CERVIGNANO. Braccata come un animale da scannare. Costretta a fuggire prima dal Pakistan e pochi mesi fa da Bologna per evitare che i suoi parenti, in primis i due fratelli, la uccidano.
Gliel’hanno giurato che finirà male se non ubbidirà. Se cioè non farà ritorno in Pakistan da dove è fuggita perché si rifiuta di sposare un uomo di 40 anni più anziano di lei. Lei, di anni ne ha infatti soltanto 24 e quell’uomo non lo vuole. Aveva provato a resistere, poi era riuscita a fuggire.
Un lungo pellegrinaggio attraverso i Balcani prima di raggiungere l’Italia dove ha ottenuto lo status di rifugiata. Un’onta per la sua famiglia figlia di una società permeata dalla cultura drammaticamente e violentemente maschilista.
Mercoledì, la ragazza che vive da pochi mesi a Cerviganno e di cui, per motivi di tutela, omettiamo le generalità e il nome della via dove abita, poco dopo le 14 è salita sul tetto della palazzina. Chi l’ha notata ha pensato immediatamente a un proposito suicida. L’allarme è scattato da lì a poco alla stazione dei carabinieri di Palmanova che hanno inoltrato la richiesta di intervento alla polizia municipale di Cervignano.
Pochi minuti e un’auto con due vigili a bordo è arrivata sul posto. È bastato un brevissimo interlocuotorio per capire che la donna non aveva alcuna intenzione di farla finita. Il suo - si è capito dopo - era stato un gesto impulsivo dettato dalla necessità di richiamare l’attenzione. Appena scesa, è stata portata al comando dei vigili urbani dove ha raccontato la sua triste esistenza.
Ha riferito di avere paura, tanta paura. Ha raccontato di essere stata ripetutamente minacciata di morte dai parenti, in particolare da alcuni cugini e dai due fratelli, uno dei quali vivrebbe in Italia. E ha ripercorso non senza emozione gli ultimi anni della sua vita, da quando ha riferito alla famiglia il suo deciso “no” al matrimonio combinato, spalancandosi così la porta vero la voragine dei ricatti e delle minacce di morte.
Poi, la fuga rocambolesca in Italia dove - dopo le verifiche di rito da parte degli inquirenti - era scattato il programma di protezione. E proprio per metterla ulteriormente al sicuro, il ministero degli Interni aveva deciso di trasferirla dall’Emilia Romagna - dove viveva e dove subiva le continue minacce da parte dei parenti - in Friuli.
Non è invece dato sapere, visto che le notizie sono ancora frammentarie e protette da più stretto riserbo, se la donna abbia subito anche violenze. Nel tardo pomeriggio è stata affidata ai Servizi sociali del Comune, mentre l’amministrazione comunale ha immediatamente informato le autorità competenti per ottenere precise informazioni sul da farsi.
Nell’esercizio pubblico poco distante dalla palazzina in cui vive, i titolari dicono soltanto di averla vista qualche volta mentre si recava a fare la spesa.
«È una ragazza molto schiva e riservata, che dimostra molti anni di meno della sua età. Non l’abbiamo mai notata con
qualcuno. Credo sia arrivata da pochi mesi», afferma la titolare. In serata, la donna sarebbe stata riaccompagnata a casa in attesa di capire quali saranno le indicazioni che arriveranno già quest’oggi dalle autorità competenti all’amministrazione comunale.©RIPRODUZIONE RISERVATA