Per il rifacimento, spesi 6 milioni di euro. All'interno ricche collezioni d'arte
Villa Necchi-Campiglio, un gioiello ritrovato
Nel cuore della città apre al pubblico, dopo tre anni di restauri, una casa museo degli anni Trenta. Crespi (Fai): «Un tesoro da vivere»
STRUMENTI
MILANO - Riapre a Milano, nel cuore della città, dopo oltre tre anni di restauri costanti più di 6 milioni di euro, Villa Necchi Campiglio, donata nel 2001 al Fai ed ora casa museo (guarda il video). Costruita tra il 1932 e il 1935 in via Mozart dall'architetto Piero Portaluppi ed aggiornata successivamente dall'architetto Tomaso Buzzi, Villa Necchi è circondata da un ampio giardino al cui interno si trovano, vera novità per gli anni trenta, una piscina e un campo da tennis. Due collezioni arricchiscono la villa: la raccolta d'opere d'arte del primo Novecento di Claudia Gian Ferrari (con 44 opere che vanno da Arturo Martini a Giorgio Morandi, da Giorgio de Chirico a Mario Sironi) e la collezione di dipinti e arti decorative del XVIII secolo donata da Alighiero ed Emilietta De' Micheli (con dipinti del Canaletto, Tiepolo, Marieschi e Rosalba Carriera oltre a preziose porcellane cinesi e maioliche lombarde, miniature di Jean Baptiste Isabey appartenute a Napoleone). Dal 30 maggio la villa si potrà visitare pagando 6 euro ma, come ha tenuto a precisare la presidentessa del Fai, Giulia Maria Crespi «al suo interno si potranno tenere convegni, celebrare matrimoni, festeggiamenti. La villa sarà aperta anche alla sera, con la sua caffetteria davanti alla psicina e il campo da tennis. Una villa museo quindi non solo da visitare - ha sottolienato Crespi - ma che tutti i milanesi possono vivere personalmente».
La Villa sarà aperta al pubblico da mercoledì a domenica dalle 10 alle 18, mentre il bar-caffetteria aprirà a metà giugno tutti i giorni fino alle 21. Con l’apertura di Villa Necchi Campiglio si avvierà da settembre anche il progetto del circuito delle quattro case museo milanesi che coinvolge il Museo Poldi Pezzoli, il Museo Bagatti Valsecchi e Casa Boschi-Di Stefano.

Villa Necchi Campiglio fu costruita da una famiglia illuminata dell’alta borghesia pavese che, trasferitasi a Milano, fece della sua casa un cenacolo di aggregazione culturale aperto al mondo. All’età di 30 anni Angelo Campiglio mette da parte la professione di medico per accogliere l’offerta del suocero Necchi di dare insieme vita alla Neca, una grande fonderia pavese di ghisa. Altrettanto prosperosa la società creata dal terzo fratello Necchi, Vittorio, che dà avvio alla produzione di quella che diventerà uno dei simboli dell’Italia industriale: la celebre macchina da cucire Necchi. A quasi 80 anni dalla sua realizzazione la dimora stupisce per il lusso degli optional - la piscina riscaldata, il campo da tennis, gli smisurati bagni di marmi preziosi - per il suo centralissimo isolamento e per la straordinaria intuizione di dotarla di tutti gli strumenti tecnologici più avanzati, da un sistema di comunicazione interno via citofoni fino all'immensa saracinesca che salendo elettricamente dal suolo ne chiude l’ingresso di notte.
29 maggio 2008