OSTA MORAT (Turco Genovese) Di Levanto. Rinnegato. Corsaro barbaresco. Bey di Tunisi. Suocero di Alì Picenino.

1570 ca. – 1640 (giugno)

Anno, mese

Stato, in proprio

Avversario

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

…….



E’ figlio del capitano di una nave, Francesco del Rio il Marmoraro.

1590

In proprio


Divenuto musulmano a Tunisi, si dedica all’esercizio della guerra di corsa; in breve tempo consegue, come rais ed armatore di navi, una posizione apprezzabile sia per ricchezza che per prestigio.

1594




…………

In proprio


Ha il comando di una nave con la quale esercita la guerra di corsa.

Novembre



A Tunisi. Un padrone di barca salernitano si riconosce suo debitore per 90 scudi.

1595



Conquista la fiducia ed il favore del bey Othman e ne diviene fedele collaboratore negli affari dello stato.

…………



Sulla fine degli anni Novanta, chiama a Tunisi il padre, i fratelli, i nipoti.

1601



Firma un documento nel quale si identifica come rinnegato.

1603     Naviga nel Mediterraneo occidentale al comando di una squadra navale turca. le sue galee hanno la peggio in uno scontro a fuoco con un vascello fiammingo che viaggia di conserva con alcune galee francesi. Sempre nell'anno, smantella nel tunisino il Bastion de France.

1605



Milita tra i giannizzeri.

1606




Marzo



Tratta la vendita della polacca “Bona Ventura”, ceduta ad un greco per 400 scudi.

1607      
Febbraio     Chiede al re d'Inghilterra Giacomo I il rilascio di alcuni soldati turchi, fatti prigionieri a bordo di un vascello inglese, catturato da un corsaro della medesima nazionalità con patente del duca di Toscana. I prigionieri sono stati venduti come schiavi sul mercato di Livorno.

1615




Estate

Tunisi


Diviene ammiraglio delle galee di Biserta (Banzart). Al comando della flotta tunisina, guida alcune delle imprese corsare più notevoli nei primi decenni del 1600. Manterrà il comando di tali navi fino al 1637.

1619

In proprio

Spagna

Attacca e saccheggia la terra di San Marco in Sicilia.

1620




Giugno

In proprio

Toscana

La flotta tunisina si scontra con quella dei cavalieri di Santo Stefano: il combattimento si chiude con la cattura di una sua galea al largo di Lampedusa. Sono fatti prigionieri 117 giannizzeri, una quarantina dei quali sono rimasti gravemente feriti nell’azione.

1621



Il capitano toscano Sebastiano Fabbroni si reca a Tunisi per riscuotere il riscatto di alcune decine di giannizzeri che sono stati liberati e ritirare, nel contempo, una grossa partita di frumento che fa parte della transazione.

1624




Primavera

Tunisi

Spagna malta

Viene sconfitto dal marchese di Santa Cruz (10 galee di Sicilia) e da Niccolò della Marra, che comanda le galee dell’ordine gerosolimitano, tra capo Zafferano e l’isola del Cembalo (Zembrah). Gli sono affondate 3 galee; i corsari riportano circa 300 morti ed altrettanti feriti. I prigionieri sono 200, fra i quali il rinnegato Francesco Guicciardo, che non è riuscito a fare saltare in aria la santabarbara della nave sulla quale è imbarcato.

Giugno

Tunisi

Venezia

Alla testa di 7 galeotte di Tunisi, si congiunge con Ali Mehemi (6 galeotte di Algeri) ed entra nelle bocche di Cattaro (Kotor): a bordo delle navi vi sono 2000 fanti. Si ferma di fronte alla fortezza turca di Castelnuovo. Dalla poppa di una galeotta si stacca un’imbarcazione con alcuni uomini: costoro si mettono in contatto con l’agà del forte, gli offrono una grossa somma in talleri ed hanno il permesso di proseguire verso Perasto, possedimento veneziano. L’assalto avviene all’alba; sono fatti schiavi 450 cittadini, tra uomini, donne e bambini; vengono messe a sacco le chiese e date alle fiamme tre case. A mezzogiorno i corsari escono dalle bocche di Cattaro e fanno rotta su Budua (Budva), altro possedimento della Serenissima. Poiché gli abitanti di tale città si predispongono alla difesa, Osta Morat e Alì Mehemi si dirigono verso l’Albania. Entrano nel porto di Durazzo (Durresi) e svaligiano 3 vascelli di Ragusa (Dubrovnik) e 2 di Perasto, carichi tutti di mercanzie.

Luglio


Venezia

Da Durazzo i due corsari passano ad est dell’isola di Saseno, vanno a Salmastrachi, a Paxo (Paxoi) ed a Antipaxoi, appartenenti sempre ai veneziani; da lì, dopo una razzia che termina con la cattura di molti prigionieri, si portano a Prevesa (Préveza), ove sono accolti con grandi feste dalle autorità. Si incontra con Hassan Mariolo, che comanda una galea turca di guardia a Santa Maura (Levkas): con Alì Mehemi lo convince ad unirsi con la sua galea alle 13 galeotte barbaresche per dare il sacco tutti insieme all’isola di Itaca (Ithaki), controllata sempre dai veneziani. Alla spedizione si congiungono anche alcuni corsari di Santa Maura con 4 fuste. La partenza avviene all’alba; sbarcano sulla costa orientale ed occidentale dell’isola più di 2000 uomini ed il territorio viene depredato. Sono avvistate alcune navi a sud di Itaca; i corsari salgono precipitosamente a bordo dei loro bastimenti ormeggiati nel porto di Vathy e si rifugiano dietro Capo Sant’Elia. Nelle ore successive, compaiono davanti al capo 8 galee e 2 galeazze veneziane, comandate dal provveditore della flotta Antonio Pisani. Le galeotte barbaresche e la galea del Mariolo si ancorano a Capo Ducato e, sull’imbrunire, si danno alla fuga inseguite e cannoneggiate dalle navi del Pisani. Gli equipaggi delle 4 fuste sbarcano a nord di Itaca e vengono fatti prigionieri dagli abitanti, per essere venduti sul mercato come schiavi.

1625




Febbraio



Si trova a Tunisi. Ostacola la missione del dragomanno Giovanni Battista Salvago, inviato dalle autorità turche a Tunisi ed a Algeri per appurare la verità sui fatti di Perasto.

Giugno

In proprio

Malta

Intercetta le galee di Malta al largo di Siracusa; dà battaglia e cattura 2 galee su 5 (la “San Juan” e la “San Francisco”). Sono fatti prigionieri 240 cristiani.

…………

In proprio


Controlla il mare Mediterraneo ed intercetta non poche navi onerarie, che sono tutte dirottate su Tunisi. Rispetta solamente le imbarcazioni battenti bandiera francese.

1626




Luglio

Tunisi

Algeri

Ha il comando delle forze armate in una breve guerra condotta contro Algeri per una questione di confini. I due eserciti barbareschi si fronteggiano. Osta Morat fa avanzare le 7 galee di Biserta lungo la costa e minaccia gli algerini dal mare. Viene sconfitto.

Dicembre

In proprio

Spagna

Cattura nei pressi di Tabarca una nave spagnola con un carico di lana a bordo. La merce è venduta al governatore della località.

1628

Tunisi

Toscana

2 galee tunisine cadono in un agguato, presso le bocche di Bonifacio, teso loro dai cavalieri di Santo Stefano. I prigionieri di una galea vanno a rafforzare la ciurma di una delle 2 galee toscane vincitrici; anche l’altra galea, comandata e pilotata dal figlio del bey di Tunisi Yusuf Bey, viene catturata dagli avversari. Si tratta di una grande nave che è stata sottratta ai cavalieri dell’ordine gerosolomitano tre anni prima. Nel corso dell’azione sono fatti schiavi più di 300 giannizzeri.

1632




…………



Fa pressioni sull’inquisizione spagnola e minaccia di fare uccidere alcuni sacerdoti cattolici, prigionieri dei tunisini, nel caso che sia giustiziato il capitano della sua flotta, il rinnegato Francesco Guicciardo, catturato dagli spagnoli a Biserta otto anni prima.

Maggio

In proprio

Francia

La sua capitana si appropria nel canale di Sardegna di una nave francese carica di sale. Rispetta i componenti dell’equipaggio ed il bastimento; viene fatto prigioniero solamente l’unico membro di esso non francese, un suddito del duca di Savoia.

1635



Cerca di riscattare due suoi servitori prigionieri nel granducato di Toscana: per la loro liberazione offre in cambio quella di alcuni preti e monaci.

1637




Novembre



Alla morte di Yusuf Bey, d’intesa con un altro rinnegato, Mami di Ferrara, riesce a farsi eleggere bey dal sultano. Mami di Ferrara ha il compito di informare la Porta del desiderio di Yusuf di avere Osta Morat come suo successore. Mami di Ferrara verrà ucciso poco dopo il suo ritorno da Costantinopoli (Istanbul): vi è chi sospetta che sia stato lo stesso Osta Morat a fare ammazzare il suo collaboratore. Governa solo per tre anni con severità e giustizia. Il suo primo atto legislativo sarà la chiusura di tutte le taverne di Tunisi. Farà costruire un’imponente residenza privata nella città, che ancora esiste sotto una versione contratta del suo nome (Stamerad).

1640




Giugno



Muore a Tunisi.

CITAZIONI

-“Generale di mare, et eccelle in facoltà et auttorità…E’ nemico particolare non tanto della natione venetiana quanto della francese.” Salvago

-“Era un autentico marinaio del Mediterraneo…Pur essendo una figura marginale nel più vasto ambito dell’impero ottomano, fu senz’altro un personaggio di spicco sulla costa barbaresca. Oltre a diventare ammiraglio e un’autorità politica.. Usta Murad fu anche mercante: importava ed esportava dal porto di Tunisi su larga scala e coordinava una rete di rapporti politico commerciali…Egli era il leader di un gruppo di capitani rinnegati, tra cui il cognato genovese Usta Hassan (che era capitano del porto di Biserta), Ward e l’altro capitano inglese, Samsun Denball. Tra le sue principali attività c’era il riscatto dei prigionieri, cristiani e musulmani, a Tunisi e in Italia. Si trattava di un’operazione molto complessa che richiedeva non solo un’influenza politica nella zona in cui erano detenuti i prigionieri, ma anche di una vasta rete di contatti nella loro terra d’origine per poterne rintracciare amici e parenti e accertare le loro possibilità economiche e la disponibilità a pagare di costoro.” Partner

-Con Mustafa Rais “Furono personaggi influenti alla Porta.” Biagioni

-“Rinnegato genovese, fu, nei primi quarant’anni del Seicento, uno dei migliori esempi della possibilità, per chi avesse avuto l’inclinazione all’”arrangiamento”, di fare fortuna nell’ambiente arabo del Maghreb. La sua carriera a Tunisi fu metodica e così lunga e continua che gli stessi liguri in schiavitù, relegati nel suo bagno personale, ormai si erano rassegnati alla propria sorte tanto diversa da quella del padrone che pur proveniva dalla loro stessa terra e si era spiritualmente nutrito delle loro stesse tradizioni…Lasciò..un buon ricordo, e il suo governo fu ispirato a prudenza e a tolleranza. I moriscos cacciati di Spagna ebbero verso di lui motivo di gratitudine. Fu sua l’iniziativa di costituire nella rada della Megera un terzo porto, il quale prese il nome di Porto Farina e consentì la formazione di un popoloso borgo in gran parte costituito dai moriscos dei quali fu liberamente favorito l’insediamento. Lasciò una figlia e tre figli i quali continuarono ad esercire le attività mercantili già promosse dal padre.” Giacchero

-"Recent French and Spanish writers make incidental references to him at later dates as an outlaw, pirate, or celebrated corsair. His official career was, however, an honourable and eventful one, which brought him into contact with French ambassadors, eminent London merchants, the governors of Marseilles, and even James I and his successor." Fisher