Secondo la descrizione del Conti (in "Castelli del Piemonte" - 1975) la lapide murata presso l'ingresso ci dice che il castello
di Proh venne eretto principalmente come "luogo di delizie" da Francesco Sforza, Duca di Milano.
Una scelta militare non poteva essere stata, o almeno sembrerebbe strana, sia perchè nel raggio di 5 km sorgono altri tre castelli,
assai importanti e proprio a quell'epoca attrezzati o riattrezzati per le operazioni difensive o offensive del Ducato milanese
(Briona, Barengo e Castellazzo Novarese), sia per la relativa piccolezza del castello stesso.
Questa suggestione è creata anche dalla posizione del monumento, in pianura isolato, ai piedi di una collinetta boscosa
e dalla sua apparenza di oggetto civettuolo più che guerresco, ed anche la sua notevole altezza,
lo rende quasi un oggetto cubico.
Il castello sorse nella seconda metà del 1400 e, dopo la parentesi ducale, passò ai Tornelli, signori di Briona.
Nel 1495 fu occupato dalle truppe di Ludovico il Moro. Nel 1597 passò ai Caccia e nel 1672 fu acquistato dai fratelli
Gaspare e Giacomo Filiberto Cattaneo di Novara. Due anni dopo essi ottennero il titolo comitale.
Nell'Ottocento passò alla famiglia Fantoni, che lo trasformò in cascina e lo vendette poi, verso la metà
del secolo, al Conte Arese Lucini. Fu acquistato all'inizio del'900 dai Varelli e poi passò ai Marelli di Milano,
attuali proprietari. Il castello si presenta oggi come frutto di successive sistemazioni, solo in parte eliminate nel corso di recenti restauri.
La pianta è asimmetrica secondo la diagonale NE-SO. L'impianto è rettangolare, leggermente irregolare, con due
torri tonde agli spigoli nord-orientale e sud-occidentale. Alcune costruzioni sorgono ai lati nord, sud e ovest.
Il cortile è appoggiato alla cortina orientale. Gli ingressi in origine erano due: ad est tramite una postierla
aperta nella torricella centrale e dotata di ponte levatoio; ad ovest tramite una porta carraia dotata di ponte levatoio.
Sull'ingresso ad ovest era impostata una torre a filo di cortina inglobata poi nei fabbricati interni e rimasta senza coronamento,
ma comunque facilmente riconoscibile.
Oggi la situazione degli ingressi è la meno felice di tutto il complesso, affidata a due archi ribassati che stonano con
il resto della costruzione. I fossati, di cui rimane ancora traccia sul terreno, sono colmati.
L'altezza del castello, tranne il tratto di cortina tra la torricella d'ingresso e l'inizio del primo fabbricato del
lato orientale, è tutta uguale.
Per tutto il castello corre l'apparato a sporgere con lunghe canditoie, tipiche dei castelli novarese del'400,
le canditoie sono decorate con il tipico motivo a denti di sega dei castelli sforzeschi.
Il castello in origine era ornato di affreschi di cui ne sopravvivono due: uno sbiadito trittico sulla parete di levante del cortile,
rappresentante nel riquadro centrale la Madonna col Bambino e nei due laterali figure di Santi, di ispirazione gaudenziana,
l'altro con lo stemma dei Cattaneo sulla torre angolare di sud-ovest.