IL MACACO: SOLO PER VERI MACACHI!
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Visto che il Grande Macaco in persona ha scritto di una bella applicazioncina che permette di configurare un MAMP senza andare a modificare i file di configurazione a manina, ne approfitto per mostrarvi qualcosa che ha fatto la storia di Internet (e del MacOSX). Sto parlando di NeXTSTEP, il sistema operativo di NeXT, creata da Steve Jobs dopo la cacciata da Apple e successivamente assorbita da Apple che ha usato il NeXTSTEP come base per MacOSX.
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So che trovero’ dissenso da parte di Macaco Maximo e molti altri di voi, ma spero di convincervi almeno un poco che Internet e’ una bestia che spesso si fa fatica a domare.

Mi ricordo che all’inizio della sua comparsa su scala pubblica chi veniva beccato a navigare in orari scolastici o lavorativi era subito bannato come scansafatiche.

Ora per fortuna gli anni lo hanno reso maturo ed e’ diventato uno strumento insostituibile sia per lavorare che per aiutare nello studio…MA…

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…quello che sta succedendo in Iran, in questi giorni, con le notizie che ci arrivano solo grazie a chi riesce a far trapelare, attraverso le maglie della censura sulla Rete, messaggi e filmati amatoriali, dimostra una volta per tutte (anche se non era necessario) che Internet deve rimanere il più possibile libera da ogni forma di controllo o di possibilità legale o tecnica di censura.

Punto.

Vorrei mettere in chiaro una cosa. Non solo amo Internet, ma penso che vada difesa ad ogni costo. Probabilmente la maggior parte della gente non si è ancora accorta di una cosa: la Rete è l’invenzione più rivoluzionaria di tutti i tempi. Non ve ne siete ancora accorti perchè per ora la gente è divisa tra chi usa FaceBook per mandare stupidi giochini agli amici, e chi pensa che su Internet ci si vada solo per rubare ai poveri artisti o per adescare bambini.

Nel futuro, però, se ne accorgeranno tutti, anche quelli meno wired. Questo è l’unico rumor che apparirà sul Macaco :D

Nel frattempo, sfrugugliando tra i vecchi bookmarks, ho ritrovato un bellissimo articolo di Doc Searls e David Weinberger, intitolato World of Ends, che ci spiega gli errori più comuni che si fanno pensando a Internet.

Se l’avete già letto, è un piacevole ripasso. Se non lo avete ancora fatto, vi manca qualcosa di importante, quindi affrettatevi.

Lo trovate qui, tradotto in italiano, o qui, per chi vuole leggere l’originale inglese.

Buona lettura :)

Capita spesso che a notte inoltrata, quando la casa è avvolta nel silenzio e tutti dormono… io non ci riesca. Allora scivolo di soppiatto nello studio guidato solo dalla luce soffusa del Mac che mi aspetta già acceso. Lo guardo indeciso se sia meglio una tazza di camomilla o una navigata senza meta nel mare di Internet. Scelgo istintivamente la soluzione avventurosa e il vento della connessione Wi-Fi mi spinge velocemente verso lidi inesplorati.

Capita quasi per caso mentre cercavo un rimedio all’insonnia, di finire su un sito, quello della Universität der Künste Berlin, e di scoprire che ospita un sacco di vecchi progetti legati al mondo dei media nei quali, abbastanza spesso e molto piacevolmente, spuntano i gioiellini “made in Cupertino” tra i materiali utilizzati nelle composizioni.

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In questi giorni impazza sulle reti televisive nazionali uno spot che afferma che finalmente una grande rivoluzione tecnologica è arrivata anche in Italia: la televisione digitale terrestre.

Ora, premesso che qualunque, seppur piccola, innovazione tecnologica in Italia, visto l’arretratezza nella quale navighiamo, è da accogliere con festeggiamenti, la domanda nasce spontanea: nell’Era di Internet, il DTT è davvero un’innovazione tecnologica?

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