CRONACA

La donna accusata dalla superteste del rapimento di Emanuela Orlandi: la denuncio
Il rettore della basilica dove è sepolto de Pedis: "Troveranno solo le sue ossa"

"Non sono io la carceriera
quando è scomparsa ero in galera"

di MARINO BISSO


"Non sono io la carceriera quando è scomparsa ero in galera"

Emanuela Orlandi in un'immagidi d'archivio

ROMA - "Non c'entro niente con il rapimento di Emanuela Orlandi. Questa Minardi nemmeno la conosco. Dall'82 all'84 ero in carcere e anche mio marito, Vittorio Sciattella, in quel periodo, era in prigione". Si è presentata spontaneamente ai magistrati, Daniela Mobili, indicata dalla superteste Sabrina Minardi come proprietaria dell'appartamento dove sarebbe stata tenuta sequestrata Emanuela Orlandi.

La donna assieme al marito e alla donna delle pulizie è stata ascoltata dal procuratore aggiunto Italo Ormanni, dai pm Andrea De Gasperis e Simona Maisto e dal capo della squadra mobile Vittorio Rizzi. A chiamarla in causa è stata l'ex amante del boss della banda della Magliana, Enrico De Pedis. La Minardi ha raccontato che Emanuela era stata affidata alla domestica della Mobili che in un'occasione l'avrebbe accompagnata in auto. "A casa mia veniva solo una donna di servizio pagata a ore. E non ha mai avuto la patente, quindi non poteva accompagnare quella ragazza" ha aggiunto la Mobili che ha dato mandato al suo avvocato Angela Porcelli di denunciare la Minardi per calunnia.

Intanto nuovi particolari e altre incongruenze emergono dall'interrogatorio della Minardi. "La casa di proprietà di Daniela Mobili era formata da due o tre camere da letto. Ho conosciuto la Mobili nell'81 tramite una parente del mio ex marito - ha detto la superteste - A lei ho confidato di aver accompagnato la Orlandi, su ordine di De Pedis, vicino al Vaticano. Lei sapeva già che in quella casa era ospitata la ragazza".

I ricordi della Minardi si confondono quando parla di Danilo Abbruciati, ucciso nell'82 a Milano dopo aver sparato al vicepresidente del Banco Ambrosiano, Roberto Rosore. Secondo l'ex amante di Renatino il sotterraneo, vicino alla casa dove era tenuta la Orlandi, sarebbe stato "ristrutturato da Abbruciati per nascondervi i sequestrati... Mi aveva detto anche che a casa della Mobili bisognava portare la spesa perché c'era una ragazzina che doveva mangiare". Ma all'epoca del sequestro Orlandi Abbruciati era morto.

Per stabilire l'attendibilità della teste diventano fondamentali le indagini della squadra mobile sui luoghi indicati dalla Minardi. Sono stati già disposti accertamenti catastali e controlli su alcune abitazioni di vecchi esponenti della banda della Magliana. E ora del caso di Emanuela Orlandi se ne occuperà anche il Copasir, il Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti.

Per l'eventuale ispezione della tomba di De Pedis nella basilica di Sant'Apollinare, la Procura ha accertato che il luogo di culto non gode del regime di extraterritorialità. La magistratura potrà svolgervi accertamenti previa richiesta al vicariato che dovrà poi inoltrare la pratica alla Santa Sede. Il rettore della basilica, monsignor Pedro Huidobro, ha già detto di non essere contrario: "Ma credo che dentro alla cripta gli inquirenti troveranno solo i resti di Enrico De Pedis".

(26 giugno 2008)
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