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Giornata della Memoria 2007: calendario iniziative
La Shoah italiana si poteva evitare (di Michele Sarfatti)
In libreria "Generazione Ribelle",  storia della Resistenza,  deportazione e  IMI attraverso lettere e diari dei protagonisti             Fascismo e deportazioni: complicità Mussolini
Il Protocollo del Wannsee: nazisti e "Soluzione Finale"
Massacrate gli ebrei di Roma: i documenti segreti
Il nuovo sito "Lager e deportazione"
Papa Pio XII, la Chiesa cattolica e la Shoah
I Giusti italiani: Perlasca, Palatucci e gli altri 293
Ricerca storica su diari e lettere deportati e internati
Il Progetto T4: lo sterminio dei disabili

Un canto struggente da tutti i lager della terra: ascoltalo
Die Moorsoldaten

La lettera di un ragazzo deportato: "Miei cari genitori addio"

Nel corso della Seconda guerra mondiale circa 44.000 italiani furono deportati nei Lager allestiti dai nazisti in tutta Europa per ebrei, oppositori politici,  zingari, omosessuali, Testimoni di Geova. Dei deportati italiani, quasi 9.000 furono gli ebrei e circa 30.000 i partigiani, gli antifascisti e i lavoratori (questi ultimi arrestati in gran parte dopo gli scioperi del marzo 1944), a cui si aggiungono circa 5.000 IMI o carcerati militari o ufficiali antifascisti. Circa il 90% di loro persero la vita nei campi. Si stima che siano morti nei campi di sterminio circa 7.125.000 persone.

"Voi che vivete sicuri / Nelle vostre tiepide case / Voi che trovate tornando a sera / Il cibo caldo e visi amici  / Considerate se questo è un uomo / Che lavora nel fango / Che non conosce pace / Che lotta per un pezzo di pane / Che muore per un sì o per un no. / Considerate se questa è una donna, / Senza capelli e senza nome / Senza più forza di ricordare / Vuoti gli occhi e freddo il grembo / Come una rana d' inverno / Meditate che questo è stato: / Vi comando queste parole. / Scolpitele nel vostro cuore / Stando in casa andando per via, / Coricandovi alzandovi; / Ripetetele ai vostri figli. / O vi si sfaccia la casa, / La malattia vi impedisca / I vostri nati torcano il viso da voi". (Primo Levi)