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Corriere della Sera

L' inquietante intreccio di connivenze nel racconto del superpentito Saverio Morabito

E Cesare libero' l' hinterland

" Nessuno disturbo' gli affari della ' ndrangheta fino al sequestro Casella, poi lo Stato reagi' " Buccinasco e Corsico le principali roccheforti della criminalita' organizzata in provincia

------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ L' inquietante intreccio di connivenze nel racconto del superpentito Saverio Morabito TITOLO: E Cesare libero' l' hinterland "Nessuno disturbo' gli affari della ' ndrangheta fino al sequestro Casella, poi lo Stato reagi' " Buccinasco e Corsico le principali roccheforti della criminalita' organizzata in provincia - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - MILANO . "Il sequestro di Cesare Casella fu l' inizio della fine di tutto. Dall' 81 all' 88 il nostro gruppo ha trafficato in droga a quintali. Entravano tanti soldi che non sapevamo piu' dove metterli. E con quelli ci procuravamo anche la compiacenza di persone che occupavano posti di rilievo nelle istituzioni. Fino a quel rapimento, non abbiamo subi' to il minimo danno dalle forze dell' ordine. E la gente era terrorizzata. Poi, invece, cominciarono le perquisizioni, gli arresti. Ed ora, eccoci qua". Il superpentito Saverio Morabito vuota il sacco sul sequestro Casella, lo studente di Pavia tenuto in ostaggio per due anni dall' Anonima calabrese. Quattro ore di interrogatorio, al maxiprocesso Nord Sud, per far luce su tanti misteri: mandanti, esecutori, complici eccellenti. E trattative segrete con la mafia: "Sono convinto sia stata pagata una seconda rata del riscatto, non dai familiari ma da organi dello Stato. Almeno mezzo miliardo. La ' ndrangheta non rilascia nessuno per niente". Poi, una sorpresa: "Tra i primi carcerieri di Casella, a Buccinasco, c' era anche Saverio Pochi' , nato a Plati' 27 28 anni fa". Una rivelazione che scatena gli avvocati ("Perche' questo nome salta fuori solo ora?") e fa schizzare in ufficio i collaboratori del pm Alberto Nobili. Prima del sequestro Casella, sostiene Morabito, Corsico e Buccinasco erano "isole felici" per i clan Sergi e Papalia: "Vendevamo droga con una tranquilita' incredibile. Era come un lavoro, i nostri uffici erano i bar. Con le forze dell' ordine non c' erano problemi: l' avvocato Ponzio era molto introdotto nelle caserme e a palazzo di giustizia. Ci ha aiutati, in cambio di soldi, finche' l' abbiamo ucciso. Tra i carabinieri del posto, pagavo un maresciallo e un brigadiere, perche' scrivessero che non frequentavo la mala. Da noi i latitanti vivevano indisturbati. L' unico che ha osato e' un poliziotto di Corsico, il sovrintendente Vinci: ma quando arresto' Francesco Sergi, ricercato da Bologna, era talmente impaurito da raccomandarsi a me e a Trimboli. Decidemmo di ucciderlo. Se la cavo' per caso". A "costringere" lo Stato a sfidare l' Anonima fu proprio il "clamore" del sequestro Casella. Che fu deciso dalla cosca Marando durante un matrimonio a Volpiano, in Piemonte: "Dopo una lite sul prezzo della droga venduta dai loro cugini, i Sergi, questi ultimi mi parlarono di "un accordo per un lavoro da fare". E mi chiesero il favore di procurare un box. Io coi sequestri volevo farla finita, ma obbedii". Il rapimento scatto' in gennaio, la sera dopo "un primo tentativo fallito". Casella fu tenuto per 20 giorni su una Lancia Delta, poi distrutta, in un box di via Aldo Moro a Milanopiu' : "Portai vivande, sonniferi, stufetta e piumone. Non vidi mai luci accese". Quindi l' ostaggio fu trasferito in camion in Calabria. Domanda del pm: "In quei due anni, non vi siete mai preoccupati del ragazzo?". Risposta: "Paolo Sergi mi diceva: quello mangia, beve e ogni tanto gli danno pure uno spinello".

Biondani Paolo

Pagina 49
(25 maggio 1995) - Corriere della Sera

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