13 Marzo 2006
La ricerca imbavagliata
Hanno dato troppo fastidio e li hanno puniti. Scoperchiare certi pentoloni in cui bollono inceneritori, acciaierie e centrali elettriche ad olio pesante, e fare ombra a tromboni e pseudoscienziati sono attività che non attirano simpatie.
E allora, non potendoli attaccare scientificamente, si è pensato di togliere lo strumento con cui Antonietta Gatti e Stefano Montanari provocano grossi fastidi.
Si tratta di un microscopio elettronico a scansione ambientale con il quale i due hanno scoperto i meccanismi con cui le nanoparticelle prodotte dalle combustioni sono capaci di uccidere, e con questo il perché delle malattie che colpiscono i reduci dalle guerre del Golfo e dei Balcani, come funziona la truffa scientifica che sta dietro gli inceneritori, che cosa viene scaricato nell’ambiente dai tre milioni di tonnellate di oli pesanti bruciati ogni anno da una centrale elettrica e un sacco di altre cosette che hanno aperto una strada del tutto nuova nel campo della medicina.
Via il microscopio e noi, che non ci possiamo permettere di perdere Antonietta e Stefano, gli daremo un altro microscopio. In fretta e più potente del primo.
Da oggi parte una sottoscrizione per l’acquisto da parte della Associazione Carlo Bortolani Onlus. Io ho già dato il buon esempio devolvendo l’incasso della serata di Modena del 28 febbraio, i ragazzi dei Meetup si stanno attivando e tutti potrete rinunciare ad una pizza per non trovarvi la prossima piena d’inquinanti.
I versamenti vanno effettuati a:
Conto Corrente n. 513111
Intestato a: "Associazione Carlo Bortolani Onlus"
Presso: Banca Etica (Sede centrale di Padova)
ABI: 05018
CAB: 12100
CIN: J
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Postato da Beppe Grillo alle 15:20 in Salute/Medicina
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12 Marzo 2006
Il piffero di montagna
Piero Ricca, il giornalista che urlò “Puffone” all’elefantino nel Palazzo di Giustizia di Milano, e che per questo fu condannato, ha fatto un’incursione ad una conferenza di Fassino.
Piero Fassino parla di priorità del lavoro, della centralità del lavoro, dell’importanza del lavoro, insomma del lavoro.
Ricca lo interrompe, gli urla se ha intenzione di mettere mano alla legge sul conflitto di interessi per non consentire più a nessuno di essere eletto e di governare grazie alle televisioni.
La risposta di Fassino: “la legge sul conflitto di interessi non dà lavoro a nessuno” e “vanno definite quali sono le priorità di chi vuole governare questo Paese”.
Ricca aggiunge: “Cinque anni e non l’avete fatta (la legge sul conflitto di interessi), Berlusconi è al Governo anche grazie a voi”.
Con una legge sul conflitto di interessi, senza le televisioni ad personam, questo governo non sarebbe durato sei mesi. Invece è durato cinque anni.
Ma questa non è la priorità dei Ds, come già affermò a suo tempo D’Alema, per loro Mediaset è una risorsa del Paese.
Ma questi di chi fanno gli interessi?
Dei loro elettori o dell’elefantino?
Senza libera informazione non c’è democrazia, non è possibile attuare nessun programma di governo, non è possibile stabilire alcuna vera priorità.
Senza libera informazione abbiamo però avuto Fazio, Consorte, l’appoggio sconsiderato alla Tav in Val di Susa.
Del resto è nella loro natura, al punto di non ritorno tirano sempre dritto.
Postato da Beppe Grillo alle 17:55 in Politica
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11 Marzo 2006
Il listino prezzi della nostra privacy
foto di Saucy Suse
Storace si è dimesso. Peccato, era meglio se fosse stato cacciato ad aprile. Ci ha tolto una soddisfazione, non si è comportato con sportività.
La Procura di Milano ha arrestato 16 persone, tra cui due marescialli della Guardia di Finanza, un poliziotto e due dipendenti Telecom. Il gruppo avrebbe lavorato, spiato, falsificato per mesi per favorire la vittoria di Storace alla Regione Lazio.
Gaspare Gallo, uno degli arrestati, in un’intercettazione dice: “Si mi sto già muovendo io. Sta settimana gli faccio telefoniche e bancarie”, riferendosi a Marrazzo, candidato del centro sinistra.
Informazioni telefoniche e bancarie su un candidato?
Non è un problema. Basta pagare. Esiste un vero e proprio tariffario, devo dire anche onesto.
In un’intercettazione una delle persone coinvolte, Laura Danani, elenca i prezzi per sapere gli intestatari di numeri di telefono riservati: “Omni 220 euro, Tim 150, Wind 200, Tre 200, fisso 250”.
E indica le banche di cui riusciva ad ottenere informazioni sui clienti: Antonveneta, Bnl, Commercio e Industria, Popolare di Milano, Popolare di Novara, San Paolo Imi: “un’anagrafe per sapere se una persona è presente in queste banche costa 250 euro...lo sviluppo di un paio di mesi di movimenti va sulle 600, lo stesso discorso vale per i titoli”.
Lo spionaggio a fini elettorali può anche passare, ma non l’utilizzo dei nostri dati bancari e telefonici senza equo compenso.
Le compagnie telefoniche e le banche dovrebbero proporci una liberatoria sui nostri dati in cambio della metà del ricavato ottenuto da possibili vendite a servizi segreti, aziende di marketing, privati cittadini.
Sarebbe una vera operazione di trasparenza, nel pieno rispetto della privacy.
Postato da Beppe Grillo alle 19:50 in Muro del pianto
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10 Marzo 2006
Il bambino di Minsk
cattedrale di Minsk
Ho riassunto una lunga lettera di Alberto.
La pubblico per dargli voce, nella speranza che il suo piccolo “biondo” lo raggiunga presto in Italia.
“Carissimo Beppe,
mi chiamo Alberto, ho 47 anni, faccio il giornalista e lavoro alla Gazzetta di Mantova. Come hai detto tu il 13 settembre 2003 a Casalromano "i comici li ascoltano, gli ingegneri no". Premesso che non ti considero solamente un comico, provo a spiegarti qual è la ragione di questa lettera aperta.
Insieme a mia moglie formo una delle 600 famiglie italiane che hanno avviato una pratica di adozione per un bambino proveniente dalla Bielorussia, non c'è bisogno che ti dica cos'è accaduto da quelle parti giusto 20 anni fa...
L’Italia è il principale Paese al mondo che ospita i bambini di Chernobyl, circa 30.000 ogni anno. Dall'ottobre 2004 le pratiche di adozione sono bloccate per le nuove regole imposte dal governo bielorusso che tende ad azzerare le adozioni internazionali.
Dopo lunghe ed estenuanti trattative il 12 dicembre 2005 a Minsk il Ministro dell'Istruzione Radkov ed il Centro adozioni di Belarus hanno siglato un protocollo nel quale veniva annunciato che la Bielorussia si impegnava a valutare le 150 pratiche inviate dall'Italia prima dell'ottobre 2004 nel prioritario interesse del minore e comunque "entro l'1 marzo 2006".
Oggi è il 7 marzo e, anche grazie all'immobilismo del governo, è stata concessa una sola adozione per una bambina con seri problemi di salute e che necessita di cure costanti. Delle altre 149 famiglie che avevano completato il loro percorso, 13 hanno rinunciato e 136 si trovano in lista di attesa.
Io faccio parte delle altre 450 coppie di sconsiderati che hanno deciso di avviare le pratiche per ospitare un bambino bielorusso.
Il "mio" è un biondo che martedì compirà 10 anni, mi chiama papà e chiama mia moglie mamma, tu puoi capire come ci si sente quando ti chiamano così.
Il bambino è stato fino a 24 mesi con la donna che l'aveva generato assieme ad un ubriaco come lei: dormivano per strada, lei beveva, lui era denutrito e prendeva la scabbia. Una sera del 1998 lei decise di lasciarlo davanti all'entrata di un internato. Per lui c'erano solo dosi inumane di freddo e un po' di "smetana"... Hai presente la panna acida che nelle latterie sociali italiane non tengono da parte nemmeno come scarto di lavorazione? Era quello il suo menù.
Non ti tedio oltre col racconto personale, è tempo che ti dica cosa chiediamo io e tutte le famiglie che ospitano e sperano di adottare questi bambini che là hanno meno cibo, meno aria, meno affetti e meno futuro: nei tuoi spettacoli, sul tuo blog segnala questo dramma vero, chiedi tu a qualcuno a Roma e a Bruxelles di muoversi.
In questi mesi solo grazie al Coordinamento nazionale delle famiglie (www.adozionibielorussia.org) e all'onorevole Piero Ruzzante dei Ds (puntualmente però non ricandidato dopo due mandati: bisognava far posto a Bassanini e ad altri) si sono tenuti i contatti con la Bielorussia, nel silenzio dei vertici della Commissione adozioni.
Siamo anche andati a Roma in un migliaio, in novembre, davanti al "muro dei dispiaceri" che c'è di fronte a Palazzo Chigi. Siamo andati vestiti da fantasmi perchè come genitori siamo fantasmi, valiamo meno di zero.
Mi auguro che tu possa dire una parola a nostro favore per non farci sentire dei pazzi furiosi e per continuare a sperare, per far sì che chi di dovere (Ambasciate, Ministeri e politici vari) faccia ripartire in modo serio l'iter delle pratiche di adozione anche grazie ad una presenza costante e vera a Minsk dei funzionari della nostra Commissione per far rispettare il protocollo.
O è stato tutto un sogno e la buonanotte dobbiamo continuare a darla guardando una foto?”
Alberto Fortunati - Porto Mantovano - Italia
Postato da Beppe Grillo alle 19:01 in Muro del pianto
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9 Marzo 2006
Discarica Italia
www.guardian.co.uk
Non si può e non si deve parlare dell’elefante.
Ma ascoltare i suoi barriti si può e si deve.
Cosa dire dopo aver guardato il filmato(*) della sua esibizione al Parlamento Europeo? Quella in cui diede del kapò a un europarlamentare tedesco e parlò del bel sole italiano?
Fino ad ora si era visto solo un passaggio di una straordinaria performance che ci ha ridicolizzato.
Che neanche bokassaamindada.
Io sono sgomento, muto. Belìn, non riesco neppure a scrivere il post. Mi vergogno un po’ e penso che non mi farò vedere all’estero fino a dopo le elezioni.
O come rifugiato politico o in vacanza.
E c’erano Fini e Prodi in aula, e nessuno dei due che abbia detto qualcosa, almeno per pudore, per rispetto degli italiani, per rispetto di sé stessi.
Bastava alzare un dito e dire: “Questa persona forse rappresenta gli italiani, ma non me!”.
Attribuire tutte le colpe all’elefante non è però giusto.
Nella giungla del Bel Paese ci sono tanti animali e animaletti che si cibano degli escrementi dell’elefante. Quanti sono?
Milioni? Decine di milioni?
Ma è mai possibile? In un altro Paese neppure i familiari stretti lo seguirebbero.
L’Italia è una discarica a cielo aperto. I raccoglitori di rifiuti hanno occupato le aziende e il Parlamento.
I servi dell’elefante dilagano sui giornali e nelle televisioni.
Metà bravacci e metà donabbondio, questo siamo oggi noi, nel marzo del 2006.
(*) tratto da "Quando c'era Silvio" di Cremagnani-Deaglio
Postato da Beppe Grillo alle 19:46 in Muro del pianto
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8 Marzo 2006
Gli schiavi moderni/2
Il post “Gli schiavi moderni” ha raggiunto i 3227 commenti. Hanno scritto ventenni, trentenni, quarantenni da tutta Italia. Situazioni critiche, penose, di mobbing, di salarielemosina.
Leggere i commenti fa stringere un po’ il cuore, soprattutto per ragazzi e ragazze con diploma, laurea, master che si ritrovano a lavorare, se ci riescono, sottopagati, senza garanzie, per pochi mesi. Senza nulla.
La legge Biagi va abolita, è una legge pensata dalla sinistra e approvata dalla destra. Una legge bipartisan.
Una legge che esternalizza il rischio dall’imprenditore al dipendente, ora trasformato in co.co.co e co.co.pro.
L’azienda va male? Il sottoccupatosottopagato va a casa.
L’azienda va bene? Altri tre mesi di sottoccupazione.
Nei commenti il principale lavoro disponibile per i neo laureati è il call center (a 3/5 euro all’ora) che, tradotto in italiano, vuol dire rompere le b..e a qualcuno al telefono per vendergli servizi non richiesti.
E’ questo il futuro che vogliamo? Fare i centralinistipiazzisti?
Basta con le vendite telefoniche. Basta con le prese per il c..o.
Cosa stiamo facendo? Esportiamo le industrie in Cina e ci teniamo i call center? Ma facciamo il contrario piuttosto.
Biagi è diventato un martire, un santino della sinistra usato dalla destra, ma questo da solo non è un buon motivo per tenerci una pessima legge con il suo nome.
Invito chi non l’avesse ancora fatto a raccontare la sua storia in questo nuovo post che rimarrà permanente con una bandierina sulla destra del blog.
Oltre ad inviare un estratto ai segretari di partito (avete notato che nessuno vuol parlare di questa legge?), sceglierò le testimonianze più importanti e le renderò disponibili gratuitamente sotto forma di libro on line con il titolo: “Gli Schiavi Moderni”.
Che spero diventi un best seller.
Postato da Beppe Grillo alle 18:55 in Economia
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7 Marzo 2006
Il business della fame nel mondo
immagine da www.mindful.org
Giovedì prossimo, 9 marzo 2006, la Gran Bretagna nell’incontro con la Comunità Europea, proporrà di mantenere la coltivazione dei semi detti Terminator GM, o anche tecnologia terminator.
La stessa cosa farà in un incontro a livello mondiale tra due settimane in Brasile.
Il Terminator GM è una tecnologia che consente di rendere sterili i semi delle piante. Il raccolto si può fare una volta sola. Ogni anno l’agricoltore deve rivolgersi al produttore di semi, di solito una multinazionale “si global” per comprarli.
Nel 2000 questo abominio, nato con l’intento di evitare la contaminazione di campi non OGM da parte di campi OGM, fu messo al bando con un accordo promosso dalle Nazioni Unite. L’accordo però è stato osteggiato da Gran Bretagna, Canada, Australia, Nuova Zelanda e dagli immancabili Stati Uniti.
Oggi questo gruppo di nazioni, nell’indifferenza dei ministri dell’agricoltura dell’Unione Europea, sta cercando di far decadere la moratoria con una valutazione dell’utilizzo di questa tecnica “caso per caso”.
La sterilizzazione dei semi (Gurt) è applicabile alle coltivazioni più comuni, dal riso al grano e i suoi effetti sono peggio della peste bubbonica.
Se estesa al Terzo Mondo metterebbe a rischio la sopravvivenza di un miliardo e mezzo di persone e, in ogni caso, la contaminazione genetica potrebbe riguardare TUTTE le coltivazioni.
I titoli azionari e gli utili delle società biotech “si global” sarebbero invece replicabili, puliti, senza contaminazioni.
La fame nel mondo diventerebbe così un formidabile strumento di business. I semi gurt la promuoverebbero ovunque portando, insieme alle carestie, l’immancabile crescita del PIL e un controllo planetario sulle fonti primarie di alimentazione da parte delle multinazionali.
Postato da Beppe Grillo alle 19:44 in Ecologia
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6 Marzo 2006
Par condicio e antidoping
Legge “Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica”, detta anche “par condicio”, articolo 2, comma 1:
“Le emittenti televisive devono assicurare a tutti i soggetti politici con imparzialità ed equità l’accesso all’informazione e alla comunicazione politica”.
Propongo un piccolo cambiamento all'articolo 2, comma 1. Sostituirei “l’accesso” con “il divieto”. Se rileggete il comma dopo il cambiamento i vostri polmoni si riempiranno di aria pura come neanche sul Karakorum liberati dal Pm10 dei politici.
I tg sono diventati una rassegna di ridolini in doppio petto che ogni sera devono apparire con un tempo contingentato e in rapida sequenza per la durata di un quarto d’ora e dirci la loro sul tema del giorno.
Gheddafi ci chiede dei soldi? Ecco pecoraroscaniofassinofiniprodimastelladilibertocasini che pontificano sulla Libia e l’Islam.
La Francia si oppone all’acquisto di Suez da parte dell’Enel? Ecco buttiglionegiovanardidipietrodalemaberlusconifinitremonti che precisano su norme comunitarie e libera concorrenza.
C..o ma come fanno a sapere tutto e a dircelo in 10 secondi?
La legge sulla par condicio è un attentato all’intelligenza umana. Non si può applicare una legge simile solo a fine legislatura, dopo cinque anni in cui chi dispone delle emittenti televisive ha fatto ciò che ha voluto.
O si applica sempre o non la si applica.
E’ come se nel campionato di calcio ci fosse l’antidoping solo per le ultime due partite.
Comunque la par condicio è un concetto vecchio, superato, della metà novecento. Appartiene alla televisione, alla censura.
In Rete la par condicio non c’è e ognuno si informa come gli pare, approfittiamone.
Ps: il mio spettacolo a Catanzaro è stato anticipato di un giorno, si terrà il 16/3 al posto del 17/3
Postato da Beppe Grillo alle 19:17 in Informazione
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