MUSEO DEI VILLAGGI

 SCOMPARSI

di

 VILLA ESTENSE

 

 

 

            E' un museo specializzato sulla documentazione di tutti quei villaggi della Bassa Padovana che, pur avendo avuto una certa importanza nel passato, per ragioni varie si sono spopolati e abbandonati definitivamente, particolarmente nei secoli XIV e XV, senza più riprendere vita.

            Talvolta sono ancora nominati nei toponimi, come Angarano (Villa Estense), il Finale (Villa Estense), Castelaro (Merlara), Altaura (Casale di Scodosia); altre volte la loro memoria è rimasta nelle scritture antiche come "Santa Cristina de Vescoana" (in località I Livelli di Granze), Santa Caterina, "Corezo" (ora Correzzo di Stanghella).

            Frequentemente questi insediamenti erano indicati con il santo della chiesa, il cui titolo passò poi al paese vicino sviluppatosi maggiormente, come si verificò per Santa Colomba di Ancarano (ora a Villa Estense), per Santa Cristina (dedica dell'attuale parrocchia di Granze), di Santa Caterina (passato a Stanghella).

            Questi antichi abitati trovavano la loro sussistenza nella caccia, nella pesca e nel pascolo nelle valli e nelle paludi, con completamento del cibo giornaliero con l'orto vicino alla capanna.

            Si è potuto anche ricostruire l'agglomerato di capanne, tutte di legno con tetto di paglia, assiepate tra loro, in un luogo alto, circondato da un fossato,  con terrapieno e palizzata, solitamente di piante verdi. L'accesso era un ponte levatoio che veniva alzato la sera.

            Nel museo è raccolta quindi la documentazione su questi villaggi, consistente in foto aeree che rilevano la forma del villaggio, in trascrizioni di scritture medioevali in cui vengono nominati, in oggetti di uso casalingo, frammenti di stoviglie con varie funzioni (pignatte, olle, secchielli e soprattutto testi) in terracotta o, molti, in pietra ollare, rinvenuti tra i resti dei focolari.                                               

 

 

 

 

            Molto interessanti sono diverse perle di pasta vitrea e non, spilloni ed altro, facenti parte di corredi muliebri, databili anche ad età precedenti delle stoviglie (sec. VIII-IX), per essere state trasmesse di generazione in generazione dalle madri alle figlie.

            Lo schema espositivo museale è alquanto ricercato e dà un quadro molto particolareggiato del vissuto quotidiano delle nostre popolazioni nel Medioevo.

            Questo tipo di museo si può ritenere unico in Italia nel suo genere, quindi una sua visita risulta interessante.

 

Info: curatore museo: B. Caramore - tel. 0429.91896 - apertura: sabato e domenica  -  14.30/17.30               

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