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Legendary
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Cosa fareste se un grifone (celebre incrocio di leone e aquila) vi distruggesse l'auto? Bella domanda, non c'è che dire: sicuramente sarebbe difficile spiegare l'accaduto all'assicurazione... Questo e altri eventi surreali caratterizzano i primi momenti di Legendary, sparatutto in soggettiva firmato Spark Unlimited che abbiamo potuto provare in una versione "Preview" ancora incompleta (ma già dotata di doppiaggio in Italiano). Le impressioni ricavate sono contrastanti, proprio come quelle del fumetto distribuito insieme ad alcune riviste americane, oltre che online.
Iniziamo proprio dalla graphic novel firmata Mark Waid per sottolineare come il gioco, malgrado segua nella struttura i dettami del genere "arcade", voglia apparire più profondo dei concorrenti soprattutto come caratterizzazione dei personaggi e sceneggiatura.
Se è ormai celebre la premessa che muove la trama, ovvero l'apertura accidentale del Vaso di Pandora con tutti i problemi che ne derivano, lo è meno il modo con cui vengono presentate le vicende su schermo e carta. Quest'ultimo passaggio si può osservare in anteprima nella preview della Graphic Novel che uscirà entro fine anno negli Stati Uniti (e che trovate in versione PDF sul sito ufficiale del gioco).
Legendary si caratterizza infatti come un'esperienza molto cinematografica e concentrata sull'azione non stop fitta di colpi di scena, in cui la parola viene lasciata molto spesso alle esplosioni e alla "trasformazione creativa" dello scenario. Già nelle prime fasi, infatti, assistiamo a interi grattacieli distrutti da enormi creature alte centinaia di metri, mentre la strada sotto di noi si apre e contorce come se avessimo bussato alle porte dell'inferno. Che poi, in fin dei conti, è quanto fa esattamente il ladro professionista Charles Deckard nei primi attimi di gioco.
Come spiega dettagliatamente il fumetto, nei secoli passati è sempre stato saggio tenere chiuso il Vaso di Pandora, per motivi che vanno oltre la semplice educazione: infatti, una serie di spaventose creature, in grado di sterminare l'umanità, aspettavano soltanto di essere liberate... Adesso sarà compito nostro, a suon di magia e proiettili, rimetterle in scatola.
Mitologia a parte, peraltro curata nella rappresentazione delle creature e nel loro aspetto, Legendary si annuncia basato interamente sui riflessi del giocatore e sull'immediatezza del gameplay, fatti percepibili anche da un sistema di controllo (e questo è un bene) limitato in quanto a numero di tasti.
Le fasi provate si articolano infatti lungo il classico "maxi sentiero" in stile Call of Duty (serie da cui gli sviluppatori, tra l'altro, provengono), assolutamente lineare e predefinito nelle scene mostrate al giocatore. Se questo aspetto è positivo nelle fasi introduttive, spettacolari per costruzione scenografica e realizzazione, alla lunga potrebbe diventare un forte limite in ottica ripetitività. C'è infatti da ricordare come gli scontri non abbiano particolari soluzioni tattiche se non l'uso proficuo delle armi a disposizione e dei poteri magici guadagnati da Deckard all'apertura del Vaso.
Questi ultimi consistono più che altro nell'assorbimento dell'energia lasciata dai nemici caduti, a scopo di guarigione o per attivare colpi a energia utili nell'interazione (leggasi: distruzione) del fondale. Insomma, nel gioco come sulle pagine del fumetto si intravede una specie di voragine che separa le due diverse "anime" di Legendary: da una parte troviamo la cura spesa nel background narrativo e nella caratterizzazione dei personaggi. Dall'altra, si affronta un gameplay talmente semplificato da far sembrare, talvolta, DOOM una serie strategica. In ogni caso, se l'azione in chiave fantasy è quello che cercate, difficilmente sarete delusi da questo titolo. La linea scelta dal team creativo è infatti chiara ed evidente: non dare al giocatore tempo di fermarsi a riflettere, ma tenerlo sempre sul filo del rasoio.
In campo prettamente estetico, la concorrenza nel genere sparatutto è a dir poco agguerrita e, proprio per questo, la sfida che si presenta innanzi a Legendary non è certo indifferente.
Il supporto dato dal motore di Unreal garantisce infatti un alto numero di oggetti su schermo ed ottimi effetti speciali nelle scene aperte, dove il gioco dà il meglio di sé offrendo in certi casi uno spettacolo veramente di nuova generazione. Più spesso, invece, emerge una certa povertà grafica dello scenario e una scarsità di dettaglio tipiche delle produzioni di qualche anno fa. Sul fronte audio, la qualità rimane invece di buon livello con un doppiaggio Italiano discreto e musiche abbastanza curate, benché spesso (e forse volutamente) sovrastate da esplosioni o altri effetti più o meno "catastrofici".
La semplicità evidente in alcuni aspetti della grafica ritorna nella risposta ai comandi, piuttosto "scivolosa" e semplificata nell'uso delle armi: queste ultime, infatti, risultano molto leggere e artificiali nel funzionamento, mancando quella sensazione di "peso" e "potenza" che emerge invece in molti sparatutto moderni.
Insomma, pur avvicinandosi a grandi balzi la data di uscita, il margine di miglioramento tecnico appare ancora consistente, sempre che la versione a noi disponibile non sia molto più arretrata della data di consegna.
Ad ogni modo, saremo come sempre pronti ad accogliere il titolo completo e osservarne più attentamente ogni aspetto, valutando anche la componente multiplayer che non era disponibile in questo codice di prova. Ci si rivede in autunno, signor Deckard, e intanto si tenga ben lontano dai musei!