1426/3 - Gli incidenti di Spalato

Il 27 gennaio 1920, durante una manifestazione anti-italiana a Spalato, la folla ammainava ed asportava la bandiera italiana da due piroscafi, imbrattava il ritratto del Re ed assaliva alcuni circoli e negozi italiani. Nel darne comunicazione al Presidente del Consiglio, Nitti, al Ministro della Marina, Sechi, ed al Ministro della Guerra, Albricci, il Governatore della Dalmazia occupata, Ammiraglio Millo, informava di aver adottato le seguenti misure:

«Dispongo cacciatorpediniere Impavido si trovi domani mattina Spalato rinforzare Puglia et Aquilene che già vi si trovano. Ordine Comandante Puglia chiedere governo locale riparazione e punizione colpevoli rivolgendosi anche Comando navale americano presente. Dispongo piroscafi nostre linee sospendano pratica viaggiatori e commercio a Spalato approdandovi solo per comunicare attraverso nave Puglia. Stante unità navali disponibili domando invio urgenza altri due cacciatorpedinieri che richiede anche Brindisi e Pola. Informerò novità». (Millo a Nitti, Zara, 27 gennaio 1920, h. 21.45, ASE, P 1919-30, 1304)

Poco dopo, lo stesso Millo precisava di aver ordinato al Comando della nave «Puglia», che stazionava nel porto di Spalato, di

«Richiedere tassativamente formale riparazione per insulto nostra bandiera ed offesa ritratto Sovrano». (Millo a Nitti, Zara, 27 gennaio 1920, h. 23.40, ibidem)

Il 28 gennaio 1920, il Sottosegretario agli Esteri, Sforza, così telegrafava al Console italiano a Belgrado, Galanti:

«Fatti oltre costituire serio pericolo incolumità nostri connazionali hanno assunto carattere gravemente offensivo per Italia. Voglia presentare codesto Governo nostre vive rimostranze e chiedere pure suo immediato intervento presso Autorità locali allo scopo far cessare subito attuale Stato di cose». (Sforza a Galanti, Roma, 28 gennaio 1920, h. 15.00, ibidem)

Lo stesso giorno Millo informava il Capo di Stato Maggiore della Marina, Acton, che

«Nave Puglia comunica da Spalato avere ricevuto scuse formali da governo locale con promessa indennizzo danni et punizione colpevoli. Sembra che misura da noi subito adottata della sospensione del servizio passeggeri e merci per i piroscafi di nostra requisizione o bandiera abbia fatto molto effetto». (Millo a Acton, Zara, 28 gennaio 1920, h. 19.30, ibidem)

In seguito Millo aggiungeva:

«Domani mattina giovedì a Spalato sarà rialzata nostra bandiera sopra piroscafo da cui fu ammainata e ciò alla presenza di rappresentanze del Governo locale». (Millo a Acton, Zara, 28 gennaio 1920, h. 22.00, ibidem)

Il 29 gennaio 1920 Galanti così scriveva al Ministro degli Esteri, Scialoja:

«Ho veduto stamane Presidente del Consiglio al quale ho fatto serie rimostranze per gli incidenti di Spalato. Si è dimostrato dolentissimo. Anche dalle sue informazioni risulta che bandiere dei due piroscafi erano state ammainate e asportate dalla folla. Mi ha assicurato che darà ordini severissimi per la punizione dei materiali colpevoli e degli agenti responsabili e che le autorità locali saranno inviate ad informare dei provvedimenti presi il Comando della Regia Nave Puglia. Presidente del Consiglio si riserva di darne comunicazione anche a questa Legazione. Mi ha infine pregato di esprimere a V.E. il suo rincrescimento». (Galanti a Scialoja, Belgrado, 29 gennaio 1920, h. 18.50, ibidem)

Quanto al risarcimento dei danni, l'Ammiraglio Millo informava, alcuni giorni dopo, che

«Il Governo locale di Spalato, in adempienza alle assicurazioni date di indennizzare i danni sofferti dai nostri connazionali, ha già liquidato quelli causati alle Società Italiane: ha versato per quelle la somma complessiva di corone 22.604 come risultanza della perizia dei danni accettata da ambo le parti. Per gli altri danni subiti dai proprietari di negozi e dai privati si sta procedendo alle pratiche degli accertamenti e della perizia». (Millo a Nitti, Zara, 6 febbraio 1920, s.h., ibidem)

Il 17 marzo Millo confermava:

«Governo locale di Spalato ha preso impegno pagare subito integralmente danni arrecati italiani di colà dimostrazione 27 gennaio. Cesso perciò ogni predisposizione per sospendere traffico nostra bandiera o requisizione e ringrazio Comando navale americano che ha fatto da intermediario». (Millo a Nitti, Zara, 17 marzo 1920, 18.50, ibidem)

Quanto, invece, alla punizione dei responsabili, ancora Millo, il 29 marzo, informava che

«Il Presidente del Governo locale ha presentato personalmente le scuse per i noti incidenti a me e al Comandante. Ha informato che i tre arrestati sono stati puniti colla massima pena, cioè con 14 giorni di arresto. Contro di essi ed altri si sta indagando anche perché il Governo dubita che l'incidente sia opera degli elementi estremi intesa a creare difficoltà interne in approssimazione del 1° maggio. Ha deplorato le azioni sobillatrici della stampa promettendo di richiamare ufficio censura ad una maggiore severità». (Millo a Nitti, Zara, 29 marzo, 1920, h. 22.30, ibidem)

Vedi anche

Millo a Nitti, Zara, 27 gennaio 1920, h. 23.15, ASE, P 1919-30, 1304; Millo a Nitti, Zara, 27 gennaio 1920, h. 23.40, ibidem; Millo a Acton, Zara, 28 gennaio 1920, h. 20.35, ibidem; Millo a Sechi, Zara, 29 gennaio h. 18.50, ibidem; Galanti a Scialoja, Belgrado, 29 gennaio 1920, h. 18.50, ibidem; Millo a Scialoja, Zara, 15 marzo 1920, h. 10.30, ibidem; Millo a Scialoja, Zara, 16 marzo 1920, ibidem; Millo a Scialoja, Zara, 17 marzo 1920, ibidem; Millo a Nitti, Zara, 17 marzo 1920, ibidem; Gulli a Millo, Spalato, 28 marzo 1920, ibidem; Millo a Sechi, Zara, 31 marzo 1920, ibidem.;