piuttosto che 1 ora come invece era indicato.
  • Le attenzioni maggiori dovrete averle al momento di formare i biscottini: il matterello non è indicatissimo in verità, perché tende ovviamente a schiacciare i chicchi. 

E allora:

  • 1) lavorate piccole porzioni di impasto alla volta
  • 2) infarinate bene il piano di lavoro (non esagerate comunque), perché l'umidità rilasciata dai chicchi può dar fastidio.
  • 3) schiacciate delicatamente l'impasto con le mani e poi uniformate la superficie con un passaggio delicato di matterello. Lo spessore ideale è di 5 mm circa
  • 4) formate i biscotti con gli stampi (tondi, rettangolari, triangolari). Poggiateli su una teglia ricoperta di carta forno e cuocete a 190° per 13 - 15 minuti.

Fateli freddare e gustateli: ero scettica in verità, ma sono deliziosi!!!

Se poi centrifugate altra melagrana, la merenda autunnale nutriente e sana è servita :)


Parte della farina usata era quindi a marchio Altro Gusto. Prodotta da un piccolo laboratorio artigianale pugliese.
Ci sembra giusto dare spazio anche a quelle piccole realtà del nostro territorio che altrimenti finiscono schiacciate dalle "grandi" del "senza glutine".
A breve metterò le prove fatte con queste farine: per pane e focaccia; per pizza.
Sto solo aspettando di provare anche quella per pasta all'uovo.

p.s. nel frattempo che ho scritto il post, è uscito il sole!!!

Vi abbraccio :)

lunedì 19 novembre 2012

Scongeliamo la Pasta Fresca...

Ricordate che vi avevo promesso la prova scongelamento di due tipi di pasta fatta in casa? Per essere esatti un tipo erano "gnocchi", comunque la prova l'ho fatta e sono contenta.

Sia le tagliatelle che gli gnocchi hanno retto perfettamente, a patto che vadano dal congelatore direttamente dentro l'acqua bollente: per cui assolutamente non vanno scongelati in anticipo.
Non vi sembri regola da "senza glutine" vale anche per la pasta fatta in casa con glutine ;)

Queste sono le tagliatelle, mi pare che abbiano retto bene, che dite? Le vedete mentre saltano in padella


La ricetta per preparare queste tagliatelle fresche la trovate qui Stracci gialli al papavero, dove potete vedere le tagliatelle crude che avevo tagliato a mano.
Il condimento del piatto è a base di pinoli e nocciole tritati insaporiti con lo zafferano.

Questi gli gnocchi di ricotta conditi con del pomodoro semplice :)


La ricetta per realizzare questi gnocchi, più leggeri di quelli di patate, ma ugualmente gustosi la trovate qui Gnocchi di Ricotta Agli Asparagi

Un abbraccio :)

sabato 17 novembre 2012

è Mez Penne “de zite” Rigate rosè

pasta di gragnano2
Finalmente ce l’ho fatta! Sono riuscita a trovare una pasta secca, trafilata al bronzo, che piace sia a me che a mia figlia. Fino ad ora mi sono dovuta sempre piegare ai gusti  di Eleonora che, abituata sin da piccola a mangiare pasta Biaglut non ne voleva sapere di altre marche. Da poco  però ho trovato, nel mio negozio gluten free preferito, la pasta de La Fabbrica della Pasta Senza Glutine di Gragnano che, con i suoi 22 (avete capito bene 22!) formati diversi ha messo pace tra di noi Arcobaleno. Gli ingredienti sono: Farina di mais, Farina di riso, acqua di Gragnano e…niente più…cuoce in 8 minuti. Sono davvero contenta e ci tengo a precisare che questo non è uno spot pubblicitario (non ho nessun tipo di contatto con la ditta) ma solo il mio modesto parere di consumatrice.
pasta di gragnano
Buttiamo giù la pasta e intanto prepariamo il sughetto rosè, che ci piace tanto, fatto con:
  • una confezione di pomodori pelati in scatola (io uso Polpa+ Cirio)
  • panna da cucina (poca, poca…diciamo un terzo di quella da 200g) o ricotta
  • origano qb
  • aglio, prezzemolo, olio, sale e peperoncino
il procedimento è molto veloce, si soffrigge appena, appena aglio e prezzemolo tritati, si aggiunge la polpa di pomodoro, si fa bollire pochi minuti con peperoncino e sale, infine panna e origano.
Buon Appetito! Piatto

venerdì 16 novembre 2012

La Farina, Il Glutine e Il Rispetto

E oggi un post senza ricetta. Ne avrei fatto volentieri a meno, non mi piace occuparmi di argomenti meno gioiosi dello stare in cucina, ma alle volte ciò che ti accade intorno ti costringe, perché sei "celiaco" in prima persona e ogni errore scovato ti brucia.

Togliamoci subito da torno la prima questione, paradossalmente la più semplice da risolvere, che riguarda il rapporto tra la farina di grano (tutto il grano, non solo il frumento) e la formazione del glutine:

Domanda: ma nella farina di grano "a secco" c'è il glutine?

Risposta che si articola in più punti e che non è data a "testa di cavolo" ma che riporta quanto dice l'Associazione Celiaci Italiani, in attività da più di 30 anni.

1) prima bisogna sapere che cosa è il glutine e per spiegarlo riporto le parole di AIC: "Il glutine è un complesso proteico presente in alcuni cereali (frumento, segale, orzo, avena*, farro, spelta, KAMUT, triticale)".
Si tratta di una molecola complessa composta da due frazioni semplici: la gliadina e la glutenina.

2) come e quando nasce il glutine? Leggete qui attentamente quanto riportato in questo articolo dove c'è pure un bel disegnino: Chimica degli Alimenti - Il Glutine
Per cui condizione necessaria affinché si formi il glutine è l'aggiunta di acqua. Bene e fin qui ci siamo.

3) ha rilevanza per un celiaco in termini di tossicità e attenzione alle contaminazioni che il glutine si formi solo quando la farina secca entra a contatto con l'acqua? Assolutamente no! Perché?
Perché a noi interessa una frazione soltanto del glutine che è la GLIADINA:
Dice Aic: "la prolamina/gliadina è una delle frazioni proteiche che costituiscono il glutine ed è la responsabile dell’effetto tossico per il celiaco.
La prolamina del frumento viene denominata gliadina, mentre proteine simili, con il medesimo effetto sul celiaco, si trovano anche in orzo, segale, farro, spelta, kamut, triticale ed avena."

Quindi cosa abbiamo dedotto e tenetelo bene a mente: è la gliadina del glutine che ci fa male! Ci intossica, ci provoca tutti i sintomi tipici della celiachia. 
Più correttamente infatti la celiachia dovrebbe intendersi come una intolleranza permanente alla prolamina gliadina, frazione del glutine. Troppo lungo ovviamente e troppo tecnico, molto più comodo definirla intolleranza al glutine nel suo complesso.

4) risposta, quindi, alla domanda che ci siamo posti all'inizio: NELLA FARINA A SECCO C'E' LA GLIADINA CHE E' LA FRAZIONE TOSSICA DEL GLUTINE, PER CUI A NOI FA MALE ANCHE LA FARINA DI GRANO CHE NON E' STATA ANCORA IMPASTATA CON L'ACQUA!
Pertanto che sia chiaro a tutti: per noi celiaci che il glutine si formi dopo con l'aggiunta dell'acqua è assolutamente irrilevante in termini di sicurezza e tossicità, a noi solo interessa non venire a contatto in alcun modo con la farina punto.
E' ovvio: se così non fosse non avremmo dovuto preoccuparci delle contaminazioni incrociate; di comprare solo i prodotti presenti in prontuario o riportanti la scritta "senza glutine"; insomma salterebbe tutta l'attività di prevenzione fatta in 30 anni da AIC stessa. In definitiva, ci potevamo evitare di dover sopportare forse l'aspetto peggiore della dieta senza glutine.

Ora Voi direte... e allora si è impazzita Felix, che ribadisce l'ovvio?
Purtroppo è ovvio per noi, ma non per tutti.
Nei tutti son compresi:
i neodiagnosticati che cadono in confusione e che si trovano nella situazione psicologica di cercare qualsiasi appiglio per sopportare una condizione che trovano dura (ci siamo passati tutti, conosciamo il senso di sperdimento);
i non celiaci: i quali non aspettavano altro che di poterci dire che siamo degli esagerati. Ed è bastato che si verificasse un errore di comunicazione (andato in televisione purtroppo) in chi è accreditato come esperto di cucina senza glutine, affinché accadesse di sentirti dire questo, neppure 24 h dopo: "beh hai visto? Lo dicono gli esperti che nella farina il glutine non c'è, sei esagerata con sta storia di due briciole nel piatto o di lavarti le mani dopo avere toccato la farina";
i non celiaci esercenti un'attività che offre pasti anche senza glutine, ai quali rischi di non poter più nemmeno chiedere che cacao usano per spolverarti il cappuccino la mattina, "se il glutine nella farina non c'è, ma figurati nel cacao!!!"

Ed è qui che subentra il terzo protagonista: il rispetto!
Lo vogliamo sfatare questo mito che noi celiaci mangiamo così perché ci fa comodo? E che siamo meticolosi perché ecco... siamo un po' CHOOSY (va di moda adesso).
Noi non abbiamo scelta (almeno per adesso) e la celiachia trascurata non si risolve solo in un grande mal di pancia, magari fosse solo questo!
Scaricate e leggetevi questo libretto scritto da medici, non ufologi o sciamani, così magari forse si ottiene di essere presi sul serio da qualcuno che non siamo sempre noi e tra di noi: La Malattia Celiaca - Medicina Generale.
La verità è che solo i medici, l'AIC ed i celiaci che si impegnano in pubblico da anni per dare una mano a tutti, compresi i foodblog gluten free veterani, sanno cosa significa davvero "condizione celiaca".
I quali blog in particolare per potere parlare anche solo di come si usa la farina di riso hanno dovuto informarsi in modo meticoloso. Nessuno di noi si espone in pubblico per fare vetrina, noi sappiamo bene di avere per le mani una questione delicata, perché riguarda la salute.
Questi stessi foodblog sono api operaie, zitti zitti, vanno ad arginare gli errori gravi che trovano nella comunicazione in rete: mandano mail, scrivono, affinché quella notizia errata venga rimossa perché non sia nociva ad altri celiaci. E' volontariato anche questo.

Quindi per favore abbiate rispetto per Noi, "Voi grandi" e "Voi piccoli": non siamo solo dei consumatori, non aspettiamo la manna dal cielo o che qualcuno diventi il nostro eroe, non siamo un "tag senza glutine" dentro una ricetta. Qualsiasi articolo andiate a pubblicare o qualsiasi cosa andiate a dire sul "senza glutine", fermatevi un attimo a pensare: "ma ciò che sto per dire o fare quale conseguenza potrebbe avere sulla salute dei celiaci?"
Questo esercizio di porsi domande serie su una questione che incide sulla salute di un gruppo di persone dovrebbe ritenersi scontato e invece no.
Solo che succede a noi celiaci, mai letto in giro che si dicano castronerie sull'alimentazione di un diabetico. E già... del diabete hanno paura, troppo difficile proporre alimenti sulla base di complicati calcoli per bilanciare i carboidrati con la dose di insulina, mi rendo conto da sola che è più semplice dire: metti un po' di questo, un po' di quello et voilà pronto! Tanto per i celiaci conta la pancia! Niente di più falso per i celiaci conta riottenere la propria libertà! E il non essere considerati "un affare prelibato".

p.s. dulcis in fundo il KAMUT è grano! E' vietato ai celiaci, penso sia scritto in tutte le salse, ero sicura che anche i muri lo sapessero e invece guardate qui: Taralli al Kamut. (L'articolo come vedete è stato rimosso e hanno pubblicato una rettifica con annessa spiegazione sul Kamut ;): Il Kamut. Ora aspettiamo altre rettifiche).
Episodio letto ieri che si è aggiunto ad una settimana in cui non c'è stato giorno in cui qualcuno non abbia diffuso una pericolosa fesseria, capite adesso perché uno esplode?

Vi abbraccio come sempre :)

Fonte sito AIC: La Celiachia


Questa la risposta tecnica che ho ricevuto dagli esperti AIC:

"Il glutine è definito come la frazione proteica del frumento, segale, orzo, kamut, spelta, triticale o i loro ceppi ibridati o da essi derivati, non solubile in acqua in soluzione di cloruro di sodio di 0,5 M.
La prolamina è una delle frazioni proteiche che costituiscono il glutine ed è la responsabile dell’effetto tossico per il celiaco.
Le prolamine sono definite come le frazioni del glutine che possono essere estratte da etanolo al 40 – 70 %. 
Queste definizioni sono basate sulla solubilità dei costituenti alimentari e quindi sulla capacità di essere estratte e separate dalla matrice cui appartengono. Il fatto che alcuni elementi siano definiti in base ai solventi che le possono estrarre (primo e fondamentale passaggio per poterli riconoscere e quantificare) non va confuso con la tossicità degli stessi che si esplica per contatto con la mucosa dell’intestino, a prescindere, sostanzialmente, dalla matrice in cui si trovino.
La frase dello chef che dichiara che il glutine si forma solo nell’impasto è comunque in parte vera, se si considera il glutine quale quel particolare reticolo elastico che si forma proprio nell’impasto tra prolamine (soprattutto gliadina) e gluteline (sopratutto glutenina). Questa è la definizione tecnologica del glutine, utilizzata nella panificazione.
Nella definizione ufficiale del Codex Alimentarius, così come in quella del Regolamento europeo 41 del 2009, però, il glutine è definito come “frazione proteica del frumento, della segale, dell’orzo o delle loro varietà incrociate nonché dei loro derivati, nei confronti della quale alcune persone sono intolleranti”. In questo senso, quindi, va inteso quando si parla di celiachia, celiaci e di sicurezza alimentare e come tale resta tossico per il celiaco in qualsiasi forma si possa trovare la matrice alimentare in cui è contenuto.
Per queste ragioni, l’attenzione alle contaminazioni va sempre mantenuta alta, anche in presenza di sfarinati che contengono, anzi, anche una maggior percentuale in volume (perché non diluite con acqua o altri ingredienti) delle frazioni proteiche tossiche per il celiaco."

Segreteria Alimenti
Associazione Italiana Celiachia

giovedì 15 novembre 2012

Rifatte Senza Glutine... Blinis alla Zucca, Farina Ceci e Ricotta

Questo mese le rifatte si sono spostate a casa di Oxana del blog Pane e Miele, per una ricetta "ricercata" ed "originale" negli accostamenti.
Da abbinare principalmente al dolce, ma che non disdegna affatto l'accostamento salato.

Qui trovate la ricetta: Blinis alla Zucca, Farina di Ceci e Ricotta, io mi limito a mostrarvi il risultato ottenuto seguendola in modo rigorosissimo :)
L'ho accompagnata con una marmellata di Fichi d'India molto dolce e che secondo me ci stava benissimo creando un ottimo contrasto!


E questo era il mio boccone :) Grazie Oxana!

Noi ci diamo appuntamento il mese prossimo a casa di Simonetta con un dolce che definirei clamoroso! Il Gateaux au Chocolat.

Vi abbraccio :)

Non dimenticate che per ripassare le regole, avere il calendario completo dell'iniziativa e rivedere tutti i piatti proposti anche nella prima edizione esiste un blogghetto tanto carino tutto dedicato alle Rifatte Senza Glutine: QUI




domenica 11 novembre 2012

Tortelli di patate




Ricetta tipica della Valle del Casentino, me l’ha data, diversi anni or sono, mia cognata Anna che proviene da quella zona, più precisamente dal paesino di Strada in Casentino… e qui vi devo raccontare un aneddoto carino:

correva l’anno 1973, avevo nove anni e stavo ascoltando il mio babbo che diceva alla mia mamma “ Irene, lo sai che Enzo (mio fratello) si è fidanzato con una ragazza di Strada”Basitoio son rimasta così!! ed ho pensato “vai… mio fratello ne ha combinata un altra delle sue!”… salvo poi capire che si trattava di tutt’altra strada…(fiùùù!)

Dunque, dunque i tortelli con il ripieno di patate li feci per la prima volta nel 2007 e li pubblicai su Cucinainsimpatia. Volevo provare come reagiva il chuno con la farina gf , allora usai la BiAglut (sacchetto morbido da 500gr) ottenendo un buon risultato.
Poi con Olga, in una delle tante telefonate fiume che intercorrono tra noi (la Telecom ci ringrazia e ci ha fatto sapere che presto saremo premiate LOL), ci siamo chieste se fosse il caso di provare il chuno anche con le farine naturali, così da vedere se riuscisse a sostituire lo xantano. Quindi ho acceso la mia macchina fotografica che, nel caso di specie, ha lavorato da videocamera ed ho iniziato le riprese Occhiolino.
Per comodità metto anche per iscritto gli ingredienti:
Il chuno: 20gr di amido di mais, 100gr di acqua fredda
Cosa è il chuno:
1) da wikipedia.
2) Viene chiamata così anche una preparazione fatta di amido di mais e acqua (le proporzioni sono 1:5) che viene usata come agglutinante(?).

Per la pasta all’uovo: 125gr di amido di mais, 125gr di fecola di patate, 50gr di farina di riso finissima, 3 uova medie, 60gr di chuno/ 5gr di xantano





Per circa 40 tortelli di patate: 3 patate medie lesse, tutta la pasta all’uovo, burro, prezzemolo e noce moscata qb


Le mia conclusione è chiaramente questa: il chuno NON sostituisce lo xantano.

giovedì 8 novembre 2012

BackFerment Gluten Free Bread

Vi spiego in breve...

Accade che qualche mese fa la mia amica sglutinata Vale mi dica: vedi questo? Io lo cerco"! E va bene, cerchiamolo!

Ovviamente non pervenuto, sembrava esistere esclusivamente sul catalogo del Baule Volante.
Nel frattempo sempre la medesima sglutinata di cui sopra si fa in quattro per farselo ordinare, ma niente... (ora pare che lo abbia trovato)

Poi circa una settimana fa succede che l'amica "glutinosa", Claudia (colei che trova tutto, la stessa "lei"che ha scovato la farina Caputo gluten free e della quale dobbiamo riparlare visto che tra un bidone e l'altro ha cambiato formulazione) te ne porti a casa un pacco intero da 12 bustine! Lo aveva ordinato e glielo avevano procurato nell'arco di una settimana...

Quale dovrebbe essere l'utilità di questi fermenti? Quella di consentire anche a chi non digerisce il lievito di birra, di preparare dei lievitati di tutto rispetto e senza impazzire per preparare il lievito madre senza glutine. Inoltre (sempre che sia vero ciò che è scritto sul retro della bustina) potrebbe funzionare da starter per la preparazione del lievito madre senza glutine (anche se secondo me non ce n'è bisogno che parte benissimo anche da solo).

Tutta contenta, quindi, che faccio? Il pane! Anche se sono acciaccata in questo periodo e non mi muovo bene, gli ho dovuto dedicare 3 giorni, mentre nel frattempo ne dicevo quattro (fra me e me si capisce) a quelli del Baule Volante :)


©BackFerment Gluten Free Bread©

500 g di mix di farine dietoterapeutiche per pane con dentro Mix pane Biaglut scatola di cartone da 500 g, Glutafin, Farmo (per me la variante migliore fra quelle proposte e provate)
450 g di acqua tiepida
1 bustina intera di backferment 
1 cucchiaino di sale
2 cucchiaini di olio (mia aggiunta)

Come procedere? Io ho seguito le loro indicazioni sulla bustina... fino ad un certo punto:

  • 12 ore prima (io verso le 20) sciogliere, mescolando con una frusta, la bustina in 300 g di acqua tiepida: non è inodore ed acquisirà una consistenza trasparente e gelatinosa molto simile al Chuno argentino. Aggiungere 300 g di farina (nel nostro caso il mix per pane senza glutine), mescolare con una forchetta (l'impasto sarà ben sostenuto), tappare, infilare in luogo tiepido e chiuso e aspettare...
  • La mattina dopo correre... andare a guardare e accorgersi che non si è mosso di un millimetro, ma solo allargato, vabbè (ho pensato) si rifarà dopo. Per cui procedo ed aggiungo la restante farina, 150 g di acqua, il sale e l'olio. Lascio lavorare bene l'impastatrice  e pongo a lievitare per un massimo di 8 ore... dice il retro della bustina, ma... il mio dopo tale tempo era fermo, solo leggermente gonfietto, ma poco. Per cui vagamente annerita nell'umore decido di lasciarlo lievitare fino alla mattina dopo.
  • Eccoci al mattino! Correre di nuovo e accorgersi che è fermo, immobile. Ormai di umore nero, lo scaravolto ugualmente su un piano infarinato, lo divido in due pagnottine, lo copro, e aspetto... 1 ora dice il retro della bustina, ma io l'ho lasciato circa 5 - 6 ore.
  • Mesta mesta e senza alcuna fretta scaldo il forno a 230° con dentro la refrattaria o la leccarda capovolta e faccio arroventare 30 minuti, nella speranza che almeno la botta di calore dal basso risvegliasse i fermenti dormienti. Ed in effetti almeno un paio deve averli svegliati, perché in forno si è gonfiato. Cottura: 10 minuti a 230°, 25 minuti a 200°, 5 minuti in forno spento e con lo sportello semi aperto. Io prima di infornare lo avevo spennellato di acqua e olio.
  • Per cui la lievitazione a me è avvenuta prevalentemente in forno. E' stato necessario curare con particolare precisione e attenzione la fase della cottura: forno bollente e tempi rigidi. Certamente sarà più semplice realizzarci le pizze sia alte che sottili.



Il pane è ottimo, il marito appena rientrato ha detto: pane eccellente, allora è buono sto backferment! 

Eheh... si capisce che gli avevo fatto la testa quanto un pallone circa le bustine.

Consistenza morbida e leggera: è il suo miglior pregio; sapore e odore identici a quelli di un pane fatto con il lievito madre. Quello che vedete in foto l'ho aperto che era tiepido.
Io intanto ne ho ancora 11 bustine da provare con le farine naturalmente senza glutine, per la pizza, la focaccia, il pane integrale...


Iniziate a cercarlo (che troppe volte leggo di molti che non digeriscono la pizza soprattutto, preparata con il lievito di birra) che per farlo funzionare qualcosa poi ci inventiamo ;)

Vi abbraccio :)


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