Dizionario Biografico - Bicci di Lorenzo
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Bicci di Lorenzo
1382 - 1452
di Cecilia Frosinini

Nato intorno al 1382, Bicci di Lorenzo era membro di una famiglia di artisti-artigiani che ben rappresenta il reale panorama di mestiere della società fiorentina tra Trecento e Quattrocento. Figlio del pittore Lorenzo di Bicci, un tradizionale tardo seguace della linea artistica orcagnesca, Bicci venne verosimilmente educato all'arte presso la bottega paterna, della quale cominciò a condividere la realizzazione di prodotti artistici tra la fine del XIV e l'inizio del XV secolo (Tabernacolo del Madonnone, già su via Aretina, Firenze; affreschi e sinopie oggi staccati e nei depositi delle Gallerie di Firenze). Ereditata la ricca ed avviata bottega paterna intorno al 1405, Bicci dette il via all'affermazione della sua attività presso una committenza sia pubblica che privata di alto livello, con una diramata attività che durò per tutta la prima metà del secolo XV. Ne fanno fede opere per i Medici (ciclo di Uomini Illustri in affresco nel palazzo vecchio di via Larga, testimoniataci dal Vasari), per Niccolò da Uzzano (affreschi e tavola in Santa Lucia de'Magnoli, documentati ma perduti; trittico per la villa presso Greve, oggi nella chiesa parrocchiale di Greve), per l'Opera del Duomo di Firenze (ciclo in affresco degli Apostoli realizzato per la consacrazione del Duomo, nel 1434), per lo Spedale di Santa Maria Nuova (affresco rappresentante la Consacrazione di Sant'Egidio, originariamente sulla facciata della chiesa, oggi negli uffici amministrativi dell'Ospedale), la cappella di San Giovanni Gualberto per la famiglia Compagni in Santa Trinita (rimangono gli affreschi sull'arco di entrata, nella medesima chiesa, e il Trittico, una volta sull'altare, oggi in Westmister Abbey, a Londra) e molti monasteri, chiese e famiglie fiorentine e degli immediati dintorni (significativa la produzione per Empoli e Lastra a Signa, probabili luoghi di origine della famiglia).
Lo studio dell'attività di Bicci di Lorenzo, reso possibile dalla grande messe di documenti relativi fortunatamente giunti fino a noi e dalla altrettanto notevole sopravvivenza di opere, permette di aprire un interessantissimo squarcio sulle procedure organizzative e tecniche di una bottega artistica del primo Quattrocento (Frosinini, 1984, 1986, 1987). L'artista fu infatti a capo di una compagnia pittorica, con i meno noti Stefano d'Antonio e Buonaiuto di Giovanni (Padoa Rizzo-Frosinini, 1984; Frosinini, 1984, 1992), di cui si possono seguire le vicende economico-amministrative e artistiche. La sua bottega, situata in Camaldoli (attuale zona di Piazza Tasso), fece decollare in termini di qualificazione professionale artistica la zona (Frosinini, in Trotta, 1990). Presso di essa vennero educati all'arte molti artisti della generazione successiva, tra cui Andrea di Giusto, Giovanni di ser Giovanni detto Lo Scheggia (fratello di Masaccio) e Antonio di Maso (già noto sotto il fittizio nome di "Maestro di Signa). Quest'ultimo sarà uno dei maggiori divulgatori della maniera biccesca nella seconda metà del Quattrocento. (Frosinini, in Simari, 1995).
Parte della critica, in anni passati, ha voluto credere che presso la bottega di Bicci di Lorenzo possa essere avvenuto anche l'apprendistato pittorico di Masaccio, dato che, come detto prima, vi si ritrovano sia il fratello di lui che Andrea di Giusto che sarà poi documentato con lui ai lavori per Pisa (1426).
Bicci di Lorenzo morì nel 1452, ma già da alcuni anni la conduzione della bottega era passata in mano al figlio Neri, che ne continuerà la fortuna per tutta la seconda metà del secolo, con modi tradizionali, sia pure aggiornati epidermicamente sulle novità rinascimentali, che ne costituiranno il maggior richiamo presso i committenti di provincia o comunque di basso profilo culturale (Santi, 1972; Thomas 1995).

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