Castello (sistema fortificato)

 
Le origini risalgono al sec. X.

A quel tempo, su questa propaggine arroccata del Monte Bracco, esisteva già un castello, edificato, sembra, a difesa dai saraceni; da altre informazioni, risulterebbe invece che la fortificazione venne costruita dagli stessi saraceni e destinata a base per le loro incursioni.

A partire dal 1215 i Marchesi di Saluzzo divennero proprietari della fortezza. Successivamente, nel 1341, a seguito la guerra tra Tommaso II ed i suoi zii (Manfredo e Bonifacio), venne abbattuto e successivamente ricostruito.

Con la morte di Gabriele (1548), il Marchesato di Saluzzo cadrà definitivamente in mano ai francesi che, per mezzo di un tradimento, si impossessarono della rocca fortificato di Revello.

 
Nel 1588 Carlo Emanuele I, approfittano della guerra di religione che impegnava il re di Francia Enrico III, invade le terre del marchesato e si dirige con le truppe alla difficile conquista del castello di Revello.

Preso possesso delle fortificazioni minori, compreso il forte di Bramafam, decide di attaccare la fortezza anche dalle rocce sovrastati del Monte Bracco; sotto il tiro implacabile dell'artiglieria sabauda, il comandante della piazza, Le Vernet, si arrende.

 
In memoria di questa battaglia rimane una scritta su una parete esterna della vicina cappella di San Leonardo.

Per meglio proteggere le reliquie di San Chiaffredo dalle invasioni ugonotte e dagli eretici, nel 1593, i Savoia decidono di trasferirle da Crissolo al castello di Revello, lasciando alla defraudata comunità una modesta parte delle spoglie.

Dopo la morte di Vittorio Amedeo I, le sorti dello stato passano alla vedova Maria Cristina, sorella del re di Francia.

Quest'ultimo, per mezzo delle ingerenze del suo ministro Richelieu intende progressivamente impadronirsi del territorio sabaudo.

Ma anche i cognati della vedova pretendono di spartirsi il potere.

 
Scoppia quindi un nuovo conflitto che coinvolge i francesi, a sostegno di Maria Cristina (madamisti) e gli spagnoli, in aiuto ai cognati (principisti).

Successivamente alle iniziali battaglie, prevalse l'amor di patria; compreso che il Richelieu intendeva prendere possesso di Revello per realizzare, insieme alla piazzaforte di Pinerolo, una sicura difesa d'oltre Alpi per la Francia, le truppe principiste, che avevano già in mano il castello, si accordano con i sostenitori di Maria Cristina lasciando che in una notte si introducano pure essi nella rocca.

Il Richelieu, giocato dai suoi alleati, minaccia allora di trattenere la città di Cuneo, appena conquistata; i piemontesi si accordano ed ottengono la città alla condizioni che venga distrutta la famigerata fortificazione di Revello.

Quindi, il 16/02/1642, dopo aver traslato le spoglie di San Chiaffredo a Saluzzo, il castello viene, per sempre, fatto saltare in aria dalle mine.

 

DE REGGES TRADITO

Al tempo di Gabriele il Marchesato di Saluzzo (1548) passava sotto il dominio del re di Francia Enrico II.

La fortezza di Revello non venne però conquistata con le armi bensì con il tradimento.

Il generale Giovanni Carracciolo, principe di Melfi, giunse di sorpresa nel castello marchionale ed intimò all'ultimo marchese di consegnare la fortezza con il pretesto di rafforzarne la difesa.

Ma il governatore del castello, Giovanni de Regges, si rifiutò di eseguire qualunque ordine se non impartito liberamente da Gabriele stesso.

Il generale, Giovanni Carracciolo, dopo aver deportato Gabriele a Pinerolo, tentò inutilmente l'assedio alla fortezza per due mesi.

Decise quindi di corrompere il comandante del castello, Giovanni Maria Muratori, il quale, con l'aiuto di altri complici, fece precipitare il de Regges da un bastione della fortezza.

 

LA STRUTTURA DEL CASTELLO

Da uno studio di Piero Sella risulta che il castello era di pianta quadrata con lati di 25 m., cinto da una serie di murature in pietre e mattoni.

Le torri d'angolo erano tre, lo spigolo di nord-est ne era sprovvisto.

Dalla stampa del Theatrum Sabaudiae si osserva che la fortezza aveva probabilmente tre piani fuori terra e due sotterranei; Il torrione centrale, doveva appartenere a una delle precedenti costruzioni.

Un successivo studio dell'ingegnere militare Gabriel Busca (1598), conferma la validità della rocca, soprattutto per quanto riguarda la posizione, osservando tuttavia che le svettanti torri sulle mura potevano essere facile bersaglio dell'artiglieria.

E' ignota l'articolazione interna degli edifici costituenti il castello; tuttavia, si ritiene che la struttura fosse, con buona approssimazione, simile a quella della fortezza di Verzuolo.

Risulta che il castello fosse anche circondato da un fosso, ovviamente asciutto, ed ognuno dei tre torrioni cilindrici conteneva una stanza circolare con cannoniere.

 

I MISTERI DEL CASTELLO

Una leggenda popolare racconta di una certa Cristina, pure marchesa, che tra le mura della famigerata fortezza consumava le sue vendette, giungendo persino a murare viva una suora.

A quel tempo regnava Maria Cristina, duchessa dei Savoia, contrastata da una fazione avversaria.