GUIDA  Ledro/Bernardo Gigli

Un'immagine di "El Popo de Bezeca"
Un'immagine di "El Popo de Bezeca"
Un particolare dell'immagine
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El Popo De Bezeca: così veniva chiamato affettuosamente dai paesani Bernardo Gigli (finora considerato l'uomo più alto d'Italia). Nato a Bezzecca il 1° Novembre 1726 da genitori di statura normale, come erano di statura normale anche i quattro fratelli (due sorelle e due fratelli).

Anche Bernardo fino a 10 anni a livello di statura non presentava nulla di eccezionale, ma a 14 anni era già un metro e ottanta. Bernardo sarebbe rimasto tranquillo al suo paese se un caso fortuito non l'avesse fatto incontrare con un famoso giramondo dell'epoca: Giambattista Perghem.

Il Perghem notò il Gigli che allora aveva 20 anni e si accordò con i genitori perché glielo cedessero. Imparò subito e velocemente quanto si chiedeva di fare. Dapprima seguì il suo maestro, poi quando questi si ritirò il Gigli continuò da solo a viaggiare fino al 1768. Si esibì a Roma, Parigi, Madrid, Varsavia, Vienna, Berlino, Londra, Pietroburgo etc.

A Parigi fu studiato dal naturalista francese De Buffon. Ricco di fama e di quattrini, il Gigli, sentendosi stanco benché avesse solo 42 anni, tornò a Bezzecca e qui visse fino alla morte avvenuta il 27 maggio 1791 all'età di 65 anni. Era alto 2 metri e 60 cm.

Per testamento lasciò scritto che lo scheletro fosse conservato a memoria. Il medico Zaccaria Sartori di Tiarno due giorni dopo la morte estrasse e ricostruì lo scheletro e i resti furono sepolti nel cimitero di Bezzecca. Quattro anni dopo il medico di Riva del Garda Begnino Canella entrò in possesso dello scheletro, di cui poi si persero le tracce.

Don Bartolomeo Gigli, pronipote del gigante, nel 1870 lasciò a favore del Civico Museo di Rovereto il ritratto del gigante con delle memorie, inclusi i visti sul passaporto dei paesi visitati. Nel 1872 il museo venne in possesso anche del teschio del gigante. Il tutto era conservato in una vetrina, che purtroppo con le vicende della prima guerra mondiale fu distrutta da una bomba, come una buona parte del Museo Civico.

Il ritratto della foto è stato ricostruito a memoria su quello originale ed è posto in una stanza della casa che il Gigli acquisto per 3000 troni al suo rientro a Bezzecca. Ora la casa del gigante è sede comunale.

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