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Il comico torna in tv ospite del programma di Pippo Baudo
Dieci minuti e poco mordente all'insegna della par condicio
Daniele Luttazzi, ritorno light
satira politica ma con misura

Battute su Berlusconi ma anche su D'Alema e Rutelli
"Spero di tornare presto in tv con il mio Satyricon"

Daniele Luttazzi
 
ROMA - "Finalmente torno in tv dopo l'editto bulgaro di Berlusconi". Riecco Daniele Luttazzi, ma in versione light. Tanti graffi ma niente sangue. A due anni da Satyricon che gli costò l'esilio dalla televisione, il comico ricompare all'interno del programma Cinquanta, padrone di casa Pippo Baudo, perché nella puntata si parla di censura. Ma patti chiari, amicizia lunga: satira sì, ma all'insegna della par condicio. I bersagli sono politically correct: ce n'è per Berlusconi ("Ha avuto un'ernia all'aureola"), ma anche per D'Alema ("con i governi di destra non riesco ad avere erezioni, e con il governo D'Alema ho avuto molti problemi"), ce n'è per Rutelli ("anche un passante avrebbe vinto le elezioni contro di lui"), ma anche per Fini ("non potete mettere in galera chi fuma gli spinelli").

Prima, un collegamento con il palcoscenico del Teatro Olimpico. Dove Luttazzi sta tenendo una delle sue lezioni nello spettacolo Sesso con Luttazzi. "Sto banchettando con una sostanza che in questo momento è meglio non nominare così ti risparmio la censura", dice il comico a Baudo. Poi, più tardi, finito lo spettacolo, l'arrivo di Luttazzi in studio. Chiacchiere con Baudo, filmati di repertorio, viene evocato anche Satyricon ("ci sono cinque cause civili in corso per quel programma - ricorda il comico - conto di vincere, se perdo devo pagare 160 miliardi, non ce li ho, non faccio l'idraulico..."), vanno in onda alcuni momenti del programma-scandalo.

Luttazzi presenta il suo ultimo dvd, Adenoidi 2003 (sottotitolo: Bin Laden può andare in tv e io no), e presenta il suo nuovo libro, Capolavori, che raccoglie fatiche satiriche e alcuni disegni. Uno di questi mostra una donna: "Ho visto Maria De Filippi - recita la didascalia - e ha pensato: è evidente che è una ballerina intrappolata nel corpo di un albero".

Poi, Pippo dice di voler "celebrare" il rientro televisivo di Luttazzi chiedendogli un commento su alcuni uomini politici. Baudo si arma di una campanella, per suonare l'allarme in caso di eccessi. Ma di eccessi non se ne intravede neanche l'ombra. Scorrono le foto sul maxischermo. Si parte con Berlusconi, "E' megalomane, tronfio - dice Luttazzi -, sicuro di sè: due giorni fa è stato ricoverato in ospedale per un'ernia all'aureola". Poi, è la volta di Umberto Bossi. "Bossi ministro delle Riforme è l'ossimoro perfetto. Però - aggiunge - ho capito perché è al governo: al confronto con lui, gli altri sembrano sani di mente".

Ma le battute più cattive sono per Francesco Rutelli. Intanto, "lo presento, questo Rutelli, perché forse non tutti lo conoscono". E ancora: "Berlusconi si vanta di aver vinto le elezioni. Ma le ha vinte contro Rutelli, anche un passante ce la faceva". E conclude: "per Rutelli c'è ancora speranza. Se pensate che hanno ricavato la penicillina dalla muffa qualcosa caveranno pure da lui...".

Arriva la foto di Gianfranco Fini. "Non condivido la crociata proibizionista - dice Luttazzi -, non si può mettere le manette alla marijuana, è una piantina, è come metterle a un pomodoro. Non possiamo mettere in galera chi fuma gli spinelli. Liberalizzate le droghe leggere" dice, appena contraddetto da Baudo che accenna un timido "ma dice che fanno male...". "Studiatevi i dati", risponde il comico.

Infine, Massimo D'Alema. "Non capisco il riformismo dalemiano - dice Luttazzi -, e poi Emilio Fede lo considera il più capace e intelligente della sinistra. Fossi in D'Alema, qualche domanda me la porrei". Par condicio anche per la chiusura: "Mi chiedono spesso per quale motivo ce l'ho così tanto con Berlusconi. Perché con un governo di destra non riesco a raggiungere erezioni. E infatti quando c'era D'Alema al governo ho avuto un sacco di difficoltà".

Non c'era tensione da spezzare, ma va comunque in onda un filmato di repertorio con Raimondo Vianello. Il rientro in studio è per saluti e auguri: "Spero che i teatri si riempiano sempre - gli dice Baudo -, tanti auguri".

(10 novembre 2003)
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