Dio solo...

Con tutto il cuore

 

 

di Silva Valle

 

 

 

           (Biografia del Sacerdote: 

don Dolindo Ruotolo)

 

 

 

 

 

Carissimi lettori, Maria Immacolata, sorgente di ogni grazia, ci aiuti a cantare insieme con lei il Magnificat della lode e della riconoscenza, poiché Dio non ci abbandona e non cessa di mettere sui nostri passi persone che ci additano il sentiero per arrivare a Dio.

La nostra Santa Madre Chiesa genera sempre figli che, donando al Signore il loro «Si» generoso, vengono purificati nel fuoco dell'amor di Dio e da Lui vengono innalzati ad una santità che non può essere nascosta sotto il moggio, o sotto il lucerniere, ma deve risplendere sul candelabro d’oro della Chiesa e deve illuminare quelli che giacciono nelle tenebre e vivono nel terrore della morte.

In questo scritto, vi parlerò di un uomo che ha sofferto ingiustizie e contraddizioni terribili, ma che ha amato Dio solo, con tutto il suo cuore, con tutta la sua anima, e con tutte le sue forze. Questo uomo, servo fedele di Dio, è il sacerdote Dolindo Ruotolo.

Molti lo hanno conosciuto personalmente, altri ne avranno sentito parlare, altri ancora si sono accostati a qualcuno dei suoi numerosissimi scritti, e si sono abbeverati a questa sorgente cristallina, che zampilla nel deserto dei nostri cuori. Prima di parlarvi di lui e di farvelo conoscere così come l’ho conosciuto io, vorrei vivamente ringraziare il padre Stefano Maria Manelli che mi ha concesso di cantare le meraviglie che il Signore ha operato nel suo servo fedele, il nostro Padre Dolindo. Mi permetto di dire che il rev.mo padre Manelli ha conosciuto padre Dolindo quando aveva circa 14 anni, presso il seminario Serafico di Portici, e nella sua mente vi sono ancora gli echi di quei ricordi, simpatici ed edificanti che hanno solidificato la sua formazione religiosa e sacerdotale.

Un vivo ringraziamento lo vorrei anche esprimere al padre Alessandro M. Apollonio, direttore e responsabile dell’Eco del Buon Consiglio, che mi permette di imprimere in questa graziosa rivista qualcosa della vita e delle opere di padre Dolindo.

Ma chi è Padre Dolindo?

Dove è nato?

Cosa ha fatto?

Sono giuste domande a cui voglio subito rispondere. in particolare per quelli che non l’hanno mai sentito nominare, e che sentono parlare di lui per la

prima volta.

Il sac. Dolindo Ruotolo nacque a Napoli il 6 Ottobre 1882 e morì poverissimo, compianto da numerosissimi suoi figli spirituali, presso Fabitazione di famiglia, situata in Via Salvator Rosa N°58, il 19 Novembre 1970 alle ore 17,15.

Forgiato da una severissima disciplina familiare e dalle vicende molto dolorose della sua famiglia ad una forte consapevolezza della vita, capì subito, per intuizione immediata, che la sua esistenza sarebbe stata particolarmente vita di dolore e di generoso dono di sé. Con l’entusiasmo di un giovane chiamato alla più straordinaria avventura del mondo, egli si donò alla Croce e la visse con fedeltà incrollabile, ostinata: fino alla morte.

Volle essere sacerdote e il suo sacerdozio fu martirio di testimonianza umile e amorosa alla

Chiesa di Dio. «Fui chiamato dal Signore, - egli dice - a illustrare la Sua Parola, a glorificare la Chiesa nella mia immolazione; ad annunziare il Suo Regno con la tenacia di una speranza che non crolla». Ed egli «illustrò la Parola di Dio» nell’esegesi Biblica e fu scrittore di fama internazionale in un’opera poderosa di 33 volumi, «La Sacra Scrittura, psi­cologia-commento-meditazione», che ha illuminato milioni di anime con la luce della Parola di Dio. Anche in quest’opera non mancò il sigillo della Croce «come timbro su oro».

Padre Dolindo «glorificò la Chiesa nella sua immolazione» perché fu sottoposto alla prova più dolorosa per un sacerdote. Privato per lungo periodo della gioia di esercitare il suo ministero, umilmente ne accettò l’indicibile sofferenza e amò la Chiesa di Dio con amore di figlio. Egli comprese che alcuni membri della Chiesa possono anche sbagliare, per permissione di Dio, ma che «la Chiesa è madre e non sbaglia mai». Lo dice egli stesso nelle pagine della sua autobiografia, scritta per ordine del confessore.

Per la stampa e la diffusione dei suoi numerosissimi scritti, votati alla glorificazione della Chiesa e del Papa, egli fondò l’Apostolato Stampa che tutt’ora continua ad andare avanti. Tra mille difficoltà, ma con la fiducia nella provvidenza di Dio, egli non si scoraggiò e cercò di donare alle anime quella luce che aveva ricevuto da Dio e che ha anche impresso su fogli di carta. E ciò perché le anime con la lettura e la meditazione acquistino i beni spirituali per la vita eterna. Se Dio vorrà, avremo poi l’occasione di esporvi alcuni stralci di riflessioni o di episodi che padre Dolindo ci ha lasciato come eredità.

Padre Dolindo per le anime ebbe dal cielo carismi specialissimi che mise a frutto consumandosi per loro di sacrificio e di penitenza. Il popolo di Dio lo capì e corse da lui per attingere direttamente quella parola di conforto, quella benedizione di pace, quel sorriso di speranza che egli sapeva ben dare.

Con il suo temperamento napoletano visse con i piedi per terra e la testa in Paradiso, seppe educare le anime che lo seguivano alla pietà e all’amor di Dio, fu direttore spirituale di levatura eccezionale perché ripieno dello Spirito di Dio e dotato di fine intuito psicologico.

Oggi dopo trent’anni dalla sua dipartita dalla terra, è in corso il processo di Canonizzazione e auguriamo che il Signore glorifichi il suo servo qui in terra e lo faccia risplendere come risplende adesso nel regno dei beati. Nella sua Chiesa, noi preghiamo che il Signore lo faccia salire agli onori degli altari, per la sua maggior gloria e per la salvezza delle anime.

Chi vi scrive non è una letterata, ma solo una povera anima conquistata dalle virtù, dagli esempi e dagli scritti di padre Dolindo. Auguro anche a voi di fare questa scoperta meravigliosa, che ridona al cuore novella speranza per questa vita e novello incoraggiamento per andare avanti e per conseguire il premio che ci attende in Paradiso.

Allora vi do appuntamento al prossimo numero dell’Eco del Buon consiglio, ove vi prometto di riportare qualche pagina stupenda, stralciata da qualche lettera che egli indirizzava a qualche sua figlia spirituale.

In conclusione, ricordo di aver sentito raccontare da più di una persona, che ai napoletani, pellegrinanti a San Giovanni Rotondo, per conoscere lo Stimmatizzato del Gargano, il beato Pio da Pietrelcina, egli diceva: «perché venite qui, se avete Don Dolindo a Napoli, andate da lui, egli è un santo». Le parole non sono citate a perfezione ma colgono in pieno il pensiero del beato padre Pio. E allora ac­cogliamo anche noi l’invito di padre Pio, e accostiamoci a padre Dolindo, che ha tante cose da insegnarci.

Allora arrivederci al prossimo numero. •


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