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30/1/2009 (7:9) - RETROSCENA
La signora Milingo
scomunica Chiambretti
Maria Sung quando è entrata la ballerina è andata via
L'ira di Maria Sung per la danzatrice che provoca il vescovo
ALBERTO MATTIOLI
MILANO
Altro che reality. Ieri la registrazione di Chiambretti Night ha avuto degli ottimi momenti di comicità voluta e uno sublime di comicità involontaria. Tutto era filato liscio con la prima intervista al «numero uno» della serata, Anna Tatangelo. Poi è stata la volta di monsignor Milingo, l’esorcista più famoso della cristianità, il vescovo scismatico scomunicato «latae sententiae» per due comportamenti non graditi alla Santa Sede: essersi sposato e aver ordinato degli altri vescovi, sposatissimi pure loro. Di suo, Milingo è apparso placido, passabilmente intronato e decisamente ingrassato. L’Esorciccio non stava dicendo proprio nulla di sensazionale, ma per fortuna allo show ha provveduto la moglie, la coreana Maria Sung.

Tutto è successo quando è partito lo stacchetto di una danzatrice del ventre, che l’aveva naturalmente scoperto insieme ad altre generose dosi di epidermide. La tizia stava dimenando un pregevolissimo lato B (infatti non è araba, ma brasiliana), quando la moglie del vescovo, al grido di «Vergogna!», è partita in quarta balzando sul palcoscenico e cercando di portarsi via il marito, rimasto peraltro impassibile sulla sua poltrona con un’inconfondibile espressione coniugale modello «ma questa che vuole?». Blandita da Chiambretti, la signora Milingo prima ha spiegato che non gradiva vedere il marito vestito da monsignore accanto a una ballerina seminuda e poi se n’è andata. Salvo rispuntare poco dopo, quando alla danza si è sostituito il canto delle quattro sensuali «Sisters» di colore. Momenti di imbarazzo generale, tensione, lazzi e schiamazzi del pubblico, battute di Chiambretti («Ecco, vedete perché non mi sono mai sposato!») poi, grazie a Dio (è il caso di dirlo) la signora se n’è andata arrabbiatissima, il siparietto è finito e l’intervista pure. Intanto Chiambretti garantiva che gli accordi presi con il monsignore erano stati rispettati («Il patto era che il resto del cast non interagisse con lui. Sono convinto che la signora Sung abbia esagerato») e che la trasmissione sarebbe andata in onda regolarmente.

Insomma, si conferma la vocazione scoopparola del programma, che peraltro visto da dietro le quinte è un vero grande show (altro che un Markette siliconato) con scenografie imponenti, artisti veri e 150-persone-150 al lavoro per realizzarlo. C’è spazio perfino per parlare del Grande Inciucio televisivo. E la persona giusta è appunto Piero Chiambretti, che ha lavorato in Rai, lavora a Mediaset (e quante polemiche e commenti inutili, con il senno e la pax televisiva di poi) e partecipò al tentativo de La7 di inventare il terzo polo. Superato lo choc per l’invasione coreana, il Chiambra non si sottrae: «Bonolis dalla De Filippi non l’ho visto. Però è chiaro che la guerra è finita. Benissimo, per me: io sono per la pace, anche quella dei sensi. Ma ricordando sempre che è la concorrenza che alza la qualità del prodotto».

Però, insomma, è vero o no che ormai la teleguerra si combatte fra Mediarai o Raiset da una parte e Sky dall’altra? «Così si dice. Di certo, Sky è un’alternativa a tutte e due. Ma c’è un ma: il decoder. Io credo che la vera democrazia sia far vedere non solo tutto a tutti, ma pure gratis. E lo dico anche a mamma Rai». Incombe Sanremo. L’anno scorso Mediaset controprogrammò duramente e non fu una delle ultime cause del flop del festivalone griffato Baudo-Chiambretti... «È sempre stato così. Dipende dalle annate, ci sono annate buone e annate cattive». E questa come sarà? «Buonissima. Stanno tutti lavorando per fare un gran Festival». Nel suo programma, invece, la moglie coreana di un vescovo nero tenta di oscurare una brasiliana vestita da araba mentre un piemontese in smoking e scarpe rosse suda freddo. Se non è televisione questa...
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