locomotiva

Pioniere della trazione Diesel-elettrica da treno, le prime D 341 furono consegnate da diversi costruttori, a partire dal dicembre 1957: dapprima la Fiat, con le unità 1001 e 1002 (numerate inizialmente 101 e 102), poi la Breda con le 2001 e 2002, le Officine Reggiane con la 5001, e l’Ansaldo, con la 4001 (che ebbe scarso successo). Le unità Fiat, montavano un propulsore del tipo 2312 SF, 12 cilindri in linea a quattro tempi sovralimentato; le unità Breda erano dotate di un BRIF-Paxman caratterizzato da una maggiore cilindrata rispetto al Fiat; e la 5001, dotata di un propulsore MAN. Trascorso il periodo delle prove, le FS valutarono i prototipi migliori affidando quindi la costruzione delle unità di serie alla Fiat ed alla Breda. Le D 341 Fiat, furono consegnate in due serie, la prima, numerata da 1001 a 1016 (includendo i prototipi) e la seconda, numerata da 1017 a 1068. Le differenze principali tra le due serie erano le cabine di guida, piatte nella prima e arrotondate nella seconda, la livrea (marrone con strisce rosse nella prima e verde, marrone con panconi rossi, nella seconda), ed alcune migliorie tecniche riguardanti la disposizione delle apparecchiature interne. Le D 341 Breda, furono anch’esse consegnate in due serie, la prima, caratterizzata dai soli due prototipi 2001-2002 e la seconda numerata 2003-2035. Come per le consorelle Fiat, le differenze erano le stesse. Assegnate sin dall’inizio al deposito di Taranto, appositamente attrezzato per accogliere le nuove Diesel, esse furono inizialmente provate sulle linee a diverso profilo altimetrico servite da questo impianto: la Taranto-Potenza con notevoli acclività, la Bari-Taranto, dove potevano confrontarsi con le D 342 assegnate al capoluogo pugliese e la Taranto-Reggio Calabria, pianeggiante lungo tutto il percorso. Dopo le varie prove e l’abilitazione del personale, furono immesse in servizio ed adibite a tutti i tipi di treni, merci e passeggeri dimostrando un’ottima affidabilità ed un grande apprezzamento da parte del personale di macchina che oltre alla pulizia dell’ambiente di lavoro, gradiva la semplicità di condotta anche sulle tratte più difficili da percorrere a vapore. Man mano che le consegne continuarono, altri impianti ricevettero D 341: Reggio Calabria, con unità Fiat, Catanzaro Lido e Roma San Lorenzo, con unità Breda. Le assegnazioni rimasero pressoché invariate salvo casi di brevi trasferte ad altri depositi come Fortezza e Catania. Durante il servizio non furono applicate particolari modifiche oltre all’abolizione delle porte frontali ed all’applicazione di una caldaia Spanner e Clayton su alcune unità Fiat per il riscaldamento invernale dei treni. I primi accantonamenti delle unità di prima serie Fiat e Breda, avvennero nel 1985 per la presenza di Diesel ben più nuove che le rendevano superflue. Anche la 5001 venne accantonata in questo periodo: l’originario motore MAN venne sostituito anni prima con un Fiat per via dei frequenti guasti. Gli accantonamenti delle D 341 di seconda serie, Fiat e Breda, iniziarono a partire dal 1988, anno in cui era stata ultimata la consegna delle D 445 di terza serie. Ormai anziane e provate dall’intenso utilizzo le D 341 rimasero a prestare servizi leggeri nei loro originari impianti di assegnazione e nel 1990 l’ultimo deposito ad averle in dotazione era quello di Taranto. Nonostante le massicce demolizioni, alcune D 341 di seconda serie sono arrivate ai nostri giorni perché acquistate, dopo l’accantonamento, da ferrovie in concessione e da imprese di lavori ferroviari. Delle unità di prima serie, rimane soltanto la 1016 con motore Fiat, preservata statica nel Museo Ferroviario di Pietrarsa. Della seconda serie, è in atto il restauro della 2027 con motore Breda, ma non si esclude che in un futuro non troppo lontano, qualche altra D 341 si aggiunga al parco dei rotabili storici. 

Classificazione

1001-1016 Prima serie Fiat

1017-1068 Seconda serie Fiat

2001-2002 Prima serie Breda

2003-2035 Seconda serie Breda

4001 Prototipo costruzione Ansaldo con motore MAYBACH

5001 Prototipo delle Officine Reggiane con motore MAN