La storia del Santuario - Il Convento
Indice |
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La storia del Santuario |
Le Origini |
La nuova chiesa |
Restauro del 1844 |
Il Convento |
P.zza Indipendenza |
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CONVENTO
Il convento è uno dei più importanti d’Italia. Da qui partì il Venerabile Padre Prospero dello Spirito Santo per recuperare il Santo Monte Carmelo, culla dell’Ordine, ove restaurò la vera vita carmelitana.
Del vecchio convento dei Carmelitani Scalzi si conosce poco. Si sa che la costruzione venne effettuata contestualmente alla chiesa e che inizialmente i frati costruirono due dormitori con 11 celle. Poi, grazie a copiose elemosine, fabbricarono altri dormitori con 10 celle e un oratorio. Oggi l’oratorio è adibito a dormitorio dei soldati in forza al Distretto Militare che utilizza i locali dell’ex-convento.
I Carmelitani sino al 1802 abitarono nel Noviziato dei PP. Teresiani scalzi, ubicato nella strada dei Porrazzi, oggi Corso Pisani. Vennero trasferiti nel convento quando i loro locali furono adibiti a manicomio dei pazzi.
I monaci carmelitani scalzi sono dell’Ordine che trae il nome biblico dal monte Carmelo e che nel profeta Elia venera il tipo e il padre della propria spiritualità. Teresa d’Avila (1515-1582) riuscì a riformare questo Ordine costituendo il Carmelo Riformato.
Il 10.6.1860 il convento viene, insieme alla chiesa, confiscato e adibito a magazzini militari. Venne occupato dai militari prima della soppressione degli Ordini religiosi del 1866, in quanto già nel 1858, data di stampa della Guida di Palermo del Di Marzo-Ferro, si scrive che all’interno del convento c’erano già dei soldati.
Il convento, adibito a caserma, venne intitolato a Vittorio Amedeo II, mentre dopo la seconda guerra mondiale cambiò nome a favore di Giuseppe Garibaldi.
Il 13.11.1870 Vittorio Emanuele II. Re d’Italia, decretò l’istituzione dei Distretti Militari nei capoluoghi di provincia e da allora l’ex convento è sede del relativo Distretto.
All’interno, all’ingresso, è un chiostro di forma rettangolare, definito da quattro viali confluenti al centro. Le pareti del chiostro sono ornati da finti capitelli di tufo. Al primo piano su un ampio corridoio, si aprivano le celle dei monaci, con finestre che danno nel terrazzo. Un ampia terrazza, con pavimentazione originale, collega, con una pendenza accentuata , la chiesa al convento.