Una Riforma sempre attuale


Un compito terminato?

L'aggettivo 'riformato' si accompagna con fierezza al nome delle nostre chiese e con esso ci piace spesso definire la nostra identità. Celebriamo con commozione i martiri della fede protestante e forse anche con un po' di imbarazzo perché riteniamo che lo spirito dell'ecumenismo oggi prevalente ci debba spingere "ad una certa discrezione", "per non offendere", diciamo. Alcuni ritengono poi la Riforma come un avvenimento del passato, da celebrare si, ma "oggi superato" e, pur portando il nome di "riformato" stanno andando molto lontano dalla fede dei loro padri.

Il compito di quanti seguono realmente le orme dei Riformatori, però, non è superato e rimane attuale non solo perché la chiesa in generale è ben lungi dall'aver assorbito i principi biblici riaffermati dai Riformatori, ma perché rimane inalterato il mandato biblico e tipicamente riformato di rivendicare ogni sfera della vita personale e sociale alla sovranità di Dio in Cristo. Riflettiamo su questo partendo dal principio affermato e vissuto dall'apostolo Paolo nel testo di 2 Corinzi 10:5.

Il testo biblico


"Le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti in Dio a distruggere le fortezze, affinché distruggiamo le argomentazioni ed ogni altezza che si eleva contro la conoscenza di Dio e rendiamo sottomesso ogni pensiero all'ubbidienza di Cristo, e siamo pronti a punire qualsiasi disubbidienza, quando la vostra ubbidienza sarà perfetta" (2 Co. 10:4,5).


Cerchiamo dapprima di vedere il contesto in cui l'Apostolo scrive queste parole. L'apostolo Paolo ha ricevuto lo speciale privilegio di essere, in quanto apostolo, annunciatore ed interprete autorevole della verità rivelata in Cristo. Il suo ruolo, però, era fortemente contestato da una fazione di cristiani d'origine ebraica che ritenevano essere dovere di ogni convertito, ebreo o non ebreo che fosse, di sottomettersi a tutte le regole imposte dalla tradizione ebraica. Questo l'Apostolo lo negava: Cristo rende superate queste regole, diceva, e ci porta a leggere l'Antico Testamento e a vivere la fede di Abramo con uno spirito del tutto nuovo. Gli avversari dell'Apostolo, però, non solo non si erano lasciati convincere dalle spiegazioni di Paolo, ma avevano iniziato una forte campagna contro di lui, tesa a discreditarlo presso le chiese.

"Fin ora," egli dice così ai cristiani di Corinto, "mi avete conosciuto come una persona umile, paziente e disponibile (10:1), ma questi avversari stanno superando ogni limite, e quando verrò a visitarvi, non esiterò ad usare quei toni fermi, forti e sicuri che essi ben sanno che io sono capace d'avere. La pace e la tolleranza vanno bene fino a un certo punto: talora è necessario usare pure la forza, 'a procedere arditamente' (10:2)". Di quale forza parla qui l'Apostolo? Non certo quella fisica, perché, dice, "le armi della nostra guerra non solo carnali" (10:4a), ma la forza della denuncia e delle argomentazioni, la forza degli argomenti della verità che Dio ha rivelato, e che sono in grado, grazie a Lui ed al Suo Spirito, di "distruggere fortezze" (10:4b). Si, Paolo saprà usare la forza della verità per distruggere le argomentazioni fallaci degli avversari ed abbattere ogni "altezza" (10:5b), cioè ogni discorso saccente che si elevi opponendosi alla conoscenza rivelata. L'Apostolo si prefigge un unico obiettivo: come Cristo è sovrano sulla sua vita, così anche ogni altro "pensiero", idea, situazione, persuasione, modo di pensare e di vivere, deve essere ridotto "all'ubbidienza di Cristo", liberandolo dalla soggezione ad altri "signori", in questo caso da tradizioni e sapienza prettamente umane.

Un tempo per procedere arditamente

Il tempo della Riforma protestante era il tempo altresì in cui era stato necessario "procedere arditamente", con audacia e sicurezza, in difesa della verità rivelata, contro le degenerazioni di una chiesa che aveva sottomesso la fede ad autorità diverse dall'unica ed incontrastabile autorità sovrana di Cristo.

E' necessario però anche oggi continuare ad elevare "arditamente" la nostra voce contro "ogni altezza che si eleva contro la conoscenza di Dio" per rendere "sottomesso ogni pensiero all'ubbidienza di Cristo", perché quante ancora cosiddette autorità morali, spirituali (fisiche o virtuali) si elevano oggi "insieme contro l'Eterno ed il Suo unto" (Sl. 2:2) e pretendono di determinare la vita e la fede! Molti non si rendono nemmeno conto di vivere oggi nel più bel mezzo di una guerra di dominio ideologico delle coscienze, una guerra in cui nessuno può essere neutrale. Quanti "signori di idee" oggi si contendono la nostra generazione, quante vittime lasciano sul campo e quanti prigionieri fanno, anche nelle nostre chiese!

E' un conflitto spirituale ed ideologico in cui in gioco è la verità e l'onore di Dio, un conflitto in cui i cristiani devono combattere ben preparati, con sicurezza ed audacia, armati non di "armi carnali", ma con le risorse spirituali che Dio ci fornisce, "potenti a distruggere fortezze".

L'umiltà, la pace e la tolleranza sono, è vero, valori cristiani da perseguire ma, come disse l'Ecclesiaste: "Per ogni cosa c'è la sua stagione... un tempo per piantare e un tempo per sradicare ciò che si è piantato... un tempo per demolire e un tempo per costruire... un tempo per strappare e un tempo per cucire, un tempo per tacere ed un tempo per parlare... un tempo per la guerra e un tempo per la pace" (Ec. 3:1-8).

Lo stesso Signore Gesù, pieno di mansuetudine e di benignità che ci illumina "per guidare i nostri passi nella via della pace" (Lu. 1:79) aveva pure detto: "Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a mettervi la pace, ma la spada" (Mt. 10:34). Una contraddizione? No, perché "Bisogna infatti che egli regni, finché non abbia messo tutti i nemici sotto i suoi piedi. L'ultimo nemico che sarà distrutto è la morte". Nessuno si illuda che la conquista di ogni anima e del mondo al suo legittimo Signore, Gesù, il Cristo, sia un'operazione facile indolore, ma è il nostro preciso dovere. E' una lotta lunga e difficile, ma la vittoria è certa. Chi oserebbe dire che il compito del cristiano riformato sia terminato?

L'umanesimo e le sue contraddizioni

Uno delle lotte ideologiche più importanti in cui come cristiani riformati dobbiamo essere impegnati è contro l'umanesimo secolare. E' la visione del mondo e della vita che vede l'uomo come sovrano e misura di ogni cosa. Essa respinge l'intromissione del concetto stesso di Dio negli affari umani, e quindi la Sua maestà autorità.

Questo sistema cerca di stabilire su ogni cosa l'autorità ultima di un essere umano autonomo nel suo giudizio e scelte. Nel suo approccio alla vita essa è evoluzionista. Considera l'essere umano come fondamentalmente buono ed in via di evoluzione verso un modo di vivere migliore e più alto. Chi sostiene questa visione del mondo e della vita crede che i problemi dell'essere umano siano il risultato dell'ambiente in cui vive, delle sue carenze educative ecc. Così si pensa che l'essere umano possa risolvere questi problemi attraverso una trasformazione dell'ambiente, una migliore distribuzione delle risorse, un incremento dell'istruzione ecc.

Questa concezione del mondo, però, incontra regolarmente dei problemi proprio perché si sottopone ad una fonte labile, instabile ed inaffidabile di autorità ed viene quindi costantemente frustrata dalle stesse presunte soluzioni che prospetta ai problemi che incontra. Piuttosto che volgersi verso Dio e riconoscere l'autorità ultima Sua e della Sua legge, l'umanesimo secolare continua a sopprimere la verità nell'ingiustizia.

Forse l'esempio più grande che si possa fornire di questa visione del mondo e della vita è la rivoluzione sessuale iniziata dopo la seconda guerra mondiale. Le "autorità" dicevano alla gente che i tabù puritani dei loro genitori erano antiquati. Non si poteva più usare la Bibbia come metro di condotta. In ogni situazione si sarebbe dovuto decidere volta per volta l'etica da usare. La gente doveva sentirsi libera di esprimere sé stessa sessualmente nel modo che avesse reputato più giusto. I proponenti di questo stile di vita, però, non previdero la moltiplicazione delle gravidanze fuori dal vincolo matrimoniale ed alla pratica indiscriminata dell'aborto. Così, invece di cambiare direzione e ritornare ai modelli di moralità stabiliti dall'autorevole legge di Dio, essi proposero che la risposta doveva essere il controllo delle nascite. Il che portò, come in una perversa spirale alla crisi della famiglia, la deresponsabilizzazione dei maschi, all'estremismo femminista, alla "normalizzazione" dell'omosessualità, all'AIDS, al liberismo nell'educazione dei figli, alla ribellione ed alla violenza, all'aumento dell'uso di droghe, allo sfaldamento progressivo del concetto stesso di famiglia... Si potrebbe andare avanti di questo passo. La visione umanista del mondo e della vita non prevede concetti chiari e moralità chiara, tutto sarebbe relativo ed in evoluzione, ma questo tipo di filosofia è fallimentare e con grande frustrazione di chi lo sostiene, non fa che incrementare il disordine e la decadenza di questa civiltà. Arriveranno mai a riconoscere il diritto di un Dio sovrano di dire ad ogni creatura umana come deve vivere. Pare un'impresa disperata farlo loro comprendere?

Ridurre ogni pensiero all'ubbidienza di Cristo

2 Corinzi 10:1-6, specialmente il versetto 5, plasma la visione cristiana del mondo e della vita, specialmente quella forma di Cristianesimo rimasta fedele alla teologia dei Riformatori Lutero, Calvino, Zwingli, ecc. Noi dobbiamo distruggere "le argomentazioni ed ogni altezza che si eleva contro la conoscenza di Dio e rendiamo sottomesso ogni pensiero all'ubbidienza di Cristo". Il cristiano riformato crede che ogni ragionamento che neghi od escluda la sovranità di Dio si ponga in aperta disubbidienza verso di Lui e si apra al Suo giudizio.

Quelle argomentazioni che si propongono di farlo devono essere abbattute, distrutte. La conoscenza di Dio deve essere portata in ogni area del pensiero. Ogni pensiero che esalti sé stesso contro la conoscenza di Dio deve essere abbattuto.

L'essere umano non può escludere Dio da alcuna area della vita. Nessun pensiero potrà mai essere completo fintanto che non riconosca la sovranità di Dio su quell'area. Il cristiano riformato respinge l'idea che la fede in Dio possa essere esclusa da una qualsiasi sfera, come propagandano o fanno intendere i media liberali. Il cristiano riformato respinge l'ideologia laicista dalle scuole pubbliche e dalla politica perché esclude o nella migliore delle ipotesi emargina Dio da ogni scelta significativa che compie. In ogni caso tutto questo si pagherà e l'opposizione a questo andazzo vorrebbe anche dire far risparmiare alla società anche inutili sofferenze.

Elementi della concezione riformata

E' proprio sul punto della sovranità di Dio in Cristo che la visione riformata del mondo e della vita si distacca da altre concezioni che si professano cristiane.

La sovranità di Dio nella salvezza. La dottrina riformata proclama la sovranità di Dio nell'area della salvezza. Altre concezioni che si professano cristiane, minimizzano la sovranità di Dio nella salvezza della creatura umana. Essi respingono la dottrina della totale depravazione dell'essere umano, la sua incapacità di fare alcunché per prepararsi alla salvezza. Essi respingono l'elezione incondizionale di coloro che Dio si compiace di salvare. Però, o Dio è sovrano in ogni cosa, salvezza inclusa, o non si può dire che Dio sia sovrano su ogni altra cosa. Non vi può essere certezza dell'opera sovrana di Dio negli eventi di questa vita, indipendentemente dalla concezione che Dio sia sovrano su ogni cosa.

L'autorità delle Scritture. Pure centrale per la concezione riformata del mondo e della vita è la dottrina dell'autorità delle Scritture. La concezione umanista del mondo possiede un'autorità artificiosa sempre mutevole: la situazione umana o la ragione. A differenza di questo il cristiano riformato possiede un'autorità immutabile, la parola scritta di Dio. Il Dio sovrano non ha ritenuto di rivelare la totalità della Sua sapienza, come imparò Giobbe. Egli ha rivelato alla creatura umana tutto ciò che è necessario per la vita e la pietà. "Le cose occulte appartengono all'Eterno, il nostro DIO, ma le cose rivelate sono per noi e per i nostri figli per sempre, perché mettiamo in pratica tutte le parole di questa legge" (De. 29:29). In ogni tempo e luogo la Parola di Dio è regola oggettiva di fede e di condotta.

Ogni area della vita. Il cristiano riformato crede che la Scrittura si occupi di ogni area della vita. Come affermò l'apologeta riformato Cornelius Van Til: "La Scrittura è autorevole in ogni area della vita a cui parla, ed essa parla ad ogni area della vita". Non si dovrebbe, però, fraintendere questo. La Bibbia non ci dice come dovremmo riparare la lavatrice quando si rompe.... Essa però ci dà ordini diretti o principi indiretti che si devono seguire in ogni area della vita. La Bibbia è il giudice con il quale si deve giudicare ogni altro "libro di testo". Solo in questo modo si può far prigioniero ogni pensiero per ricondurlo all'ubbidienza di Cristo.

Alcuni affermano, per esempio, che nell'area psicoterapia sia necessario conoscere molto di più di quanto la Bibbia ci dice. Alcuni dicono: Bisogna usare la Bibbia più le scoperte della psicologia. La visione riformata del mondo e della vita dice che la Scrittura ci è sufficiente. Le scoperte della psicologia possono essere utili per quanto concordino con la dottrina biblica dell'uomo, del peccato, e della salvezza. Esse, però, devono essere giudicate dalle Scritture. Essi non ci dicono nulla che non si potrebbe dedurre da uno studio approfondito della Scrittura.

Contro ogni relativismo. Proprio perché i cristiani riformati sostengono una tale elevata concezione della Scrittura, essi non esitano a proclamare che la legge di Dio sia autorevole per ogni creatura umana in ogni situazione ed in ogni tempo. Essi deplorano l'etica situazionale. Essi deplorano il relativismo. Essi proclamano che la creatura umana trova la sua libertà in ubbidienza alla legge di Dio quando lo Spirito Santo le mette in grado di osservare quella legge.

In casa nostra...

La visione cristiana riformata della realtà, però, non critica solamente ciò che avviene fuori dalla chiesa, ma costituisce un potente correttivo anche per quanto riguarda alcune tendenze alienanti dello stesso mondo evangelico che pure vorrebbe essere conservatore. Ad esempio:

Sogni e visioni? Non tutte le tradizioni teologiche sostengono una tale concezione delle Scritture come autorevoli in ogni area della vita. Alcune tradizioni cercano una guida per la vita da sogni, visioni, espressioni estatiche, profezie ecc. Il problema è che qui non esiste alcuno standard oggettivo per valutare tutto questo. In questo campo si possono fare "profezie" bene intenzionate ma che non sono che autoinganni. In certi circoli evangelici che forse respingerebbero tali visioni, alcuni cercano la guida dello Spirito nelle loro decisioni quando "si sentono a loro agio" su qualcosa. Se tutto ciò di cui uno ha bisogno per la vita e per la pietà si desume dalla conoscenza di Dio, sarebbe meglio investigare le Scritture per trovare Dio, piuttosto che cercare qualche guida soggettiva. Troppo spesso queste indicazioni soggettive contraddicono quanto affermano le Scritture.

Sacro e profano? Quando il cristiano riformato considera la vita, egli non traccia una linea di separazione fra sacro e profano. Il tutto della vita è sacro e da viversi sotto la Signoria di Gesù Cristo. Credendo non solo che le Scritture siano autorevoli per la propria vita individuale, il cristiano riformato proclama che le Scritture informano ogni area della vita. E' proprio questo che il mondo non sopporta. L'umanista dice che la religione è una "questione privata". Certi politici ritengono di poter credere in un certo modo e di votare in un altro! Essi dicono ai cristiani che hanno diritto a credere tutto ciò che vogliono privatamente ma che essi non possano "imporglielo agli altri". Si deve però notare che la concezione umanista del mondo e della vita non esita a affermare quello che tutti dovrebbero credere. Essi monopolizzano il sistema scolastico, i media, ecc. ed usano queste istituzioni per propagandare la fede umanista. Fanno esattamente ciò che non vorrebbero che i cristiani facessero.

"Solo l'Evangelo"? Tristemente, però, molti cristiani hanno adottato pure questa dicotomia fra sacro e profano, una dicotomia non basata sulle Scritture, ma su una filosofia pagana. Vi sono coloro che dicono che compito del cristiano e della chiesa sia solo quello di predicare l'Evangelo, vale a dire la salvezza individuale. I cristiani non devono essere coinvolti in questioni politiche o sociali... Qualsiasi Evangelo, però, che non influisca sulle strutture politiche e sociali in cui viene predicato, è un Evangelo difettoso. Compito del cristiano è quello di proclamare l'Evangelo di Cristo nel contesto politico, sociale e culturale in cui vive. Il cristiano deve proclamare che non si possono risolvere i problemi sociali indipendentemente dall'opera redentrice di Cristo. Ironicamente un umanesimo senza Dio scivola nell'autoritarismo.

Aree neutrali? Molti cristiani parlano poi di certe aree come se fossero amorali o neutrali. Se Dio ha creato ogni cosa, allora ogni cosa comporta delle implicazioni morali. Esse sono morali se vengono usate alla gloria di Dio, immorali se non lo sono. Nel campo dell'istruzione, molti vedono la matematica come una materia neutrale. Essi direbbero che in matematica vi siano solo fatti bruti, che non fa differenza se questi fatti siano insegnati da una prospettiva cristiana oppure non-cristiana. Che cos'è che però rende un fatto un fatto? Non è perché Dio lo ha creato come tale? La visione del mondo e della vita di una persona determina come egli interpreti un fatto, anche 2+2=4.

Naturale e soprannaturale? Infine molti cristiani vedono la mano di Dio all'opera del soprannaturale, ma non nei fatti naturali della vita. E' come se solo il soprannaturale fosse sacro, ma il naturale fosse neutrale. Un esempio di questo è la questione delle guarigioni. Molti cristiani sembrano pensare che un intervento divino nella guarigione avvenga indipendentemente dall'uso della tecnologia medica.. Se però la guarigione sopravviene con l'aiuto di mezzi medici, allora a guarire sono stati i medici... Chi è stato però a dare ai medici queste conoscenze? Chi ha messo in grado l'uomo di imparare? Chi ha fatto si che la medicina avesse l'effetto desiderato? E' forse un mondo che opera a parte da Dio? No, è Dio che deve essere glorificato, non importa come questo abbia luogo, che il personale medico ne sia cosciente oppure no.

Come sviluppare questa visione?

Come si fa a sviluppare una tale visione del mondo e della vita? E' necessario - con fermezza ed audacia - mettere in questione ogni presupposto e vedere se esso si accordi con la Scrittura. E' necessario immergersi così tanto nella Scrittura da giudicare ogni cosa con l'insegnamento della Scrittura. Una concezione riformata del mondo e della vita si forma quando si fa ciò che l'apostolo Paolo fece scrivendo alla chiesa di Corinto. Egli cercava di far prigioniero ogni pensiero per ridurlo all'ubbidienza di Gesù Cristo. Quando Cristo è centrale per tutto il pensiero umano, ogni immaginazione, o ogni altezza che si esalti contro la conoscenza di Dio sarà abbattuta. Ogni pensiero sarà fatto prigioniero all'ubbidienza di Cristo. Ecco una Riforma autentica che vede il suo compito ben lungi dall'essere terminato!

[Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione "Nuova Diodati", Edizione La Buona Novella, Brindisi, 1991. mercoledì, 30. ottobre 1996].


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