Contro Natura

Liberate gli ortaggi

Pazzi sono gli uomini, che giocano a modificare/
millenni di vita sul pianeta, biotecnologia industriale./
Togliete le mani dalla terra, la terra non è vostra.


La prima volta che abbiamo sentito questa canzone eravamo in auto in uno dei tanti viaggi su e giù per la Pianura Padana alla ricerca di dati e testimonianze per il libro Contro Natura. A cantare erano Jacopo Fo e Luca Bassanese, mentre al Coro delle Mondine di Bentivoglio spettava il ritornello:

La terra è nostra, la terra è nostra e noi la lavoriamo/No OGM, no OGM, frutti del denaro

I vostri autori sono un chimico che da una decina d’anni si occupa di divulgare la scienza di ciò che mangiamo con tutti gli annessi e connessi del caso, OGM compresi, e una biotecnologa cresciuta in un bar di provincia al confine con le risaie del vercellese e che della comunicazione della scienza ha deciso di farne un mestiere. Nel corso delle nostre attività ci siamo imbattuti più volte in pensieri come quelli espressi da Jacopo Fo e Luca Bassanese. La maggioranza degli italiani (e, in generale, degli europei) è sospettosa nei confronti degli OGM, anche se ognuno per motivi diversi. La popolarità sempre crescente che si sta guadagnando il cibo biologico è sicuramente dovuta, almeno in parte, alla percezione che sia in qualche modo più “naturale” di quello, invece, “manipolato”. Ma che cosa si intenda esattamente con questi termini non è mai specificato. Di sicuro è un fenomeno molto più ampio che sarebbe limitante ricondurre ai soli OGM. Per esempio, in questi anni stiamo assistendo alla nascita di diete che propagandano gli alimenti “naturali” o “antichi” o “privi di”, come il crudismo, la Dieta Paleolitica, fino alla moda dilagante del “senza glutine”.

Questi sono tutti fenomeni accomunati dall’eliminazione di qualcosa che è percepito come moderno, alterato, modificato e, generalmente, “contro natura”, come gli OGM che per molti lo sono ovviamente. Per altri lo sono anche le piante modificate geneticamente con agenti chimici o radiazioni, accusati di causare intolleranze e malattie, come il famoso grano Creso, a cui sono dedicati alcuni capitoli di questo libro. Per altri ancora è contro natura tutto ciò che l’uomo ha modificato volontariamente, come gli alimenti “raffinati”, o che ha iniziato a consumare solo da “poco”, come il latte e il glutine, ed ecco che persino il frumento tenero moderno che usiamo per fare pane e pizza è visto con sospetto, rispetto ai più rassicuranti “grani antichi”.

Ce lo dicono anche Fo e Bassanese d’altronde, stiamo modificando “millenni di vita sul Pianeta”.

Ma sarà poi vero?

copertina-500Nel libro che abbiamo scritto cerchiamo di rispondere a questa domanda e lo facciamo attraverso la scienza, la Storia, quella con la s maiuscola, e le tante storie degli alimenti che oggi abbondano sulla nostra tavola, anche con l’obiettivo di analizzare le tante perplessità e ostilità nei confronti della manipolazione della natura, per inserirle nel contesto di un’agricoltura che non è nata oggi e nemmeno ieri. A noi piace vederla come una storia di geni che passano dai genitori ai figli, che mutano, che saltano da una specie a un’altra, in un incessante girandola iniziata agli albori delle civiltà agricole. Si, perché la nostra specie “migliora geneticamente” i prodotti agricoli da sempre.

Sin dagli albori dell’agricoltura l’uomo ha trasformato piante selvatiche in varietà coltivate talmente diverse dal loro antenato, nel caso esista ancora, da non assomigliarsi minimamente. E oggi, una specie coltivata riportata nell’ambiente selvatico non sopravviverebbe una stagione, inadatta com’è ormai a vivere “in natura”. Una pianta che non sopravvive da sola in natura è “contro natura”?

Se per millenni, il miglioramento avveniva un po’ casualmente per opera di ignari agricoltori che selezionavano le piante migliori spuntate per caso in un campo, da un paio di secoli a questa parte, grazie alla scoperta delle leggi di Mendel sull’ereditarietà e soprattutto alle conoscenze di genetica che via via si accumulavano, gli “inventori” di varietà si sono affidati a tecniche sempre più potenti e innovative allo scopo di introdurre nuove caratteristiche. La chimica poteva alterare il DNA dei semi e donar loro nuove proprietà, così come lo potevano fare le radiazioni nucleari. Sino ad arrivare alla rivoluzione dell’ingegneria genetica che permette di trasferire singoli geni da un organismo all’altro con una precisione che nessun’altra tecnica del passato poteva garantire.

E all’improvviso, quelle che erano solo piante come tutte le altre hanno cominciato a essere descritte e percepite come diverse. Per alcuni come capaci di sconfiggere fame e pestilenze, per altri in grado di sottomettere i popoli e le loro tradizioni e di minare l’esistenza stessa dell’agricoltura tradizionale e della nostra salute. Supereroi per alcuni e supercriminali per altri. Come nei fumetti. Già, i fumetti. Ne troverete tanti nel libro, così come troverete telenovele, parodie, inchieste sul campo, interviste, ma soprattutto un sacco di storie, con mille personaggi diversi.  Nei fumetti i viaggi nel tempo e nello spazio sono all’ordine del giorno, viaggi che farete insieme a noi in un libro che vuole raccontare le tante piante alimentari dotate di superpoteri e le pratiche “contro natura” che hanno donato loro i poteri.

Certo, è un libro scientifico, e sì, parliamo di cibo: grano, riso, mele, olio, soia, carote, ma fin dall’inizio ci siamo posti l’obiettivo ambizioso di non fare un libro “come gli altri” ma di scriverne uno “diverso”. Ovviamente è una cosa che tutti gli autori presuntuosamente dicono, sperano e sognano, e il giudizio finale lo darete solo voi che lo avete in mano in questo momento. Non volevamo farvi le lezioncine sul DNA o su come funziona una determinata tecnica. Per quello ci sono i manuali e le scuole. Continuavamo a dirci che dovevamo scrivere un libro alla Michael Pollan[1], un giornalista che non sempre la pensa come noi, soprattutto in materia di innovazione in agricoltura, ma che ha l’invidiabile capacità di unire dati, informazioni e testimonianze per costruire storie che mentre le leggi ti senti lì con lui in mezzo a un campo di patate dell’Idaho. Perché, vedete, parlare di biotecnologie applicate all’agricoltura oggi non è semplice. Si vanno a toccare temi viscerali che fanno subito alzare muri e partire scontri. Nessuno è imparziale. Non lo siete voi che ci state leggendo e non lo siamo nemmeno noi. Abbiamo tutti un vissuto fatto di esperienze positive e negative, di valori, ideali, paure e pregiudizi che ci fanno incasellare le parole e le opinioni dei nostri interlocutori in una determinata cornice. Soprattutto parlando di cibo. Quindi, l’unico modo per riuscire a capirsi è quello di andare alla fonte, tirar fuori i fatti, metterli sul tavolo e analizzarli assieme in piena onestà. Non ci interessa convincervi della nostra posizione, ma vorremmo mostrarvi come siamo arrivati a costruircela.

Quindi, nonostante fossimo consapevoli che andare da Mortara a Gropello Cairoli non è proprio la stessa cosa che attraversare il Midwest in macchina, con la colonna sonora dei dischi di Neil Young e di Francesco Guccini abbiamo attraversato la Pianura Padana in lungo e in largo alla ricerca di risposte alle domande e ai tanti dubbi che avevamo e che siamo sicuri abbiate anche voi che ci state leggendo.

Mentre raccoglievamo le storie che troverete nei capitoli successivi ci siamo resi conto di sapere molto poco di quello che finisce nei nostri piatti. Abbiamo trovato brevetti, modifiche genetiche, mutazioni, incroci contro natura, piante ricostruite da zero in laboratorio, scatole di riso che non contenevano la varietà segnalata sulla confezione, semi irradiati, presunte intolleranze alimentari. E abbiamo persino scoperto di avere in dispensa un cereale, coltivato in Italia, che ha un gene modificato da una multinazionale per renderlo resistente a un diserbante di sua proprietà che viene venduto insieme. Tutte cose che hanno aumentato la nostra consapevolezza di consumatori che, come voi, vogliono sapere esattamente cosa stanno mangiando, per poter scegliere in modo consapevole.

E quindi eccoci qui, a raccontarvi ciò che abbiamo scoperto e capito di quello che viene definito “made in Italy”, ma che a noi piace chiamare semplicemente “il nostro cibo”.

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Quella che avete appena letto è l'introduzione a Contro Natura. Lo presentiamo al Salone del Libro di Torino Domenica pomeriggio 17 maggio alle ore 18 al Caffè Letterario di Gobino (venite anche solo per assaggiare i suoi mitici gianduiotti :-) ) Sarò presente anche sabato mattina alle 11, insieme all'altrettanto mitico pasticciere Gianluca Fusto a Casa CookBook, in "Ma quanta scienza c’è nella frolla e nel bignè?" Parleremo de La scienza della pasticceria, il mio libro, e il suo Le mie 24 ore dolci. E cucineremo.

Arrivederci al Salone del Libro.

Dario Bressanini


[1] Giornalista americano e autore del bestseller mondiale “Il dilemma dell’onnivoro” (Adelphi, 2008) uscito negli USA nel 2006 che ha, a nostro parere, segnato uno spartiacque nella saggistica dedicata al cibo e all’alimentazione, più che per gli argomenti trattati per il modo con cui sono stati trattati: un reportage sul campo e non un saggio scritto in poltrona.

265 commenti RSS

  • Giorgio

    attendo una risposta sulle questioni economiche, in questa discussione non sono secondari.

  • Aristarco
    L'idea-guida è propria dei laureati alla Google University, specializzati al YouTube College eccetera

    peggio, è che non sanno neppure usare google nei suoi vari aspetti e sfaccettature

    sapendolo usare si tira fuori una bella base di conoscenze, certo, requisito limitante è avere un cervello funzionante ed allenato

    uno che ha passato i suoi anni scaldando sedie non può pretendere di eccellere in nessuno sport: è atrofizzato

  • Possibile che non si possa discutere pacificamente senza erigere barricate da ambo le parti la polemica regna sovrana . Ma l' uomo possibile che non sia più capace di discutere pacatamente e rispettare le idee altrui. Pace e bene

  • @ Giorgio : mi puoi chiarire questa frase : "Non so chi lo sa, ma i principi dei marcatori antitumorali vennero scoperti manipolando composti chimici nel mondo delle tinture tessili"

  • Robin

    O sei un santo abituato a porgere sempre l'altra guancia, oppure non sai valutare la bassezza di uno da del "Bieco utilitarista" ad un suo interlocutore che si presenta con Nome Cognome ed indirizzo, mentre lui si guarda ben dal farlo e lancia sproloqui trincerandosi dietro il solo anonimo nome di battesimo.

    Non mi ha contestato nulla dei fatti che gli ho riportato, perchè lui di queste cose non ne sa nulla, mi tira in ballo disquisizioni sui massimi sistemi e en passant gli riporto che oltre ad aver accompagnato il lavoro di ricerca della ditta Florimond DESPREZ (vedi su Internet) e dove sarei dovuto rimanere a fare creazione varietale, in un altro determinato periodo della vita (morte di mio padre) ho dovuto rappresentarla in Italia, ma non dimenticando l'attività che facevo prima e ciò che avevo imparato.

    Da allora in poi sono divenuto un "Bieco Utilitarista" ed allora mi è risultato confermato ciò che già pensavo, cioè che era un "somaro decerebrato".

  • Una multinazionale non farà mai una ricerca del genere, ma la ricerca pubblica la potrebbe fare.
    Se non la fa però non lamentiamoci che la faccia una multinazionale. Essa fa solo le cose con con le sue regole che sono quelle di far guadagnare gli azionisti. Visto poi come la finanza si è internazionalizzata al punto tale da essere quasi occulta, qualcuno che ce l'ha tanto con le multinazionali potrebbe essere un suo finanziatore tramite un fondo comune qualsiasi, anzi gode quando staccano cedole che gli fanno aumentare i suoi risparmi.

    http://www.vivaioscuole.it/?p=318

  • Guidorzi

    Di uno che dice:

    "Non è scientifico? E' eretico? Boh, non me ne frega niente però è certo che meglio mangiare con queste indicazioni che prendere la metà delle ciofeche che vendono in farmacia e che sono rigorosamente prodotti con i decantati criter-ioni scientifici. D'altra parte le intuizioni e gli avvi scientifici sono sempre, epistemologicamente parlando, non scientifici"

    cosa mai potrai pensare e dire? In queste frasi è racchiuso un vero e proprio manifesto di molti movimenti che cazzeggiano nel paese oggidi al grido di 'non ne so niente, perciò ho ragione'. Entrare nel merito non ti aiuterà con simili personaggi e fai bene a rispondere a tono a chi ribatte, ai tuoi argomenti, con le solite meschine insinuazioni.

  • Semo aposto avemo pure Gandi nun ce ferma più nessuno a Roby e ripigliate

  • A Giorgio e nun esagera statte calmo rifletti

  • @Guidorzi
    Mi dispiace che se la sia presa. Io ho solo detto che il bieco utilitarismo è il fine dell'azienda nel senso che la finalità dell'impresa è l'utile. Comunque, tornando all' argomento OGM io sostengo che la complessità tecnica e scientifica del loro funzionamento, non va confuso con il piano dello scopo. Non è una considerazione da poco perchè il fine riguarda tutti noi: la gente che mangia, acquista, spende, lavora e che della complessità di come si manipolano i geni non gliene può fregar di meno. Il cibo riguarda noi e me, le tecniche riguardano pochi di voi. Non è possibile tagliare fuori la gente dalla questione cibo perchè non è competente dei mestieri che svolgete perchè siete pagati. Avete parlato delle multinazionali (condivido il suo ultimo post al proposito), e sostenete che gli OGM contribuirebbero a combattere la fame nel mondo. Questa è uan delle corbellerie più infondate che si possano dire. Mc Donald ha i magazzini (almeno 6 mesi fa) stracolmi di alette di pollo refrigerate per colpa di una operazione di marketing sbagliata. Bene. Si tratta di una situazione in cui è coinvolta una multinazionale, un bene è in eccesso, è economico, disponibile, conservabile, prodotto con la massima efficienza e abbastanza sano. Bene: non mi sembra che una sola aletta di quel pollo sia finita a sfamare chi ne aveva bisogno. Sono esattamente questi i fatti che dovrebbero disilludere. Oggi produciamo bene, in modo economico, efficiente e in un contesto di capacità logistiche mai viste prima. Non conosco risvolti importanti sul problema della fame nel mondo all'altezza di questa crescita tecnologica e scientifica.

  • E bravo Giorge cosi me piaci

  • Giorgio certo se tutti noi sprecassimo meno cibo e fossimo più coscienziosi e rispettosi di questa terra invece che ne abusiamo forse ci sarebbe meno fame . Pensate a quanto consuma un americano in termini di cibo e di petrolio . Meditate gente meditate .

  • Mc donald dovrebbe combattere la fame nel mondo? Giorgio hai iniziato bene, ma pacatamente e inesorabilmente stai andando sul trollaggio più sfrenato. O Giorgio, torna agli anni venti dove non c'era il PC e rimanici. In amicizia eh.

  • http://www.corriere.it/esteri/13_dicembre_21/mcdonald-s-affonda-45-milioni-chili-alette-pollo-fritte-che-non-si-vendono-c58c82f6-6a2b-11e3-aaba-67f946664e4c.shtml

    Non 6 mesi fa ma un pò più in là.
    Probabilmente gli scienziatoni avranno immolato la loro vita convinti che le strabilianti nuove tecnologie di allevamento intensivo, avrebbero senz'altro contribuito a sfamare gli affamati nel mondo soppiantando le vecchie convinzioni. Eccola qui sig. Guidorzi lo scenario concreto di tante belle chiacchiere.
    Gli OGM sono la stessa parodia che farà la medesima fine. Come del resto ha detto lei: a far confluire montagne di denaro nell'aspirapolvere dei fondi e della finanza. Gli OGM vanno visti con diffidenza perchè strumento (quindi non in quanto tecnologie in sè) di queste logiche. Servono, sono state concepite e sono usate PER questi meccanismi, Altrimenti non ne avremmo proprio bisogno.Questa è la realtà.

  • Tante idee confuse e maldigerite, Giorgio. Indipendentemente da quel che sono e da come sono stati usati fino ad oggi (e se ti ricordi la storia della papaia, non solo a biechi fini di multinazionalli, ma anche a biechi fini economici di piccoli contadini, se bieco deve sempre essere il fine del profitto), gli OGM del presente e soprattutto del futuro sono la "canna da pesca", che come filosofia orientale avverte, è meglio donare piuttosto che il "pesce". O le alette di pollo, in mancanza di meglio.
    A scadenza dei brevetti, le innovazioni tecnologiche - spesso ormai non più tali - divengono disponibili a tutti. Tutti quelli che siano in grado di impiegare quella tecnologia, naturalmente, e quindi a disposizione dei fondi e dei mezzi per accedere ad una conoscenza tecnica ormai universalizzata.
    Questo è il Progresso, e a quel punto, quando cioè la tecnologia transgenica sarà di uso comune ovunque, probabilmente le famigerate multinazionali avranno brevettato qualcosa di... nuovamente nuovo, cui appiccicare nuove,bieche, fobie.
    Basta aspettare: tanto più s'allunga l'aspettativa di vita, tanto più s'allunga la prospettiva di soffrire...

  • uno dei problemi di questo mondo sono i troppi giorgi... :P

  • Ma anche i capoccioni di McD sono ormai al massimo del loro livello d'incompetenza: un dollaro per 31 grammi di pollo fritto, dove la parte migliore è l'osso? Gli rimangono sì sul gozzo, altro che farci beneficenza... :mrgreen:

  • cose c'entri una stategia di marketing errata (perche' di quello si tratta) con OGM e capitalismo non si riesce a capire...

  • Giorgio

    continuo a non capire, a parte la critica costante al "sistema" attuale - sicuramente non perfetto e nemmeno completamente efficiente ma la perfezione di funzionamento è contemplata solo nelle teorie macroeconomiche - quale sia il modello alternativo proposto. Alberto oggi ha citato l'intervista di Petrini (che hai lodato sopra) al Corriere: parla di prodotti freschi solo a km 0 ma chiedo: le arance siciliane a Milano sono km 0? Fino a dove i produttori siciliani possono vendere arance? E se non riescono a venderle tutte come sopravvivono? Devono ridurre le quantità e aumentare i prezzi? Ammesso sia possibile, nel loro "raggio d'azione" trovano reddito disponibile a sufficienza per questa operazione? Visto che devono essere scelte condivise, vogliamo tornare ad un alimentazione basata su pochi prodotti? Poi parla di Barilla (che tutto può essere definita tranne che a km 0) e la definisce una multinazionale piccola e intelligente, come si distingue tra piccole e grandi multinazionali? Come distinguiamo quelle intelligenti da quelle stupide? Solo in base al nome o alla nazionalità? Sinceramente faccio fatica a capire la logica dei ragionamenti, con questo non voglio difendere a spada tratta il sistema attuale e dire che funziona bene così, del resto anche Alberto ha portato un esempio sulla ricerca, ma le soluzioni prospettate mi sembrano tutto fuorché realistiche e applicabili.

  • Giorgio

    Accetto il tuo dispiacere, ma detto questo, devo ancora rilevare che quando vuoi far partire i tuoi ragionamenti da considerazioni scientifiche immancabilmente ci lasci le penne in quanto non conosci nulla dell'argomento. Tu dici.

    "Comunque, tornando all' argomento OGM io sostengo che la complessità tecnica e scientifica del loro funzionamento"

    Ma quale complessità tecnica del loro funzionamento, ma se è una costruzione ormai routinaria Ormai conosciamo tutto e ottenere una pianta OGM è la cosa più semplice del mondo. Tu confondi il modo di ottenerli con il modo di farli approvare, questa si che è complessa, ma perchè è stata complicata demenzialmente avendola burocratizzata oltre misura.

    Altro esempio di una tua affermazione non meditata, ma forse è perchè non conosci per nulla cosa ci è permesso fare oggi giorno in un laboratorio biotecnologico:

    "sostenete che gli OGM contribuirebbero a combattere la fame nel mondo. Questa è una delle corbellerie più infondate che si possano dire. "

    Innanzitutto mi vuoi dire una benedetta volta su cosa basi e quali sono i fatti ed i dati che suffragano questa tua affermazione?

    Io invece ti dico che non è per nulla una corbelleria a livello di possibilità biotecnologiche già acquisite.

    Ormai conosciamo il genoma delle piante coltivate e si potrebbero conoscere anche i genomi di tutte le piante che nel terzo mondo producono alimenti, non solo ma sappiamo come agiscono e come si possono silenziare se del caso i geni interessati. Di questi geni conosciamo anche con cosa sono concatenati e quindi ne conosciamo i marcatori che ci dicono se e come sono ereditati.

    Ora se usassimo solo i metodi di genetica classica sicuramente il progresso che faremmo in 30 anni non permetterebbe di sfamare i tre miliardi di persone che avremo in più a quella data, non solo, ma daremmo un minimo contributo a risolvere problematiche che ormai sono impellenti da risolvere e ne cito solo qualcuna. Le banane plantains oramai sono falcidiate dall'avvizzimento batterico e la manioca ha due virus che ne minano la produzione e per risolvere in fretta questi due problemi vi è solo la tecnica cis o transgenetica, perchè non abbiamo il tempo di farlo con metodi troppo lunghi. Ancora una volta ti ripeto che il farlo è facilissimo se individuiamo il gene di resistenza, il difficile è organizzare la sostituzione degli ecotipi sensibili con quelli nuovi resistenti, ma qui non è più compito della genetica, ma della politica. Non solo, ma non aspettarti che lo faccia una multinazionale perchè quella vuole creare qualcosa che si autoprotegga e che quindi gli dia ritorni economici, mica la puoi obbligare.Tu ti scandalizzi che sia così, io invece no, e dico che bisogna fare di tutto per trovare altri che lo facciano.

    Anche tu hai detto che occorrerebbe limitare gli sprechi del mondo ricco, ma quando abbiamo mantenuto qualche magazzino ancora pieno perchè abbiamo eliminato gli sprechi occorre che ciò che abbiamo risparmiato arrivi dove hanno fame, ma è qui il difficile. Mi sai dire chi s'incarica di farla arrivare. Ecco tutti si accontentano di dire evitiamo gli sprechi e non vanno oltre, ma il difficilmente realizzabile è proprio l'andare oltre.

    Come puoi parlare di complessità tecnico scientifica se tutte le nostre università, quando erano libere di farlo, hanno creato piante GM. Non mi dirai che le nostre università sono all'avanguardia e sono dotate di mezzi superiori, ecco io ti posso dire che non li hanno, anzi, ma data la semplicità ormai raggiunta riescono a realizzare della PGM.

    Come fai a ragionare sulle alette della Mc Donald se non conosci fatti e antefatti. Tu dici semplicemente prendete le alette e portatele dai popoli che hanno fame, ma non ti salta chiaro davanti agli occhi di quali problemi logistici occorre superare per fare ciò. Probabilmente la Mc Donald ci avrà anche pensato, se è vero quello che dici, ma poi ci ha rinunciato perchè i loro azionisti avrebbero anteposto la seguente considerazione: " Daccordo a regalare la merce, ma il resto lo paghino altri". Ecco sono questi altri che non si riesce a trovare!

  • Giorgio: "Gli OGM vanno visti con diffidenza perchè strumento"

    E perché altre tecniche biotech per produrre piante no? Non crederai che le varietà le facciano i contadini eh?

  • Dario

    nel mondo dei "pensatori" non si capisce neanche chi produce i fitofarmaci, ma forse pensano di produrre solo biologico e a km 0 e quindi usano solo prodotti naturali.😀 A proposito, hai qualche procedimento per produrre solfato di rame? Potrebbe essere un argomento per qualche post.😀

    Alberto

    hai mai sentito i "pensatori" scandalizzarsi nel ricordare che non solo McDonald ma anche il mondo agricolo ha buttato tonnellate di cibo inviato agli ammassi? La storia economica agricola ė più complicata di quanto appaia, forse è meno conosciuta degli OGM.

  • Quante parole ! Solo il tempo e una ricerca accurata dirà la verità sugli Ogm ,sul biologico ecc .Io vorrei farvi una domanda con tono pacato ,non voglio suscitare turbolenze . Ma ogni uno di voi si fa paladino di una causa e la difende con gran furore . Ma quanto voi mettete in discussione o provate di persona ciò che portate . Chi difende gli Ogm quanto cibo Ogm mangia ogni giorno colazione,pranzo , cena e lo do anche ai miei figli da 6 mesi un su per tutta la vita ? Se un bimbo di 6 kg circa riceve una dose di bacino io che peso 70 kg perché non mi somministro 10 dosi ? Se io sono contro gli sprechi del cibo e di petrolio cosa faccio ? Digiuno un giorno a settimana , compro cibi eco sostenibili vado a piedi e in bici dove posso o mi compro il macchinone e faccio l' ecologista di tendenza ? Se sostengo che il bio e la soluzione giusta , mi metto in prima persona a zappare la terra e a mungere la mucche alle 4 del mattino ? E così di seguito . Ricordate che tutti hanno dei limiti , chi è senza peccato scagli la prima pietra . Se io faccio da testimone per una causa provo prima sulla mia pelle e' facile criticare stando fuori e facendolo provare sulla pelle degli altri . Saluti e cordialità pace e bene

  • Robin

    il problema è proprio quello, l'acriticitá dei pensatori verso i "tempi antichi", ma li hanno mai provati, e se li hanno provati se li ricordano bene? Oltre a parlare con gli agricoltori, ci sono andati a lavorare insieme, ma non per un giorno, per qualche anno? Nei "tempi antichi" d'inverno andava già bene se trovavi nel piatto cavoli, altro che insalatina fresca in busta (lamentandosi pure se si trova qualche lepidottero) e fragole, pomodori o zucchine a Natale, lo vogliamo spiegare bene a cosa tutti dobbiamo rinunciare per applicare quel modello? Mangio Parmigiano Reggiano tutti i giorni proveniente da latte prodotto da vacche allevate con ogm, mi sento più tranquillo che non se mangiassi i prodotti agricoli coltivati come 40 anni fa. Credimi, io ho tolto anche quei pochi metri quadri di orto che avevo, ne ho fatto prato e mi pesa pure dover manutenere quello, men che meno mi sogno di mungere, per precisione due volte al giorno. Possibile che non si abbiano risposte su come sia possibile sostenere economicamente quel modello di sviluppo? O parliamo di decrescita felice? Alberto per favore prosegui tu, ma prima morditi un po la lingua.

    Per completezza di informazione: le alucce di pollo le hanno pagate gli azionisti di McDonald, gli ammassi tutti noi con soldi pubblici, anche qui uno strumento creato con un'idea giusta è stato usato male esattamente come può accadere con le scoperte scientifiche.

  • Robin, ci puoi dire secondo te cosa sono "gli" OGM? Perché è estenuante capisci, ricominciare ogni volta la stessa solfa: se parli di "mangiare OGM", bambini, peso, tutta la vita etc. significa che non hai la più pallida idea dell'argomento.
    Dicci cosa ne sai, poi ti diremo in cosa sbagli...

  • Scusatemi ma gli impegni di lavoro mi assorbono completamente ,molto giuste le vostre obbiezioni appena possibile vi risponderò. Prego il drGuidorzi di non farsi sanguinare la lingua , la calma e' la virtù dei forti e noi alla nostra età dobbiamo essere forti e calmi . Grazie buona giornata pace e bene a tutti

  • Sto leggendo il libro, avvincente come un romanzo, molto chiaro nelle spiegazioni e piacevole da leggere! Però non avreste dovuto dire che con il grano duro non si fa il pane, mi sono sentita profondamente offesa da pugliese!!!!! Scherzo ovviamente, ma non si fa!

  • Eleonora: non ci abbiamo messo una nota? Altrimenti chiediamo venia :)

  • @Andrea
    40 anni fa.. era il 1975 e andava già di lusso ..se non altro per la percezione di un probabile futuro progresso tecnologico raggiungibile e l'idea di sollievo fisico e psichico che ne poteva derivare.
    Un 10 -15 anni prima si era ancora senza energia elettrica,motorizzazione agricola pressoché inesistente..vivere e lavorare in campagna ( più lavorare che vivere ) era diventato mortificante ,per quelli abituati da piccoli ,(improponibile per gli altri)per il semplice fatto che dalla campagna ci scappavano tutti..e per chi restava ,il carico di lavoro ,il senso di abbandono aumentavano insostenibilmente.
    Più che la mancanza di cibi diversificati..quello che personalmente ricordo malvolentieri di quegli anni era ..la stanchezza cronica..la mancanza di tempo libero ,per giunta con gli anziani che pur riconoscendo di aver avuto più patimenti di fame e stenti per via delle guerre..non condividevano i ritmi di lavoro e studio ,anomali secondo loro ,di giovani esuberanti ambiziosi ,che si sarebbero ammazzati fisicamente prima del tempo per niente,: “tanto il sciur resta ricco e il poaret povero” ti dicevano.

  • Ciao a tutti,
    ieri sera stavo vedendo Shark tank e si è presentato un giovane ragazzo dicendo che ha l'esclusiva su una varietà di Mais perduta, il mais Corvino .
    http://sharktank.mediaset.it/progetti/il-mais-corvino_3.shtml
    voi l'avete visto cosa ne pensate?

  • Lui non ha scoperto nulla ha solo usato una popolazione di mais che già avevamo in Italia, anzi ve ne sono più di una, ma proveniente da quelle che Colombo iniziò ad importare dopo il suo secondo viaggio.

    E' una nicchia creatasi per l'insorgere di un poca meditata voglia di ritorno al passato.

    Sarei curioso di vedere come si comporta quel mais di fronte agli attacchi di piralide, tutte le popolazioni locali di mais sono falcidate dalla piralide e quindi vorrei vedere se la sua polenta è in regola con le micotossine.

    Comunque un plauso allo spirito imprenditoriale del giovane, che ha capito quanto si possa sfruttare la creduloneria dei consumatori.

    Solo che chiamare made in Italy una produzione proveniente da 40 semi importati mi pare una grande forzatura che poteva solo essere avvallata dai una Coldiretti in cerca di notorietà e di volontà di apparire.

    Scusate ma se i peruviani producessero loro il mais nero (che è poi violaceo) che coltiva il giovane e ci mandassero la farina in Italia o direttamente gli stessi prodotti del ragazzo (a cui ancora una volta auguro il più grande successo della sua iniziativa), la Coldiretti denuncerebbe il Perù come imitatore del made in Italy? Al limite non dovrebbe essere il contrario?

  • GUIDORZI ALBERTO 21 maggio 2015 alle 00:31
    Oh, finalmente un piano di discussione più allargato e pacifico. Belle tematiche.
    Ho una curiosità su tutte: "Organizzare la sostituzione degli ecotipi sensibili con quelli nuovi resistenti, ma qui non è più compito della genetica, ma della politica". Ma questo processo, del miscuglio che si andrà a creare tra i tipi resistenti e gli eco tipi, è oggetto di studio? Sono noti gli scenari degli equilibri e squilibri che le resistenze andranno a creare nell'intorno ecologico? Prendiamo il caso degli antibiotici. Anni fa furono la panacea. Oggi c'è resistenza al loro effetto e questo non era stato previsto. Nel caso degli ulivi si dice (e sottolineo, si dice) che l'utilizzo prolungato dei diserbanti e anti crittogamici abbiano creato una vulnerabilità e le premesse per l'infestazione che oggi colpisce tutta l'area. Indipendentemente dai problemi di controlli alle importazioni. Che ne pensa? Ci rassicura anche su questi aspetti?
    Su McDonald concordo con le problematiche logistiche ma credo che sia un problema di sistema economico e della tendenza alla creazione della diseguaglianza: ". Thomas Pikketty -Disuguaglianze".

  • Mmmmh. Ho iniziato a leggere da qualche giorno un libro "contro natura" assai interessante, e soprattutto divertente: "Mother Nature Is Trying to Kill You: A Lively Tour Through the Dark Side of the Natural World", di Dan Riskin.
    Libro che si sta rivelando divertente almeno quanto "The Authenticity Hoax" di Andrew Potter, che mi sono ciucciato l'anno scorso. Argomenti e autori diversi, ma non c'è niente di meglio che affrontare parole come "natura" o "autenticità" nella loro correlazioni, e scoprire cosa significhino per la maggior parte delle persone, e cosa invece siano realmente.
    Scrive Riskin:

    If anything, Mother Nature is trying to kill you.
    My perspective on nature is a little bit different from the way nature is typically portrayed, but that’s often because advertisers and marketers are using the word nature to sell you something. In their world, nature’s a benevolent bounty of well-being that can always make you healthier and would never, ever hurt you. It’s all honey and no stingers. Nature gives us fruits, vegetables, and shade-grown coffee beans, but not the mold around the bathtub or ants or tapeworms. Advertisers would like us to think those things aren’t really part of the green world. Instead, they’re somehow invaders of it.
    (...)
    With that utopian version of pseudonature established, companies can then boost sales by making you associate their products with that friendly world. I was at the grocery store recently and saw a cleaning solution that said “nontoxic,” “organic,” and “green” on the label. It also said, right on the front of the package, that it kills mold, mildew, and bacteria. One wipe of that cleaner across the kitchen counter can snuff out millions of lives, but they call the product eco-friendly, as though somehow bacteria don’t count as part of “eco” (whatever that is).
    (...)
    I mean, the organic apples and oranges you buy aren’t grown in nature, they’re grown on farms. How are they more natural than the mold in your home that came in through the window?
    Because magazine editors, TV executives, and advertisers don’t like to acknowledge the dark side of nature, we don’t see the whole picture and we end up with a warped perspective.

    Ecco, credo che il problema di essere "contro natura" derivi proprio da un fraintendimento che (grazie a mia moglie) potrei definire semantico. Non sai, effettivamente, cosa fa la vita per moltiplicarsi o sopravvivere. Quello che sai della natura è un misticismo che è trapassato da Dio alla pubblicità degli shampoo (anche se, per esperienza, devo ritenere che la dimensione dei crocefissi nelle aule scolastiche italiane non sia oggi così sottotono).
    Il problema della divulgazione scientifica mi sembra sia quello di dover intervenire su un passato incompreso, o mai superato. C'è una reticenza psicologica degli umani ad accettare non tanto l'artificiosità, quanto la realtà dei fatti naturali? Del tipo: è mia madre (la natura), non può essere poi così stronza?

  • Robin 19 maggio 2015 alle 19:32
    Aristacco ricordati che anche la scienza ha i suoi limiti non è assolutista . Chiaro che se uno ti dice che esistono gli extra terrestri verdi o che gli asini volano gli dico molto gentilmente che forse è in pirla e di cambiare ottico
    RE: é nello statuto della Scienza non essere assolutista.
    Ma questa incontrovertibile verità è valida all'interno del recinto della Scienza e rispetto al Mondo.
    Ma non rispetto ai trinariciuti paladini dell'analfabetismo scientifico. Loro hanno sempre torto.
    Un orologio fermo, due volte al giorno indica l'ora giusta, ma i trinariciuti paladini dell'analfabetismo scientifico hanno torto anche quando fanno una affermazione che, il giorno dopo, è dimostrata essere vera.

    Giorgio 20 maggio 2015 alle 11:35
    @ Aristarco
    "Un neo-oscurantismo antiscientifico sta emergendo dalle fogne e sta catturando sempre più decerebrati adepti! ".
    Nessuno credo sia disposto a non ammettere che mai come in questi ultimi 100 anni c'è stata una invasione della scienza in tutti gli ambiti del fare quotidiano. In tutti i campi. Come sia possibile parlare di oscurantismo anti-scienza, boh, è veramente contro ogni possibile evidenza elementare.
    RE: ciò che dici, ne è la più lampante delle evidenze della strepitosa ignoranza che si aggira nel mondo!
    Tutti - in modo compiaciuto - usano i frutti del rigoglioso Albero della Scienza.
    Ma assai pochi "vedono" l'Albero e ne comprendono le radici profonde.

    C'è sicuramente una diffusa ignoranza per il semplice motivo che molte soluzioni tecnologiche, applicate per interessi economici privati, non lascia più spazio di usare il cervello. Un caso solo tra tutti: l'informatica. Un tempo l'approccio nell'uso dei PC era che dovevi sapere qualcosa: configurazioni, installazioni, sistemi operativi diversi a cui dovevi saperti adattare, il DOS che ti costringeva a sapere il funzionamento di un minimo di sintassi. Questo approccio però non era in grado di raggiungere la massa della gente e quindi si è optato per l' user friendly. Comodo certo ma con il risultato che adesso la gente usa le tecnologie senza sapere nulla di quello che fa. E intanto, su questa ignoranza imperante, ci fanno miliardi di dollari.
    RE: ... ma chissenefrega del DOS!!! ma proprio chissenefrega!!!
    Mi sembri quei vecchi stampatori che rimpiangono i caratteri mobili al piombo o i vecchi cardiologi che rimpiangono i fonendoscopi di legno!

    Parlate con un adolescente di Facebook e avrete la sconcertante constatazione che, o ignorano che i suoi contenuti vengono venduti per la pubblicità oppure, peggio, ti dicono che per loro è estremamente indifferente.
    RE:... e totalmente indifferente al 1000 per 1000 è anche per il sottoscritto!

    L'ignoranza diffusa è ampiamente indotta (sia pure non sempre consapevolmente) da una certa concezione commerciale delle tecnologie. E' qui da vedere e qualunque sociologo degno di questo nome potrebbe confermarvelo con ampie ricerche scientifiche.
    RE: l'ignoranza totale è nei confronti dell'Albero, delle sue radici, del terreno su cui è sorto... L'ignoranza totale è - ad esempio - nel confronto della vera "dark side" della Scienza, e ciò è molto peggiore di tutte le concezioni commerciali e dei vari business che possono esservi sottesi!

    Giorgio 20 maggio 2015 alle 12:57
    @Artistarco
    Detto questo, nulla è più oscurantista, religioso e ideologico di ergere il sapere scientifico ad assluto e unica fonte di conoscenza. Non le pare?
    RE: affermazioni di questo tipo fanno davvero cadere le braccia. Significa non avere capito assolutamente nulla dei termini delle questioni che stanno dentro alla parola "Scienza".
    Fatti delle domande "intelligenti" e non quelle precotte e preconfezionate, oggi tanto à la page.

    [...] Non è scientifico? E' eretico? Boh, non me ne frega niente [...]
    RE: ecco, da bravo, vai ora a spegnere il computer e rifugiati in una spelonca.
    È accettabile che con qualche pietra focaia ti possa accendere il fuoco e che con un po' di paglia tu ti faccia un pagliericcio. Ma null'altro, sia chiaro!

    Cordialità

    Aristarco

  • Giorgio

    Mi sono sforzato di capire questo tuo dire:

    "Organizzare la sostituzione degli ecotipi sensibili con quelli nuovi resistenti, ma qui non è più compito della genetica, ma della politica". Ma questo processo, del miscuglio che si andrà a creare tra i tipi resistenti e gli eco tipi, è oggetto di studio"

    Ma mica l'ho capito sai?

  • Chefclaude

    Ed invece la natura è molto stronza..... campa chi non guarda in faccia nessuno.

  • Sturbo rumor duntor duntur
    Molvurto luntor duntur
    Dunton vurlo luntor duntur

  • @Guidorzi
    voglio dire: la sostituzione di vegetali locali e protetti da marchi e legislazioni che ne controllano la tipicità e la località, con varietà corrette OGM sarà naturalmente una decisione che non potrà essere a carico delle multinazionali fornitrice ma dalla politica. Ogni vegetale è all'interno di un ecosistema con degli equilibri locali. Equilibri in movimento chiaro perchè le variabili che cambiano anno per anno ci sono sempre. Quindi, quando una multinazionale propone una varietà modificata geneticamente, succederà ovviamente che ci saranno delle variazioni anche dell'equilibrio ecologico in cui è immerso il vegetale. Perchè per esempio, se sarà resistente as un insetto, questo non avrà una fonte di cibo. Domanda: c'è una disciplina o una serie di ricerche che, accompagnando l'avvio di un vegetale OGM studia e prevede gli aspetti positivi e negativi dell'impatto che le modifiche avranno sugli equilibri ecologici che c' erano prima con la varietà vegetale precedente?

  • @ Aristarco
    Esistono delle bellissime storie della scienza. Esistono dei manuali di filosofie della scienza in cui si tracciano le variazioni epistemologiche che la scienza ha subito nel tempo, etc...La scienza non è mai stata una disciplina con basi metodologiche e con criteri sempre identici ma si sono storicamente modificati e man mano ha trovato un modo per determinare un accordo su cosa è scientifico e cosa non lo è. Anche oggi se volessimo dirla tutta, una ricerca ed i suoi risultati vengono recepiti come scientifici ufficialmente SOLO quando la comunità scientifica non lo confuta e lo accoglie sulle riviste scientifiche. Non esiste lavoro scientifico fino a quando una comunità non lo approva attraverso al sua accettazione su riviste. Potete anche raccontarla qui come volete ma il vero e unico criterio è per dire cosa è scienza e cosa non lo è è questo: un criterio in fondo sociologico. Quindi fino a quando una comunità ritierrà che certe cose si "incastrino" nell'intero paradigma creduto come vero in maniera non contraddittoria, una cosa la potrai considerare come scientifica. Altrimenti no. E' puro dogma. Guardate che è un sistema democratico, meritocratici ma che nulla ha a che vedere che sia una conoscenza più vera di molte altre.

  • E' bello vedere come uno continua ad impiccarsi alle proprie ferree supposizioni ad minchiam pur di fare delle domande assurde... :mrgreen:

  • @Zeb
    prego, ci spieghi. La cattedra è libera.

  • Giorgio, ma perché con un po' di umiltà non ti prendi una giornata e ti leggi tutti gli articoli sugli OGM qui sul blog? Così capirai che le tue convinzioni (politiche e sociali) poggiano sul nulla scientifico. O credi davvero di essere il primo che viene qua a fare che domande? :) io gli articoli li penso in anticipo proprio per rispondere (in modo diretto o implicito ) a queste obiezioni.
    Invece continui a porre domande che qui tutti ritengono assurde (tranne te) perché si rendono conto che non hanno fondamento.

  • @Bressanini
    perchè penso che sia una rubrica per gente comune che può permettersi di fare domande anche assurde e che non ha tempo di studiare queste cose. Se non altro perchè ha altre cose da fare non meno importanti. Altrimenti dove è la divulgazione? Non mi sembra di essere capitato qui su Nature a far domande? Ma su l' Espresso santo dio ! Devo laurearmi in botania e biotecnologie prima di venir qui a fare domande? Eddaiiii....Avete deciso di parlare alla gente di OGM e chimica per farli capire e adesso vi attaccate... :-)
    Gradire una risposta alla mia domanda su OGM ed equilibrio ecologico. Grazie.

  • Giorgio

    "Quindi fino a quando una comunità ritierrà che certe cose si "incastrino" nell'intero paradigma creduto come vero in maniera non contraddittoria, una cosa la potrai considerare come scientifica. Altrimenti no. E' puro dogma"

    Che sparate che fai, mamma mia! L'aver letto Kuhn non ti autorizza di certo a fare certe uscite apodittiche: non è che se leggi UN libro di UN autore, automaticamente hai scoperto il Graal. Peraltro quel tipo di visione sociologica della scienza è già stata ampiamente smontata (Mayr e Lakatos tanto per citare un paio di nomi). Mi sa che in Filosofia della scienza stavolta non prendi manco 18!

  • @Michele
    A parte il fatto che Lakatos non ha "smontato" un bel nulla dell'impianto complessivo di T. Kuhn rispetto a quello che dicevo sulla dimensione comunitaria del sapere.Al massimo ne criticava la conclusione di relativismo. Ma con chi parlo poi boh?! lQuanto allo stile si guardi: una triste emulazione di Guidorzi. Ma lui almeno le competenze e qualche lampo di Savoir faire le sa esibire. A chi mi risponde senza educazione si aspetti di essere ricambiato. Non mi sono mai rivolto a lei con toni sgarbati e maleducati come ha fatto lei, contrariamente e per la prima volta, in questa occasione.Quindi cambi modalità o vada a quel pa...se

  • Senti Giorgio, la divulgazione non è un Juke Box. se non vuoi leggere gli articoli che ho scritto, PROPRIO per quelli come te, fatti tuoi, ma non ti lamentare poi se qui alle tue lezioncine politico filosofiche senza basi facciamo delle pernacchie. Di quelli come te ne vengono a frotte qui: tutti con la domanda in tasca con cui credono di 'inchiodare al muro gli scientisti'. Alcuni, DOPO aver letto le risposte (cosa che tu non fai) e letto gli articoli (fatti proprio per chi non legge Nature perché ha altro da fare o non lo capirebbe) capiscono che hanno detto un sacco di sciocchezze e capiscono che forse prima di filosofeggiare sulle cose, le cose bisogna saperle.
    altri invece se ne vanno via sbattendo la porta increduli che la loro 'domanda bomba' non abbia fatto crollare l'universo.
    Scegli tu a che categoria vuoi appartenere.

  • A chi interessa il dibattito scienza vs filosofia segnalo http://www.lescienze.it/news/2015/05/16/news/discussione_fisici_filosofi_filosofia_morta_viva-2611425/

    Non la condivido del tutto, ma questa è carina :)

    "La filosofia è un settore che, purtroppo, mi ricorda una vecchia battuta di Woody Allen: 'quelli che non sanno fare, insegnano, e quelli che non sanno neanche insegnare, insegnano ginnastica'". E la parte peggiore della filosofia è la filosofia della scienza: per quanto ne so, le uniche persone che hanno letto le opere dei filosofi della scienza sono altri filosofi della scienza. Sulla fisica non ha nessun tipo di impatto, e dubito che altri filosofi le leggano perché sono abbastanza tecniche. Quindi è davvero difficile capire che cosa la giustifichi. Direi che questo stato di tensione si verifica perché i filosofi si sentono minacciati, e ne hanno tutte le ragioni, perché la scienza progredisce e la filosofia no."

  • Molti scienziati sono dell'idea che il rapporto tra scienza e filosofia sia asimmetrico: la scienza influenza la filosofia e i filosofi, ma non il contrario. Forse anche perché troppo spesso si ha la presunzione di fare ragionamenti "filosofici" (ma vale anche per la politica) partendo da premesse scientifiche false perché non si conosce bene il campo

  • Mica serve un peso massimo per fronteggiare un peso piuma! Basta pure un surrogato di Guidorzi, no? È che per un attimo mi è sembrato che qualcuno volesse rifilarmi il solito predicozzo fuori luogo. Si vede mi sarò sbagliato. E poi non se ne abbia, che proprio in funzione del suo titolo dovrebbe saper prenderla con...filosofia!

  • Bressanini

    Avevo letto già quell'articolo e devo dire che mi sembra piuttosto generoso nei confronti della filosofia della scienza e soprattutto mi è sembrata tirata per i capelli la conclusione in cui dà degli essenzialisti a gente come Hawking e Mlodinow. La parte migliore dell'articolo è la citazione di Woody Allen in effetti!

  • @Bressanini
    rinuncio. Non occupo ulteriore spazio e tolgo il disturbo. Francamente a me sembra più che una divulgazione scientifica, un lavaggio del cervello. Siccome ero qui perchè avevo bisogno di capire lo stato dell'arte attuale del.'ecologia tra alcuni addetti ai lavori nel settore alimentare e agricolo, ho capito che l'aria che tira è più di preoccupazione per le soluzioni che non rischino di fermare la locomotiva a vapore del capitalismo piuttosto che di riflessione più profonda del rapporto cibo / consumi. Tornerò a rileggermi ed a trovare conforto nei lavori di Giorgio Nebbia.

  • chi sa fa, chi non sa insegna, chi non sa insegnare amministra. cit la legge di morphy

  • murphy, non morphy. scusate

  • Oggi i filosofi parlano di parole, e gli scienziati parlano di cose: se si dice a un filosofo che non ci sono evidenze sperimentali/osservative ne' ragioni teoriche per concludere o prevedere che vegetali geneticamente modificati siano nocivi, lui/lei risponde, nella maggior parte dei casi, che violano principi etico-politici, o che possono causare avversi effetti economico-sociali, o che non si puo' neanche dimostrare che sono sempre del tutto innocui. Dice cose come queste perche' per lui/lei tutto si tiene, le cose sono indissolubilmente legate alle parole, anzi ben presto annegano fra le parole: fra DNA, economia agricola dell'America latina e New Age ci sono solo un paio di proposizioni ben scelte. Se uno scienziato prova a cercare di separare i termini e di restare aderente alla realta' di cio' che si osserva non verra' capito, e verra' accusato di ottusita', o peggio di aver venduto l'anima al diavolo: non c'e' bisogno di osservare e capire la realta' per scrivere articoli o libri sulle miserie dello scientismo o sull'uso della tecnologia a scopo di profitto, o su altri soggetti fatti di parole. Per un filosofo (o meglio per un intellettuale che vive al di fuori del mondo della ricerca, o magari che ne e' uscito rumorosamente a qualche punto ) non si puo' parlare di OGM senza parlare di multinazionali, etica ambientalista, economia del terzo mondo: la sua visione del mondo non e' quella di uno scienziato, e' filtrata da strati e interconnessioni di parole, idee poco precisate, astrazioni, che mascherano dati e conclusioni rendendoli inutilizzabili e privi di interesse. Nelle rare occasioni in cui mi e' capitato di parlare con qualche collega filosofo professionista, il discorso e' finito molto presto: per lui/lei la fisica in fondo e' solo una forma primitiva e rozza di conoscenza, per la quale perde ogni interesse quando scopre che non si puo' applicarla ai suoi problemi preferiti, metafisici, storici o estetici. Per educazione, ho sempre evitato di comunicare quanto mi sembrassero fessi quei problemi, ma ho paura che se ne siano accorti lo stesso.

  • @Skeptical
    Un orologiaio che aggiusta e costruisce orologi conoscendoli e progettandoli fin nei minimi particolari, può sapere qualcosa sull' esperienza del tempo? O di cosa farne del tempo o finanche dell'orologio ? Non è che sia complicato capire che i piani sono diversi e che nulla si può ridurre al funzionamento delle cose. L'uomo le cose li usa e per se, non per i principi matematici e fisici. un pò di buon senso, andiamo. "L'uomo macchina" di Julien Offray de La Mettrie fu scritto nel 1747.Non è che ci sia nuova la faccenda.

  • @Skeptica
    "Oggi i filosofi parlano di parole, e gli scienziati parlano di cose". E con cosa parlate delle cose? Senza parole? Con cosa descrivete gli oggetti delle vostre ricerche? Non le usate le parole? Pensate forse che la fisica possa essere la stessa se il linguaggio sia diverso? Gli indigeni descrivono il loro mondo in modo diverso dal nostro perchè sono più pezzenti di noi? O perchè hanno un linguaggio diverso? Mmm, non banalizziamo.

  • cosa vuol dire "l'esperienza del tempo"?

  • @Guglielmo
    per esempio come il tempo è implicato nella memoria, nella percezione e nella costituzione delle immagini mentali. Quindi come qualcosa diventa realtà per noi.

  • Non ci arrivo. Comunque un tecnico può costruire strumenti per misurare il tempo al milionesimo di secondo mentre la nostra memoria può sbagliare di ore, giorni e anni.

  • Vabbè, giusto per scender giù un poco dalla Montagna del Sapone...

    "La sostituzione di vegetali locali e protetti da marchi e legislazioni che ne controllano la tipicità e la località, con varietà corrette OGM sarà naturalmente una decisione che non potrà essere a carico delle multinazionali fornitrici ma dalla politica."

    Parole sue, Giorgio.
    Ora, al di là del fatto che codesti vegetali locali (supponiamo s’intendano per l’Italia le DOP E IGP vegetali, orticole o arboree, o pure i seminativi, magari mondiali?) rimarrebbero identici in ogni loro manifestazione eccetto che in quella della autoprotezione da un particolare patogeno, se ciò lo facesse un Ente Pubblico di Ricerca piuttosto che una multinazionale (la quale, del resto, ben difficilmente avrebbe l’interesse economico per sviluppare tali OGM) la questione avrebbe un impatto diverso? E se sì, domanda mia, quale?

    "Ogni vegetale è all'interno di un ecosistema con degli equilibri locali. Equilibri in movimento chiaro perché le variabili che cambiano anno per anno ci sono sempre.
    Quindi, quando una multinazionale propone una varietà modificata geneticamente, succederà ovviamente che ci saranno delle variazioni anche dell'equilibrio ecologico in cui è immerso il vegetale.
    Perché per esempio, se sarà resistente ad un insetto, questo non avrà una fonte di cibo."

    Chiedo venia, Giorgio, per quest’altra domanda mia, ma davvero, di che stiamo parlando? Dei milioni di ettari coltivati intensivamente a mais o soia o cotone o colza, o dell’orto di zia Sciva? Invero stiamo parlando di parassiti che da decenni si evolvono rapidamente da loro predecessori che si sono evoluti lentamente assieme alle colture dell’uomo. Stiamo parlando di insetti, batteri, virus, organismi intermedi di qualsiasi tipo l’intelligenza umana riesca a distinguere e classificare, studiare e combattere, che dai primordiali antenati comuni hanno diversificato, e spesso specializzato, specie e varietà in continua lotta di adattamento per divorarsi ciò che noi coltiviamo. L’uomo intendo. Che ha antropizzato buona parte del pianeta e si avvia ad antropizzarlo tutto, con buona pace di ogni filosofia di vita.

    "Domanda: c'è una disciplina o una serie di ricerche che, accompagnando l'avvio di un vegetale OGM studia e prevede gli aspetti positivi e negativi dell'impatto che le modifiche avranno sugli equilibri ecologici che c'erano prima con la varietà vegetale precedente?"

    E quindi, da quanto premesso sopra, è ora chiaro Giorgio perché la domanda nel contesto è assurda?
    La risposta comunque c’è, è ad minchiam, ma comunque c'è: è sì.

  • @Guglielmo
    La questione, se ci pensa è tutta qui: potrà avere anche il più sofisticato degli orologi ma è attraverso l'esperienza di visione, memoria e percezione che per lei può esserci qualcosa. Non esiste mondo o esperienza che non sia -constatabile scientificamente- percepibile se non in prima persona. Quindi attraverso le strutture mentali e linguistiche. Il mondo scientifico, è una descrizione di mondo.In particolare, la sua consistenza è prettamente linguistica, descritta in termini di strutture matematiche e logiche.Esattamente quanto una persona a video possa essere considerata reale e non, invece, una traduzione binaria di segnali elettrici e proiettata in pixel su un supporto elettronico.

  • Avrei dovuto e potuto meglio scrivere "ed è", ma c'è una tale atmosfera da Riza Psicosomatica che evidentemente mi è venuta inconsciamente meglio una affermazione da Dr Morell... ;)

  • @Zeb
    1) se ciò lo facesse un Ente Pubblico di Ricerca piuttosto che una multinazionale a questione avrebbe un impatto diverso? E se sì, domanda mia, quale?
    Se lo fa il Pubblico, ci sarà la possibilità di avere una visione allargata affinchè si possa valutare un più ampio spettro di rischi verso gli interessi comuni. Mi lascerebbe più tranquillo. Come cittadino.
    2) che dai primordiali antenati comuni hanno diversificato, e spesso specializzato, specie e varietà in continua lotta di adattamento per divorarsi ciò che noi coltiviamo. L’uomo intendo.
    Ma nemmeno gli antichi avevano una visione così rozza del pianeta terra ! Ma dai...l'uomo, in mano a se stesso è distruttivo, ricordiamocelo.
    3)Che l'ecologica, mi rassicura, esiste e collabora e accompagna l'introduzione delle nuove tecnologie, non può far altro che confortarmi.

  • @Zeb
    Beh, in fondo è sabato sera, e un bel calice di decotto di ortica in stile Riza psicosomatica, ci starebbe. Lucine soffuse e magari qualche crostone di farro essiccato in forno da consumare in dolce compagnia. E rigorosamente, in sensuali ciabattine in lana d'alpaca non trattata!

  • Non avendo lasciato più altro che se stesso per distruggersi, l'uomo infine fece anche questo. E dal giorno dopo tutto ricominciò in maniera diversa da prima, come al solito... RaMen... ;)

  • l'uomo in mano a sè stesso è distruttivo. La piralide no? E le zanzare cosa costruiscono? E la sepsis formosa?

  • @tutti
    Avevo promesso che avrei lasciato spazio senza continuare a importunare.
    Lascio la rubrica con un consiglio di lettura che senz'altro saprà lasciare passare moooolto meglio e con maggiore competenza i messaggi che avrei voluto condividere.
    Questo è uno di voi, non avete alibi adesso:

    http://www.internazionale.it/weekend/2015/05/23/sette-brevi-lezioni-di-fisica-rovelli

  • Giorgio

    Tu usi dei termini che hanno un contenuto scientifico tale per cui assegnadoglielo fa perdere di senso il tuo domandare. Intendiamoci non sei tenuto a conoscerle ed a sapere i regolamenti.

    Tu dici:

    "vegetali locali e protetti da marchi e legislazioni che ne controllano la tipicità e la località"

    Legalmente ciò che tu dici non esiste e non può essere rivendicato. Citami un caso in cui un vegetale (sarebbe meglio dire specie botanica) sia coperto da marchio o che rientri in una legislazione che permetta l'accaparramento di quel vegetale (specie botanica) da parte un individuo o di una collettività. Questo si che sarebbe un caso di appropriazione di un vivente. Il Kamut è un marchio, ma commerciale, cioè non protegge il T. turgidum da cui la materia prima proviene, che, invece, rimane un genere totalmente a disposizione di tutti, vale a dire che se io coltivo il T. Turgidum e copro la mia produzione con il marchio Tumac lo posso fare. Non solo ma nessuno mi impedisce di seminare il Tumac vicino al Kamut. Abbiamo le lenticchie di Castelluccio di Norcia? Ma ciò non mi impedisce di vendere le lenticchie di Castelletto che al limite posso produrre a Norcia e anche dirlo che le produco in quella zona. Si tratta di vedere se sono capace di scalfire la notorietà delle prime.

    Se invece esistesse l varietà "Castelluccio di Norcia" allora nessuno può usare quella denominazione e seminarla senza il permesso del costitutore. Ma una varietà per essere tale deve passare un esame agronomico e descrittivo e quest'ultimo rende la varietà riconoscibile e la qualifica stabile ed omogenea. Ciò non toglie però che io possa continuare a seminare le lenticchie delle popolazioni locali vicino alla varietà.

    Ecco in molti casi il vegetale a cui tu ti riferisci è una popolazione locale. Per popolazione s'intende un insieme di tipi diversi, tutti appartenenti alla stessa specie. Attenzioni ho detto con diversità fenotipiche ed anche genotipiche cioè, questa diversità non permette di iscriverla nel registro delle varietà. Una popolazione locale quindi non è proteggibile e marchiabile

    Quindi allora nella fattispecie da te citata siamo in presenza di popolazioni locali di quella specie, che si'incrociano tra di loro e continuano, di generazione in generazione, a creare tipi diversi, cioè a modificarsi con immissioni di geni appartenenti ad altri tipi seppure della stessa specie.

    Quindi se io semino il seme ricavato dalla mia coltivazione della popolazione locale ed un altro vicino a me mi semina una varietà, quindi riconoscibile rispetto alla popolazione locale perchè con diversità, ma della stessa specie e il suo polline impollina la mia popolazione locale (come d'altronde il mio polline impollina la sua varietà) io non posso dire niente a lui e viceversa.

    Nessuno fino ad ora ha mai chiesto che due varietà diverse della stessa specie, non possano essere seminate vicine ed autoimpollinarsi vicendevolmente. Questo se produco una derrata alimentare. E' una pretesa non legalmente tutelabile. La si può chiedere solo se io voglio produrre seme da vendere successivamente ad altri, ma non posso mai pretenderlo se io semino una popolazione locale anche per produrre seme da scambiare (non vendere) con altri. LO posso solo pretendere se riproduco delle varietà in quanto qui la legge lo prevede, vale a dire prevede distanziamenti.

    Quindi in un ecosistema avvengono rimescolamenti genetici ed anche mutazioni spontanee o addirittura diffusione di mutazioni provocate dall'uomo. Ciò è avvenuto ed avverrà sempre e questi rimescolamenti si perpetuano.

    Ecco che allora comprendi che un seme di una varietà OGM che espande il suo polline non è per nulla diversa da quanto ho appena detto da un punto di vista del mutare dell'equilibrio dell'ecosistema.

    Però per le varietà OGM è avvenuto un fatto nuovo, la politica (ma non la natura) ha voluto considerarle diverse e quindi ha posto divieti e limiti.

    Io, però, sono convinto che questi limiti e divieti a lungo andare non terranno. Infatti ormai i tratti genetici brevettati sono in scadenza di brevetto e quindi diverranno di dominio pubblico e le sementi con questi tratti genetici, appartenenti, però, alla stessa specie della pianta che li aveva contenuti inizialmente diverranno talmente numerose che limitare il flusso pollinico sarà impossibile.

    Quando capiterà? Non ti so dire quando, ma ti assicuro che capiterà, e ci accorgeremo che avremo lottato contro i mulini a vento, vale a dire ci saranno tali e tante le commistioni che sarà impossibile arginarle.

    Quando ciò avverrà non avremo combinato nessun disastro e soprattutto non avremmo distrutto nulla ma solo fatto evolvere gli ecosistemi e ti assicuro che ciò è già avvenuto nel tempo. Basta solo andare a vedere l'evoluzione della vita sulla terra.

    I nostri tempi sono solo un infinitesimo di secondo in confronto a ciò che è avvenuto e che avverrà. La vita sulla terra è mutata e muterà ancora in barba a chi vorrebbe "fermare il tempo". Vivremo ancora derive e cercheremo di deviarle a nostro vantaggio come sempre fatto.

  • Guidorzi al Senato! Subito! So che ci vorranno le catene e gli argani per trascinarlo là dentro, ma solo finché non sarà nell'arena. Poi li sbrana. Tutti. Chiunque ci sia intorno. Metti il Guidorzi in quell'auletta del Senato che tutti abbiam visto poco o tanto ieri, e la Storia patria avrà da registrare qualcosa di eclatante. Almeno quella del Senato così come lo conosciamo.
    Sindaco subito! Così nel prossimo Senato lo mandiamo nell'aula grande, e poi si parlerà davvero di strage... :)

  • @Guidorzi
    grazie della disponibilità e della risposta. Ho le idee più chiare. Spiegato così è accettabile. Non era insensato il dubbio. Si trattava solo di dire che la commistione di pollini che è già da sempre coinvolta nelle coltivazioni tradizionali, avverrà, senza particolari nuove conseguenze, anche tra varietà OGM e non. Punto. E sopratutto, andrebbe detto che la semina ex novo annuale, dovrebbe aiutare a mantenere le qualità della varietà inalterata. Con aspettative di prodotto cioè, regolari.

  • ci mancava l'ennesimo filosofo che straparla di un mondo antico migliore dell'attuale (perche' questo e' poi il succo del discorso)... mi piacerebbe spedirlo a zappare in una bella cascina di langa ai tempi della Malora di Fenoglio...

  • Zeb, 23 maggio 2015 alle 23:35
    è un omaggio a Radio Maria o sei passato al giapponese?

  • Pastafari figliola, Pastafari... ;)

  • A casa di un mio carissimo amico ho casualmente visto - qualche giorno or sono - il libro di Rovelli e ho chiesto se lo aveva letto, cosa ne pensasse e - nel caso lo avesse letto - se me lo prestava, perché - fin dal titolo - sembrava interessante.
    Il mio amico ha detto di averlo letto e che se volevo potevo prenderlo in prestito, ma che non valeva il tempo che si deve dedicargli per leggerlo. E quindi l'ho lasciato sulla sua scrivania.
    Ora Giorgio lo segnala come libro interessante.
    Vedrò di farmelo prestare dal mio amico, anche se ho dei dubbi che mi piacerà: conosco i gusti del mio amico e sono molto simili ai miei, mentre i gusti di Giorgio, da quel che ho letto... brr...

    Cordialità

    Aristarco

  • Rovelli e' un teorico piuttosto noto, che ha dato contributi considerevoli alla versione di gravita' quantistica nota come Loop Quantum Gravity, un'alternativa parziale alla teoria delle stringhe che ha dato alcuni buoni risultati (p es alla termodinamica dei buchi neri, in cui risolve alcune contraddizioni altrimenti difficili da eliminare) e non ha risolto altre questioni importanti (p es non ha un limite classico consistente: o almeno non lo ha avuto per lungo tempo, non sono al corrente di cosa sia successo negli ultimi 8-10 anni). Non ne sono esperto, ma e' noto che la gravita' quantistica e' una delle due o tre questioni storiche veramente di frontiera che attualmente restano aperte, e dare contributi considerevoli a un soggetto come questo vuol dire avere una posizione outstanding nel panorama dei fisici teorici contemporanei. Ho letto il suo ultimo libro, che si trova nelle prime posizioni di vendita persino all'Ipercoop, dove l'ho comprato, e l'ho trovato ben scritto e interessante: penso pero' che non piaccia a molti fisici che pure lo leggono, perche' non e' scritto per loro. Dei tentativi generosi, e coraggiosi, di gettare ponti verso la repubblica del blabla (ognuno puo' immaginarla come preferisce, io ho la mia immagine di come sia e da chi sia popolata) da parte di fisici teorici autentici probabilmente sta fra i migliori

  • Non la tecnologia OGM, bensì il modello agricolo familiare, potrà salvare il mondo dalla carestia:

    http://www.expo.rai.it/ricerca-e-agricoltura-familiare-intervista-salvatore-ceccarelli/

  • nonostante il mio mal di schiena ormai legato alla mia età, sono in ansiosa attesa che mi siano concessi gli ettari di terra necessari per il mio sostentamento da agricoltura familiare... per il momento dispongo solo di un balconcino 2x0.5 m2, per di più molto inquinato da traffico pubblico... io aspetto, ma fate presto, perché poi non so se avrei le forze per guidare i buoi a tirare l'aratro... a proposito... mi serviranno anche almeno un paio di buoi, qualche mucca, pollame da cortile, due conigli (maschio e femmina, perché anche se sono favorevole al matrimonio tra omosessuali, non mi va bene per i conigli) e ovviamente una casa nel mezzo dell'ampio terreno a mia disposizione. Qualche macchina agricola, magari anche solo da affittare quando serve, non sarebbe male... che bello che è il modello agricolo familiare... 8-)

  • Mikecas

    Ovviamente nel mio commento non poteva trasparire la mia espressione perplessa. Ormai l'Expo è diventata la Fiera del romanzo Harmony...

  • Michele

    Quando 70 anni fa il 21% della popolazione era addetta all'agricoltura mangiava male ed in modo insufficiente sia chi viveva in campagna che chi viveva in città. Oggi che è solo il 2% che lavora in agricoltura ed il resto si è inurbato e non concorre più a produrre beni alimentari mangiano bele e a sazietà ambedue.

    Nel 2050 si stima che il 70% della gente sia inurbata e quindi non parteciperà alla produzione dei beni alimentari neppure nei paesi ora in via di sviluppo. Come si vuol pretendere che l'agricoltura famigliare possa alimentare tutta questa gente? Al massimo e se va bene riuscirà ad alimentare sufficientemente se stessa, ma non produrrà mai cibo per gli altri.

    A meno che non si obblighi tutta la gente a restare in campagna e dare loro un ettaro di terra (questo è il massimo che si può assegnare agli abitanti del pianeta nel 2050, ma occorrerà anche programmare migrazioni bibliche da dove vi è poca terra a dove vi è più abbondanza. Sai quanta terra ha a disposizione un cinese? Solo 1200 mq e con questa terra una famiglia sopravvive solo, ma se non avvengono catastrofi.

    Certo oggi come oggi una famiglia che non ha terra e gli si danno 3 ettari da lavorare la si fa campare meglio. Noi l'abbiamo fatto con la riforma agraria negli anni '50, ma vorrei che si andasse a vedere cosa vi è rimasto di questi poderini famigliari nel Delta padano e nella pianura Pontina. Negli anni '50 l'assegnatario faceva i salti di gioia, ma solo 20 anni dopo ha lasciato terra e casa e se n'è andato a Torino.

    Qui vi è gente come Carlin Petrini e chi ha organizzato l'EXPO che non è capace di guardare alla storia e farne tesoro.

  • Alberto

    credo che neanche Monsanto riuscirebbe a darci una classe politica OGM anche solo minimamente paragonabile per resa a quella che introdusse la riforma del 50 (pur con tutti i limiti che ha espresso), ormai il materiale genico a disposizione è troppo deteriorato, a sentire Petrini & co. farei santo subito Bonomi. 😀

  • Andrea

    Nel 1950 mica si è sbagliato, si sono risolti problemi contingenti che però bisognava risolvere,

    Solo che non possiamo non trarre spunto dall'evoluzione che si è verificata. Ora se facessimo una riforma agraria simile in un paese in via di sviluppo tutti griderebbero di contentezza, ma tra 20/30 anni assisteremo al fatto che gli stessi avranno abbandonato la terra attratti dalla città e diverranno dei nuovi affamati se nelle loro campagne non avverrà la modernizzazione dell'agricoltura che abbiamo praticato noi. Loro però avrebbero il vantaggio non commettere i nostri errori, che però diciamolo chiaro e tondo non hanno inficiato ciò che il progresso agricolo voleva ottenere. Dar da mangiare alla gente!!!!

  • Alberto

    nel 1950 i politici, oltre alla necessità di non far morire la gente di fame, avevano un progetto, purtroppo in seguito non si sono accorti che il mondo era cambiato e bisognava aggiornare quel progetto, così come è avvenuto per le associazioni agricole e i loro bracci operativi che hanno avuto un ruolo fondamentale e decisivo nello sviluppo (credo soprattutto nella diffusione delle conoscenze), oggi purtroppo non vedo nessuna progettualità ma solo slogan.

  • Guidorzi

    Quel link mi è stato fornito da un anti ogm che lo propagandava come il nuovo modello da applicare per risolvere, oltre alla fame del mondo, anche quello delle sperequazioni sociali che, secondo Ceccarelli, sarebbero iniziate addirittura con la Rivoluzione Verde. Da li sarebbe stato imposto, a suo dire, un modello che obbliga l'agronomo a dipendere strettamente dai suoi prodotti migliorati e da tutto il materiale ausiliario (diserbanti & c). Quindi si sarebbe trattato di un evento decisamente negativo per gli equilibri agronomici e sociali e non il cambio di paradigma che solitamente si dice.
    Un simile discorso rammenta certe rielaborazioni di comodo del passato tanto care un tempo e che mi rende più chiaro come sia possibile osteggiare così insensatamente gli ogm per puro pregiudizio ideologico.

  • Professor Bad Trip 3 giugno 2015 alle 13:43

    A proposito di andare contro natura. A Linea Verde ho sentito un tizio che parlava del grano macinato a pietra ("a freddo") come di una pratica più "naturale". Si sosteneva che il grano macinato con "metodi moderni" si riscalda troppo e ciò fa perdere importante sostanze nutritive.

    Domanda, forse banale: mettiamo che menino il grano "a freddo" per non aumentare la sua temperatura, ma poi se butto in pentola la pasta il grano non si riscatterà comunque? Che faccio a allora, mangio pasta cruda?

  • Professor Bad Trip 3 giugno 2015 alle 13:45

    il correttore automatico rompe la palle: mi ha scritto "riscatterà" invece che "riscalderà" e "menino" invece che macino"

  • Professor Bad Trip

    E' una sonora balla messa in giro da chi cerca di moltiplicare per 10 il prezzo della roba che vende in quanto si è accorto che il numero degli allocchi aumenta invece di diminuire. Mia padre mi diceva che San Pietro fece un appunto a Gesù facendo notare che suo padre aveva creato tanti uomini intelligenti, ma non si era preoccupato di creare anche qualche ignorante. Gesù rispose che non si preoccupasse: sarebbero nati spontaneamente!!!!

    Nel frumento (chicco) non esistono sostanze termolabili, esiste solo la possibilità di lasciare nella farina il germe o toglierlo e di non eliminare i tegumenti per aumentare il contenuto in fibre (farine integrali)

    Il germe lo si toglie perchè contiene grassi e questi sono a rischio irrancidimento e quindi la farina è molto meno conservabile.

    Comunque l'apporto nutritivo della macinatura integrale sarebbe interessante solo se si mangiasse pane e nient'altro, ma in una dieta normale l'apporto nutritivo delle farine integrali è insignificante.

    Vorrei far notare che le le mole da mulino periodicamente devono essere battute se si vuole avere un buona molitura. Evidentemente significa che il movimento di una mola con l'altra crea abrasione del sasso che costituisce la pietra e questo finisce nelle farine per poi essere ingerito;; solo che poi questa stessa gente dice che non mangia zucchero bianco perchè è contaminato con la calce, che non penso sia molto diversa dalla polvere di sasso delle pietre/mole. NON sottacendo pure che la calce che serve per purificare lo zucchero è eliminata totalmente. LO zucchero bianco "in polvere" è una molecola pura di saccarosio al 99,7%

  • Professor Bad Trip 4 giugno 2015 alle 11:19

    Grazie Alberto,

    inoltre, ammesso che nel frumento esistano sostanze termolabili, lo si dovrà cucinare comunque prima o poi, quindi le sostanze si perderanno comunque. La cose strana è sentire delle sciocchezze su Rai 1 con "esperti" agricoltori invitati.

  • Professor Bad Trip

    La gente dovrebbe anche sapere che il frumento che arriva dalla mietitrebbia in campagna è una materia prima sporca se ce n'è. Non credo quindi che un mulino a pietra artigianale si possa permettere questi passaggi preliminari:

    calibratura (elimina i grossi corpi estranei), calamita (elimina le parti metalliche), spietratore (elimina i corpi estranei pietrosi), la tarara (elimina i corpi estranei leggeri), spazzolatrice (elimina la polvere superficiale che viene aspirata da una corrente d'aria e che quindi raffredda il chicco).

    Il chicco poi passa alla molitura a cilindri spacca il chicco in un passaggio molto rapido e successivamente le diverse parti dei chicchi spaccati sono separate da una corrente d'aria sicuramente non calda.

    Quelli che raccontano del surriscaldamento come elemento dequlificante hanno la stessa credibilità di Totò venditore della Fontana di Trevi

  • Domenico Caruso 4 giugno 2015 alle 15:48

    Sig. Guidorzi, una curiosità: se <>, il restante 0,3% da cosa è composto? Solo acqua?

  • Domenico Caruso 4 giugno 2015 alle 15:49

    Il messaggio precedente ha eliminato la sua citazione, cioè: lo zucchero bianco "in polvere" è una molecola pura di saccarosio al 99,7%

  • Alberto

    purtroppo temo che la stragrande maggioranza della gente pensi che la materia prima agricola sia coltivata in ambienti asettici o in catene di montaggio 😀

  • Domenico Caruso

    Di acqua praticamente non ve n'è, si tratta di altri elementi in gran parte minerali.

  • Domenico Caruso 5 giugno 2015 alle 01:22

    Grazie mille.

  • Ho letto un po' la discussione nei commenti.
    Mi verrebbe da proporre un bell'articolo provocatorio dove si comparano le quote delle maggiori multinazionali nel mercato sementiero con quelle delle dei produttori di microprocessori piuttosto che smartphones o sistemi operativi... per poi concludere con un bel "al bando l'informatica, che noi siamo più furbi delle grandi lobbies!". :)
    Appunto perché quello della concentrazione della gran parte del mercato nelle mani di pochi soggetti può portare a delle problematiche (situazioni di quasi monopolio, poca concorrenza, esclusione degli outsiders, appropriazione e distorsione dell'innovazione) però è da miopi pensare di risolvere la cosa semplicemente bandendo a priori la nuova tecnologia...

  • Leonardo P

    a tal proposito si veda questo articolo

    http://www.lavoce.info/archives/35482/quando-il-vincitore-si-prende-tutto/

    certamente non scritto da un seguace di Marx

  • In un paesino abbruzzese negli anni '60 privo di acqua corrente (arrivò nel 1967!!!! la luce era arrivata solo nel 1958) mia madre mi costrinse a bere del latte di mucca appena munto su cui galleggiavano peli del deretano della suddetta la quale alloggiava in un casamento enorme e buio che puzzava di piscio e merda.
    La lucerna a petrolio era troppo vicina alla balla di fieno e il secchietto di mungitura era di un alluminio rigato con macchie marroncine e con un manico di corda unta.
    Alla mia rimostranza la contadina si asciugò le mani in un canovaccio che non aveva mai conosciuto la lavatrice a 90 gradi e tolse i peli con il dito orlato a lutto.
    Ovviamente sputai il suddetto liquido beccandomi una ramanzina della serie "non capisci che è genuino!!!"
    Genuino è la parola madre dell'odierno biologico. A voi l'ardua sentenza.

  • Aggiungo, caso mai non si fosse capito, che aumentare gli addetti all'agricoltura significa fare grossi investimenti, molto parcellizzati fattoria per fattoria, in acqua e luce e macchinari altrimenti ritorniamo a tubercolosi, tifo, rachitismo e altre belle malattie, nonché fame da grandinate e siccità.

  • queenanne

    Possibile che quando raccontiamo certe cose noi vecchi, non ci credono mai?

    Il bere latte nelle condizioni tue e mie era l'anticamera per la selezione dei più forti, il bere latte appena munto oggi e sinonimo di genuinità. A qualcuno ho detto: ma almeno bevi quello che è stato munto con la mungitrice e arrivato nell'autoclave attraverso tubi di acciaio inossidabile sterilizzati? No! Diceva che era più genuino quello munto a mano dal mandriano indiano o Sik.

  • Caro Bressanini, ho letto Contro Natura (e prima gli altri Pane e bugie e Bugie nel carrello). Mi occupo professionalmente di sicurezza alimentare, ho fra i miei clienti aziende che producono per etichette private della grande distribuzione oltre che piccoli artigiani e ristoratori.
    Devo dire che questi libri li ho trovati molto ma molto interessanti, per quanto mi riguarda formativi.
    Da "vecchio" biologo genetista, laureatosi quando le tecniche del dna ricombinante erano agli inizi, ma delle quali già si capivano le molteplici potenzialità prima che l'oscurantismo parascientifico (e molto paraculo) cominciasse l'opera di demonizzazione, sono favorevole agli ogm, intesi come organismi derivati da introduzione per via molecolare di geni che sviluppano caratteristiche utili alla pianta. D'altra parte, come ben spiegato nel libro, TUTTI i vegetali e gli animali che mangiamo sono organismi geneticamente modificati. Solo vengono utilizzate tecniche diverse da quelle molecolari, più lunghe, dispendiose in termini di tempo denaro ed efficacia.
    Se uno vuole mangiare veramente "NATURALE" può farlo; ritorna ad essere raccoglitore e cacciatore come nel paleolitico o come molte popolazioni delle foreste amazzoniche o africane.

  • Paolo

    Il problema che sorge oggi è che si è legiferato sugli OGM basandosi sui metodi usati in passato, mentre ora la scienza ha inventato metodi nuovi che spesso vanno oltre la legge in vigore. Per altro Blog ho redatto una nota esplicativa. Se ti può interessare ecco il link.

    http://www.salmone.org/legge-e-innovazioni-scientifiche-una-gara-a-scavalco/

  • Quello che cercava di dire Giorgio è che non sapete distinguere tra scienza naturale e scienza etica, che è di appannaggio della filosofia. La scienza naturale può dire: "questo alimento provoca questi effetti", ma dire "questi effetti sono dannosi", cioè "sono sbagliati", è un esercizio etico, che riguarda la filosofia (filosofia è la ricerca di ciò che è giusto, ed è oggettiva quanto la scienza). Francamente le risposte che avete dato a Giorgio sono disarmanti, dimostrano il grado di imbecillità che la nostra società ha raggiunto.

  • Giusto ieri nella trasmissione Superquark tra i libri di cui viene consigliata la lettura è stato nominato proprio "Contro natura" di tali Bressanini e Mautino :)
    (E anche "Il caso OGM" di Defez).

  • Richiamato in questo post dal piacevole intervento di Miconsenta, leggo con stupore il soprastante intervento di Angelo.

    Per Angelo, se si assume un'aspirina e insorge un ulcera gastrointestinale sanguinante (effetto collaterale assai raro, ma gravissimo, che è stato dimostrato essere potenzialmente indotto dalla aspirina), ha bisogno di nozioni filosofiche per stabilire che questo effetto è dannoso.

    Per Angelo, quando i ricercatori effettuano uno studio clinico (RCT, Randomized Controlled Trial) sulla aspirina e - tra l'altro - confrontano i tassi di complicanze gastrointestinali del gruppo trattato con placebo e del gruppo trattato con aspirina, prima si leggono Kant e Hegel.
    Mah!

    Cordialità

    Aristarco

  • Stavo rileggendo il libro 'contro natura' e qualcuno vedendolo sul tavolo ha commentato 'che libraccio'. Non sono riuscito a spiegare la ironia. Ho la impressione che a volte gli autori/editori scelgano titoli provocatori sperando di incrementare le vendite ma sortiscano effetti negativi. vedi 'la particella di dio' o 'il gene egoista' che hanno in alcuni ambienti una pessima fama perchè qualcuno legge solo il titolo.

  • in realtà nel nostro caso ha avuto un effetto positivo (tranne in quel caso che mi hanno segnalato di una libreria dove hanno messo il libro tra quelli delle pratiche erotiche :D ) Certo non si può accontentare tutti :)

  • Dario, Tra i libri che hai scritto, Contro Natura è sicuramente il mio preferito, senza nulla togliere agli altri. A proposito ho seguito la ricetta del pulled pork ottenendo buoni risultati ma una carne forse fin troppo saporita, forse avrei dovuto preparare la salamoia a parte e invece avendo messo tutti gli ingredienti insieme alla carne nella vaschetta deve essere rimasto del sale appoggiato sulla superficie del pezzo di carne per tutta la notte.
    Poi il ragù è sempre stato uno dei miei assi nella manica e ho sempre pensato che mi venisse gran bene, poi all'inizio del mese ho fatto il tuo....strepitoso! Il più buono che abbia mai mangiato.

  • Il ragù viene criticato spesso da chi non l'ha mai fatto (soprattutto lettori e spettatori (su youtube) meridionali che si scandalizzano per l'assenza della passata di pomodoro :D )

  • Sì tratta di integralismo culinario che trova più adepti in alcune località italiane piuttosto che in altre ;-)
    Comunque a parte la gran rottura di balle per far asciugare completamente la carne (sulla fiducia io ho preparato direttamente il doppio degli ingredienti indicati in ricetta :-D ) il ragù è proprio una bbbomba. L'ho fatto assaggiare a parenti e amici tra Pasqua e pasquetta e ti assicuro che li ho spettinati tutti! 💪😎

  • trucco: quando vedi che c'è il brodo, invece di far asciugare, lo separi e lo tieni da parte. Poi lo rimetterai dopo che hai aggiunto il latte e il concentrato :)

  • caro Dario, scusami se posto questa roba e la posto qui, ma Contro natura mi sembra non del tutto inappropriato, quindi dalla nota serie Deficienti al potere:
    http://www.ansa.it/lombardia/notizie/2017/04/29/niente-sale-negli-asili-di-milano_b2ec2c18-7a61-4f83-9551-6ba17c755b06.html

    Ma si può?!

  • Trucco favoloso Dario!! Ho fatto stasera forse la mia migliore " rosticciata"(italianizzazione posticcia del vocabolo),con il lombo rossiccio fuori e ancora morbido dentro. Mi sento come: " come ho fatto a non pensarci prima", tipo uovo di Colombo o nodo di Gordio. Grazie di cuore.
    Yo, probabilmente la risolveranno con il sale rosa. Non per i vaccinati però: loro gli elementi della tavola " pitagorica" li prendono già con il vaccino.😀😀

  • co, non mi stupirei del sale rosa... il fatto è che 80 g di pasta o riso con una cottura opportuna in acqua salata opportunamente apportano tra gli 0.5 e gli 0.8 grammi di sale, e il bambino mangia un alimento giustamente sapido, invece di una schifezza sciapa. Poi come secondo magari gli danno 50 grammi di prosciutto crudo: 3 grammi di sale.

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