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Le BiELLE RECENSIONI
Sursum Corda: "La porta dietro la cascata"
Un raffinato viaggio nell'incanto
di Silvano Rubino


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Crediti:
I Sursum Corda sono: Giampiero Nero Senzari (vocal, classic guitar, kalimba, Inanga, Salterio, El Guit); Piero Bruni (classic and acoustic guitar, dulcimer, banjo, whistle, indonongo); Francesco Saverio Gliozzi (cello and vertical piano); Emanuele Manolo Cedrone (precussions, groove, acoustic guitar); Fabio Carimati (drums and hits)

Ospiti: Alessandro Porro (double bass); Mell Morcone (Grand piano); Claudia Verdelocco (english horn and oboe); Massimo Germini (bouzouki, charango, acoustic guitar); Massimo Trimboli (trumpet and flugelhorn); Bal Val (narrator); Raffaele Brancati (flute and clarinet); Gianfranco Grisi (cristallarmonium and concertina); Giulio Pomponi (grand piano); Mirta Jacober (vocal); Maria Notarianni (accordion); Marie Pistoria (vocal and accordion); Lionell Blanchard (acoustic guitar); Erica Sibilio (soprano); Daniele Ferretti (grand piano); F. Lodovici, F. Gabbiani, D. Cipollini (choirs); Fausto Dasè (programming. Tatanka Phone, Landscape, grooves, Sound effects); Ehr (suondscape "Per la tua pelle chiara"

Testi e musica: Giampiero Sanzari, Piero Bruni, Francesco Saverio Gliozzi, Emanuele Cedrone, Fabio Carimati.
"So che tu mi vuoi" (It's for you) di Lennon/McCartney)

Produzione Artistica: Fausto Dasè
Produzione Esecutiva: Fausto Dasè & Timur Semprini
Arrangiamentii Archi: Daniele Ferretti
Distribuzione: Egea Distribution




Tracklist

Disco 1
01. La porta dietro la cascata: Preludio
02. La porta dietro la cascata
03. Bambina che schiaccia i pinoli
04. A la merci du voyage
05. Il Palazzo
06. Frattale 1
07. Infinito
08. Frattale 2
09. Nascita nuova
10. Esistenza
11. La mia bisnonna è in buone mani
12. So che mi vuoi
13. La valigia di cartone
14. Tutti i fiumi vanno al mare
15. Frattale 12

Disco 2
I frattali:
01. Frattale 5
02. Frattale 11
03. Frattale 10
04. Per la tua pelle chiara
05. Frattale 14
06. Frattale 17
07. Frattale 4
08. Frattale 13
09. Frattale 15
10. Frattale 6



Fatevi trascinare dall'incanto. Gustate l'esperienza. Siate aperti alla scoperta. Date spago alla fantasia. Non trattenete le sensazioni. Non temete le profondità. Ecco, adesso siete pronti per varcare "La porta dietro la cascata", che è il titolo de nuovo disco dei Sursumcorda. Un doppio disco, il secondo dei quali (dal titolo “Frattali”) interamente strumentale. Un progetto ambizioso, con una produzione di grandissimo livello, una cura dei particolari quasi maniacale, un'eleganza che nulla toglie alla capacità di emozionare. Il ritorno di questo gruppo, che noi di Bielle tenevamo d'occhio sin dal loro folgorante esordio (“L'albero dei bradipi”) conferma un talento musicale di grande originalità. Il gruppo torna con una formazione lievemente rimaneggiata: restano Giampiero “Nero” Sanzari (Chitarra Voce), Piero Bruni (Chitarra) e Francesco Saverio Gliozzi (violoncello) ai quali si aggiungono Fabio Carimati (Batteria) e Emanuele “Manolo” Cedrone (percussioni). Ma il marchio di fabbrica rimane lo stesso: una capacità di costruire un progetto plurare, con il coinvolgimento di una nutritissima schieda di musicisti, capace di immergere l'ascoltatore in un tappeto multicolore e armonico, fatto di ingredienti diversissimi: il jazz, la musica classica, le contaminazioni etniche, la canzone d'autore.

Basta dare un'occhiata all'ultima pagina del libretto, con l'elenco dei musicisti coinvolti, per rendersi conto di che tipo di viaggio ci aspetta: buozuki, banjo, salterio, trombe, corni, flauti e clarinetti, fisarmoniche, corno e inglese e oboe (questi ultimi suonati da Claudia Verdellocco, che faceva parte della formazione originaria del gruppo), pianoforti, chitarre, cori e molto altro. Con l'aggiunta di tappeto di archi condotto da Daniele Ferretti, a conferire alle canzoni sontuosi slarghi orchestrali.

C'è tutta la musica, ma nessun eccesso, nessun effetto saturazione: è questo il piccolo miracolo realizzato in questo disco, far confluire fiumi diversi in un mare armonico. Anzi, l'unitarietà del progetto è un obiettivo dichiaratamente perseguito, tanto che il disco, negli intenti del gruppo (che firma collettivamente testi e musiche, tranne che per l'unica cover del disco “So che mi vuoi”, “It's for you” dei Beatles, nella versione di Mina), è quasi un concept “nel quale ogni brano può essere considerato parte del percorso segnato dal precedente. È un’esortazione, un invito a non fermarsi di fronte al fascino della bellezza ma a spingersi oltre la cascata, accettando il rischio della profondità”. L'elemento poetico, dei testi, è uno dei fili che più tiene vivo quel legame. Sono testi rarefatti, evocativi, che puntano a un forte rapporto con la melodia, in un gioco di rimandi continuo tra testo e musica, supportato dal canto di Nero. Un canto, come scrivevamo nella recensione de “L'albero dei bradipi”, che gioca su modulate oscillazioni che riportano a certe voci del nuovo rock, immerso in una ricetta musicale che di rock non ha quasi niente.

Il viaggio inizia con un preludio, pochi versi recitati dalla voce di Bal Val, maestro di fisarmonica gitano, capaci di portarci immediatamente nel clima un po' fiabesco che contraddistingue l'intero disco “Orme disegnate/ su impervi sentieri, / forme concrete/ di passaggi perduti. / Raccontano le fronde / di un varco mai osservato, / direzione per la porta / dietro/ la cascata”. Gli fa da naturale completamento il brano che dà nome all'intero album “La porta dietro la cascata”, interamente strumentale, raffinata e morbita intro, una seconda dichiarazioni di intenti. Come a dire: gli ingredienti sono questi, parole e musiche, ora cominciamo a mischiarli. “Bambina che schiaccia i pinoli” ci porta con leggerezza in uno dei mondi preferiti dai Sursumcorda, quello dell'infanzia. Ed è inevitabile che sia così, visto l'amore per il fiabesco, l'incanto, la leggerezza un po' onirica. Chitarra, archi, pianoforte, per una favola sull'emozione della scoperta. Con un finale in crescendo, quasi vivaldiano. “A la merci du voyage (In balia del viaggiare)”, apre i confini, verso il tango, con una fisarmonica trascinante.

Il palazzo” è esempio perfetto della poetica dei Sursumcorda, elogio della bellezza del quotidiano, capacità di trasformare un oggetto semplice come un edificio in un viaggio nella fantasia. Il “Frattale 1”, impreziosito dal cristallarmonio, strumento raro suonato da Gianfranco Grisi che si basa sullo sfregamento manuale di bicchieri accordati ad acqua, è una costola del brano successivo “Infinito”, rarefatto elogio della poesia “capace di rendere grande una piccola cosa.”, come scrivono gli stessi Sursumcorda nelle note di accompagnamento. Nel “Frattale2” il cristallarmonio sfuma il brano con delicatezza. “Nascita nuova” è costruita attorno a una traccia tracciata da una chitarra classica argentina, a cui gli archi danno come respiro e forza.

Esistenza” si apre a suoni etnici, atmosfere mediterranee, sapori speziati (tromba, bouzuki, percussioni), “La mia bisnonna è in buone mani”, un jazzato e lirico viaggio nella memoria, “So che mi vuoi”, un brano di John Lennon e Paul McCartney, nella versione di Mina, arrangiato con raffinatezza. Il disco si chiude con due insoliti quarci di realtà sociale, sebbene sempre filtrati dalla sensibilità e dallo stile Sursumcorda: “La valigia di cartone” porta alle migrazioni dei nostri antenati, sempre in chiave “leggera”, usando citazioni musicali che riportano al genere ibrido della “Bossa in Italy”, tipico delle colonne sonore di Piero Piccioni e dei film degli anni '70. “Tutti i fiumi vanno al mare” è speculare e porta all'immigrazione dei nostri giorni (“uomini emersi dal deserto, solchi di carovane scrivono destini”), una storia di sopravvivenza e di speranza su un'atmosfera musicale capace di evocare deserti, spazi infiniti, uomini in cammino. Con la chiusa orchestrale del “Frattale 12”.

Resta da dire dei “Frattali”, in alcuni casi legati ai brani del disco “principale”, in altri no. “Costole strumentali delle canzoni che, per effetto degli arrangiamenti e della ricchezza dei suoni, sono capaci di vivere di vita propria”, spiegano gli stessi autori. In questa parte del disco emerge l'esperienza del gruppo sul fronte delle colonne sonore, la capacità di costruire melodie che sappiano accompagnare immagini, o magari, come in questo caso, solo evocarle. Lasciando spazio alla fantasia dell'ascoltatore.

Bravi, consapevoli di esserlo, magari un po' narcisi, i Sursumcorda. Capaci di mettere in piedi, grazie all'incontro con Fausto Dasé e L'Accademia del Suono di Timur Semprini un progetto ambizioso e dominato da una forte identità musicale e poetica. Un invito al viaggio, all'immaginazione, al sogno, particolarmente gradito in questi tempi cupi. Una parentesi di fiaba, di incanto bambino, a cui si cede volentieri, con un sorriso. Lasciando crisi economiche, leggi bavaglio e brutture varie per un po' più di un'ora dall'altra parte, fuori della porta, dietro la cascata, lasciando che il suo scroscio tenga lontani rumori e voci sgradite.

Sursum Corda
"La porta dietro la cascata"

Dasé Soundlab/Accademia del suono/ Egea - 2010
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Ultimo aggiornamento: 29-05-2010
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