LIGABUE
Arrivederci, mostro!
Warner
★★
LE VIBRAZIONI
Le strade del tempo
Sony
★★
Musica/ - Due icone pop a confronto. Entrambe nel mezzo di un bel guado esistenziale
Insieme, sì. Perché dopo un decennio (loro) o due (lui) di percorso,
paiono in mezzo al guado. Per musica e testi, non come personaggi: su
quelli in Italia si lavora bene, la loro immagine è percepita come
desiderano: lui il rocker sofferente/incazzato, loro il sognante
gruppo tardobeat/primoprog. Le canzoni però suonano inquiete. Lui non
fa che lagnarsi: metà delle canzoni è il sofferente/incazzato
j’accuse verso giornalisti bastardi e pubblico spietato. Loro cercano
di volare alto, sperando di far dimenticare il botto iniziale con
“mielodie” da Tre metri sopra il cielo (film cui concessero un brano.
Certe ingenuità si pagano). Musicalmente lui non ha cambiato motore:
ogni tanto accelera, ed è quanto gli riesce meglio; più spesso
rallenta nella dolente ballatona: è diventato miticoLiga grazie a
Certe notti e Una vita da mediano, mica grazie a
Vivo morto o X. Loro
vibrano verso il prog italiano, ma attaccati come paguri alla
conchiglia-canzone: niente Banco né Orme: giusto i 45 giri della Pfm
(vedi
Respiro). Ed entrambi immergono il pentagramma in armonie
tricolori, ché vallo a spiegare al pubblicone, che tu andresti oltre
quei fidati “mi minore”.
E i testi? Ok, facciamola, la figura dei cattivi, così miticoLiga può
dimostrare che gli «lanciano merda per un titolo più largo» e c’ha
ragione Caro il mio Francesco a scrivere
L’avvelenata. Certo,
miticoLiga – ma lo sappiamo che da Non è tempo per noi a oggi la tua
è una tattica, un chiagne e fotte alla Mourinho, coi suoi turpi
“manovratori” ovunque, per fare quadrato. E i fans fremono con te e
contro quei critici (io e altri tre sfigati) imbevuti di cultura
dell’invidia – già: fateci caso, gli ultimi vent’anni sono trionfali
per miticoLiga come per
MenomalecheSilvioc’è, ambedue accerchiati,
poveretti. E quanto alle tue verità definitive su LA VITA, qualche
anno fa nel tuo canzoniere ne ho contate 21. Quell’altro, perlomeno,
si è contentato di finire sulle panchine dei giardini con «La vita è
un brivido che vola via».
Le Vibre invece volano via su vette tipo «È nell’enfasi dell’essere
che si effonde la mia passione e il cospargermi di ebbrezza mi
invoglia a ricercare le tue remote intimità» (... anvedi). Alla fine,
sia lui che loro alzano la testa dal loro ombelico e vedono che
attorno c’è un mondo e-nor-me sparato barra avanti verso il nulla, di
cui si degnano di occuparsi. Lui con la toccante Quando mi vieni a
prendere. Loro con Come ieri: «Siamo ancora tutti qui, a fare luce
tutti i giorni sui problemi di questa malata società. Chissà come
andrà? Prima o poi cambierà». Eh, se fate luce voi siamo a cavallo,
clippete clop.
PAOLO MADEDDU
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