Cinque anni fa il professor Marco Biagi fu ucciso, sulla porta della sua casa di Bologna, da un gruppo di terroristi delle Brigate rosse. In questi giorni molti ricordano, giustamente, l'impegno ed il sacrificio di un uomo di cui dobbiamo onorare la dedizione alla causa del lavoro e delle istituzioni. Il sacrificio "di una vittima designata, esposta e non protetta", come ha sottolineato il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nella sua recente visita bolognese.
Marco Biagi è stato un intellettuale coraggioso e noi non dobbiamo mai dimenticare il suo esempio, che dà forza e qualità alla nostra democrazia come è stato nel caso di Massimo D'Antona e di tutti quei servitori dello Stato che hanno perso la vita per mano dei terroristi perché prestavano servizio per la nostra comunità. L'uccisione di Marco Biagi non deve essere e non sarà dimenticata anche perché, quel giorno, è stata colpita la coscienza civile di tutti gli italiani.
Voglio personalmente rinnovare, in questo momento, la vicinanza ai familiari del professor Biagi, insieme al debito che Bologna, l'Emilia-Romagna e l'Italia hanno verso un uomo che ha sempre portato impegno e passione nella sua professione e su temi decisivi come quello del lavoro.