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Corriere della Sera

Vermicino, i tre giorni che sconvolsero l' Italia

Il 10 giugno 1981 Alfredino Rampi, 6 anni, precipitò in un pozzo. I soccorsi, l' angoscia, poi la morte

Vermicino, i tre giorni che sconvolsero l' Italia Il 10 giugno 1981 Alfredino Rampi, 6 anni, precipitò in un pozzo. I soccorsi, l' angoscia, poi la morte ROMA - Vent' anni dopo, in via Sant' Irineo, località Selvotta, comune di Frascati, non c' è più la terra bianca. Un nastro d' asfalto costeggia la grande casa che fino al ' 84 è stata di proprietà della nonna del piccolo Alfredo Rampi. Oggi nel castelletto di tufo senza intonaco ci abita un commerciante di acque minerali: «Mi chiamo Roberto Serangeli, all' epoca dei fatti avevo otto anni. Ricordo una trivella altissima, le camionette rosse dei vigili del fuoco e io, che ero solo un bambino, rimasi veramente impressionato da tutto quel movimento». Oltre un Tir che scarica casse di acqua minerale, c' è una cancellata arrugginita. La rete, però, compie una piccola curva per rendere accessibili dalla strada due cilindri: uno piccolo di ferro rosso e uno grande con il tappo di cemento, sormontati da una croce in pietra bianca con la foto di Alfredino che ride. Un' automobilina bianca, un rosario, una decina di ex voto sbiaditi (targhette un tempo usate sui cruscotti con la scritta «Ovunque proteggimi»), una didascalia incisa sulla vernice: «Anche non conoscendoti, ti auguriamo buon riposo. Gloria e .». E' tutto qui. Quel che resta del pozzo maledetto largo 30 centimetri, il buco nero in cui il Alfredino Rampi precipitò per trenta metri la sera del 10 giugno ' 81, e del tunnel parallelo che fu scavato per inviare sottoterra generosi ma inutili soccorsi. Anche quest' anno, e siamo arrivati al ventesimo anniversario della tragedia di Vermicino, la direttrice delle teche Rai, Barbara Scaramucci, ha dovuto inviare una nota di servizio per ricordare ai responsabili dei Tg e delle trasmissioni giornalistiche il divieto tassativo di utilizzare le immagini della diretta che sconvolse l' Italia tra l' 11 e il 13 giugno dell' 81. In particolare, recita la sentenza del Tribunale civile che ha dato torto all' azienda di viale Mazzini, non possono uscire dagli archivi le sequenze in cui il bambino precipitato nel pozzo «piange o singhiozza», quelle in cui «il bimbo chiama la mamma o i soccorritori», quelle in cui «i genitori e altri soccorritori cercano di tranquillizzarlo». Così, per la prima volta, a una famiglia dilaniata dal dolore è stato riconosciuto il diritto all' oblìo. A essere dimenticata almeno dalla televisione che, a parere di molti commentatori, in quell' occasione ha trasformato gli ultimi lamenti del bimbo di sei anni inghiottito dal pozzo nella colonna sonora di un film lungo 3 giorni e 3 notti. E c' è stata anche una cassetta, «Grandi emozioni Tv», che la Rai avrebbe voluto vendere agli appassionati del genere «vite in pericolo» e che poi fu ritirata per ordine di Letizia Moratti: un' iniziativa commerciale azzardata che alla fine ha fatto scattare la denuncia della famiglia e la condanna del giudice civile, congelando in archivio i servizi di Piero Badaloni, di un giovanissimo Maurizio Beretta, di Giulio Borrelli e i commenti dallo studio di Massimo Valentini. Sul quel terreno di Vermicino, che il pomeriggio del 12 giugno ' 81 vide comparire anche il presidente della Repubblica Sandro Pertini, ora ci crescono i pomodori. Il Capo dello Stato arrivò all' improvviso poco dopo le 16, ricorda il mitico Sandro Broglio, il vigile del fuoco che grazie a una sonda tenne per 40 ore consecutive il contatto radio con il bambino: «Pertini ci teneva molto, gli passai la cuffia e lui parlò nel microfono: "Vi aspetto al Quirinale", disse per incoraggiare il bimbo e noi soccorritori. Io risposi: "Vengo solo se ci sarà Alfredino "». Il proprietario del fondo - arrestato, processato e prosciolto dall' accusa di non aver recintato a dovere il pozzo (omicidio colposo) - è morto d' infarto nell' 88 a Collelongo (Aquila) mentre faceva un versamento in banca: aveva solo 51 anni, si chiamava Amedeo Pisegna, era professore di scuola media e a un certo punto, dicono a causa del senso di colpa, decise di vendere quel pezzo di terra maledetto. Lo ha comprato il commerciante di acqua minerale Roberto Serangeli. Suo zio, Valentino Marsili, vive ancora in zona e quelle giornate se le ricorda bene: «Ho 40 anni e nell' 81 portavo le pecore al pascolo su questi prati. Quando la situazione si complicò la gente urlava "Alfredo su"/"Pastorelli giù (Elveno Pastorelli, al tempo comandante dei Vigili del fuoco scomparso alcuni anni fa, ndr)". Alcuni iniziarono anche a tirare i sassi». Valentino è uno dei pochi ad aver mantenuto i contatti con Angelo Licheri, il «picoletto» sardo che si fece calare a testa in giù nel pozzo: «Ha fatto il porta telegrammi, andava in giro col Vespone. Non lo vedo da tempo ma mi dicono che è ingrassato molto. Ora dovrebbe vivere a Tor Bella Monaca con una nuova compagna». Dino Martirano LA VICENDA 10 GIUGNO ' 81 E' mercoledì e verso le 19 Alfredo Rampi, 6 anni, tornando a casa, precipita nel pozzo 12 GIUGNO ' 81 La televisione segue la vicenda con una diretta di 18 ore, a partire dalle 13. Nel pomeriggio giunge sul posto il presidente Sandro Pertini. 13 GIUGNO ' 81 E' sabato e alle 6,45 Alfredino muore. Poco tempo dopo nasce il centro «Alfredi Rampi» per educare alla sicurezza dei bambini. Ha 5 sedi in Italia e ha contattato, in 20 anni, 170 mila ragazzi. MEMORIAL Alle Terme di Caracalla, il «centro Rampi» organizzerà per domenica 10 giugno, il memorial day di Alfredino.

Martirano Dino

Pagina 19
(1 giugno 2001) - Corriere della Sera

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