Le operazioni in Libia (1941-1942)
Il 10 novembre fu costituito il cosiddetto III Btg. San Marco in Africa Settentrionale, forte di 536 uomini. Il 18 novembre il San Marco s'attestò nel settore costiero tra Alba Fiorita e Ras Hilal, del quale il Btg. doveva assumere la difesa e nel contempo dedicarsi ad un rapido addestramento. Lo stesso giorno doveva iniziare l'operazione "Crusader" da parte dei britannici per cui l'Asse dovette rinunciare a propositi offensivi. Il San Marco a questo punto dovette essere subito trasformato in reparto di linea. Vinta la battaglia di Bir El Gobi, l'8 dicembre gli inglesi raggiunsero e superarono Tobruch, avanzando con celerità verso ovest la linea difensiva Italo-Tedesca dovette ripiegare sul confine tra la Cirenaica e Sirtica. Il 21 gennaio 1942 il Gen. Rommel, che nel frattempo aveva riordinato le proprie forze, pensò alla controffensiva. Il San Marco fu tra i primi ad avanzare raggiunse Agedabia il 22 e si schierò a difesa con fronte verso nord. Nella notte del 25 gennaio fu raggiunta Antelat, località di strategica importanza. Nel prendere possesso della zona il Btg. dovette affrontare duri scontri che causarono perdite, seppure lievi. La sosta ad Antelat, più lunga del previsto, doveva contrassegnare un periodo particolarmente disagiato nella vita del San Marco che, disposto a caposaldo in pieno deserto si trovava ben lontano dal fronte (Bengasi era stata riconquistata il 29 gennaio.
La caduta di Tobruch poneva fine alla partecipazione delle successive azioni in Egitto ed il San Marco assumeva il servizio di sicurezza portuale e la difesa costiera.
Il piano, basato sulla sorpresa il tempismo l'addestramento e il coordinamento delle forze partecipanti, non teneva in conto però la capacità difensiva del nemico. Gli inglesi stimavano la presenza in qualche migliaio di " low grade Italian troops" oltre a pochi tedeschi dell'artiglieria antiaerea. Erano anche previsti trucchi ed inganni, come ad esempio i due cacciatorpedinieri dovevano assumere la tinteggiatura italiana e si sarebbero dovuti fermare dinanzi a Tobruch emettendo fumo e simulando uno sbandamento, per dare impressione da terra e dall'aria di essere un'unità italiana danneggiata. L'attacco di commandos avvenne durante un raid aereo, alcune batterie costiere furono neutralizzate con l'effetto della sorpresa e del trambusto degli attacchi aerei. Ma alla batteria Grasso le sentinelle si erano accorte dell'attacco e riuscirono a dare l'allarme. Reparti del San Marco passarono immediatamente all'azione arrestando le forze inglesi incontrate.
Le altre forze da sbarco britanniche trovarono la ferma resistenza degli italiani. L'opposizione del San Marco e la maggiore distanza tra il luogo di sbarco e l'obiettivo furono fatali ai Royal Marines. Il disegno britannico a questo punto era ormai chiaro, così come evidente si profilava il suo fallimento. Infatti, l'unità navale inglese "SIKH" impegnata a far sbarcare la seconda ondata fu presa sotto tiro dalle batterie e venne ben presto neutralizzata. Gli aerei da caccia italiani, alzatisi in volo mitragliarono i natanti nemici al largo. Quando i britannici si accorsero di avere davanti un avversario deciso ad annientarli si arresero, mal dissimulando lo smacco. Non potevano sapere che in quanto a grinta gli uomini del San Marco ne avevano da vendere. Il fallimento dell'operazione "Agreement" costò agli inglesi mezzo migliaio di uomini, oltre a quelli delle navi affondate, a fronte di 15 italiani morti, di cui 5 del Battaglione San Marco.
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